Devil May Cry 5 – Recensione

 

 
 
Pro Contro
+ Gameplay esplosivo – Alcuni comandi poco precisi
+ Tre personaggi completamente diversi da padroneggiare – Pochi contenuti extra
+ Animazioni spettacolari – Multiplayer inutile
+ Buona varietà di nemici  
+ Design generale di ottimo livello  
+ Rigiocabilità elevata  
+ Gran concentrato di ignoranza trash  


Provato su PC Intel Core I7 4770 3.40 GHz – Nvidia Geforce 980 – 8 GB RAM


No woman no Devil May Cry

Il mese scorso ho scribacchiato delle pigre prime impressioni sulla demo di Devil May Cry 5, ennesimo capitolo della saga action firmata Capcom. La versione dimostrativa non mi aveva impressionato più di tanto, ho trovato le meccaniche datate e un sistema di combattimento davvero troppo simile a quello degli episodi precedenti. Seguendo però la legge che mi impone di comprare qualsiasi gioco Capcom, e per il mio legame con la serie dai tempi della PS2, alla fine ho ceduto procurandomi la mia bella copia digitale di Devil May Cry 5 su Steam.

Avrei voluto provare il titolo su PS4 come ho fatto con la demo, ma sono stato costretto mio malgrado a giocarlo sul PC, fondamentalmente perché il mio divano in quanto a comodità è paragonabile ai letti di pietra dei Nani di Skyrim.
Lo so, non ve ne frega niente, ma volevo condividere con voi il mio dolore.

In quanto a Devil May Cry 5 cosa devo dire? Sono un povero scemo, un folle, chiamatemi pure idiota del villaggio, date delle pietre ai bambini e che me le lancino pure contro deridendomi, gettate uno scellino nella mia ciotola per il whisky cartonato e ascoltate le mie tragiche storie di quando ho osato anche solo pensare che non potesse essere un titolo esplosivo.

Se dovessi descriverlo a un amico che non conosce la serie e non ha molta dimestichezza con i videogame, direi che DMC 5 è un’orgia audiovisiva tra cliché horror-action anni 80, umorismo in stile puro stile Bruce ‘Mr. B movie’ Campbell, heavy metal dozzinale con ambientazioni e mostri degni di Go Nagai.
Probabilmente riceverei occhiate peculiari e, con grande preoccupazione per la mia salute, il mio amico mi inviterebbe a partecipare a una partita di calcetto scapoli-ammogliati e magari fare una passeggiata in montagna per prendere un po’ di aria buona, cosa che male non mi farebbe.
Ma se anche voi vivete nello smog cittadino che vi ha obnubilato i sensi al punto dal farvi credere che la pizza migliore la facciano a Milano, sarete felici di sapere che dopo le fesse scelte di design del quarto capitolo e dopo aver vigliaccamente affidato la serie a terzi, finalmente Capcom ha deciso di prendere le sue pixellose palle in mano. Restituita la direzione artistica nelle mani di un Hideyaki Itsuno direttore pronto, carico e ardente di dare ai fan quello che da tempo desideravano.
Ebbene si, Devil May Cry è finalmente tornato all’infernale, gretto, zozzo e irriverente ovile.

