Recensione Granblue Fantasy Relink – il nuovo JRPG Cygames

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Personaggi larger than life dallo stile esplosivo? Check! Procaci waifu parzialmente svestite con vocina stridula? Check! Combat system con button mashing sfrenato stile musou? Check! Granblue Fantasy Relink di CyGames, uscito il 1 febbraio su PS5, PS4 e PC tramite Steam, segna tutte queste caselle con la medesima furia di un pensionato al bingo. Sono la persona meno indicata per scrivere di questo gioco, lo ammetto. Non fraintendetemi, adoro i prodotti giapponesi, ma essendo cresciuto negli anni ’80, sono abituato a prodotti nipponici intrisi di sofferenza, sangue e morte.

I moderni anime stra-colorati con personaggi perennemente affamati e con mindset positivo, lo ammetto, non fanno per me, sia per una questione di gusti, sia forse per motivi anagrafici. Quindi, questa recensione di Granblue Fantasy: Relink esporrà il punto di vista di una persona quasi a digiuno della famosa serie gacha, tranne per il picchiaduro GranBlue Fantasy Versus: Rising.

Provato su PlayStation 5

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Con Granblue Fantasy ReLink, l’avventura parte in medias res. Nei panni di Gran o Djeeta (a seconda delle preferenze), ci troveremo subito tra i cieli, sulla nave volante Grancypher alla ricerca del mondo degli Astrali, chiamato Estalucia. La ciurma comprende la granitica Katarina, il rozzo timoniere Rackam, la maghetta undicenne Io, la procace quanto misteriosa Rosetta e il mercenario ubriacone Eugen. Infine, in mezzo a tutti questi simpaticoni, c’è anche Lyria, una ragazzina legata al protagonista capace di evocare e dominare creature Astrali. Non manca la mascotte, il draghetto Vyrn, ovvero Spyro dopo un trattamento alla Arancia Meccanica.

Ma non passano neanche dieci secondi di allegria, risatine e sorrisoni che subito si viene attaccati da orride viverne. Lyria, chiama subito in aiuto un Bahamut Astrale (rippato da Final Fantasy come i warez Twilight, i vecchi capiranno), il quale però dopo aver sterminato i mostri decide di ribellarsi contro la ciurma. E così ecco il primo boss, dove si capisce subito che il gioco, a livello di sfida non avrà molto da offrire, ma di questo parleremo dopo. Alla fine del combattimento, Lyria riesce a riprendere controllo del lucertolone, ma sviene come se avesse mangiato una pasta con le cozze in spiaggia e così facendo, cade dalla nave trascinandosi dietro Gran e Vyrn.

Pur precipitando da 6.000 metri di altezza, i tre ne escono completamente illesi in una foresta, senza alcuna spiegazione su come sia stato possibile. Con questo incipit delirante inizia l’avventura che vedrà il party mazzuolare mostri e cattivoni. La scrittura del gioco si attesta su livelli decisamente bassi, con personaggi stereotipati e gag tipiche delle nuove produzioni giapponesi. Vi dico solo che in neanche trenta minuti, il gioco ha riproposto tre o quattro gag di Lyria che ha i crampi per la fame e tutti gli altri del party ridono allegramente.

Cosa succede poi? Ah sì, arrivano i cattivoni meno minacciosi della storia dei JRPG, una sorta di culto che vorrebbe controllare le bestie Astrali. Il culto rapisce Lyria per sfruttare le sue capacità di evocazione. E dico io… tenetevela! Invece no, bisogna andare a salvarla. Un compito decisamente facile, visto che la campagna principale scorre via velocemente nel giro di una ventina d’ore e i combattimenti del gioco li potrebbe affrontare anche un cercopiteco strafatto di LSD, con una sola zampa.

Vi piace premere tasti a casaccio per colpire nemici spugna e poi attivare le skill devastanti? Anche a me! Ecco perché il gameplay di GranBlue Fantasy Relink non mi è dispiaciuto… per la prima oretta di gioco. Passata quella è sopraggiunto quel vuoto cosmico tipico di giochi di questo stampo, dove la difficoltà è tarata al mininmo e la componente strategica è praticamente inesistente.

Fondamentalmente, i combattimenti ricordano un misto tra l’action della serie Xenoblade e i musou alla (la serie Dynasty Warriors per intenderci). Oltre l’attacco base e quello potente, ogni eroe avrà a disposizione delle skill attivabili con un cooldown e una mossa speciale. Caricando la barra della mossa speciale di tutti i personaggi coinvolti nello scontro, sarà possibile concatenarle e arrecare al mostro di turno un danno pazzesco.

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Inoltre, si avrà a disposizione un attacco Link che permette di rallentare il tempo e infliggere più danni ai nemici. Niente di originale, ma comunque ben realizzato, con animazioni piacevoli ed effetti grafici che strabordano dallo schermo. I vari mostri hanno delle debolezze ai vari elementi, ma questa cosa non viene sfruttata a pieno nel gioco, in quanto basta spegnere il cervello e premere tasti per annientare qualsiasi cosa si muova.

