Yakuza 0 – Recensione

Like a Dragon…for the very first time

Prezzo – Il titolo è al momento in saldo su steam a 13,39€ (sconto del 33%), valutato dagli utenti Steam come “molto positivo“.


REQUISITI
Sistema operativo: Windows 7 64 bit
Processore: AMD FX-6300 / Intel Core i5-3470
Memoria: 4 GB di RAM
Scheda video: AMD Radeon HD 6870 / NVIDIA GTX 560
Memoria: 25 GB di spazio disponibile
Note aggiuntive: GPU with a gpumark of : 2600 to 3100,
CPU with a cpumark of 4500 to 6300
PROVATO SU LENOVO IdeaPad Y50-70
Sistema operativo: Windows 8.1
Processore: Intel Core I7-4710HQ 2.50 GHz
Memoria: 8 GB di RAM
Scheda video: NVIDIA GTX 860M 2GB
DirectX: Versione 11
Pro e contro del gioco
+ Storia avvincente e ricca di colpi di scena
+ Possibilità di scegliere il livello di difficoltà
+ Boss fight epiche
+ Sidequest divertenti
+ Varietà di minigiochi
– Combattimenti basilari
– Non adatto agli anglofobi, il gioco è tutto in inglese

Ammetto che la mia esperienza con i titoli della serie, sviluppati e pubblicati da SEGA, non è stata delle più lineari. Quando uscì il primo Yakuza su Playstation 2 nel lontano 2006 non possedevo il monolite nero (per ragioni che non sto qui a esporre avevo invece un cubo dove era sì divertente giocare, ma la carenza di titoli che non fossero Nintendo si faceva sentire come un cazzotto sulle gengive).
L’unico modo per provare il titolo, per me, era quello di recarmi a casa di amici che avessero un minimo di buon gusto in fatto di videogiochi, evenienza assai rara a dir la verità.
In un modo o nell’altro riuscii a dare un’occhiata al gioco che tutti definivano come il GTA orientale, niente di più sbagliato a esser sinceri ma all’epoca qualsiasi videogioco che trattasse di argomenti legati al mondo del crimine poteva essere accostato a Grand Theft Auto senza troppi problemi. Ciò che mi colpì immediatamente era il setting: neon sfavillanti e piccole stradine in quel di Tokyo dove ci si tiravano botte da orbi.
Fu solo molti anni dopo che ebbi modo di giocare un episodio della serie, Yakuza 3, da cima a fondo, esplorando parte della storia del protagonista Kazuma Kiryu.
Questa premessa era necessaria per far capire a tutti che non sono un fiero estimatore della serie fin dalle sue origini ma nonostante ciò, con Yakuza 0 che mi appresto a recensire in questa sede, è stato amore a prima vista.

In seguito alle opinioni entusiaste degli utenti che avevano già avuto modo di giocarlo su console Playstation 4 (eh già, il titolo è approdato su piattaforma Steam dopo più di un anno, periodo durante il quale ho maledetto in sanscrito l’assenza della console Sony in casa mia) ho deciso di dargli una chance e non appena rilasciato su Steam l’ho buttato nel carrello a prezzo pieno (estremamente basso per quello che offre il gioco), scaricato e divorato senza pietà.

 

Opinione rapida per lettori pigri

Yakuza 0 è un gioco che vi trascinerà nella vita dei due personaggi principali, Kazuma Kiryu e Majima Goro, che hanno compiuto scelte discutibili entrando a far parte di organizzazioni criminali giapponesi fin da giovanissimi, rivelandosi pronti a tutto pur di dimostrare il proprio valore e scalare i rigidi ranghi gerarchici, da sempre punto saldo della società cinese e giapponese (confucianesimo anyone?).
Meglio specificare però, se state cercando una libertà d’azione a là Grand Theft Auto, non ne troverete in questo titolo, ma non temete, poiché non mancano le occasioni per pestare a morte i giovinastri che vi guardano storto per le vie di Tokyo e Osaka, sfogando la frustrazione accumulata in giornata in modo sano e salutare.
Oltre ad avere una storia intrigante, con numerosi colpi di scena e situazioni memorabili, il gioco è farcito di contenuti extra tra cui 100 sidequest, collezionabili e minigiochi esilaranti al limite dell’assurdo.
Volendo fare tutto impiegherete ben oltre le 100 ore mentre una run che si concentra sugli elementi indispensabili dovrebbe durarne poco più di 40. Il costo del biglietto d’entrata sulla giostra di ceffoni è esiguo e ricordate che, in caso non si riveli conforme alle vostre aspettative entro le prime due ore di gioco, potrete sempre chiedere un rimborso! (se davvero lo chiedete per Yakuza 0 meritate una sprangata in faccia).

