Recensione Gleylancer – ritorna la supposta spaziale

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Rimasto confinato in terra giapponese dal 1992 fino al 2008, torna su console moderne Gleylancer, shmup per Mega Drive sviluppato da NCS Corporation e pubblicato originariamente da Masaya Games. La recensione di questa nuova edizione, disponibile su Nintendo Switch tramite eShop, Playstation 4/5 e console Xbox, è stata possibile grazie a Ratalaika Games.

Provato su Nintendo Switch

switchPS4
single playereconomico budget

CRT e scanlines come se piovesse

Gleylancer non è una novità, nel senso che la maggior parte dei titoli che un tempo erano confinati per un motivo o per un altro nella terra del Sol Levante, sono giunti a noi in un modo o nell’altro grazie alla ormai defunta Virtual Console di Nintendo Wii. Nello specifico Gleylancer venne nuovamente pubblicato nel 2008, come semplice port dell’edizione originale. Cosa ha di diverso dunque la versione proposta da Ratalaika?

I publisher non sempre rispettano il denaro dei consumatori, ma sembra proprio che non sia questo il caso dal momento che l’attenzione posta ad alcuni elementi, che fanno battere forte il cuore dei retrogamer, è elevata e ben accetta. La versione di Gleylancer che potete acquistare su console moderne presenta vari screen ratio e immancabili scanlines (come minimo, direte voi), ma non solo! Scavando tra le impostazioni abbiamo notato la possibilità di scegliere tra alcune maschere di CRT, la possibilità di settare la gamma, creare curvature attorno agli angoli dello schermo per dare l’impressione si stia giocando su un vecchio TV e anche l’aggiunta di un paio di wallpaper per chi preferisce tenere il rapporto 4:3.

Insomma, se proprio come me siete dei fissati e tutto sommato odiate profondamente la qualità crisp-clean che contraddistingue i giochi su display moderni, allora in Gleylancer troverete tool di qualità per assistervi nella vostra appassionante retro-partita.

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Supposta spaziale

Ma tralasciando un attimo queste minuzie tecniche che solo i fini conoscitori perdono tempo ad analizzare, cosa diamine è un Gleylancer? E perché non Grey? Si tratta forse di un caso di engrish?

Gleylancer è uno shoot ’em up, uno di quei classici giochi che mi fanno stracciare le vesti (se non sapete di cosa parlo, vi consiglio la nostra rubrica BulletTime o una delle centinaia di recensioni di titoli del genere che potete trovare sul nostro portale), dove ci si trova al comando di una supposta spaziale guidata da Lucia. La giovane pilota deve salvare il padre, il capitano della federazione spaziale, rapito da nemici interstellari, affrontando 11 stage, uno più letale dell’altro.

La progressione è spezzata di tanto in tanto da alcune cutscene in stile anime pixelloso che spiegano un po’ la storia e permettono al giocatore di tirare un sospiro di sollievo. Un’aggiunta che ricordiamo nel 1992 non era per niente scontata e che anzi, rappresentava un punto evolutivo nel genere shmup, caratterizzando principalmente da velocità, pochi livelli infernali e tanta tanta voglia di high scores. I dialoghi esplicativi sono stati tradotti qui per la prima volta in inglese, rendendo il tutto comprensibile anche a chi non mastica il giapponese.

Gli shmup a scorrimento orizzontale non sempre offrono un gameplay stratificato, eccezion fatta per grandi mostri sacri come R-Type o Gradius. Gleylancer è di difficile catalogazione poiché non presenta power up che rendono il giocatore più forte man mano che si raccolgono oggetti ma, allo sparo principale, si aggiungono due satelliti, il cui assetto è possibile modificare in qualsiasi momento. Potrete scegliere la modalità Search affinché questi sparino automaticamente ai nemici che appaiono a schermo o anche la semplice Shadow, con la quale seguiranno la navicella durante i suoi spostamenti.

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La possibilità di modificare l’assetto a piacimento durante la partita è una modifica apportata al gioco per questa versione, così come la capacità di direzionare lo sparo dei satelliti, volendo, con lo stick destro. Per i puristi che preferiscono giocare il classico immutato del 1992 non c’è però da temere poiché vi basterà selezionare l’opzione relativa dal menu principale.

Anche le schiappe hanno vita facile

Ebbene, come ormai sappiamo tutti, gli shmup sono titoli complessi e tutt’altro che semplici o accessibili al grande pubblico. Richiedono pazienza, studio degli scenari e tanta voglia di impegnarsi. In un mondo moderno dove tutto si muove a grande velocità non c’è però tempo per i “long commitments”, quindi buttiamo tutto nella spazzatura e usufruiamo di ben 6 save slot, per salvare e caricare il gioco quando preferite. Troppo complesso? Usate il left trigger per un pratico Rewind, tornando a pochi istanti prima che il mefitico proiettile spuntato dal nulla vi faccia esplodere la suppos…l’astronave!

A chi consigliamo Gleylancer?

Dalla recensione avreste già dovuto capirlo ma, dato il costo ridotto davvero all’osso e la qualità del gioco e della conversione, Gleylancer è un prodotto che potremmo definire quasi perfetto, che sia gli appassionati sia i neofiti dovrebbero assolutamente prendere in considerazione.

Accessibilità per i giocatori meno scafatiSoundtrack dalla qualità altalenante
Traduzione in inglese della storia
Classic mode per chi odia la modernità
Filtri, maschere CRT, scanlines e settaggi da nerd

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