Opinione per lettori pigri

Gli appassionati della serie fedeli alla grande C devono solo comprare il titolo e amarlo alla follia, giocarlo, rigiocarlo e rigiocarlo ancora fino a quando le ossa della mano non iniziano lentamente a rompersi. Dopo la frattura, devono iniziare a giocarlo con i piedi e dopo con la lingua, fino a diventare un tutt’uno col joypad in puro stile Tetsuo: The Iroman di Shinya Tsukamoto, in un contorto misto tra dolore e piacere.
Posso dire invece a chi non si è mai avvicinato alla serie, ma è in cerca di azione, che si tratta di un gioco frenetico ed estremamente coinvolgente a livello di gameplay. Avrete a disposizione un arsenale di mosse e di armi divisi per tre personaggi diversi con i quali cambiare i connotati a tutte le bestie demoniache che vi si parano davanti. Le meccaniche sono molto semplici, in pochi minuti potrete padroneggiare quelle di base, ma più sbloccherete nuove tecniche e armi e più potrete realizzare delle combo spettacolari. Diciamo che è uno di quei titoli easy to learn – hard to master. Alla fine di ogni incontro con un gruppo di nemici o un boss vi verrà data una votazione in base alle vostre skill, quindi se vi appassionerete farete di tutto per raggiungere il rank più alto in ogni livello. Devil May Cry 5 resta un gioco della vecchia scuola, quindi sarà suddiviso in livelli piuttosto lineari con zone segrete contenenti utili power up. Eccovi descritto il gioco in pillole, aggiungeteci una storia che comprende demoni megalomani, personaggi ignoranti, dialoghi volutamente trash e una colonna sonora che accompagna perfettamente i vari combattimenti. La grafica è gestita egregiamente dal motore RE Engine prodotto da Capcom, ma molto merito va al level e al character design di ottima fattura con tutti i dettagli messi nei punti giusti. Non aspettatevi una storia coi fiocchi, ma fortunatamente il colorato cast di personaggi la riesce a tenere in piedi in qualche modo.
Questi titoli però non sono certo famosi per le loro complesse trame, d’altronde i protagonisti sono dei metallari armati di pistole grosse quanto una gamba e spadoni giganti che combattono contro i mostri più stereotipati di sempre.

Vai con la revviù!

Le copie de ‘La Metamorfosi’ di Kafka vanno a ruba in questa città…

GAMEPLAY

Da quando è uscito il primo Devil May Cry per PS2 nell’ormai lontano 2001 i giochi sono cambiati tantissimo, tra open world giganteschi e multiplayer competitivo sembra quasi incredibile che Dante e compagnia siano stati accolti con tanto entusiasmo dalla critica e dal pubblico, viste le meccaniche di gioco vecchia scuola che questo capitolo non si è sforzato minimamente di innovare in nessun modo.
Certo, mi rendo conto che probabilmente gli elogi sono arrivati da altri gamer ammuffiti come me, ma sapete cosa vi dico: viva la geriatria!
Cercherò comunque di essere obiettivo, sebbene il titolo per quanto mi riguarda è il miglior action-game uscito negli ultimi anni.

Ve lo dico senza problemi, questo gioco è una bomba.

Devil May Cry 5 vi metterà nei panni di Nero, V e Dante, tre personaggi dalla personalità e stili di combattimento completamente diversi. Ogni missione della storia principale prevede l’utilizzo di uno di questi tre cacciatori di demoni, quindi sarete costretti ad adattarvi alle loro tecniche, armi e poteri. I livelli sono di quanto più lineare si possa pensare, infatti oltre che correre, saltare e combattere non farete molto altro. I puzzle sono completamente inesistenti e ci saranno delle aree segrete, non sempre facili da trovare che aumentano leggermente il fattore esplorativo e a volte mettono anche alla prova le vostre abilità.
Visto che però Devil May Cry 5 non è un walking simulator, scaldatevi bene le dita prima di una partita perché i combattimenti, cuore pulsante di tutta la serie, vi spremeranno le mani come un nerboruto agricoltore romagnolo farebbe con l’uva appena raccolta.
In determinate zone di ogni livello, vi verrà ostruito il passaggio da diverse ondate di nemici ai quali dovrete tritare le ossa prima di poter passare alla zona successiva.

I mostri che affronteremo però non staranno certo a rimanere fermi come pensionati al bar dello sport e proveranno in tutti i modi a rovinarvi la festa. Per questo dovremo essere molto abili nello schivare colpi, tenere a distanza determinati nemici e dare priorità ad altri per eliminarli prima che inizino a diventare fastidiosi. Quindi sebbene possa sembrare un gioco assolutamente senza cervello, in realtà DMC 5 con il suo variegato assortimento di nemici ci obbliga anche ad avere un minimo di strategia.
Tra questi figureranno nuovi arrivi e vecchie conoscenze, preparatevi quindi ad affrontare orridi scroto-insetti, demoni Master Chef armati di mannaie, negromanti con raffreddamento liquido e il sempreverde spettro amante del bricolage armato di forbici giganti.
Ognuno di loro avrà un comportamento e attacchi diverso, quindi dovrete tenere bene a mente di cosa sono capaci per poterli annientare.
Quasi tutte le missioni del gioco prevedono uno scontro con un boss di fine livello che avrà una serie di abilità speciali ad altissimo danno, schemi da memorizzare e delle particolari strategie da adottare per poterli fare fuori.

