Marvel’s Spider-Man 2, l’ultima fatica Insomniac per Sony, è arrivato su console PlayStation 5 lo scorso 20 ottobre. Il tanto atteso sequel del titolo uscito nel 2018 ha portato una gran quantità di migliorie, ampliando le aree della città di New York e spingendo la storia dei due tessiragnatele più famosi verso nuove e apprezzatissime direzioni. Da bravi amanti dell’amichevole ragno di quartiere, non potevamo esimerci dal provare a fondo il gioco.
Provato su PlayStation 5
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Ragni volanti
Marvel’s Spider-Man e il successivo spin-off, Marvel’s Spider-Man: Miles Morales, sono stati seminali nel settore gaming supereroistico. Sebbene i giochi dedicati a questi ultimi siano svariati, raramente hanno ottenuto un soverchiante successo di critica e di pubblico. E, nonostante vi siano istanze moderne di franchise multi-milionari, il botto non è mai assicurato (sì, Avengers, sto guardando proprio il vostro gioco). C’era dunque molta attesa e fremito attorno a Marvel’s Spider-Man 2, un po’ perché Miles Morales era una sorta di DLC dalla durata di poche ore, un po’ perché si sentiva il bisogno di poter nuovamente mettersi nei panni dell’OG, il nostro amichevole Peter Parker.
Alla fine, tagliamo direttamente la testa al toro e vi diciamo che Spider-Man 2 non ha assolutamente tradito le aspettative. Si è infatti rivelato esattamente il titolo che tutti i fan del personaggio desideravano. Da un lato bisogna riconoscere che è davvero difficile proporre un sequel di questo stampo, anche perché New York sempre quella è. A meno che non sia ambientato in una diversa città, il rischio di ritrovarsi con una sensazione di “già visto, già fatto” era estremamente alto. Ma, con un colpo di coda, Insomniac ha ampliato l’area giocabile di New York, aggiungendo anche la parte orientale della città con quartieri iconici come Brooklyn e il Queens. Quest’ultimo davvero apprezzato da fan storici che lo identificano ormai con la casa di Peter Parker.
Non è solo la mappa a divenire più grande, però, ma anche l’accortezza e attenzione al dettaglio. Grazie alle capacità grafiche e computazionali di PlayStation 5, il gioco gode di una fluidità pur brillando di riflessi grazie agli effetti Ray Tracing sapientemente applicati da Insomniac. Volteggiare e sorvolare New York con i due Spider-Man è esaltante e divertente senza mai scadere nel ripetitivo o noioso. L’aggiunta forse più importante, che consente al giocatore di attraversare l’enorme mappa in modo agevole, è quella delle classiche ali di ragnatela. Con queste è possibile planare a grandi velocità su New York, mantenendo l’accelerazione grazie a correnti d’aria che l’attraversano. Combinare quindi questo aspetto con il lancio delle ragnatele per il più classico swinging è parte integrante dell’esperienza. Simile al primo gioco, ma al tempo stesso radicalmente differente: le belle evoluzioni che ci piacciono.
Fletto i muscoli e sono nel vuoto
Quando si tratta dei titoli tripla A di casa Sony, la storia e la sceneggiatura diventano una parte fondamentale, intorno alla quale spesso viene costruito tutto il resto. E così è anche per Spider-Man 2, con il quale Insomniac ha scritto una delle migliori storie dell’uomo ragno, dove viene data grandissima importanza all’umanità che si cela dietro le maschere, sia dei supereroi, sia dei supercattivi.
Peter Parker è un personaggio affascinate probabilmente per la sua umanità che lo accomuna al lettore, allo spettatore e in questo caso, al giocatore. A lui si affianca il nuovo arrivato Miles Morales, con una storia molto simile, ma ancora piuttosto acerbo sia nella vita di tutti i giorni, sia nella lotta al crimine.

Al giovane Miles però non mancano cuore e grinta, mentre il meno giovane Peter ci mette il cervello e l’esperienza maturata in anni di zompi tra i tetti in calzamaglia. Ora, Spiderman fa parte di quegli eroi “intelligenti, simpatici ed empatici” che piacciono a tutti, ma con quell’ironia leggera e quella sua provenienza dalla working class che lo distingue da un Batman o da altri supereroi. Peter, ormai finiti gli studi, è in cerca di un lavoro stabile per pagare il mutuo e cercare di costruire una famiglia con MJ. Il ben più giovane Miles è alle prese con un bel po’ di turbe giovanili come il primo amore, cercare di capire cosa fare della sua vita dopo le scuole superiori e elaborare un grave lutto familiare che rispecchia quello affrontato da Peter con lo zio Ben.
