Assassin’s Creed: Odyssey – Recensione

Provato su PC Intel Core I7 4770 3.40 GHz – Nvidia Geforce 980 – 8 GB RAM

DLC – Legacy of the First Blade, The Fate of Atlantis

Pro e contro

+ Tutta l’Antica Grecia da esplorare
+ Combattimenti soddisfacenti
+ Progressione del personaggio ben costruita
+ Scelte multiple che conducono a diversi finali
+ Side-quest con buona narrazione
+ Alcuni scenari davvero mozzafiato
+ Sezioni navali divertenti
+ Interessante cast di personaggi storici

– Elementi Stealth poco presenti
– Main quest sottotono
– Doppiaggio e colonna sonora sotto la media
– Sistema di upgrade delle armi macchinoso
– Le ‘Conquest Battles’ e il ‘bounty system’ sono piuttosto inutili

Antica Grecia: culla del teatro, della democrazia, della filosofia, della pita ghiros, del fantasy, dell’horror di serie B e degli addominali scolpiti.
Il fascino che la cultura greca ha esercitato sull’occidente è immortale, al punto che anche i media più moderni si sono ispirati al mondo ellenico per la creazione di avvincenti storie.

D’altronde abbiamo tutti studiato e amato le grandi storie mitiche, come quando Apollo è morto tra le braccia di Rocky Balboa. Come dimenticare personaggi come il guerriero con il Tallone da Killer o dell’eroe Perseo che ha deciso di cambiare nome al cinema multisala Medusa. Non possiamo rimanere indifferenti alla potenza degli Dei dell’Olimpo che in tutta la loro crudeltà hanno inventato i parcheggi a pagamento in centro per ridere dei poveri mortali. Porco Zeus!

Noi gamers ci ricordiamo anche di un altro eroe che ci ha insegnato come pestare a sangue i Dei dell’Olimpo, sbudellarli, scuoiarli, decapitarli, gambizzarli, accecarli e sbraitargli in faccia le peggiori ingiurie. Sto parlando del buon vecchio Kratos protagonista di God Of War, un esempio di cultura, benevolenza e soprattutto di eleganza che ha contribuito non poco ad insegnare la mitologia greca a tutti i giovini virgulti.

E proprio ora che il Dio della Guerra si è trasferito in lande più fredde ed ha messo su famiglia, la software house francese Ubisoft ha ben pensato di prendere il Minotauro per le corna e ambientare un nuovo capitolo di Assasin’s Creed nell’Antica Grecia, più precisamente durante la guerra del Peloponneso che vede come rivali la Lega Delio-Attica di Atene e la Lega Peloponnesiaca di Sparta.

Il conflitto nacque a causa della volontà di Atene di mettere tutti i ristoranti d’asporto greci sotto Justeat, cosa alla quale gli spartani si sono opposti perché non muniti di carte di credito prepagate e né di tasche, visto il loro amore per la nudità. Malaka!

Opinione rapida per lettori pigri

AC: Odyssey è un gran bel gioco, ma non è proprio un Assassin’s Creed. Diciamo che sembra più uno spin off che un titolo originale, ma è evidente che la serie con Origins ha iniziato una vera e propria mutazione da avventura stealth-light in un vero e proprio ARPG. Non si può dire che sia un capolavoro a causa delle classiche piccole problematiche tanto care a casa Ubisoft e di tante idee messe insieme in un unico pacchetto che a volte funzionano come una squadra ben collaudata, mentre altre volte se ne vanno in solitaria come il vostro amico che a calcetto non passa mai il pallone.

Ciononostante l’esplorazione dell’Antica Grecia tra la storia e il mito, combattimenti davvero divertenti, una progressione del personaggio con skill e loot variegato vi potranno tenere incollati allo schermo per giorni.


