The Legend of Heroes: Trails to Azure è il secondo episodio della dilogia Crossbell di Falcom, pubblicato da NISA e disponibile su PlayStation, Nintendo Switch e PC a partire dal 14 marzo. Il gioco arriva a chiudere la saga di Crossbell dopo la pubblicazione di Trails from Zero, che abbiamo recensito in occasione dell’uscita lo scorso settembre 2022.
Provato su PlayStation 5
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Verso i cieli azzurri
Non mi soffermerò in questo frangente su quanto già detto in sede di recensione di Trails from Zero, ovvero l’annosa questione della traduzione che è stata finalmente realizzata per il mercato occidentale (potete recuperare le informazioni leggendo la nostra recensione), d’altronde lo stesso discorso vale anche per Trails to Azure, secondo e ultimo capitolo della dilogia di Crossbell.
Come molti lettori già sapranno, la serie The Legend of Heroes è costituita da grandi archi narrativi, iniziati con Trails in the Sky (serie composta da tre giochi), per passare poi a Zero/Azure, Trails of Cold Steel (di cui abbiamo recensito i capitoli uno, due e quattro), Reverie e il ben più recente Kuro no Kiseki, di cui in Giappone si contano già due capitoli.
Giocarli tutti non è un imperativo, tuttavia per comprendere a pieno il complesso mondo messo in piedi da Nihon Falcom è comunque consigliato iniziare proprio da Trails in the Sky, dove si stabiliscono le basi del franchise che si è evoluto nel tempo. Alla luce di ciò, Trails to Azure non è giocabile come titolo a se stante, a meno che il non capire nulla del setting, dei personaggi e delle vicende non sia un vostro particolare kink quando scegliete un prodotto da acquistare/giocare. È brutto da dire, soprattutto alla luce del tempo richiesto per mettersi in pari, ma naturalmente, se volete lanciarvi nel mondo di The Legend of Heroes con questa dilogia, dovete giocoforza iniziare almeno con Trails from Zero.
Alcuni mesi dopo…
ATTENZIONE: Ciò che troverete in basso rappresenta una sorta di spoiler degli eventi di Zero, quindi se non avete completato o acquistato il gioco e volete semplicemente sapere come sia il gameplay del secondo titolo, potete passare direttamente al paragrafo successivo.


Dunque, Azure prende il via alcuni mesi dopo la fine degli eventi di Zero e, proprio come il primo capitolo, inizia in medias res, con Lloyd Bannings, il protagonista della dilogia e agente della divisione di polizia SSS, impegnato in un’operazione congiunta con altri organi militari e para-militari. Ad accompagnarlo in questo caso non è la solita cricca di amici, ognuno di essi indaffarati in altre operazioni, ma Noel, già vista in Zero in qualità di personaggio guest.
Superato l’incipit, dove si possono vedere le ripercussioni di quanto accaduto alla fine di Zero, il gruppo delle forze SSS ritroverà non solo vecchi amici ma anche new-entry, che entreranno a far parte del party e che potranno essere utilizzati per ampliare le capacità offensive del team. Tra questi spicca anche Lazy Hemisphere, il proprietario del Trinity Bar di Crossbell e fulcro di alcune vicende del primo capitolo, che si unirà qui al gruppo di Lloyd.
Proseguire oltre ci farebbe cadere ulteriormente nello spoiler ed è quindi bene tirare il freno a mano: ciò che possiamo dire però è che il titolo fa ampiamente riferimento a personaggi e cast di Trails in the Sky, che fin dall’inizio troveranno posto nelle vicende di Crossbell. Per chi non ha avuto modo di giocare la trilogia iniziale, alcune situazioni, vicende e riferimenti potrebbero passare completamente in sordina, soprattutto quando entrano in gioco le numerose fazioni e organizzazioni che costituiscono il mondo di Zemuria. Ciò complica a volte la comprensione degli eventi e purtroppo ci tocca ancora una volta sottolineare come sia davvero necessario aver giocato almeno Trails from Zero per godere a pieno di ciò che avviene in questo secondo e conclusivo capitolo.
Guarda, una macchina orbal!


Ciò che rende piacevole i primi capitoli della serie, fortemente caratterizzati da blocchi di testo interminabili, è il gameplay molto semplice e intuitivo. Già consolidato con Sky e appena rivisto in Zero, in Azure abbiamo un semplice tuning delle meccaniche già amate e conosciute da tutti: la personalizzazione delle abilità, anche chiamate Arts, tramite l’incastonamento di gemme nell’Orbment.
Oltre alle gemme classiche, l’orbment può ora ospitare un Master Quartz, che fornisce delle abilità uniche al personaggio che lo ha equipaggiato e che, combattendo, può salire di livello, modificando le statistiche del personaggio per renderlo più resistente, più veloce o con un pool di HP maggiore. Raggiungendo il livello massimo, ovvero il quinto, il Master Quartz sblocca un attacco speciale chiamato Master Art. Il fattore più importante e che rende più semplice giocare con le Arts è la natura elementale del Master Quartz, che sinergizza con le altre gemme per ottenere le abilità di livello più alto. Un must, se vogliamo, dal momento che il gioco vi permette di partire subito con un party di lvl 45/50.
Trattandosi di un gioco tecnicamente vetusto e pensato per PlayStation portable, la cui prima uscita risale al 2011, troviamo tutte le migliorie già applicate alla serie Sky alla sua uscita su PC/Steam, più nello specifico la modalità turbo, che rende meno tediose le battaglie e velocizza anche le linee di testo. Non bisogna sottovalutare queste opzioni di accessibilità, che trasformano una lenta evoluzione di circa 50 ore in un’esperienza molto più facile da digerire, pur apprezzandone tutte le sue unicità.
A chi consigliamo The Legend of Heroes: Trails to Azure?
Se avete giocato Trails from Zero, non potete perdervi Azure per chiudere la dilogia: sarebbe da mentecatti lasciare a metà le vicende di Lloyd Bannings, che ancora oggi a distanza di oltre 10 anni dalla prima pubblicazione sono tra le più apprezzate dell’intero franchise.
Lo sconsigliamo però a chi non ha mai giocato nemmeno un titolo della serie The Legend of Heroes. A questi ultimi, se amanti degli RPG e nello specifico di quelli giapponesi, consigliamo piuttosto di recuperare la serie Sky o saltare direttamente ai titoli più moderni, come Trails of Cold Steel.