E se ogni eroe ha bisogno di un cattivo, i due Spider-Man ne hanno a bizzeffe, anche se non tutti sono proprio il massimo. Insomma, passiamo da tizi vestiti da rinoceronti e scorpioni a uomini capaci di tramutarsi in sabbia, fino a uomini baffuti e muscolosi che sembrano usciti da un circo. Chi sono andati a pescare gli Insomniac questa volta? Bè proprio il tizio uscito dal circo: il caro vecchio Sergei Kravinoff, in arte Kraven. Come molti supercattivi, anche Kraven ha uno strano obiettivo nella vita: dare la caccia agli altri villain di New York e appendere la loro testa nel suo salotto.
La premessa è gustosissima, in quanto Kraven porterà a New York la sua orda di fanatici della caccia e porterà scompiglio tra le strade e i tetti della città. Questo ovviamente non va giù al vecchio tessiragnatele che, aiutato dal suo discepolo Miles Morales, tenterà di fermare il brutale Kraven. E in tutta sincerità, non avrei dato due lire a Kraven, cattivo per me sempre un po’ demenziale, tranne che in rare occasioni.
E invece Insomniac ha realizzato un personaggio solido, ferreo, di poche parole, spietato e intelligente. Kraven non è il solito idiota che se la racconta o si spende in monologhi inutili, anzi si rivela efficace nei suoi metodi e anche incredibilmente furbo, un degno avversario per i nostri due uomini ragno preferiti. Ma la storia di Spiderman 2 non gira solo intorno al vecchio Kraven, infatti affronta tantissimi temi legati alla sfera umana e sebbene sia per certi versi prevedibile, riesce a coinvolgere grazie a una scrittura di ottimo livello. In più occasioni il gioco riesce a tenere unita la storia e il gameplay che, seppur molto semplice, riesce comunque a intrattenere.
Pugno della Domenica
Peter e Miles, dinamico duo, funzionano benissimo insieme e il passaggio dall’uno all’altro, oltre che per motivi di storia, può essere effettuato in (quasi) ogni momento dell’avventura. I due ragni si differenziano lievemente per stile di gioco, ma presentano attività uniche legate al proprio vissuto. Se per esempio Peter affronterà side quest di natura scientifica, Miles sarà concentrato ad aiutare i suoi amici in attività più mondane che meglio si addicono alla sua giovane età. Si percepisce chiaramente il rapporto mentore-allievo anche da questi piccoli dettagli. Dove il gioco splende, però, è naturalmente sul versante gameplay.
Ora, parliamo comunque di un sistema di combattimento molto semplice, basato sul free flow e sullo spam dei gadget e delle skill, ma i ritmi elevati e la spettacolarità tengono alta l’attenzione. Inoltre, nuove tipologie di nemici possono metterci in difficoltà. Ad esempio, i nemici con armi contundenti e i bruti si potranno contrastare parando gli attacchi con il giusto tempismo.

Il titolo è ben lungi dall’essere un gioco difficile: Spider-Man 2 punta principalmente al divertimento e alla sensazione di soverchiante potenza dei ragni nei confronti degli avversari. A difficoltà più alte, però, è bene prestare attenzione a ciò che vi circonda poiché il numero di nemici può talvolta portare alla prematura dipartita degli affabili ragnetti. Miles e Peter hanno tecniche attivabili differenti, tuttavia i moveset classici sono sostanzialmente condivisi, un po’ eccessivamente reminiscenti dei titoli precedenti. Qualche variazione sarebbe stata gradita, ma si tratta di una vera e propria pignoleria personale, quindi, prendetela semplicemente come tale.
Non mancano i combattimenti contro i boss che si presentano sia durante la storia principale, sia durante le side quest. Non posso dire di essere stato particolarmente estasiato da questi scontri, in quanto sono un filo dozzinali e non richiedono particolari strategie, se non il button mashing e lo spam delle skill di cui sopra. Le sezioni stealth invece sono quelle che soffrono un po’ di più. Fortunatamente lo stealth non è mai obbligatorio tranne che in alcune brevi sequenze di alcune missioni. Nella maggior parte dei casi è possibile uscire allo scoperto e menare le mani in tutta tranquillità, affrontando le orde di nemici faccia a faccia. Se si dovesse decidere di fare tutto silenziosamente, bè… le opzioni sono veramente poche.
Oltre ad appendere i nemici alle pareti come salami, o stenderli con un calcio, non ci sarà molto su cui optare. Certo, sarà possibile colpire oggetti con la ragnatela per distrarli, mentre Miles può diventare invisibile per un breve periodo di tempo. A tutto questo si aggiunge un classicissimo (e un po’ scontato) sistema di progressione che prevede lo sblocco di nuove skill, nuovi costumi, gadget e potenziamenti vari, il tutto ottenibile progredendo con la storia e completando gli incarichi secondari nei vari quartieri della Grande Mela.
