Necrobarista – Recensione

Necrobarista è una visual novel sviluppata e pubblicata dalla software house Route 59, finanziata parzialmente dalla Film Victoria, ente governativo australiano che ha già aiutato a realizzare altre hit come Untitled Goose Game di House House. Pur non essendo nuovi del settore, Necrobarista rappresenta la prima vera prova di Route 59, vediamo dunque di cosa si tratta.

Provato su PC

+ Storia e regia di ottimo livello– Avrebbe beneficiato di un doppiaggio
+ Soundtrack atmosferica a opera di Kevin Penkin
+ Personaggi carismatici
+ Stile anime che miracolosamente non scade nel cringe

Morire non è la fine del viaggio, quanto più una tappa intermedia. Ciò è tanto più vero in Necrobarista dove ai defunti vengono concesse 24 ore per rilassarsi prima di passare allo step successivo. Quale questo sia non è importante, preoccuparsi della propria morte ormai è inutile e anche riflettere troppo su ciò che verrà può essere controproducente. Meglio lasciarsi trasportare sorseggiando un caffè insieme ad altri avventori, vivi e morti, in una caffetteria di Melbourne, Australia.

Benvenuti al Capolinea

La scelta del luogo, dove l’esercizio che offre questo peculiare ristoro risiede, non è casuale ma si tratta proprio della città dove opera Route 59, la software house dietro questo interessante progetto, e dove ambientare il proprio gioco se non nel luogo che si conosce meglio? In realtà, però, di Melbourne si vedrà ben poco poiché le vicende si svilupperanno unicamente nella caffetteria “Il Capolinea”, dove l’appena defunto Kishan si ritroverà all’inizio dell’avventura, disorientato e anche un po’ scosso.

A rendere la transizione meno traumatica trova però la barista e proprietaria del locale, Maddy, che lo aiuterà a prendere con filosofia quanto accaduto, ordinando magari qualcosa di non troppo complicato per trascorrere piacevolemnte le sue ultime 24 ore, un caffé o perché no, qualcosa di più forte come un Mint Julep. D’altronde, morire non è roba di tutti i giorni, e va bene lasciarsi andare un po’.

Il cast principale di Necrobarista viene rapidamente introdotto con una serie di interazioni che vedranno al centro Kishan: oltre a Maddy troviamo la bambina genio dal braccio meccanico Ashley, appassionata di robot, wrestling e amante del caffé espresso (che dovrebbe esserle in teoria vietato); il misterioso ex-proprietario del locale Chay e Ned, losco figuro che lavora per il Consiglio della Morte, organizzazione deputata al controllo del bilancio delle “ore” restanti alle anime.

Trattandosi di una visual novel, è sempre molto difficile evitare eventuali spoiler che rovinino la trama per tutti i lettori, quindi mi soffermerò più che altro sulla realizzazione tecnica del prodotto che, pur essendo un indie, è in grado di offrire molto al genere e fungere da vero e proprio trampolino di lancio per superare il solito cliché che vede barre di testo e artwork statici di personaggi che, per quanto belli da vedere, fanno ben poco per trascinare il giocatore nella storia con il giusto ritmo.

Necrobarista si propone come una visual novel in 3D dal taglio spiccatamente ispirato agli anime, sia per quanto riguarda il character design sia per quanto riguarda la regia stessa, con una telecamera che inquadra i modelli tridimensionali seguendo espressioni e movimenti in base alle linee di dialogo, per eliminare quel senso di staticità di cui poc’anzi parlavamo.

La musica d’accompagnamento alterna melodie jazzy ad altre synthwave, giocando molto bene sull’ambientazione tanto da generare quel senso di malinconia nostalgica tanto amata da hipster e wannabe tali che amano passare il proprio tempo in caffetterie facendo finta di lavorare (ndr. not judging, just sayin’). Non potevamo aspettarci di meno se consideriamo che è stata composta dal britannico nominato ai BAFTA (British Academy of Film and Television Arts) Kevin Penkin, che ha precedentemente lavorato al gioco Florence, la serie Made in Abyss e la visual novel Norn9.

Full Coffee Alchemist

Mescolare caffè, morte, resurrezione, alchimia e pratiche di negromanzia è, a mio punto di vista, una ricetta per il successo, a patto che il mix, come direbbe il buon vecchio James Bond, sia “shaken, not stirred”, ovvero le parti siano mescolate in modo indissolubile, creando qualcosa di nuovo e piacevole da consumare.

In questo si può dire che Necrobarista riesca ottimamente, con una storia in grado di attirare subito l’attenzione, grazie a una sapiente narrazione che introduce i vari elementi con la giusta tempistica, dando il tempo al giocatore di metabolizzarli, spingendolo a desiderare di saperne di più senza spiazzarlo. Qui e lì si potranno avvertire anche svariati riferimenti alla pop culture, con omaggi talvolta anche espliciti a film e anime ben consolidati nell’immaginario comune.

Durante i capitoli appariranno a testo delle parole chiave in giallo, su cui è possibile cliccare per avere una breve descrizione tra il serio e il faceto, queste stesse parole appariranno poi in una lista alla fine del capitolo dove dovrete selezionarne un massimo di 7.

A ogni parola corrisponde un simbolo specifico, che scoprirete solo dopo aver confermato la vostra selezione. Prima di procedere verso il capitolo successivo avrete modo di esplorare la caffetteria in una visuale in prima persona per interagire con alcuni elementi d’arredo. In questi casi potrete spendere i simboli precedentemente acquisiti per sbloccare dei “ricordi“, delle storie puramente testuali che esplorano a fondo le interazioni tra gli avventori del locale, anedotti e che forniscono anche qualche dettaglio in più sugli stessi protagonisti.

Necrobarista presenta una mole di testo considerevole anche grazie a queste aggiunte e deve essere quindi approcciato con una certa predisposizione (ndr. se non vi piace leggere, cambiate gioco), a tal proposito, ciò di cui avrebbe sicuramente beneficiato è senz’altro un doppiaggio, almeno per quanto riguarda la narrazione della storia principale, in modo da rendere più incisivi i personaggi e memorabili le interazioni. La mancanza di tracce vocali lascia un po’ delusi ma si può capire come il dispendio di risorse, già limitate, sarebbe stato notevole per implementare anche questo elemento.

A chi consigliamo Necrobarista?

Gli amanti delle storie quirky troveranno sicuramente pane per i propri denti con Necrobarista, un prodotto che gli appassionati di visual novel dovrebbero assicurarsi di provare. Si tratta di un prodotto lineare, piacevole da giocare per rilassarsi un po’ e godersi una storia avvincente, degna degli anime più appassionanti, tuttavia, chi cerca interazioni più profonde con il titolo (come per esempio puzzle ambientali o simili) potrebbe restare deluso. Nell’indecisione, vi consigliamo di provarlo anche alla luce del prezzo contenuto, potrebbe farvi scoprire un intero genere che avete finora sottovalutato.

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