Consigliato ai fan della serie che hanno gradito l’inserimento di alcuni elementi ruolistici e di dinamiche decisamente più ‘action’ presenti in Origins. Se invece cercate un titolo più stealth o più vicino ai classici AC, allora Odyssey vi deluderà. Tenete conto che rispetto ad Origins questo capitolo è ancora più action oriented, inoltre non conviene acquistarlo a prezzo pieno solo per la main quest, a mio modesto parere un po’ deludente.

GAMEPLAY

Come Origins, anche AC: Odyssey segue le orme di Witcher 3 di CD Projekt Red che ormai ha rivoluzionato il modo di concepire gli ARPG tripla A con meccaniche choice\consequence. Durante la quest principale e alcune importanti side quest le nostre decisioni influenzeranno l’esito della storia, il destino degli NPC e addirittura di intere isole. Non manca la possibilità di accoppiarsi come un Pegaso in calore con uomini e donne, scegliendo liberamente l’orientamento sessuale del proprio personaggio.

Certo che il macellaio locale poteva trovare un modo più sobrio di farsi pubblicità…

A tal proposito, questa volta potremmo scegliere tra Alexios e Cassandra, fratello e sorella di nascita spartana ma costretti dagli avvenimenti a seguire la via del misthios (mercenario) che li porterà ad affrontare le macchinazioni di un culto misterioso e a entrare in contatto con personaggi importanti di quel periodo storico.

The Greek World is yours

Parliamo ora di meccaniche di gioco che in questo capitolo sono state un po’ stravolte. Il movimento del personaggio nell’ambiente è rimasto invariato, con il free climbing eseguibile tenendo premuto un solo tasto. Potrete correre per tutta la mappa di gioco e arrampicarvi praticamente ovunque, senza alcuna particolare restrizione.

Avrete anche un cavallo a disposizione sin dalle prime battute di gioco, ma onestamente non è così indispensabile. Infatti piuttosto che percorrere le strade a cavallo raggiungerete più velocemente la vostra destinazione a piedi, trovando una scorciatoia arrampicandovi sulle varie montagne e collinette sparse per tutta la mappa. Durante la vostra avventura troverete città storiche dell’Antica Grecia, foreste, caverne, tombe abbandonate e relitti affondati e fortini inespugnabili. Affronterete esseri umani appartenenti alle diverse fazioni e gli immancabili animali che come in ogni titolo Ubisoft sembrano usciti da un libro pop-up per bambini.

La libertà di movimento è davvero impressionante, non ho ancora trovato un punto dell’enorme mappa dove non mi sono potuto arrampicare. Ad aiutarvi nell’esplorazione ci penserà la vostra aquila chiamata Ikaros, una gradita aggiunta che Ubisoft ha mantenuto da Origins. A parte poter svolazzare in maniera spettacolare sui paesaggi, Ikaros vi aiuterà a trovare luoghi, oggetti e persone determinanti per il proseguimento delle quest. In alcuni punti più alti della mappa (indicati con l’icona dell’aquila) potrete attivare la classica ‘sincronizzazione’ tanto cara alla serie che però stavolta vi servirà solo ad aumentare la percezione di Ikaros.

Il gioco vi da la possibilità di sbattervene altamente della main quest e gironzolare per l’Antica Grecia in cerca di avventure, l’unico ostacolo che avrete è che ogni zona della mappa contiene nemici e quest di livelli diversi, un po’ come in The Witcher 3.

Sistema di combattimento: Dark Diablonetta Creed

A livello di gestione dei nemici AC: Odyssey favorisce abbondantemente il combattimento faccia a faccia piuttosto che lo stealth. Se AC: Origins era un 70% combattimenti e 30 % stealth, in Odyssey parliamo di un 90% e 10%. D’altronde, tutti gli elementi stealth cari alla saga come la possibilità di confondersi tra la folla, nascondersi nelle aiuole, sedersi sulle panchine e altro sono stati eliminati.

Ebbene si, in questo episodio potrete solo accovacciarvi tra il fogliame, un po’ come quando vi scappa la pupù al parco. Se decidete quindi di trasformare il vostro personaggio in un ninja ellenico avrete ben poche opzioni per depredare un fortino militare senza farvi scoprire. Molto meglio piombare sui poveri malcapitati e farli a pezzi!