Anche i boss non offrono una particolare sfida, i loro attacchi sono facili da evitare, grazie a una generosa schivata che non penalizza in alcun modo il giocatore. Gli oggetti curativi si possono usare liberamente e in qualsiasi momento, inoltre anche se uno degli eroi viene steso, l’IA penserà subito a rianimarlo. Il sistema di progressione dei personaggi è di una banalità disarmante, con soli due skill tree identici (Attacco\Difesa).  Quindi, non aspettatevi un gioco dove creare build particolari e combinazioni tra i vari membri del party. Al limite basterà tenere un healer per portare a casa la pagnotta e arrivare ai titoli di coda senza troppa fatica.

Il tutto sarebbe stato molto più godibile e dinamico con la possibilità di cambiare PG al volo durante i combattimenti, un po’ come succede in tantissimi altri JRPG di stampo action. Tuttavia, in GranBlue Fantasy: Relink questa apprezzata funzione non è disponibile. Infatti, per selezionare il personaggio da controllare durante la battaglia, dovrete andare nel menu del party e selezionare il PG preferito. 

Controllare personaggi diversi può offrire un minimo di varietà in più, poiché ognuno di loro dispone di abilità differenti, magari c’è chi spara dalla distanza come Eugen e chi invece mena mazzate urticanti come Vaseraga. Alla fine però, il tutto si riduce a dare mazzate, caricare special, usare il link attack e via dicendo. Non ho trovato niente di strategico, anche il danno subito da mostri e nemici, con tanto di numerini che spuntano sulla loro testa, mi è sembrato subito caotico. Non c’è un senso di progressione dei personaggi, non c’è una sfida che obblighi il giocatore a costruire un party variegato o sfruttare determinate capacità di un personaggio.

Finita la campagna principale, se volete immergervi a pieno nel gioco e godere di tutti i suoi contenuti, allora potrete recarvi da una sorta di quest giver alla Monster Hunter, situato nel primo villaggio che incontreremo durante la storia.

Le missioni secondarie sono divise per difficoltà e si possono affrontare anche online, con la partecipazione di altri giocatori. Se invece siete dei lupi solitari, avrete comunque la possibilità di giocarle con il party controllato dalla IA. Tra le missioni troviamo la solita caccia ai mostri e combattimenti contro orde di nemici, da uccidere entro un certo limite di tempo e con varie sfide opzionali che possono far ottenere più materiali.

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Ora, non aspettatevi grandi novità, perché i boss e i mostri saranno gli stessi della campagna principale, con qualche reskin. Potrete anche sbloccare nuovi personaggi del cast di GranBlue Fantasy tramite uno dei vendor, consegnandogli delle specifiche carte. Ad ogni personaggio sono stati dedicati dei Fate Episodes, ovvero testi narrati dove viene spiegata la loro storia, una soluzione che definire pigra è un eufemismo, probabilmente dedicata solo ai fan del gacha originale.

Non so quanto questo titolo verrà giocato online, ma la sensazione che ho avuto è quella di accorciare quanto più possibile la campagna, semplificare il combat system e puntare tutto sul grind dell’endgame. Sì perché completando le missioni secondarie, sarà possibile ricevere materiali per potenziare armi e sigilli, cosa inutile per finire la campagna principale, ma probabilmente necessaria per affrontare i boss facoltativi.

Su PS5 il gioco gira a 30 fps in 4K, senza bug o cali di framerate, mentre la modalità Performance consente di giocare a 1080p a 60 fps. In generale, anche se personaggi e storia han destato in me lo stesso interesse di una televendita di tappeti persiani, sono comunque andato avanti con l’avventura per vedere la realizzazione di luoghi, eroi e nemici. Alcuni set pieces della campagna sono interessanti, come una sezione dove ci si deve difendere dall’arrembaggio di navi aeree nemiche e distruggerle con dei cannoni. Peccato per la colonna sonora, curata da un Nobuo Uematsu, a questo giro poco ispirato e senza lo spirito guida degli Emerson Lake & Palmer a caricare il motore.

A chi ama i JRPG veloci: In generale, GranBlue Fantasy: Relink è un gioco realizzato principalmente per i fan del gacha o magari dell’ottima recente iterazione del picchiaduro Cygames. Ci troviamo di fronte a un titolo nella media di questo tipo di produzioni che però poteva diventare qualcosa di più. La confusione generata dallo sviluppo travagliato e una mancanza di una direzione precisa è palpabile, perché GranBlue Fantasy: Relink non ha una sua identità come videogioco. Tutte le sue parti sono abbozzate, tenute in piedi solo da un'ottima presentazione grafica. Non si capisce effettivamente se voglia essere un JRPG, un Gaas o un gioco alla Monster Hunter. Tutti i suoi elementi si uniscono male, senza alcuna correlazione tra loro. La semplicità del combat system e la scrittura pigra della storia e dei personaggi probabilmente non tireranno nuovi appassionati alla serie, almeno non tra i gamer più esigenti. Tuttavia, gli amanti sfegatati degli JRPG che non disdegnano un combat system in stile musou, potrebbero effettivamente affondare i canini in questo succoso pacchetto e goderne appieno. Tutti gli altri è meglio che ne stiano alla larga, anche perché ragazzi… il gioco costa 60 banane, quindi se non siete già convinti da questo Granblue, è meglio lasciare la grana a riposo nel portafoglio per evitare "grane" di tipo economico. heavysam

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2024-02-04T15:21:31+0100

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