Per tutto il gioco quindi sarete impegnati in combattimenti all’ultimo sangue, ma non pensate anche solo un secondo di poterli risolvere premendo tasti a casaccio, altrimenti verrete malamente schiacciati come degli insetti. Tutte le tecniche e le armi possono tornare utili in qualche modo, quindi per giocare ai livelli di difficoltà più alti dovrete impararle.
Per affinare le vostre capacità di schiacciatori di pulsanti, potrete accedere alla modalità training chiamata ‘Void’ e allenarvi fino a staccarvi le unghie.
Inoltre, cosa ben più importante, durante ogni scontro vi verrà affibbiato un rating da D a SSS a seconda di quanto combatterete bene. Per esempio, se da veri vigliacchi vi limiterete a schivare e attaccare dalla distanza vi verrà affibiata al massimo una D di Dismal o una C di Crazy, mentre se iniziate a sfoggiare combo concatenando mosse, poteri speciali e armi allora potrete beccarvi una bella A di Apocalyctic o una S di Savage.
Fate conto di avere alle spalle un severo e pignolissimo professore giapponese che godrà tantissimo ad abbassarvi la media rimbrottandovi agitando il dito… e voi non gli vorrete dare questa soddisfazione!

Non è un compito facile però, perché anche se avete combattuto benissimo rischiando la sindrome del tunnel carpale e attacchi epilettici pur di ottenere il ranking più alto, se verrete colpiti tornerete a C o a D.
Al gioco non gli fregherà niente della vostra fatica, verrete etichettati come non-giapponesi, puniti per esservi distratti anche un solo millisecondo e abbandonati in un mare di vergogna a riflettere sui vostri errori.
Magari all’inizio ve ne fregerà altamente, ma la soddisfazione di completare uno scontro con il massimo del rating, chiudendolo con una mossa devastante è impagabile!

Alla fine di ogni livello verrete valutati con un rank complessivo calcolato tra quelli ottenuti durante i diversi scontri, in base al quale sarete premiati con tot numero di Orb Rossi, necessari per comprare abilità, oggetti ed equipaggiamento. Gli Orb Rossi possono essere ottenuti anche durante la missione, uccidendo nemici e spaccando i grumi demoniaci che li contengono. Troverete anche Orb Verdi per curare il personaggio e Orb Bianchi che alzano il Devil Trigger, abilità di cui parleremo successivamente nella sezione dedicata ai tre personaggi utilizzabili.
Ma cosa succede quando dopo tutte le vostre acrobazie, sbruffonate, pagliacciate, pistolettate e spadate venite messi K.O.?
In questa situazione vi troverete di fronte a tre opzioni: continuare a combattere spendendo Orb Rossi, usare un Orb dorato per ritornare con vita e Devil Trigger al massimo oppure arrendervi e ricominciare la missione. Gli Orb Dorati sembrano preziosi! Ed in effetti si, sono molto utili e si possono trovare in aree segrete dei livelli o comprati al negozio. Attenzione perché utilizzare una continua in Giappone è da anni considerato un disonore altissimo, quindi il vostro rank verrà dimezzato. Ma noi non siamo in Giappone, quindi ce ne frega altamente, datemi Orb Dorati! Ancora più Orb dorati!

Per facilitarvi la vita, potete cercare nei livelli i pezzi di Orb Blu e Orb Viola per aumentare rispettivamente la vitalità e il Devil Trigger. Orb Dorati, Orb Blu e Orb Viola si potranno acquistare tra una missione e l’altra proprio come gli Orb Dorati, ma il loro stock sarà limitato.

Parliamo adesso dei quattro personaggi principali del gioco: Nero, V e Dante. Nel corso della storia prenderete il controllo di questi tre cacciatori di demoni che avranno stili di gioco completamente diversi. Non avrete la possibilità di sceglierne uno solo, infatti sarà il gioco a decidere quale utilizzerete a seconda della missione e della storia. Questo vi obbliga a padroneggiare il trio al completo e spendere Orb Rossi per sbloccare tutte le loro mosse. Una buona trovata a mio parere che rende il gioco molto più vario, regalando anche delle belle sorprese inaspettate.

