Doraemon Story of Seasons Friends of the Great Kingdom è il secondo titolo spin-off del noto simultore di fattoria Story of Seasons di Marvelous in collaborazione con Bandai Namco e lo storico anime Doraemon, ora disponibile su PlayStation, Switch e PC.
Provato su Nintendo Switch
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Un ciuski per ogni occasione
Doraemon Story of Seasons Friends of the Great Kingdom inizia con una lite famigliare, dove Nobita decide, triste e deluso dall’accaduto, di fuggire temporaneamente verso un altro pianeta col fidato amico Doraemon a bordo di una nave spaziale. Atterrati nel nuovo pianeta, accompagnati dagli amici di sempre, si imbattono nel giovane Lumis, ferito nel bosco. Dopo averlo aiutato, vengono a scoprire che si tratta nientepopodimenoché del principe del Regno di Illumina, in cui si trovano.
Sua madre, la regina Lucinda, preoccupata per il potenziale pericolo che possono rappresentare per il proprio Paese, decide di confiscare tutti i ciuski e la nave spaziale, impedendo alla gang di fare ritorno a casa. Così, Lumis finisce con l’affidare loro la gestione della piccola fattoria abbandonata tanto cara all’ormai defunto padre, almeno fino alla risoluzione del conflitto. Con questa semplice premessa Nobita, o Noby in questo titolo che purtroppo non presenta l’italiano come lingua, inizia una nuova avventura tutta bucolica.
L’inizio è piuttosto semplice e morbidamente tutorializzato. I primi passi nel mondo dell’agricoltura verranno mossi con piccole richieste, la presentazione progressiva di sempre più strumenti e la familiarizzazione con le aree di gioco e gli abitanti del villaggio, che sono al cuore dell’esperienza. Chi è già avvezzo al sistema si troverà subito a casa, ma vediamo velocemente di cosa si tratta.
Doraemon Story of Seasons Friends of the Great Kingdom impara dalla serie madre e migliora quanto visto nel suo predecessore in praticamente ogni area: usabilità, navigazione dei menù, gestione del tempo e comunicazione con il giocatore sono finalmente fluidi, chiari e a una pressione di tasto. Lo zaino è stavolta diviso in oggetti vari e tasca per gli strumenti, con un tab di accesso rapido a 4 strumenti preferiti. Una mappa mostra in tempo reale la posizione di tutti i personaggi, e un apposito tap registra ogni tipo di informazione sulle quest principali, secondarie e le richieste del villaggio.
Una volta preso il via, il giocatore ha libero accesso di esplorare, sperimentare e lavorare a ritmo proprio nella fattoria. Questo sistema, molto flessibile e piegato alla volontà del giocatore, premia chi si impegna a fare più attività ma non punisce chi vuole prendersela con comodo. A differenza degli altri del genere infatti, circa due secondi di tempo reale corrispondono a un minuto in-game, dando ampia scelta sul da farsi. La trama, sorprendentemente corposa rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare, non ha dei termini netti che aleggiano sul giocatore minacciandolo con un game over.
Ci vuole un villaggio!
A proposito del villaggio, il cast di gioco è un adorabile mix di personaggi di vario tipo e forma. Il Regno di Illumina è infatti composto da quattro razze che da tempo non vanno più molto d’accordo, ognuna delle quali specializzata in alcuni ambiti o con una cultura alimentare o spirituale che la contraddistingue. Questo elemento di etnia, cultura e diversità è un po’ un filo rosso che attraversa in sordina l’interezza della trama. La cosa più sorprendente è che, attraverso i personaggi, questo titolo si prende la briga di affrontare una serie di tematiche piuttosto mature e delicate, filtrandolo con una lente un po’ fiabesca e innocente, che permette al giocatore di immergersi senza subirne l’impatto.
Il negozio e la stalla del villaggio sono gestiti dalle umane Sally e Mary: Sally, una ragazza single, ha deciso di crescere da sola la piccola Mary dopo che ha perso improvvisamente i propri genitori. La dolcezza e la premura di Sally e la voglia di indipendenza mista a gratitudine della piccola Mary sono al centro della loro storia. È a loro che ci si deve riferire per i semi di stagione, i fertilizzanti e tutte le necessità dei nostri amici animali.
Il fabbro è gestito dal dogan (potete interpretarli come i nani dei fantasy) Gogmir, un omone un po’ sempliciotto ma dall’innegabile cuore d’oro, che non si fa troppi problemi, sempre pronto a rispondere col sorriso alle difficoltà della vita. Accanto a lui troviamo il figlio Gidal, pigro e impaziente, vorrebbe diventare il miglior fabbro del Regno, ma soffre la pressione di non essere all’altezza del padre, in un misto tra frustrazione e ammirazione. Poi troviamo il piccolo Gidori, un minatore irascibile e irrequieto, agisce da solo e rifiuta aiuto e compagnia da chiunque, soprattutto dai compagni fabbri.
Il ristorante della città è gestito dalla coppia di mystian (potete interpretarli come gli elfi) Poppy e Garrett, che attraverso il cibo e il mondo dei sapori, fanno del loro meglio per riavvicinare tra loro le diverse razze. La loro storia ruota infatti attorno ai diversi modi in cui, tramite sapori, profumi e spezie, si possono incontrare le proprie radici e conoscersi al di là delle differenze. Il nostro amico Sneech lavora con loro.