Alla luce di tutto questo, si potrebbe dire che in Spider-Man 2, come in molti blockbuster tripla A, ci sia più stile che sostanza. Effettivamente è un po’ così, il gameplay del gioco è molto semplice e non ha ovviamente la profondità di altri titoli action più complessi. Tuttavia, nonostante la giocabilità vada un po’ con il pilota automatico, il mondo di gioco, la storia, la parte tecnica e l’ottima caratterizzazione dei personaggi tengono incollati allo schermo, anche quando si eseguono sempre le stesse azioni per atterrare i cattivi.
Due ragni su una Grande Mela
La New York di Peter e Miles, ovvero l’open world di Spiderman 2 è funzionale al gioco, un po’ come nei primi due titoli della serie. È un open world di stampo classico, pieno di icone che rappresentano diverse attività secondarie.
Insomniac ha saputo diversificare molto bene le secondarie, consentendo al giocatore di affrontarne varie senza un senso di ripetitività. C’è un po’ di tutto: fotografare la vita dei newyorkesi, utilizzare droni per lo studio delle api, affrontare combattimenti virtuali o recuperare il sassofono del mitico Charlie Parker per un’esposizione a tema musicale.

A rubare la scena sono ovviamente le missioni principali, dove il gameplay si alterna con spettacolari sequenze scriptate, dove è stato fatto un lavoro tecnico mostruoso. Da apprezzare il fatto che la maggior parte delle missioni principali propone qualcosa di nuovo e riesce a portare avanti la storia in modo magistrale. Per quanto riguarda l’esplorazione di New York, vi dico solo che ho passato intere ore a saltare da un edificio all’altro e provare capriole, giravolte e picchiate. Il sistema di controllo di Peter e Miles è davvero incredibile, perfezionato rispetto ai titoli precedenti e reso ancora più fluido.
È probabilmente la cosa più bella e divertente del gioco, grazie a una New York vibrante resa ancora più spettacolare dal Ray Tracing e dai 4K upscalati. A tal proposito, Insomniac ha compiuto un mezzo miracolo tecnico, in quanto il tutto gira a 30 fps stabili. Con la modalità performance si ottengono 60 fps con qualche calo di frame ogni tanto, ma si perde molto del dettaglio grafico.
Consiglio vivamente quindi di giocare con la modalità “Fedeltà” con il 4K e con il Ray Tracing al massimo, perché mostra davvero cosa la PS5 può fare, oltre a far vedere quali risultati può raggiungere un team capace quando si concentra solo su una piattaforma.
Sulla New York a livello terreno, molto criticata nel primo capitolo, sono state fatte diverse modifiche. Gli NPC tendono a ripetersi, ma almeno fanno cose diverse. Capita spesso di vedere tre o quattro persone letteralmente uguali fare un bel picnic, o gemelli sfidarsi in una partita a basket. Ci sono poveri NPC che chiamano un taxi, altri coinvolti in un incidente tra veicoli con tanto di ambulanza. Ora, non arriviamo minimamente a livelli degli open world creati da Rockstar o all’atmosfera di Night City, ma diciamo che pur non essendo il punto principale del gioco, Insomniac si è sforzata di migliorare anche questo aspetto, creando una New York comunque un minimo più interessante rispetto a quella del primo capitolo.
Badate però, si tratta di una New York fumettosa, dove non si dicono parolacce, la gente è super positiva e felice e dove i criminali rubano fuochi d’artificio invece di spacciare crack agli angoli della strada. Non lo so, sono stato lì due volte e ho avuto come la sensazione che se fossi morto in strada a Manhattan, il mio cadavere sarebbe stato calpestato dalla moltitudine di tizi con un bicchiere di Starbucks in mano e cellulare nell’altra. Questo per dire che se cercate una rappresentazione realistica della vita nella Grande Mela, non la troverete di certo in Spiderman 2. Non è un difetto, solo una delle mie classiche considerazioni da vecchio stronzo.
A chi consigliamo Spider-Man 2?
Nonostante il gameplay un filo troppo semplice e un open world un po’ scialbo rispetto ad altri titoli del genere, Spider-Man 2 riesce a portare il giocatore fino ai titoli di coda grazie a un comparto tecnico stellare e a una bellissima storia. L’aspetto più divertente, oltre al seguire le vicende dei due ragni, è l’attraversamento della città, passando da una missione all’altra. Il senso di velocità garantito dalle ali di ragnatela e il classico volteggio è di fattura ancora oggi inegaguagliata nel mondo del gaming. Se siete fan di Spider-Man e avete una PS5, non potete perdervi questo titolo per nessuna ragione, specialmente se avete gradito il primo capitolo della serie e Spiderman: Miles Morales. Al netto di qualche piccolo difetto, è un prodotto degno di tutti gli allori del caso.