Nero


Lasciati gli abiti da chierichetto e il look da Final Fantasy, Nero ha finalmente iniziato ad emulare il suo ‘role-model’ segreto, un esempio di sobrietà e di saggezza: Dante.
Il risultato è uno sboccato e ribelle hooligan che riesce comunque a mantenere un filo di ragionevolezza grazie alla sua consolidata relazione stabile con l’amata Kyrie. In realtà ha un cuore d’oro, l’unico suo problema è che in questo gioco è un po’ sinistro. Nel senso che gli rimane solo quel braccio. Ha provato a trovare lavoro nell’ufficio sinistri, ma aveva capito male i requisiti per l’assunzione e quindi è dovuto tornare a fare lo sporco lavoro da cacciatore di demoni senza partita IVA.

Fortunatamente per lui la sua amica Nico, donna di gran classe e di eccellente squisitezza, si mette subito all’opera e gli costruisce delle braccia bioniche dai poteri diversi chiamate Devil Breaker.

Nero è il primo personaggio che utilizzeremo ed è incredibilmente dinamico. Le abilità del quarto episodio sono rimaste invariate, potrà mandare su di giri il motore della spada per sferrare colpi infuocati, attirare a se i nemici per continuare le combo aeree e utilizzare il suo gigantesco revolver. I diversi Devil Breaker vi donano diverse abilità e dispongono di un attacco normale e uno potente che potrete sfruttare per devastare i nemici per avere su di loro un notevole vantaggio tattico. Senza fare spoiler, vi descrivo il primo, Overture’ che con l’attacco normale lancia delle scariche elettriche per respingere i nemici, mentre con l’attacco caricato, si trasformerà in una sticky-bomb con timer che Nero attaccherà ai nemici. Questa potrà essere detonata sparando al povero demone malcapitato, utile anche per fare danni ad area.

Attenzione però, perché se venite colpiti mentre usate il Devil Breaker questo andrà distrutto. Se invece vi trovate circondati di nemici, potrete decidere di sacrificarlo per causare un’esplosione per prendere un po’ di respiro. Non preoccupatevi però, perché passerete automaticamente al braccio successivo. Potete infatti avere uno stock espandibile spendendo Orb Rossi al negozio. Quando la finirete rimarrete senza il braccio e sarete costretti a combattere usando solo spada e pistola. Potrete trovare braccia esplorando le aree dei livelli o comprandoli al negozio.
Nero è a mio parere il personaggio di livello intermedio, ha la migliore mobilità dei tre e se si riescono a concatenare le varie braccia in modo intelligente verranno fuori delle combo davvero spettacolari. Il suo unico problema è che alla prima partita l’utilizzo dei Devil Breaker non è molto intuitivo, ma non appena se ne sbloccheranno di nuovi i combattimenti inizieranno a farsi sempre più coinvolgenti.
Nero è l’unico personaggio a non partire con il Devil Trigger sbloccato, cosa che può rendere le cose un tantino difficili in alcune situazioni di combattimento dove potrebbe tornare davvero utile.

V


V è l’emo-hipster della combriccola e ditemi se mi sbaglio.
Tatuato dalla testa ai piedi, con un bastone da passeggio che usa solo per farsi figo, due animali, sandali da francescano e un libro sempre a portata di mano del quale legge paragrafi a caso giusto per credersi meglio degli altri.
Malaticcio e fragilino, si avvarrà dei suoi poteri da invocatore per combattere i demoni che vogliono cercare di fargli abbandonare il veganesimo. V evocherà due famigli: una pantera mutaforma chiamata Shadow e un loquace piccolo corvo demoniaco di nome Griffon che gli aficionados della serie ricorderanno.

Il primo si occuperà degli attacchi ravvicinati mutando il suo corpo in lama, lancia, sega rotante e altre armi contundenti, mentre il secondo di quelli a distanza avvalendosi di poteri legati all’elettricità. Mentre i due scagnozzi si occupano dei mostri, V dovrà starsene alla larga comandandoli a distanza.
L’unico problema è che per ragioni non chiare, Shadow e Griffon non possono uccidere i demoni, quindi sarà V a dover dare loro il colpo finale, trafiggendoli con il bastone da passeggio.

