Actraiser Renaissance è un remake del classico per SNES, uscito in territorio europeo nel 1992. Il titolo è disponibile esclusivamente in formato digitale per PC tramite Steam, Playstation 4, Nintendo Switch e dispositivi mobile Android e iOS.
Provato su PC
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Actraiser, dagli anni ’90 con furore divino
Actraiser Renaissance è stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno, annunciato per l’acquisto immediato durante lo scorso Nintendo Direct di settembre 2021. Il gioco ha colto di sorpresa non solo i fan di vecchia data che non hanno mai dimenticato questo peculiare ibrido, ma anche quelli che fino ad ora l’avevano solo sentito nominare negli ambienti di retro-appassionati.
Ripescare un gioco vecchio quasi 30 anni è sempre un’operazione delicata poiché, mettendosi nei panni degli sviluppatori, bisogna interrogarsi su quanto e cosa cambiare per risultare appetibile alle nuove generazioni di gamer, e quanto questo influirà invece sui fan che non hanno mai dimenticato il gioco originale.
Da questo punto di vista possiamo preannunciare che Actaraiser Renaissance modifica la vecchia formula e tenta di innovarla, in modi decisamente divisivi ma che analizzeremo in dettaglio nella nostra recensione.
Cos’è Actaraiser? Guardando un video gameplay del primo gioco si può cadere nel tranello e pensare che si tratti di un classico hack and slash di quelli molto popolari all’epoca, tuttavia superando il primo livello si viene lanciati in una mappa con visuale dall’alto che trasforma il gioco in un building sim, non certo complesso come Sim City o Age of Empires, ma comunque intrigante a modo suo. Il gioco procede così, alternando livelli hack and slash a sessioni di costruzione di villaggi in veste di divinità per aiutare gli esseri umani a liberarsi dei demoni del signore oscuro Tanzra.
Un’idea che fu ben recepita dal pubblico e per quanto molti possano oggi pensare che si trattasse di un titolo di nicchia, in realtà i dati di vendita dell’epoca fanno pensare tutt’altro, con numeri notevoli soprattutto in territorio giapponese dove la serie ebbe sicuramente molto più seguito.
Renaissance
Un titolo appropriato, che punta dunque a una “rinascita” del franchise, proponendo uno stile di gameplay simile ma non uguale, che si differenzia sotto molteplici aspetti. La storia è sempre la stessa, abbiamo la nostra divinità che si risveglia in un mondo dominato dal demone Tanzra e dovrà liberarlo dai seguaci diabolici facendo affidamento non solo sulle sue forze ma anche quelle dei suoi fedeli, aiutandoli a crescere e stabilirsi in diversi territori grazie a miracoli e altri poteri.
Per stabilire i fedeli in un territorio, il giocatore dovrà affrontare un livello iniziale, con tanto di boss, dopodiché, avendo stabilito un tempio che fungerà da struttura portante, inizierà la parte di building sim. Su una mappa si muoverà il cherubino aiutante, un angelo che vi permetterà di utilizzare miracoli come il tuono per abbattere alberi e far spazio per le costruzioni dei fedeli, oppure la pioggia torrenziale per spegnere incendi e così via. Durante queste sezioni sarete attaccati da mostri volanti che possono causare danni agli edifici e dovrete proteggere il villaggio usando le frecce del cherubino, una sorta di minigioco per tenervi impegnati durante la costruzione.
Se questi elementi sono dunque simili a ciò che è possibile trovare nel classico Actraiser, ben presto ci si rende conto che le differenze iniziano ad accumularsi poiché sono stati introdotti degli eroi specifici per ogni territorio del mondo, che aiuteranno gli esseri umani a difendersi dalle orde di nemici che a fasi alterne attaccheranno il vostro villaggio. La meccanica di gioco che ha fatto più discutere è proprio questa: ovvero le sezioni tower defense. Il giocatore, nei panni della divinità dovrà costruire strutture difensive per proteggere il villaggio da sciami di nemici, utilizzando anche gli eroi e dirigendoli verso i luoghi sulla mappa in cui è necessario il loro intervento.