Per questo avremo a disposizione un attacco leggero, uno pesante, una schivata e una parata. La velocità di attacco varierà in base all’arma impugnata: i coltelli e le spade saranno le più veloci, mentre mazze ferrate e asce a due mani le più lente. La schivata in particolare se fatta al momento giusto rallenterà il tempo (Bayonetta docet) e vi permetterà di aggiungere qualche colpo extra sui nemici.


La parata è particolarmente utile quando si affrontano gli avversari più tosti, dato che permette di aprire la loro guardia e di sferrare un attacco critico, inoltre ci si potrà concentrare su un avversario particolare grazie al ‘lock on’ utile negli scontri uno contro uno.

Niente di particolarmente originale quindi, Ubisoft rende grazie a From Software, ma aggiunge un pizzico di potere in più con le abilità speciali acquisibili ogni volta che il personaggio salirà di livello che, in qualche modo, avvicinano il titolo agli ARPG isometrici stile Diablo, Torchlight e il recente Grim Dawn (seguito spirituale di un altro gioco di ambientazione greca chiamato Titan Quest).

Skill tree or not to be

Lo skil tree è diviso in tre classi: Cacciatore, Guerriero e Assassino.
Le skill attive andranno affidate aa una ‘ruota delle abilità’ e dovranno essere azionate con un comando. Ogni abilità attiva consumerà una barra di adrenalina che si potrà ricaricare indovinate un po’? Offrendo del buon ouzo ai vostri avversari e discutendo con loro delle tragedie di Sofocle? No! Bensì pestandoli fino a che non sono ridotti a un ammasso di carne maciullata!

Mischiando le abilità potrete diventare un Guerracciatore, Assarriero o Cacciassino.

La gestione delle skill ai livelli di difficoltà più alti è assolutamente indispensabile, infatti dovrete stare attenti al cool down di ognuna di loro e la barra di adrenalina.
Come potrete immaginare, Cacciatore sbloccherà diverse abilità con l’arco, utilissime per tenere a bada gli avversari dalla distanza come la classica pioggia di frecce o la freccia radiocomandata in puro stile Robin Hood di Mel Brooks.
Guerriero contiene devastanti abilità corpo a corpo come la pedata bifolca e la carica del muflone ingrifato. Inoltre, vi consente di aumentare il danno delle armi e la classe dell’armatura del personaggio.


Assassino permette di sviluppare tecniche stealth come per esempio avvolgere le armi di veleno, aumentare il danno critico dei colpi in stealth e la tecnica Assassinio Rapido che vi consente di scagliare la vostra fida lancia a distanza per colpire più nemici. Oltre allo skill tree ci saranno altre abilità che si potenzieranno automaticamente crescendo di livello e andando avanti con la storia del gioco.

Cacciatore e Guerriero funzionano molto bene e vi permettono di fronteggiare un gran numero di avversari in modo spettacolare e soddisfacente, mentre la classe Assassino è a mio modesto parere un po’ limitata dalle meccaniche del gioco che come illustravo non permettono al giocatore di sfruttare l’ambiente per nascondersi al meglio.

Quindi spesso vi troverete ad abusare del classico ‘fischio’ per attirare i nemici tra il fogliame o di potenziare al massimo Assassinio Rapido per concatenare le uccisioni. Essendo un ARPG, il danno stealth sarà misurato dal vostro equipaggiamento e dalle skill, quindi spesso potrà capitarvi di non riuscire ad uccidere un nemico particolarmente potente con un solo colpo e sarete costretti a combattere o a fuggire.

Il resto dei nemici però non saranno così idioti e vi piomberanno addosso senza alcuna pietà, oltretutto anche se fuggirete e tornerete sul luogo del delitto, li troverete all’erta che pattugliano il perimetro. Potrete decidere di infiltrarvi in alcune postazioni nemiche di notte, con l’unica differenza che alcuni nemici dormiranno beatamente e li potrete vigliaccamente sgozzare nel sonno. Le opzioni saranno limitate, quindi sviluppare solo il ramo Assassino è altamente sconsigliato e il gioco farà di tutto per farvelo capire.

