Fairy Fencer F: Refrain Chord è il sequel di Fairy Fencer, JRPG di Galapagos RPG e Compile Heart. Il gioco arriva nella nuova veste di TRPG ed è disponibile immediatamente per l’acquisto su Nintendo Switch, PlayStation 4 e 5 e PC.
Provato su Nintendo Switch
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Un sequel un po’ per dire
Fairy Fencer F: Refrain Chord lancia la propria avventura nella lore e nel setting del titolo precedente, soffermandosi poco sul contesto ma soprattutto ignorando la quasi interezza di quanto accaduto in passato. Un’entità malefica chiamata Vile God rischia di essere risvegliata da un gruppo di diversi malfattori, ognuno per i propri motivi e guadagni. Per farlo, ci sarà bisogno di trovare tutti i Fury della terra e trafiggere i resti esanimi della divinità. Cosa sono i Fury? Delle armi che racchiudono grandi poteri legati alle Fairy del titolo, non propriamente fate ma spirito di qualsiasi tipo o forma, umana, animale o meccanica che sia. Per sprigionare e padroneggiare i poteri di una Fairy, un Fencer, e cioè un umano dalle particolari abilità destinato a incontrarla, deve connettersi emotivamente e psicologicamente.
Ora però, qualcuno si starà chiedendo: ma non è esattamente la trama del primo titolo e del soft-remake di qualche anno dopo? Già, è esattamente così. La premessa e il contesto sono esattamente gli stessi. A cambiare le carte in tavola vengono due misteriosi personaggi, Fleur e Al. Fleur è una Muse, donna dai misteriosi poteri musicali, in grado di calmare, purificare e potenziare chiunque ascolti il suo canto, e Al, almeno all’apparenza, è la sua Fairy. Il loro arrivo è dovuto all’improvvisa comparsa di una Muse nemica, Glace, che con il suo canto vuole manipolare chiunque le intralci il cammino nella strada verso il ritrovamento di tutti i Fury per una strana organizzazione chiamata Dorfa.
Possiamo dirlo, né la premessa né lo sviluppo vinceranno un premio per originalità o modalità di espressione, ma è sufficientemente valida per dare un giusto setting all’azione. Nonostante questo, bisogna riconoscere che, al di là forse di un’esecuzione non delle migliori, alcuni capitoli affrontano anche temi interessanti con scene toccanti. La media però resta piuttosto banale, senza pretesa di essere di più.
Ma parlando di azione, la maggioranza delle novità si trovano qui. Il passaggio da bizzarro JRPG a turni a TRPG di stampo mediamente classico, comporta una rivoluzione dei sistemi. Anche qui, Compile Heart non ha voluto reinventare la ruota e anzi, mette in scena quanto di più intuitivo e familiare a ogni giocatore che conosca almeno in parte il genere. Nelle mappe, ripetitive ma a modo loro variegate, ci saranno numerosi intralci, una verticalità da considerare e una cura della spazialità in senso strategico. Le unità si muovono in base al loro parametro di velocità e possono accedere alle abilità della loro Fairy principale e di un Fury extra liberamente equipaggiabile.
Qui arriviamo al punto forte del gioco, ragione prima e, qualcuno potrebbe dire in maniera pungente unica, di godimento di questo TRPG. Ogni personaggio equipaggia, oltre alla Main Fairy, una Sub Fury a libera scelta dal catalogo ampiamente espandibile di gioco. Mutuato dal titolo precedente, torna quindi il sistema in ottima parte facoltativo di affrontare quest secondarie di vario tipo, stavolta sotto forma di mappe opzionali, per ottenere nuovi Fury da conquistare. Come abbiamo visto, i Fury sono altri spiriti, ognuno con le proprie build e abilità, che si aggiungono totalmente al personaggio che lo equipaggia, modificando quella che altrimenti sarebbe una sorta di classe fissa per personaggio.
La cosa si fa anche più interessante, quando si considerano le abilità segnate in verdi, e cioè le abilità che una volta acquisite entrano a far parte delle abilità extra liberamente equipaggiabili dall’intera squadra entro un numero massimo per personaggio del party, aumentando la flessibilità e la personalizzazione. Elemento totalmente inedito, ma fortemente ispirato da titoli come Luminous Arc Infinity e Stella Glow, è l’abilità di Fleur di entrare in battaglia e cantare diverse canzoni, anch’esse espandibili con appositi Fury secondari, per conferire buff e boost di vario tipo ad area.
Torna inoltre il sistema di Fairize, la fusione con la propria Fairy/arma, per ottenere potenziamenti di vario tipo per alcuni turni. Inoltre, attaccando e subendo danni, in basso allo schermo si riempie la barra Avalanche, che permette un attacco con tutte le unità entro un’area, contro tutti i nemici entro una data area attorno al party. La particolarità di questo sistema di combattimento si trova infatti nel grosso effetto domino a favore del giocatore. Sebbene ogni mappa cominci senza particolari bonus o malus di sorta, nell’arco di qualche turno, grazie alle canzoni di Fleur, l’attivazione della trasformazione Fairize e l’attacco di gruppo Avalanche, che peraltro si estende all’intera area di canto, se Fleur ha una canzone attiva, è facile vedere come un numero più alto di turni implica anche una progressiva facilitazione del livello di sfida.
A tal proposito, il gioco presenta più difficoltà liberamente selezionabili, ma anche in modalità normale risulta sufficientemente ostico, con qualche nemico spugnoso di cui si farebbe volentieri a meno.
Strategia risicatina
La cosa che, soprattutto per chi ha già provato i titoli precedenti, sembrerà strana quando non assurda, è quanto abbiano provato a risparmiare durante la produzione. Parliamo di uno sviluppatore minore, spesso tacciato di produrre titoli di scarsa qualità, e non è necessariamente il caso qui. Il gameplay è piacevole, la personalizzazione molto soddisfacente, le unità piacevoli e l’umorismo, con alti e bassi, non è malaccio. Il problema principale è che la quasi totalità della trama viene espressa in stile visual novel vecchia scuola, riciclando esattamente le illustrazioni dei titoli precedenti senza neanche una novità.
Le animazioni sono povere e semplici. Fanno il loro lavoro senza mai emozionare molto. A onor del vero, alcune abilità speciali vengono accompagnate da simpatiche animazioni pienamente animate che riescono a dare una brezza fresca al combattimento. Questo però non distoglie da come molte mappe siano simili tra loro, e la potenzialità del sistema, attraverso l’implementazione della Muse, viene appena utilizzato, senza mai espandersi molto. La quasi totalità delle mappe secondarie, anche di quest slegate alla trama principale, presentano Glace come Muse antagonistica, anche se lei non dovrebbe trovarsi lì. Questo crea una simpatica tensione tra le abilità della propria cantante e quella nemica, ma ci si chiede se non fosse stato il caso di ampliare quel sistema per permettere una pluralità di personaggi e abilità.
A chi consigliamo Fairy Fencer F: Refrain Chord?
Fairy Fencer F: Refrain Chord è, al netto di tutto, un TRPG relativamente classico con qualche trovata interessante, dal loop intrigante e avvincente molto più di quanto non sembri. Una trama poco interessante, un riciclo di asset forse un po’ troppo aggressivo e il senso generale che sia tutto un pochino meno curato di quanto possa realmente essere, lascia uno strano gusto di incompletezza, che inficia sull’esperienza generale. Si tratta, a tutti gli effetti, di un tattico molto gradevole e dalla grande personalizzazione, che permette una certa espressione del giocatore, in grado di attaccare allo schermo per ore. A prezzo pieno però è difficile consigliarne l’acquisto.