GRAFICA E INTERFACCIA

Via il dente via il dolore, il comparto grafico non è l’elemento che più apprezzerete nel gioco. L’ho detto. Il titolo è stato sviluppato con il Dragon Engine di SEGA e ho potuto giocarlo a dettagli massimi con risoluzione a 1.080p senza mai notare alcun calo di frame rate, il quale restava ancorato sul magico numero (60) anche sul mio notebook che ha un hardware vetusto risalente al 2015 (trovate maggiori informazioni a riguardo nella scheda più in alto).

Non vi nasconderò che esiste un notevole dislivello tra i modelli poligonali dei personaggi principali e quelli dei normali NPC, talvolta così evidente da risultare persino fastidioso. Tuttavia è impossibile non apprezzare, allo stesso tempo, l’estrema cura per i dettagli quando si interagisce con chi ricopre un ruolo fondamentale nella storia.
I volti dei personaggi principali sono stati modellati su quelli di famosi attori giapponesi (i quali hanno prestato anche la voce alla loro controparte digitale), cogliendo ogni minima sfumatura di espressione, dai sorrisi sardonici al movimento delle labbra, elementi che danno loro profondità e credibilità.

Questo brutto ceffo è un chiaro esempio di come i modelli facciali dei personaggi principali siano di alto livello.

Analizzando invece le animazioni che vedrete di più durante tutto il gioco, ovvero quelle dei combattimenti, possiamo sostenere senza ombra di dubbio che sono fluide e variegate, grazie anche alla possibilità di scegliere tra stili di lotta differenti che modificano radicalmente l’approccio richiesto per abbattere i nemici. Al dettaglio grafico non particolarmente eccelso fa da contraltare l’estrema fantasia degli sviluppatori che vi permette di sbizzarrirvi durante le risse di strada in modi creativi, divertenti e ultraviolenti, tanto che gli allegri drughi di Arancia Meccanica al confronto sembrano quattro scolarette.

Prendere a calci in faccia i teppisti non è mai stato così divertente.

Ciò che io ho personalmente apprezzato di più nel titolo, avendo vissuto in Giappone, sono le ambientazioni. Visiterete principalmente due macro aree, una è Kamurocho, ispirata alla reale Kabukichō che si trova a Shinjuku, uno dei 23 quartieri principali della città di Tokyo; l’altra è Sotenbori, la copia digitale della zona Dōtonbori di Osaka.

Anche in questo caso possiamo vedere una cura maniacale del Team Yakuza tanto da presentare delle vere e proprie copie digitali, immediatamente riconoscibili grazie a punti di riferimento realmente esistenti. Il torii (portale shintō che delimita aree sacre) rosso luminoso che vi accoglie a Kamurocho è lo stesso identico portale d’accesso che troverete a Kabukichō visitando Shinjuku e il canale che divide Sotenbori in due è presente anche nella vera Dōtonbori. Le similitudini non si esauriscono qui e se osservate la mappa delle zone, noterete che hanno la stessa configurazione di quelle reali, con una collocazione di negozi visitabili nel gioco quanto più realistica possibile (c’è persino il distretto a luci rosse attraversato da un’accattivante “Pink Street” con locali eticamente discutibili).
Non potrete interagire con tutto ciò che vedrete ma ben presto vi ritroverete ad avvicinarvi a ogni insegna luminosa, ogni cartello e porta di servizio per cercare negozi, ristoranti e sexy video shop! (si, avete capito bene).

Non c’è niente di meglio che soffiarsi il naso dopo aver visto un video softcore!