Fortunatamente sarete liberissimi di sperimentare, mischiare i rami dello skill tree e di provare tutte le abilità presenti grazie al reset, facilmente attivabile direttamente dal menù pagando una misera manciata di dracme… si stava meglio senza l’Euro eh?

Cazzi quella gomena!

Nel prologo di AC: Creed Odyssey, dopo una serie di sconclusionati eventi e buchi di sceneggiatura grossi quanto Polifemo, otterrete il comando della nave Adrestia e potrete salpare per il mar Egeo in compagnia del vostro equipaggio e dell’adorabile Barnabas. Chi ha giocato a Black Flag e Rogue si ritroverà in un ambiente di gioco piuttosto familiare, con la possibilità di salire e scendere dalla nave a piacimento, tuffarvi dall’albero maestro nel mare profondo e farvi una bella nuotata.

La nave è assolutamente indispensabile per l’esplorazione e per navigare da un isola all’altra, inoltre vi permette di ingaggiare altre imbarcazioni in spettacolari scontri navali. Per affrontare le trireme e le galee nemiche potrete avvalervi degli arcieri per i colpi a lungo raggio e dei lancieri di giavellotti per quelli ravvicinati. Entrambi si possono potenziare in frecce e giavellotti infuocati per provocare danno da fuoco.
Potrete anche caricare con la prua ordinando ai vogatori di remare come forsennati. Una volta che la nave avversaria è stata ridotta a un’ammasso di legname fradicio, potrete decidere di abbordarla e fare un bell’arrembaggio massacrando tutti i passeggeri, oppure affondarla direttamente.

Le battaglie navali sono molto divertenti e sebbene abbiano un tocco molto ‘arcade’ vi assicuro che remare a tutta velocità verso una nave nemica e spaccarla in due è assolutamente fantastico. La nave si potrà potenziare investendo risorse che troverete nel corso delle vostre avventure e reclutando equipaggio, invitando sulla nave tutti i poveri disperati che aiuterete, promettendo loro onore, gloria e probabilmente una morte raccapricciante.

Diario del capitano: Erodoto s’è magnato tutte le Melitzanokeftedes.

Per un pugno di dracme.

E così pensate di potervene andare in giro per tutta la Grecia a depredare fortini e accampamenti ateniesi e spartani, uccidendo chiunque e bullandovi dei vostri bei poteri e delle lucenti armi eh? E invece no!
Grazie al ‘bounty system‘ del gioco più farete danni in giro per il mondo e più i vari eserciti vi scaglieranno contro dei mercenari. Questi abili guerrieri vi daranno la caccia e si riveleranno particolarmente ostici specialmente quando ne avrete due o tre addosso, decidendo di fare dei bei team-up per farvi a pezzi.

Sono gli unici avversari a parte i boss che possono utilizzare abilità speciali come il lancio di bombe, armi infuocate o avvelenate e scagliarvi addosso delle bestie inferocite. E anche se ve ne scapperete sulla vostra Adrestia, questi continueranno a darvi la caccia via mare. L’unico modo per fermarli è porre fine alla loro vita o magari trovare il rosicone che li ha assoldati e accopparlo.

Ma potreste anche decidere di non ricorrere alla violenza, pagando una tassa in dracme, oppure stordendo un mercenario con un bel calcione spartano per poi reclutarlo tra il vostro equipaggio e potenziare ulteriormente la nave. Sconfiggendo la competizione potrete scalare i ranghi dei mercenari e ottenere preziosi sconti dai fabbri che nel mondo di gioco hanno creato un vero e proprio embargo, stabilendosi come unica catena commerciale del mondo Greco.

