Nexomon: Extinction – Recensione

Nexomon: Extinction è il nuovo titolo sviluppato da Vewo Interactive e pubblicato da Pqube Games per PC, Nintendo Switch, Playstation 4 e Xbox One. Si tratta del sequel di Nexomon, uscito originariamente per dispositivi mobile e approdato nel 2017 su PC.

Provato su PC

Catch ‘em all?

Come si potrebbe facilmente già intuire dal nome, Nexomon è un franchise che si rifà alla fortunata meccanica “catch ‘em all” inaugurata da Pokémon nel 1996, portando poche novità ma svolgendo il compito in modo essenziale e piacevole. Il primo capitolo del gioco, apparso su Android e iOS, offriva un parco mostri costituito da oltre 300 esemplari, con una storia in grado di offrire decine di ore di intrattenimento e questo sequel, che sbarca direttamente su console e PC saltando la piattaforma mobile, è una versione riveduta e corretta, con una nuova storia e soprattutto ben 381 mostri (diversi dai 300 originali!) da catturare.

Il titolo prende il via in medias res, introducendo il vostro avatar (che può essere personalizzato) e lanciandovi subito in una situazione di pericolo per l’intero pianeta, salvo poi fare un passo indietro nel momento del climax e offrire più dettagli sul mondo di gioco. In un’epoca in cui esseri umani e nexomon vivono in una pace apparente, infuria la battaglia tra Tiranni, le più potenti tra queste creature che lottano le une contro le altre per fregiarsi del titolo di Re dei Nexomon, un tempo appartenuto a Omnicron. La leggendaria creatura aveva dato il via a una crociata contro gli esseri umani ma fallì quando alcuni eroi tra questi vi si opposero, ponendo fine al suo regno di terrore.

La pace che si sarebbe dovuta instaurare però non arrivò mai e in questo mondo muoverete i vostri passi, partendo dall’orfanotrofio dove siete cresciuti per diventare una leggendra tra i Domatori.

Tiranni e Domatori

A differenza dei titoli della serie Pokémon il gioco ha subito un’impostazione più epica per quanto concerne la storia, un bel cambio di marcia che rimuove la classica progressione dettata dall’acquisizione di medaglie dai capopalestra fino a raggiungere gli ormai stantii Superquattro, offrendo una sensazione di pericolo incombente rappresentato dalla comparsa dei Tiranni in giro per il mondo. Lo scopo del gioco non è riempire il database con tutti i mostri possibili (sebbene sia una valida opzione, volendo) ma piuttosto scoprire cosa sta accadendo e perché alcuni Domatori sembrano opporsi al volere della Gilda.

Nel viaggio sarete accompagnati dalla spalla comica Coco, un gatto parlante che spesso e volentieri sarà fonte di divertimento grazie alle sue battute ironiche che sfondano la quarta parete, con frecciatine volte non solo al gioco in sé, scherzando sul budget del titolo per esempio, ma senza risparmiare colpi bassi al genere intero che, per dirne una, vi vede entrare in casa di sconosciuti senza che questi battano ciglio.

La scelta della creatura iniziale è molto più varia rispetto al famoso concorrente, un notevole passo in avanti: non tre mostriciattoli ben ben nove, ognuno afferente a un diverso elemento. Non consigliamo di perder troppo tempo a pensarci poiché tutte le creature saranno catturabili nel gioco (addio versioni doppie e triple dello stesso gioco!), scegliete dunque quella che più vi aggrada esteticamente e date il via alle danze!

I mostri sono suddivisi non solo per elementi (in questo caso non troviamo alcuna invenzione particolare ma i classici fuoco, erba, vento, elettro, acqua, roccia, psichico, fantasma, neutro, ognuno efficace su uno o più elementi proprio come la tradizione insegna) ma anche per la loro rarità. Si parte da Comune, Non Comune e Raro per arrivare poi a Super Raro, Mega Raro e così via. Se in Nexomon questa divisone dettava sostanzialmente anche la potenza stessa del mostro, con una progressione di statistiche migliore qualora la rarità fosse maggiore, in questo sequel non è sempre vero. Un dettaglio che permette di scegliere il proprio “mon” preferito anche in base all’aspetto.

Nel combattimento abbiamo poche differenze e i sei membri della propria squadra potranno contare su quattro tecniche, l’unico elemento che cambia in questo caso è l’assenza di un numero minimo di attacchi per ogni mossa. Rimossi dunque i PP al loro posto troviamo una sorta di barra SP chiamata Resistenza, le tecniche consumano di volta in volta un tot di “Res” e, una volta esaurita, il mostro perderà un turno perché “stanco”, riacquistandone 10 e rendendolo operativo nel turno successivo. Se il sistema è leggermente diverso, la sostanza non cambia e non potrete quindi utilizzare solo le tecniche più forti ma dovrete avvalarvi di un moveset variegato per riuscire a sconfiggere gli avversari.

Lancia la tua…Nexotrappola!?

Addentrandoci nelle meccaniche di cattura, i Nexomon possono essere imprigionati in apparecchi triangolari chiamate NexoTrappole, come sempre previo indebolimento. A rendere più complessa l’operazione sono però alcune barre aggiuntive come quella della sazietà, un mostro sarà infatti più facile da catturare se sazio e potrete investire un turno per offrirgli delle cibarie di cui va ghiotto, acquistabili presso i negozi del gioco. Quando lancerete finalmente la vostra NexoTrappola inizierà un evento QTE dove dovrete premere in sequenza i tasti frontali del pad in un tempo limite, ma attenzione perché sbagliare anche un solo evento riduce di molto la possibilità di cattura. Inizialmente il sistema è divertente e originale ma immancabilmente perde ben presto di appeal poiché i mostri sono davvero numerosi e catturarli tutti con tale meccanica può iniziare a risultare tedioso.

Il design delle creature potrebbe talvolta far alzare qualche sopracciglio, portando a giurare sulla tomba dei propri cari estinti di averli già visti “altrove”, ma siamo anche consci della difficoltà nel riuscire a creare qualcosa di mai visto quando esistono migliaia di “pocket monsters” da oltre 30 anni a questa parte. Sono comunque apprezzabili la qualità globale e l’impegno profuso nella gestione di un così grande numero di Nexomon catturabili.

L’avventura offrirà svariate decine di ore ma presentando talvolta degli ostacoli legati al mero numeretto vicino al nome dei propri Nexomon, che costringeranno a un po’ di grinding selvaggio nell’erba o presso i domatori. Ad allungare un po’ il tutto troviamo infine diverse quest secondarie offerte dai vari NPC, nulla di particolarmente complesso e legate perlopiù all’acquisizione di oggetti.

A chi consigliamo Nexomon: Extinction?

Se non ne potete più di Pokémon o viceversa, li avete ormai giocati tutti ad nauseam e volete qualcosa di leggermente differente, ben consci però che non reinventi assolutamente nulla, Nexomon: Extinction potrebbe rappresentare il gioco adatto allo scopo. Si differenzia comunque davvero troppo poco rispetto ai primi titoli della serie Pokémon e la sensazione di deja vu che avvertirete qui e lì vi farà perdere un po’ di immersione, tuttavia, se consideriamo la longevità e il costo, non ci si può davvero lamentare di questa operazione “nostalgia”.

+ 381 mostri da catturare– Poche innovazioni rispetto ai classici della concorrenza
+ Storia dal tono epico che si discosta da quella del più famoso franchise Nintendo– Sistema di cattura QTE che alla lunga può stancare
+ Non si prende sul serio e ha un umorismo calzante

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