Per quanto riguarda l’interfaccia di gioco, durante le fasi di esplorazione avrete solo una mini mappa in basso a sinistra, permettendovi di godere quindi dell’ambientazione. Appena incontrerete degli avversari, però, appariranno alti dettagli a schermo. In alto a sinistra avrete lo stile di combattimento, barra della vita, barra per le azioni Heat (attacchi spettacolari e distruttivi) ed eventuale arma in uso, in alto a destra il denaro che possedete e in basso, sullo stesso lato, la vita residua dell’avversario. Talvolta questa sovrabbondanza di informazioni può sembrare sfiancante ma risulta necessaria per avere sempre sotto controllo tutto ciò di cui avete bisogno.

GAMEPLAY E RIGIOCABILITA’

Passiamo dunque a uno degli aspetti più importanti di ogni gioco, il gameplay. Sotto questo punto di vista Yakuza 0 è altamente divisivo. C’è chi lo trova divertente e in grado di intrattenere (nonostante i combattimenti siano un tantino basilari) e chi invece mal tollera i movimenti un po’ macchinosi tipici della saga (anche se c’è da dire che Yakuza 0 fa di tutto per migliorare in modo esponenziale questa pecca).
I vostri alter ego digitali acquisiranno durante l’avventura la possibilità di sbloccare e potenziare diversi stili di lotta (3 per ogni personaggio più 2 stili leggendari sbloccabili in seguito al completamento di alcune attività secondarie). Questo elemento è una vera e propria novità per la serie, fornendo quindi una varietà mai vista prima in un titolo Yakuza, dando ai combattimenti una piega decisamente più interessante grazie alla possibilità di cambiare al volo e scegliere lo stile più consono alla situazione (per esempio, è sconsigliato scegliere lo stile Slugger di Majima mentre vi trovate in corridoi angusti poiché la mazza da baseball associata a esso rimbalzerà sulle pareti, esponendovi agli attacchi nemici che vi inviteranno senza troppi convenevoli a un matrimonio di schiaffi).

Rispetto alle altre iterazioni, in Yakuza 0 il powerup degli stili è legato al consumo di denaro e se all’inizio avrete bisogno di pochi spiccioli per sbloccare migliorie legate alla barra Heat e della vita, ben presto vi renderete conto di dover vendere entrambi i reni al mercato nero per riuscire ad ampliare le vostre abilità.

Se non potete fare a meno delle armi, potrete usufruire di katana, tonfa, mazze da baseball, pistole, fucili a pompa e chi più ne ha più ne metta.

Nonostante ciò, non esiste un vero e proprio sistema di combo quindi la profondità del combat system resta comunque limitata al tirare cazzotti a destra e a manca fino a riempire la barra Heat e utilizzare le mosse finisher in contesti sempre differenti. Per farvi due risate, per esempio, potrete decidere di far effettuare a Kiryu una suplex a un ignaro nemico, spaccandogli la schiena contro un corrimano, o perché no, provare a modificargli oltre ogni limite umano l’angolazione raggiungibile dall’articolazione del collo.
La varietà è leggermente ampliata dalla possibilità di usare armi acquistabili presso determinati negozi (e che a tratti semplificano eccessivamente il gioco oltre ad apparire ogni tanto fuori luogo) e i molto più divertenti elementi d’arredo. Non stupitevi dunque se notate delle piccole frecce blu in corrispondenza di poltrone, tavolinetti, ventilatori e biciclette, con il pulsante apposito potrete infatti raccoglierli e fracassarli sul cranio degli avversari consumando parte della vostra barra Heat.

Il tedio inizia a farsi sentire, però, quando inizierete a capire che ogni santissima volta che incontrate un gruppo di nemici che non ha intenzione di farsi i c***i propri, dovrete prima assistere alla presentazione degli stessi, con un titolo generico che apparirà a schermo per indicarvi il rango degli avversari, da semplici ubriaconi fino a veri e propri gangster e misteriosi Men in Black.
Questo siparietto non dura molto ma risulta comunque un dettaglio che, alla ventesima volta, farà sì che i vostri testicoli abbandonino qualsiasi resistenza pregressa alla forza di gravità terrestre.

