Neon Inferno: la recensione cromata

neon inferno copertina

Nella nostra lillipuziana redazione c’è grande amore per shmup e per i run and gun, generi arcade che continuano a sopravvivere grazie a produzioni indipendenti. Zenovia Interactive, già autrice di Steel Assault, torna a colpire i nostri pixellosi vecchi cuori con Neon Inferno, un gioco che prende ispirazione da Contra e da Cabal per creare un miscuglio esplosivo, dal gustoso sapore cromato. Volete scoprire se vale la pena metterci dentro qualche gettone? Allora cari miei choomba, non dovete fare altro che continuare a leggere.

Provato su PC

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Non appena si avvia Neon Inferno, si viene subito catturati dalla magnifica pixel art e soprattutto dall’utilizzo delle luci dei vari spettacolari scenari urbani. L’intenzione di Zenovia Interactive risulta subito chiara: attingere quanto più possibile dal filone cyberpunk per creare una New York del futuro in scala pixel, dove poter sparare a qualsiasi cosa si muova. L’ottimo comparto grafico si unisce a una soundtrack di livello che spazia tra brani synth-wave, heavy metal, musica classica e citazioni di Vangelis, adattandosi sempre molto bene all’azione e al luogo dove questa si svolge.

Affrontabile in singola o in compagnia, Neon Inferno ci permette di scegliere se vestire i panni di Angelo Morano o Mariana Vitti, entrambi incredibilmente gnocchi e ganzi. In termini di gameplay non ci sono differenze tra i due, pertanto se si gioca in single player la scelta si baserà solo sui propri gusti estetici o sulle proprie perverse fantasie.

Angelo e Mariana lavorano per la Famiglia, una sorta di organizzazione malavitosa capitanata da Don Venatori, un Padrino senza scrupoli che assegnerà ai due lavori sporchi che prevedono sempre assassinio e distruzione totale. In un titolo simile la storia passa in secondo piano, ma va apprezzato lo sforzo di narrarla attraverso delle cutscene in pixel art molto piacevoli che aggiungono un tocco di atmosfera in più. E sì ok, i personaggi sono italiani o italo-americani e sono mafiosi, che ci volete fare? Gabagool!

Passando alla ciccia, come menzionato nell’introduzione, il gameplay di Neon Inferno mischia due generi di shooter arcade: l’amatissimo run and gun alla Contra e il meno conosciuto Gallery Shooter alla Cabal, Blood Bros, Nam 1975 e Wild Guns (il cui remake di Natsume Atari è caldamente consigliato). Insomma una vera festa per grotteschi quarantenni come me che tra un match al cardiopalma di Battlefield 6 e lo splendido Death Stranding 2 hanno bisogno di qualcosa che rammenti loro quanto sono anziani e decrepiti.

Nei vari livelli potremmo sparare in tutte le direzioni, preoccupandoci anche di fare fuori i nemici sullo sfondo con un attacco che prevede l’utilizzo di un mirino. Questo ci costringe a tenere d’occhio tutto lo scenario, sparando ed evitando proiettili in una piacevole danza retrò, con tanto di pixellosa distruttibilità ambientale. I corpi dei nemici uccisi restano ben visibili a terra, così come i rottami in fiamme dei veicoli che distruggeremo.

Il tutto culmina in combattimenti contro mid-boss e boss spettacolari e ben studiati che permettono al giocatore di imparare bene i pattern, fornendo però una sfida notevole. Oltre a sparare, sarà possibile usare un’arma melee per gli attacchi ravvicinati e per effettuare il parry dei proiettili di color verde. Il parry permette di rispedirli subito al mittente, oppure di attivare (tenendo premuto il tasto) una sorta di bullet time che consente di mirare e di direzionarli anche sullo sfondo, per arrecare danni maggiori.

Non mancano tattiche evasive come il doppio salto e la schivata, assolutamente fondamentali per sopravvivere. Il gameplay diverte e coinvolge, grazie al sapiente miscuglio di meccaniche, controlli responsivi, una buona varietà di nemici e a scenari sempre spettacolari che ci vedranno passare dalle strade di New York, a sfrecciare a tutta velocità con una motocicletta fino a partecipare a una vera e propria guerra nel Bronx tra polizia e Yakuza.

Potremo affrontare la storia principale sotto forma di Campagna scegliendo tra tre livelli di difficoltà, con checkpoint che consentono di ripetere singole parti di un livello quando si viene accoppati. A livello medio, la sfida è già abbastanza alta, specialmente nelle fasi finali del gioco dove verrà richiesto di usare tutte le meccaniche a disposizione. Ogni colpo subito o caduta comporta la perdita di una tacca della barra della vitalità che una volta esaurita, ci porterà al Game Over. E scordatevi i curativi, perché non ne troverete.

Alla massima difficoltà dovremo affrontare più nemici, con meno vitalità e massimo due checkpoint per scenario. Ed effettivamente, l’esperienza autentica di gioco è quella proposta con il livello Difficile, in quanto obbliga a sfruttare tutte le meccaniche a disposizione per sopravvivere. Per i folli pazzinculo c’è anche la modalità Arcade, settata sul livello Difficile e che non prevede checkpoint e fornisce un singolo credito con cui finire l’intero gioco, proprio come già visto anche in Steel Assault.

Il difetto principale dell’esperienza risiede nella totale assenza di armi alternative che ci porta quindi a usare solo e unicamente la pistola. Tra un livello e l’altro, potremo comprare delle modalità di fuoco secondario, usando i crediti guadagnati che possono variare a seconda delle nostre “performance” nei vari scenari.

Questi potenziamenti, oltre ad avere un’attivazione bizzarra, hanno un numero di munizioni limitate. Inoltre, visto che costano un occhio della testa, spesso si potranno acquistare solo dopo aver completato un paio di livelli. Alcune di queste modalità di fuoco sono decisamente OP, quindi una volta comprate conviene conservarle per gli scontri con i boss.

Va detto che in un titolo simile, la presenza di vere e proprie armi e power-up non avrebbe assolutamente guastato, anzi se posizionate nei punti giusti avrebbe dato anche al gioco una maggiore profondità. Segnalo anche l’assenza di segreti: gli scenari, per quanto spettacolari, si rivelano forse un po’ troppo lineari, cosa che tra l’altro si schianta contro la brevità dell’esperienza che si può portare a termine in un’oretta.

La modalità Difficile potrebbe effettivamente richiedere un’ora in più e i veri maniaci potranno ripetere gli scenari cercando di ottenere il miglior “voto” possibile, così come provare la sopraccitata modalità Arcade. In generale però, come i due giovani e spericolati protagonisti, Neon Inferno è un’esperienza che brucia velocemente e dove un paio di livelli aggiuntivi sarebbero stati molto apprezzati.

Neon Inferno: Al netto della sua forse troppo breve durata, Neon Inferno è un run and gun con i fiocchi che ha il merito di riportare sugli schermi le antiche meccaniche di gioco di Cabal e compagnia. Pixel grafica di qualità elevata e soundtrack deliziosa sono un ottimo contorno a un gameplay al fulmicotone che non mancherà di appassionare anche i retrogamer più esigenti. La possibilità di attivare il bullet time ed effettuare i parry dei proiettili aggiunge un tocco di modernità all’esperienza, senza stravolgerne l’anima Arcade. Che dire quindi? Se siete amanti del genere dovete assolutamente farlo vostro. heavysam

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von 10
2025-11-12T14:24:50+0100

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