Non pensate però che i due famigli siano invincibili, perché avranno anche loro una barra di vitalità personale che se ridotta a zero li metterà fuori combattimento per un po’, lasciando V scoperto agli attacchi. Per farli ritornare in azione più velocemente si dovrà andare vicino al loro ‘corpo’.
Il Devil Trigger di V è il suo terzo famiglio, Nightmare, un gigantesco Golem che dà delle mazzate furibonde e può spargere devastazione con un raggio laser.

Sebbene V sia molto divertente da utilizzare, i comandi delle sue invocazioni risultano caotici, specialmente negli input delle mosse speciali più potenti. Inoltre, spesso non attaccano il bersaglio desiderato, cosa che vi costringerà a premere ripetutamente i tasti nella speranza che obbediscano ai vostri comandi. Questo non è un problema troppo grave, che magari verrà risolto con una patch, ma rende alcuni combattimenti con V un po’ statici.
Rimane comunque il personaggio più facile con il quale raggiungere i rank più alti, perché i mostri si disinteressano di lui e quindi basterà qualche schivata per stare lontano da eventuali ceffoni sul grugno.

Dante


‘Sommo Poeta’ dell’inarrivabile cazzonaggine e fondatore del movimento ‘Dolce Stil Calibro Nove’, Dante non è cambiato con gli anni. Si certo ha messo qualche rughetta qui e lì, ma rimane sempre il più zotico di tutti, cosa che fa assolutamente piacere. E’ come quell’amico quarantenne che continua a fare festini e andare con ragazze vent’anni più giovani, mentre gli altri della vecchia comitiva si sono riprodotti e hanno messo la panza. Forse è in cerca di qualcosa che non sa neanche lui, ma poco gli frega, tanto è un demone.
Un ritorno spumeggiante con capello bianco e del cappotto rosso, abbandonato il look da punk radical chic di DmC si torna a fare sul serio con del gran metallo.
Se Nero ha le braccia bioniche di Nico e V i suoi bei famigli, Dante da vero old schooler si affida solo al suo arsenale di armi, alcune portate dai precedenti episodi e altre nuove assolutamente fuori di cervello.
Dal terzo episodio provengono invece i quattro stili Gunslinger, Trickster, Royal Guard e Swordmaster.

Swordmaster e Gunslinger sono quelli offensivi, il primo sblocca una serie di nuove mosse con le armi contundenti, mentre il secondo la potenza di quelle da fuoco, abilitando una serie di tecniche assurde come lo shotgun nunchaku. I due stili difensivi invece sono Trickster che permette di effettuare veloci schivate, utile quando si affrontano i boss, e Royal Guard che consente di parare e contrattaccare.

Dante è forse il personaggio più devastante dei tre, ma allo stesso tempo il più difficile da utilizzare, d’altronde dovrete padroneggiare tutte le sue armi e i diversi stili per poter avere la meglio sugli avversari.
A livello difensivo è un po’ carente, ma si rifà con ben due Devil Trigger, il secondo dei quali è probabilmente quanto di più distruttivo si sia mai visto nell’intera serie.

Il favorito di sempre, Dante rimane l’eroe di noi fossili che siamo invecchiati con lui, Rebellion, Ebony e Ivory.

Jackpot!

Rigiocabilità

La storia di DMC 5 è di buona lunghezza per un action game, ma trattandosi di un titolo abbastanza lineare aspettatevi di finire una singola run in dieci ore. La rigiocabilità però è uno dei punti di forza: infatti una volta finito la prima volta sbloccherete un nuovo livello di difficoltà, dove troverete mostri più agguerriti in gruppi misti per differenziare i vari incontri. Inoltre, vi porterete dietro tutte le abilità sbloccate, le missioni segrete completate, le barre della vita e del Devil Trigger potenziate e i preziosi Orb Rossi.
Per affrontare ogni nuovo livello di difficoltà dovrete ricorrere a tutte le vostre capacità, in un crescendo che aumenterà la sfida e l’adrenalina.

Per i veterani della serie iniziare dai due livelli di difficoltà base potrebbe essere un po’ noioso, ma abituarsi ai nuovi nemici, boss e abilità dei personaggi male non fa, ed è un buon allenamento per sgranchirsi le ossa prima di iniziare a fare sul serio.
Manca la modalità Bloody Palace, ma verrà aggiunta gratuitamente dal 1 Aprile. Questa consiste in un survival dove avrete una sola vita e vi vedrete scagliate contro diverse ondate di mostri ai quali dovrete sopravvivere, in livelli sempre più difficili.