Le boss battle meritano un discorso a parte poiché metteranno a dura prova la vostra capacità di parare e schivare i colpi, punendo al momento giusto l’avversario con lo stile più adatto. Non potrete abbassare la guardia nemmeno per un istante poiché sono presenti anche svariati QTE (grazie, Shenmue), per i meno smaliziati si tratta di un acronimo che indica i Quick Time Event. In soldoni, appariranno pulsanti a schermo che dovrete premere entro un tempo limite, pena la perdita di preziosa vita che potrete ripristinare solo utilizzando oggetti di recupero.

Rispetto ai sacchi di patate che affronterete per la maggior parte del gioco richiedono quindi un minimo di tecnica in più, nulla di eccessivo comunque, restando accessibili anche ai videogiocatori che non hanno un pollice opponibile, soprattutto se state giocando a difficoltà “Normal”.

Minigiochi e Sidequest
Chi ama perdere tempo e temporeggiare pur di non proseguire nella storia nonostante vi siano incombenze da rispettare e situazioni di vita o di morte, potrà divertirsi molto in Yakuza 0 che, come tutti i suoi predecessori, è farcito all’inverosimile di contenuti extra. I minigiochi sono presenti in quantità industriale e risultano variegati per andare incontro ai gusti di tutti gli utenti. A partire dai giochi di carte tra cui Black Jack, Poker, Baccarat con numerose varianti e regole diverse, giochi da bar come il biliardo e le freccette, arcade con videogame classici tra cui il mitico Out Run, Super Hang On, Space Harrier, Fantasy Zone e persino UFO Catcher per pescare deliziosi e altrettanto inutili (se non per completare le entry nel notebook) peluche con il gancio meccanico, fino ad arrivare al karaoke dove dovrete premere i tasti a tempo di musica mentre ascoltate un paio di canzoni spassosamente cringy che non riuscirete più a togliervi dalla testa, davvero, mai più.
Non vi farò un ulteriore elenco delle attività per non togliervi il piacere della scoperta ma sappiate che tra quelle che ho omesso ve ne sono di semplicemente spettacolari (e spendeteli questi 19 euro straccioni!).

UFO Catcher, per i maniaci collezionisti che non riescono a dormire di notte se non completano il gioco al 100%.
Saltate in sella per una rapida partita a Super Hang On in uno dei numerosi Arcade del gioco!

Non vedevo l’ora di parlare delle sidequest, chiamate nel gioco “substories” ma essenzialmente la stessa identica cosa. Girando per le città vi ritroverete a parlare con dei NPC che vi parleranno dei loro problemi, della loro vita schifosa e di come avrebbero bisogno di una mano per tirarsi su di morale e voi, da bravi eroi (ma non erano malavitosi?), dovrete assecondare una quantità di richieste assurde per ben 100 volte. Non lasciatevi intimorire dal numero però perché la maggior parte di queste meritano assolutamente di essere giocate. Una di queste vi vedrà impegnati, per esempio, a salvare una povera fanciulla dalle grinfie di uno dei nuovi movimenti religiosi giapponesi (un po’ di contesto: si tratta di movimenti spirituali molto popolari durante gli anni ’60, ’70 e ’80. Tra questi, alcuni non avevano alcun reale interesse per la salvezza spirituale e puntavano a fare proseliti tra le fasce emarginate della società, spogliandoli di tutti i loro averi e promettendo in cambio l’ascesa tra gli eletti) cambiando i connotati al santone a capo della setta (che ricorda in modo inquietante il defunto Asahara Shoko).

Guardatelo bene e chiedetevi, sinceramente, se non vi viene una voglia matta di prenderlo a testate sui denti.

Gli stoici che completeranno 98 sidequest o substories che dir si voglia, potranno infine combattere (per ben due volte) il boss più forte del gioco!
Una piccola nota per chi ha già giocato altri episodi, in Yakuza 0 non potrete mancare o fallire le missioni. In alcuni casi è possibile avere risultati diversi in base alle scelte effettuate ma verranno comunque segnate come completate nel menu.

