Mega Man… un gioco che da ragazzino mi istigava complessi sentimenti di odio e amore che il mio animo puerile ancora non poteva comprendere. Mega Man attraeva con i suoi simpatici robottini e con le varie armi che potevi strappare dai rottami dei boss sconfitti, estremamente efficaci contro determinati boss e che potevano rendere la vita molto più semplice come i Quattro Salti in Padella. Il problema di Mega Man è che era difficile: d’altronde è un gioco figlio degli stramaledetti anni ’80, dove per vedere il Dr. Willy agonizzante e conseguenti i titoli di coda si dovevano sudare le proverbiali sette camice.
La sua difficoltà, il game design originale e la grafica 8-bit per l’epoca sopraffina hanno contribuito a far diventare Mega Man una serie, con tanto di spin off e reboot su altre console. I vecchi fan di Rockman però sono stati lasciati per anni a bocca asciutta, con tentativi più o meno riusciti come 20XX (un roguelite, per iddio) e altre grandi promesse finite male come Mighty No. 9. A riprovarci questa volta sono i Fairplay, un piccolo studio Thailandese che propone un titolo simile a Mega Man Zero intitolato Fallen Knight.
Provato su PC
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Zweinhender Zero
La premessa di Fallen Knight è la seguente: nei panni del cavaliere cibernetico Galahad dovrete fare a pezzi tutti gli altri robot che hanno osato riportare la guerra nel mondo. Armati della vostra spada, dovrete farvi strada attraverso livelli lineari, al termine dei quali incontrerete il boss di fine livello. I riferimenti a Mega Man si sprecano: dal look generale dei personaggi, alla possibilità di scegliere quale livello affrontare.
Il gameplay di Fallen Knight è abbastanza elementare, ma ha qualche spunto interessante che lo avvicina ai titoli moderni. Oltre all’attacco base, il dash in avanti e il salto a muro, potrete anche usare il parry contro i nemici per poterli stendere senza ucciderli, guadagnando punti onore da investire per comprare nuove abilità. Allo stesso modo, oltre alla barra dell’energia, avrete tre tacche supplementari che potrete usare per curarvi o per la vostra mossa speciale.
Il ritmo di gioco è abbastanza frenetico ma mai confuso, infatti i nemici sono disposti in modo organizzato nello scenario in modo da non dare mai la sensazione di venire letteralmente sopraffatti. La varietà di questi non è proprio eccelsa, ma quelli che ci sono hanno tutti attacchi e comportamenti diversi, quindi richiedono un minimo di attenzione per non prendere schiaffoni.
Gli stessi livelli presentano delle sfide interessanti e hanno tutto sommato un buon crescendo. L’unico difetto è che sono molto corti, cosa che denota una certa fretta dei programmatori di portare il giocatore subito alla boss fight. A tal proposito, queste sono ben strutturate: ogni boss avrà le sue mosse che dovremo studiare e imparare per poterle evitare. Sono anche dei figli di vacca parecchio resistenti, con ben tre livelli di energia da buttare giù a spadate. Come vuole la tradizione, inoltre, una volta subiti molti danni, i boss s’incacchiano e tirano fuori una serie di mosse dal cilindro sempre più letali e veloci. C’è anche un sistema per disarmare i boss che consiste nell’effettuare parate precise su ogni loro attacco (vedrete un’icona sul boss con il numero di parry da effettuare, quando sarà possibile). Stendere i boss in modo ‘non letale’ permette di sbloccare finali alternativi, una meccanica interessante per un gioco del genere, anche se dovrete faticare parecchio poiché i boss non vi renderanno la vita facile.
Tavola Quadrata
A complicare la vostra esistenza ci pensano anche i controlli del gioco che in alcuni casi si rivelano davvero poco precisi. Alcuni input arrivano in ritardo, inoltre il salto del personaggio è decisamente difficile da indirizzare. Certo, ci sono i diversi potenziamenti da sbloccare, ma per farlo dovrete necessariamente disarmare i boss e magari eseguire parry sui nemici normali, senza mai morire in tutto lo scenario. Pur avendo vite infinite, una volta schiattati si azzereranno i vostri preziosi Punti Onore, valuta necessaria per potenziare Lancelot.
Insomma, su questo punto di vista si nota che poco è stato fatto per cercare di rendere i controlli più fluidi e responsivi, in modo da garantire un’esperienza di gioco più fluida e avvincente. Capita spesso di venire distrutti a causa di un salto sbilenco, o di non riuscire a eseguire correttamente la corsa e il salto a muro. Ancora peggio, a volte Lancelot comincerà a camminare in avanti senza che abbiate dato alcun input. A finire di spezzare l’entusiasmo verso il titolo ci pensa anche il suo comparto tecnico non proprio eccezionale: la grafica è decisamente poco ispirata e le animazioni degli attacchi di nemici e boss spesso sono troppo veloci per permettere ai giocatori di reagire. Il sonoro e la colonna sonora sono a dir poco sottotono e poco fanno per gasare il giocatore mentre affetta i nemici o combatte contro i robottoni di fine livello.
A chi consigliamo Fallen Knight?
In generale, Fallen Knight è un buon tributo al suo materiale d’ispirazione, ma dietro le buone idee c’è un prodotto poco oliato che potrà comunque piacere agli amanti dei vari titoli della serie Megaman. Da premiare comunque la rigiocabilità del titolo: provare a disarmare tutti i boss è una bella sfida, così come affrontare la modalità roguelike del titolo. Un peccato che i controlli e la fisica sballata del tutto siano un deterrente non da poco per un platform, cosa che inoltre rende l’esperienza poco fluida e a tratti frustrante.
Alto livello di sfida | Controlli da rivedere |
Buona rigiocabilità | Grafica e design generale poco ispirato |
Finali alternativi | Colonna sonora sottotono |