Volete un pezzo di carne? Andate dal fabbro. Vi serve una medicina? Perché non chiederla al vostro fido fabbro di quartiere. Vi scappa la pipì mentre siete a cavallo? Ma prego, il fabbro ha un bellissimo water in acciaio fuso. Vi servono armi o armature? Mi spiace non le abbiamo.

Il sistema dei mercenari diventerà un po’ noioso, specialmente quando ormai il vostro personaggio sarà diventato molto potente. Inoltre i cari mercenari vi daranno la caccia in ogni momento, anche durante le quest. Questa cosa oltre ad essere inutile ai fini del gioco è anche abbastanza seccante, tanto che dopo un po’ appena mi venivano sguinzagliati due o tre mercenari addosso, pagavo la tassa e buonanotte.

Non dimentichiamoci però che anche Alexios e Cassandra sono mercenari pronti a vendersi al miglior offerente senza alcuno scrupolo.
Tra tutte le cose che potrete fare in Odyssey avrete anche la possibilità di partecipare a delle battaglie tra Ateniesi e Spartani.

Ogni regione sarà controllata da un membro di alto rango di uno dei due eserciti che potremmo uccidere malamente o indebolire andando nei fortini a sabotare le sue casse piene di risorse. Una volta che il suo livello d’influenza sulla regione è sceso a sufficienza, potrete scegliere se farvi assoldare dall’esercito dominante per aiutarlo a difendersi dagli aggressori o viceversa.

Così facendo verrete catapultati in una furibonda battaglia dove dovrete uccidere quanti più soldati e comandanti rivali possibili. In caso di successo riceverete punti esperienza, loot e se avete aiutato un esercito ad invadere, questo prenderà il comando della regione.
Questa meccanica onestamente è alquanto inutile sia ai fini del gameplay e sia della storia. Non solo il miglior loot non vi verrà dato da questa attività, ma inoltre la storia principale rimarrà invariata anche se l’intera Grecia è dominata dagli Spartani o dagli Ateniesi.

Tira più un Peloponneso che un carro di buoi

A differenza di Origins dove il loot comprendeva solo le armi, in Odyssey avremo a disposizione una vasta gamma di pezzi di armatura per ogni parte del corpo che potremmo acquistare, trovare nei forzieri o prenderle dai cadaveri dei nostri nemici. Aspettatevi quindi equipaggiamenti epici e leggendari, con set che potranno fornirvi di bonus sostanziosi, ottenibili portando avanti determinate side-quest relative al culto che vi da la caccia e che dovrete smascherare.

Ogni pezzo di equipaggiamento potrà alzare una delle caratteristiche di classe, quindi potrete personalizzare il danno con l’arco, da guerriero e da assassino trovando il giusto set up per il vostro stile di gioco. Inoltre potrete anche dotare ogni arma o armatura di una particolare incisione che può migliorare ulteriormente l’equipaggiamento ad esempio aumentando il danno critico, la vitalità o la velocità con la quale si carica la barra di adrenalina.

Devo dire la verità, questa caratteristica del gioco non mi ha fatto impazzire. Le incisioni costano tantissime risorse e dracme, ma solo quelle di alcune armi e armature leggendarie risultano particolarmente utili. Inoltre non potrete trasportare un’incisione di un arma o armatura su un altro pezzo di equipaggiamento, quindi sarete costretti a spendere di nuovo le dracme e le risorse per inciderla nuovamente.

GRAFICA E SONORO

La grafica del gioco si attesta su ottimi livelli, con scenari variegati che vanno da isole ricche di vegetazione, immense ‘polis’ greche, l’intero Mar Egeo e zone vulcaniche. Sarà uno spettacolo arrampicarsi su un monte e vedere un intera città al tramonto, godersi il sorgere del sole sul mare, arrivare nel porto di Atene a notte fonda o scalare un’imponente statua dedicata ad un Dio.

Niente da dire anche sul dettaglio dei personaggi principali che si fa notare specialmente nelle scene di dialogo e nelle cutscene. Armi e armature sono state curate alla perfezione, ma del resto si sa che i sarti virtuali di Ubisoft ci sanno parecchio fare. Per quanto riguarda le animazioni siamo su livelli medi con un utilizzo dei ragdoll per i combattimenti un po’ troppo casuale e alcuni movimenti fisici che fanno sembrare i personaggi delle vere e proprie marionette.