Sebbene queste non siano numerose, si parla infatti di quattro o cinque missioni tower defense per ognuno dei territori, spesso possono protrarsi per un bel po’ di tempo, rendendo ancor più sparse le classiche missioni hack and slash. Il tempo totale di gioco è sicuramente allungato, se Actraiser poteva essere finito in circa 5 ore, ve ne serviranno almeno 15/16 ore per portare a termine Actraiser Renaissance, contando anche il territorio extra aggiunto appositamente per questa versione del titolo.
Addio pixel art
Realizzare pixel art bella e piacevole è divenuto estremamente complesso e, richiedendo molto tempo, è comprensibile vedere sempre più software house che se ne distanziano. Purtroppo, è anche il caso di Actraiser Renaissance che non utilizza più una pixel art per la resa del mondo di gioco o le parti hack and slash ma si è preferito optare per una grafica pre-renderizzata.
Le animazioni risultano quindi fluide ma il tutto ha un aspetto grezzo e poco curato, un po’ ciò che ci si aspetterebbe da un prodotto mediocre per smartphone insomma, e non da un titolo che meriterebbe qualche attenzione in più.
Al di là di queste considerazioni, graficamente il prodotto ha qualche spunto piacevole, soprattutto gli sfondi delle sessioni hack and slash che presentano una palette cromatica varia e un look decisamente adeguato per restituire una sensazione di corruzione del mondo di gioco.
Rispetto alle performance per Nintendo Switch, tutt’altro che piacevoli, quelle per PC, ovvero della versione che abbiamo avuto modo di provare, sono senz’altro adeguate a patto che effettuiate qualche accorgimento per evitare il terribile effetto tearing. Il nostro consiglio è quello di impostare dal menu di gioco un frame rate illimitato e disattivare il V-Sync, attivando invece l’impostazione tramite pannello di controllo, unico metodo con cui siamo stati in grado di eliminare il tearing.
Una soundtrack che vale il prezzo del biglietto
Se dovessi scegliere un solo elemento per cui valga la pena acquistare Actraiser Renaissance, questo sarebbe la soundtrack spettacolare di Yuzo Koshiro, una vera e propria leggenda che tutti i gamer dovrebbero conoscere. Considerato il padre del chiptune giapponese, ha dato vita a colonne sonore del calibro di Ys I e II, la serie Streets of Rage, Sonic, Shenmue (non come compositore esclusivo), il franchise Etrian Odyssey e molti altri.
In questa versione ha rimaneggiato completamente la soundtrack che aveva composto per Actraiser per SNES, dando vita anche a nuove tracce pensate appositamente per questa incarnazione del gioco. La cosa più bella? Il poter passare in qualsiasi momento dalla soundtrack classica a quella nuova tramite il menu di impostazioni, un sogno per i fan un po’ cresciutelli che vogliono rivivere i momenti passati con Actraiser.
A chi consigliamo Actraiser Renaissance?
Actraiser Renaissance si rivela un buon esperimento, così come il primo capitolo uscito nei lontani anni ’90, introducendo nuove meccaniche che potrebbero non piacere a tutti ma che, in fin dei conti, prolungano il tempo di gioco dando un buon motivo per investire nel prodotto. Se avete giocato il primo su SNES, difficilmente odierete Renaissance e, al massimo, potrete storcere il naso per la grafica pre-renderizzata o le missioni tower defense (alle quali, però garantisco, ci si abitua in pochissimo tempo). I nuovi giocatori potrebbero considerare un po’ alto il costo del titolo e preferire magari attendere per recuperarlo in sconto, pratica senz’altro consigliata anche da noi, di tanto in tanto. Tuttavia, mi trovo costretto a sottolineare ancora una volta che la sola soundtrack vale l’intera spesa.
Soundtrack leggendaria completamente rimaneggiata | Fasi hack and slash un po’ sparse |
Un mix di gameplay, ancora una volta, innovativo | Grafica pre-renderizzata fuori luogo |
Storia interessante e dialoghi ben scritti | |
Durata notevolmente ampliata rispetto al classico SNES |