Pull Stay, il gioco di un vero hikikomori

pull stay hikikomori

Il fenomeno degli hikikomori, prima relegato al solo territorio giapponese ma espansosi nell’ultima decade in tutto il mondo, non è un problema da prendere sotto gamba. Spesso si etichettano queste persone come semplici fannulloni, parassiti della società che non vogliono impegnarsi per farne parte, ma, naturalmente, la verità è ben lontana da queste affermazioni e sono tanti i fattori in gioco che portano una persona a diventare un recluso, uno shut-in, appunto, un hikikomori. Non è questo l’ambito di discussione socio-psicologico ed esistono tantissimi materiali in merito, nonché associazioni anche in ambito italiano (come Hikikomori Italia), per approfondire il tema, ma si trattava di una premessa necessaria per inquadrare questo bizzarro ma interessante progetto: Pull Stay.

Il creatore è Souji Nito, un ex-hikikomori che ha vissuto da recluso per ben 10 anni e, conoscendo a pieno la questione, avendola vissuta in prima persona, ha deciso di rimboccarsi le maniche e trasformare tutte le esperienze accumulate (alcune delle quali molto negative) durante quel periodo in un beat ’em up a tema. In Pull Stay si ricopre il ruolo di Robo, un assistente robotico dell’hikikomori Susumu. Questi deve impedire alle orde di personaggi di raggiungere Susumu rinchiuso nella sua stanza, utilizzando il karate, spade laser, mosse di wrestling e tanto altro.

Sebbene la realizzazione tecnica del gioco sia a un livello inferiore rispetto alla media a cui siamo abituati, Pull Stay, attualmente disponibile in formato demo su PC dal negozio Steam, è comunque un’esperienza esilarante, assurda e al di sopra delle righe. A scocciare il povero Susumu arriveranno i salaryman giapponesi, probabilmente interessati a reclutarlo per qualche azienda, dipendenti di ramenya, karateka imbufaliti e persino i classici giovinastri giapponesi con il pompadour ben in vista.

L’elemento cruciale da non dimenticare è l’inesperienza dello sviluppatore che, non solo si è lanciato a testa bassa in un campo in cui non aveva alcuna esperienza, ma lo ha fatto anche da solo, senza supporto quindi di alcun team. Giudicare troppo aspramente le inevitabili fallacie tecniche sarebbe facile, ma non è su questo che bisogna concentrarsi, quanto la volontà di proporre qualcosa di diverso in un mercato che, anno dopo anno, diventa sempre più saturo di generi ed esperienze.

Pull Stay non sarà una meraviglia tecnica e, probabilmente avrà svariati problemi anche all’uscita prevista per il 2023, tuttavia consigliamo fortemente di provarlo, anche nel solo formato demo. Il titolo ha infatti un appeal sperimentale che sembra provenire direttamente da quell’epoca ormai assai lontana dei giochi per la prima PlayStation, quando anche le idee più bislacche e prive di senso venivano approvate ai piani alti (qualcuno ricorderà sicuramente Pepsi Man).

Se avete accolto il consiglio e, dopo aver provato Pull Stay non potete più farne a meno, considerate anche l’iscrizione al canale YouTube dello sviluppatore, dove vengono caricati numerosi video sullo sviluppo e sulla vita quotidiana di Nito Souji.

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