La clinica è invece casa di Stacy, la dottoressa che ha dedicato la sua intera vita alla ricerca e al sostegno degli altri, goffa e incerta nelle interazioni sociali, è ammirata e rispettata di tutti per la sua incredibile dedizione al lavoro. A suo fianco si trova Aiden, l’infermiere che fa di tutto per aiutare Stacy nel suo lavoro e che evidentemente prova dei grandi sentimenti per lei. Sue aiuta la coppia nella clinica, che bada ogni giorno anche a Malie, una signora iceph (tribù di gente marina dalla forma simile a un pinguino) che è obbligata a vivere nella clinica a causa di una grave malattia.
Il negozio di pesca è gestito dal marito di Malie, Kai, che passa tutto il giorno a lavorare per tenere in piedi la famiglia e pagare le spese mediche per la moglie malata. A soffrirne l’assenza è il piccolo Ori, un figlio dolce e intelligente, che fa di tutto per sostenere i genitori nonostante la sua profonda solitudine che nasce dalla situazione avversa. Accanto a loro troviamo Luana, un’iceph del tutto atipica, avversa alla pesca e al nuoto, un’amante dello studio e della ricerca che vive con orgoglio le proprie passioni sebbene cosciente di essere diversa dai suoi compagni.
La falegnameria è gestita da due mystian: Belle, eccentrica amante del design e dell’estro creativo, costantemente in lotta con Oliver, quieto e taciturno amante della progettazione minimalistica e data alla pura efficienza. La loro storia è dedicata alla difficoltà di comunicazione, di come a volte si vogliono le stesse cose arrivando da punti di vista e metodi diversi, e nulla è risolvibile senza adeguata comunicazione. Big G lavora come apprendista da loro.
Infine, il negozio di alberi e arbusti è affidato a Granny Smith, un’anziana signora, colonna della comunità. A causa dell’età soffre di una salute particolarmente cagionevole, e a lei si devono molti momenti teneri di congregazione e comunità, al di là delle differenze.
Il cast non finisce qui e ci sarebbe molto altro da dire, ma il maggiore vanto di questo titolo è il modo in cui fonde la trama principale, del destino del regno, le trame individuali degli altri personaggi, e le trame intrecciate tra gli amici di Nobita e gli abitanti del villaggio in una rete molto fitta che si fonde con un fluido senso di continuità. In altre parole, è un piacere girare per il villaggio e scoprire mano mano tutti gli eventi, le vicissitudini, i passati e infine i futuri di questi personaggi, che più di qualche volta riescono a commuovere.
A me la pala!
Da un punto di vista più strettamente di gameplay, Doraemon Story of Seasons Friends of the Great Kingdom offre un loop di gioco estremamente soddisfacente, dando il classico “un altro giorno!” alla fine di ogni giornata, attaccando il giocatore per ore allo schermo. Le giornate sono abbastanza lunghe per permettere una varietà di azioni. C’è sempre molto da fare e l’equilibrio nella quantità di tempo disponibile e quanto si può/vuole fare è magistralmente calibrato.
Come ci è capitato di lamentare in altri esperimenti di questo genere, come in Hokko Life o nel cugino danzereccio Ooblets, talvolta il loop non è equilibrato in modo tale da poter gestire le proprie azioni in un costante flusso di gameplay, ma, in modo magari diversi, ci si trova a saltare dei giorni, a dormire per far girare il calendario, a non avere soldi o strumenti per progredire e quant’altro. Questo non solo non succede, ma il titolo fornisce al giocatore una serie di opzioni per usufruire al meglio del tempo a disposizione.
Non solo, il progresso con le diverse storyline aprono mille e mille opzioni di gioco che fondono il mondo dei ciuski fantasiosi di Doraemon con la simulazione di fattoria. Da nuvolette magiche, mondi subacquei, verdure giganti e fatine dei boschi aiutanti, il progresso di gioco è spesso legato alle più sgangherate e fantasiose opzioni che espandono ancora di più l’esperienza.
Ovvia mancanza rispetto al titolo originale è quella dei rapporti di coppia e dei matrimoni, possibilmente giustificato dal fatto che il cast è in buona parte composto da bambini. Questo è, per molti versi, un ottimo incentivo per mettere al centro della trama dei temi più ampi e totali, dall’amicizia, alla famiglia, alla comunità.
Infine, l’edizione Switch gira magnificamente, e la grafica acquerellata esplode di colore sulla console portatile, che a parte delle rarissime specifiche occasioni, mantiene delle performance ineccepibili.
A chi consigliamo Doraemon Story of Seasons Friends of the Great Kingdom?
Doraemon Story of Seasons Friends of the Great Kingdom è un titolo che ci ha fortemente sorpreso. Il predecessore, nonostante il suo medio successo, non aveva toccato nessuna particolare vetta da giustificarne un sequel. Eppure, con questa iterazione, Doraemon mette in scena una storia scaldacuore in un gioco estremamente competente, divertente, soddisfacente e ben ottimizzato in un loop di gioco tra i migliori nel suo genere. Chiunque sia un fan dei simulatori di fattoria sarà rimarrà dubbio soddisfatto, al di là della familiarità con Doraemon e la sua gang.