Multiplayer?

Parliamo ora del multiplayer… che non è proprio un multiplayer. Fondamentalmente dato che la storia del gioco si svolge durante le ore di un singolo giorno, gli sviluppatori hanno introdotto una sottospecie di multiplayer sincrono-asincrono. I percorsi presi dai tre protagonisti si incroceranno e quando questo accade può capitare che un altro utente online prenda il comando del personaggio che non state utilizzando.
Onestamente è una trovata carina, ma inutile dato che sono pochissime le missioni dove vi troverete ad affrontare i demoni in uno stesso luogo, come dovrebbe funzionare una vera modalità co-op. Inoltre, a parte poter dare un like all’altro giocatore, non ci sono particolari vantaggi. Non è un male, ma neanche un bene, probabilmente qualcosa bolle in pentola in casa Capcom, magari ci stanno cucinando una bella modalità a tre giocatori dove poter devastare demoni in compagnia. Al momento però questo aspetto del gioco non ha alcuna rilevanza e poteva a mio parere essere lasciato da parte per aggiungere qualche contenuto più interessante.

Devil Mano Cry

Di questo gameplay quasi perfetto, segnalo giusto qualche comando non proprio fluido del gioco, come ad esempio il lock-on sui nemici che vi obbliga a tenere premuto il tasto dedicato. Un’opzione ‘toggle‘ aiuterebbe molto nell’esecuzione di alcune tecniche speciali.
Cambiare bersaglio invece è un’agonia. Il comando di default è L3, ma l’input viene registrato dal gioco solo quando il vostro personaggio è fermo e neanche tutte le volte, scomodissimo nelle situazioni con molti nemici. Non è assolutamente un difetto compromettente, ma costringe spesso a concentrarsi solo su un nemico finché non lo si distrugge, per poi passare a un altro.
Un suggerimento che posso darvi è quello di lasciare il tasto del lock-on e premerlo nuovamente puntando sul mostro che volete attaccare. Macchinoso, ma a volte funziona. Niente impedisce agli sviluppatori di risolvere il problema con una patch.

La vittoria dei giovani hipster sulla classe agraria.

GRAFICA E SONORO

Il ritorno del cacciatore di demoni più tamarro della storia questa volta fa tremare la terra, abbandonate le ambientazioni luminose del quarto capitolo e quelle non proprio entusiasmanti dell’amato\odiato reboot, si torna finalmente ai toni dark dei primi tre capitoli, decisamente più adatti se non addirittura più spettacolari. Sebbene i livelli abbiano un design abbastanza elementare, riescono a convincere grazie a tonalità scure, ma comunque con elementi vivi e colorati. Il dettaglio dei personaggi principali e dei mostri è maniacale, basta osservare le piume di Griffon, i tatuaggi di V o i meccanismi dei Devil Breaker di Nero.

Le animazioni delle varie tecniche speciali di personaggi, mostri e boss sono da prendere, impacchettare e distribuire a tutti quante le Software House. Così si anima un action game! Con mosse che esprimono potenza, ma allo stesso tempo risultano fluide e curate frame per frame. Anche nelle tecniche più caotiche delle armi di Dante si riesce a distinguere esattamente come viene portato ogni colpo, sono stato minuti nel photo mode per vedere ogni singolo attacco della pantera Shadow. Merito anche del nuovo RE Engine e dell’ottimizzazione del gioco che permette anche PC con schede video un po’ vetuste di far girare il gioco a 60 fps.
A questo si uniscono degli effetti speciali di incredibile fattura, basta vedere quelli prodotti dalle braccia di Nero o come entra in scena Nightmare. Mostri e Boss inoltre hanno una loro personalità proprio grazie ai movimenti perfettamente realizzati che inoltre aiutano anche il giocatore a capire gli schemi d’attacco.
La grafica di DMC 5 secondo me è perfetta per un titolo del suo genere e sono davvero contento che sia stato sfruttato il RE Engine, un motore che spero di vedere utilizzato anche per altri progetti (Dragon’s Dogma 2?)