Se posso muovere una piccola e pignola critica, forse gli sviluppatori si sono lasciati prendere un po’ troppo la mano, riempiendo alcuni scenari letteralmente di qualsiasi cosa. Mi sono trovato in luoghi pieni di edifici, templi, vegetazione, NPC e anche animali. Questo dovrebbe aumentare lo spettacolo visivo, invece fa sembrare alcune aree dei frullatoni di grafica e props un po’ insensati. Le montagne e le foreste sono spesso cosparse di alberi e cespugli anche dove non ce ne dovrebbero essere, mentre nelle città ci saranno così tante di quelle strutture e statue che sarà davvero difficile coglierne una particolare.

Il problema di tutta questa caterva di roba grafica sta nel peso eccessivo che il gioco ha sul processore. Scordatevi di raggiungere i 60 fps fissi anche con una scheda di ultima generazione, sono molti gli utenti su Steam con configurazioni PC mostruose che si lamentano di cali di fps anche a 1080p, soprattutto nelle aree cittadine. Per quanto mi riguarda con la mia vetusta scheda grafica sono stato costretto a settare tutto su High e venire comunque flagellato da un framerate piuttosto basso.

Immancabili poi i vari bug che affligono gli open world Ubisoft, come ad esempio leoni o orsi che corrono per le strade delle città come se niente fosse, bellissimi caproni che fluttuano tra le colline e le immancabili armi dei nemici che rimangono sospese in aria.

Vorrei proprio sapere cosa ne pensa Socrate di questo…

Passando al comparto sonoro, il lavoro svolto da Ubisoft non mi ha fatto impazzire, soprattutto per quanto riguarda il doppiaggio.

Malaka! Il doppiaggio inglese di questo gioco… non so perché ma tutti i personaggi parlano con questo strambo accento greco che oltre ad essere un po’ stereotipato trasforma alcuni momenti emotivi in delle barzellette. Magari un NPC mi sta parlando in modo disperato della sua sete di vendetta nei confronti dei soldati che gli hanno ammazzato la famiglia, ma con quello strano accento mi sembra più che voglia invitarmi a ballare il sirtaki alla sagra dello tzatziki.

Vi ho solo chiesto una cover dei Septic Flesh, non c’è bisogno di fare quella faccia…

STORIA

Assassin’s Creed Odyssey è una vera e propria avventura epica compiuta dai protagonisti che dovranno affrontare gli eserciti delle due fazioni e un misterioso Culto che dà loro la caccia. Come vuole la tradizione della serie, anche questa volta la storia si dividerà tra il mondo antico e quello moderno. Ai comandi dell’Animus troveremo di nuovo Layla Hassan, già protagonista di Origins, stavolta accompagnata da un team di assassini e decisa a carpire i segreti di un artefatto Isu, in grado di alterare lo spazio e il tempo. Tale artefatto non è altro che una lancia spezzata appartenuta a Alexios o Cassandra (a seconda di chi sceglierete) e che condurrà l’eroe a scoprire il suo antico lignaggio, tra l’altro, grande fonte di interesse del Culto.

Sebbene la premessa non sia male, la storia non mi ha particolarmente appassionato, probabilmente per la sua esecuzione un po’ ballerina e confusionaria. Nonostante ci sia la possibilità di prendere determinate decisioni che influenzeranno il resto della storia, non mi sono mai sentito particolarmente coinvolto a livello emotivo. Inoltre la sceneggiatura ha delle falle evidenti sin dall’inizio, con cose lasciate al caso o alla pura immaginazione del giocatore. Inoltre, la fusione tra il gameplay e la trama non è delle migliori, per esempio potete tranquillamente uccidere tutti i soldati ateniesi che volete o aiutare Sparta a conquistare delle regioni senza alterare l’umore dei personaggi principali.