Per quanto concerne la rigiocabilità, il titolo, una volta completato, offre la possibilità di ricominciarlo utilizzando l’ultimo salvataggio in una sorta di New Game+, mantenendo quindi bonus e benefici acquisiti durante la prima run (tra cui soldi, abilità sbloccate e oggetti), oppure una modalità Premium Adventure, nient’altro che un post-game in cui potrete girovagare liberamente per le due aree principali, cambiando a piacimento il personaggio giocante e completare attività secondarie lasciate in sospeso come per esempio le sidequest, l’acquisizione di collezionabili, minigiochi o perché no, continuare a gonfiare di botte i malcapitati. Inoltre, gli appassionati di achievement avranno di che bestemmiare dal momento che per ottenerli tutti dovrete investire molte ore del vostro tempo libero, soprattutto per quel che riguarda alcuni minigiochi che richiedono un livello di abilità e maestria eccellenti per essere completati al 100%.

STORIA E COMPARTO SONORO

Yakuza 0, come si può intuire dal titolo, è un prequel, ambientato molti anni prima della storia di Yakuza/Yakuza Kiwami, potete lanciarvi dunque a capofitto nella storia perdendovi magari solo qualche riferimento marginale, che potrete poi recuperare successivamente giocando anche gli altri episodi.
Il tutto ha inizio in un periodo ben preciso, Dicembre 1988, pochi anni prima che la bolla economica scoppiasse in Giappone, riducendo sul lastrico molti risparmiatori a causa delle speculazioni selvagge sulle proprietà messe in atto durante la seconda metà degli anni ’80.
L’aria che si respira è quella di un finto benessere generalizzato, soldi a palate e possibilità di guadagno che sembrano infinite. In questo sordido ambiente si muovono due personaggi, Kazuma Kiryu, un ventenne nel corpo di un quarantenne e Majima Goro, di poco più grande ma ugualmente segnato in volto dalla vita che ha scelto di condurre.

Lo sguardo truce del “giovane” Kazuma Kiryu.

Seguirete le vicende dei due, affiliati a diverse famiglie criminali, che si svolgono in città diverse, precisamente Tokyo e Osaka, cercando di fare luce su un misterioso appezzamento di terreno, ”empty lot”, su cui tutti vogliono mettere le mani.
Dire di più significherebbe spoilerarvi in modo brutale la trama, cosa che non ho intenzione di fare perché come tutti i migliori film d’azione deve essere goduta secondo per secondo.
Passiamo dunque al comparto audio, dove ho avuto sentimenti contrastanti. Appena finito il gioco ho deciso di riascoltare le musiche per rivivere le emozioni che il titolo mi ha dato. Ho così messo su i due CD del soundtrack e, con mia sorpresa, dopo svariati ascolti (sono più di 60 tracce) ne ho trovate solo una decina che possano essere definite propriamente “memorabili”.
La maggior parte di essere vi farà sì buona compagnia durante il gioco (e una in particolare, legata ad alcune scene di impatto, vi sparerà l’adrenalina a mille) ma dopo aver terminato il titolo riuscirete a ricordarne ben poche tra cui quelle del karaoke che, come dicevo precedentemente, non andranno più via dalla vostra memoria a breve e lungo termine.

Sessione di karaoke tra una scazzottata e l’altra.

Yakuza 0 è un titolo spettacolare, divertente ed emozionante e, pur non essendo perfetto, riuscirà a catturarvi fino a quando non vedrete I titoli di coda. Non venite a lamentarvi da me se al termine sentirete il bisogno psicofisico di spendere soldi per acquistare anche il resto della saga: si tratta di Kiryu che, “come un drago”, vi ha artigliato il cuore.

4 Thoughts to “Yakuza 0 – Recensione”

  1. […] celebri per la serie Yakuza (p.s. potete trovare le nostre recensioni sui titoli della serie qui e […]

  2. […] studio che ha portato al mondo la straordinaria serie Yakuza della quale abbiamo recensito l’episodio 0 e il remake del primo titolo. Acquistato quasi al day-one mi ci sono lanciato senza pensarci due […]

  3. King

    Notare i bellissimi screenshot hehe

    1. 7gatsu

      <3

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