Per quanto riguarda il comparto sonoro ci troviamo di fronte a un buon set di effetti speciali, urla mostruose e un doppiaggio inglese di ottima fattura, con voci azzeccate per ogni personaggio. Per quanto riguarda la musica, oltre ai classici brani atmosferici horror dei vari livelli ci saranno tre pezzi diversi per accompagnare le battaglie dei tre protagonisti. Per Nero un fantastico pezzo dance alla Britney Spears, odioso all’inizio, ma che entra in testa e non se ne va più. V invece da vero darkettone si becca un po’ di industrial-metal con voce femminile di Rachel Fannan, un misto tra Otep e Karyn Crisis, mentre Dante si becca del metalcore cantato da Michael Barr dei Suicide Silence. Non sono certo pezzi memorabili o di alta qualità compositiva, ma accompagnano perfettamente i combattimenti.

Se trovo quei ragazzacci che lanciano S dorate contro le finestre gliene canto quattro!

STORIA

Un gigantesco albero demoniaco nominato Qliphoth ha deciso di estendere le sue orride radici sulla Terra, provocando isteria e distruzione di massa. Al suo centro il demone Urizen regna sovrano, seduto su un trono di ossa deformi, intento a porre fine alla razza umana.
Gli si opporrà Dante figlio di Sparda, leggendario cacciatore di demoni, truzzo brizzolato ed eroe delle serate a PES tra soli uomini con pizza e rutto libero. Questa volta però, il nostro beniamino riceverà una sonora batosta, peggiore di tutte le sbronze di birra doppio malto e tequila prese nei peggiori bar della città. Ci dovranno pensare il misterioso V e il giovane Nero a rimettere a posto la situazione e dare al demone Urizen la sonora sculacciata che si merita.

Questo è l’inizio delle vicende di Devil May Cry 5 che si articoleranno nel corso di un solo lungo giorno, durante il quale vedremo dei flashback che spiegheranno i moventi dei diversi protagonisti. All’inizio sarà un po’ confusionario, perché ci troveremo nei panni di un personaggio la cui missione si ambienta diverse ore indietro rispetto a quella precedente.
Come per gli altri titoli della serie non c’è da aspettarsi niente di particolarmente entusiasmante, con colpi di scena telefonatissimi e alcuni personaggi lasciati completamente in disparte. I riferimenti agli episodi precedenti abbondano, ma le vere protagoniste della narrazione sono le cutscene. E’ qui che il gioco esprime tutti i suoi contenuti ignoranti e trash tanto amati dai fan, alimentati questa volta da un motore grafico spettacolare. Grazie al RE Engine i personaggi assolutamente stereotipati prendono vita, personalità e riescono in qualche modo a convincere. Inoltre ci sono delle trovate assolutamente esilaranti, provate ad utilizzare una cabina del telefono e capirete.

Ho gradito la semplicità della trama e il fatto che Itsuno non abbia cercato di fare passi più lunghi della gamba adattandosi allo storytelling di titoli moderni che non avrebbe avuto senso in un simile contesto. Forse avrei gradito una narrazione più scorrevole, ma probabilmente la decisione di renderla non-lineare è stata presa per permettere l’utilizzo alternato dei tre protagonisti.

Non voglio sapere neanche lontanamente cosa sta succedendo o cosa è successo…

SMOKING SEXY STYLE!

Devil May Cry 5 è un capolavoro del suo genere, purtroppo in via di estinzione. Mi ha reso felice poter giocare a un titolo action puro che mette il gameplay al centro di tutto, con un motore grafico moderno e capace di gestire in modo egregio animazioni e cutscene. Sono attualmente intento ad affrontare il gioco alla difficoltà Dante Must Die e non mi sono ancora stancato di dare mazzate ai demoni, anche se a questo livello te le restituiscono con gli interessi. Le ambientazioni apocalittiche, la cura maniacale per il dettaglio e le animazioni incredibili si abbinano alla frenesia dei combattimenti che vi terranno con il fiato sospeso.
Spero vivamente che questo titolo possa dare inizio ad un revival, perché ce ne sarebbe davvero bisogno.

Peace!

2 Thoughts to “Devil May Cry 5 – Recensione”

  1. Sempre irritante farsi in quattro per arrivare al rank SSS e poi essere colpiti dall’ultimo nemico rimasto, magari pure il più fesso, tornando a C 😀

    Severissimi giapponesi… severissimi!

  2. Bella l’idea del prof giapponese che ti giudica hahahaha potrebbe essere un concept per un’IA in qualche gioco del futuro

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