Ciò che salva la storia di Odyssey sono personaggi storici come Pericle, Erodoto, Socrate e anche il fido Barnabas. Sono caratterizzati molto bene e intrattenersi in dialoghi con loro è estremamente divertente. Ho gradito anche il dualismo tra Sparta e Atene, la prima patria di feroci e sanguinari guerrieri, la seconda ‘illuminata’ e piena di arte.
Le side-quest sono tantissime, alcune sono molto ben costruite e coinvolgono vari personaggi, mentre altre risultano piuttosto semplici a banali ma mai spiacevoli.
Certo, non vi appassionerete a tutte le vicende nelle quali ficcherete il naso e ne lascerete qualcuna in sospeso, ma per la maggior parte sarete abbastanza soddisfatti di come gli sceneggiatori abbiano gestito alcune cose.

La maggior parte delle missioni vi porrà di fronte a delle scelte che spesso però si integrano male con il gameplay. Per esempio un determinato NPC potrà chiedervi di non farvi scoprire mentre vi infiltrate in una casa per rubare un oggetto, ma sarà comunque contento di ricompensarvi anche se farete un gran casino massacrando tutte le guardie. In altri casi vi verrà chiesto di non uccidere un NPC e di provare a parlarci, ma tale personaggio vi attaccherà furiosamente non appena entrerete nel suo campo visivo. Odyssey ci prova ad essere un gioco di ruolo, ma ha ancora molto da imparare dai più grandi.

Grosso, grasso, matrimonio greco

Assassin’s Creed Odyssey è un po’ come un grosso, grasso, matrimonio greco. Non fa altro che mettervi piatti e pietanze davanti e dirvi ‘mangiate! bevete!’, però dopo un po’ sarete così pieni che vorrete solo passare al dessert e andarvene a casa.

Ci sono così tante cose che all’inizio sarete disorientati dalla marea di proposte che il gioco continuerà a mettervi davanti. Odyssey poteva funzionare benissimo senza le conquest battles e il bounty system, limitandosi all’ottimo sistema di combattimento, all’esplorazione terra-mare e alla progressione del personaggio. Certo, all’inizio le due sopraccitate meccaniche possono essere anche divertenti, ma vengono presto abbandonate proprio per la loro inutilità. Se le conquest battles avessero inciso sulla storia allora sarebbe stato diverso, così come se il bounty system fosse stato approfondito e reso simile al Nemesis System della serie Middle Earth di Monolith. Ma questo è chiedere davvero troppo da un gioco sul quale tutto si può dire tranne che non sia ambizioso.

Adesso rimane solo da vedere se nel prossimo capitolo Ubisoft vorrà fare un passo indietro e tornare ad uno schema di gioco e a una storia più ordinati, oppure espandere e migliorare ulteriormente queste meccaniche da ARPG. Non sarebbe neanche male vedere qualcosa di più personale, dato che onestamente gran parte delle meccaniche di Odyssey sono copiate\incollate da altri titoli.

In conclusione posso consigliare Assassin’s Creed Odyssey non tanto agli amanti della serie, quanto a chi ha fame di ARPG con tantissime cose da fare e una vasta mappa da esplorare. Per tutti gli Assassini incalliti in cerca di un esperienza di gioco più simile ai vecchi titoli della serie consiglio di aspettare un ribasso dei prezzi o magari di un edizione contenente anche i DLC che sembra vedano un più marcato ritorno alle dinamiche stealth.

Vi lascio con un video di gioco:

 

Peace!

4 Thoughts to “Assassin’s Creed: Odyssey – Recensione”

  1. Ottimo! Grazie per il suggerimento 🙂

  2. King

    Leggere questa recensione è stato uno spasso, grazie

    1. Grazie a te per averla letta e mi scuso per la lunghezza eccessiva 🙂

    2. King

      Per me non è stata un problema! Magari devi solo spargere le foto lungo l’articolo in maniera più regolare, ad esempio tra i diversi paragrafi

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