The Princess Guide – Recensione

The Princess Guide è un titolo action RPG con una spolverata di componente strategica, sviluppato dalla software house giapponese Nippon Ichi. L’uscita del gioco è prevista per il 29 marzo per quanto riguarda il territorio europeo, disponibile su console Playstation 4 e Nintendo Switch.


Provato su Nintendo Switch

Pro Contro
+ Combattimenti veloci – Tutorial poco esplicativi
+ Principesse fortemente
caratterizzate e con dialoghi divertenti
– Poca varietà di dungeon
+ Interfacce estremamente curate – Menu poco intuitivi

CHOOSE YOUR DESTINY

The Princess Guide è ambientato nelle Relic Islands, territori che necessitano urgentemente di una leadership forte che riesca a riportarli agli antichi fasti. Qui entrate in gioco voi, guerriero di fama leggendaria che si tramuterà in istruttore e dovrà scegliere una delle quattro principesse a capo dei diversi territori: il verdeggiante e agricolo Regno di Alixon, la tirannica e controversa gilda Rusty Magic, l’innovativa e capitalista Coalizione di Scambio Mercantile e, infine, il tranquillo e pacifico North Kamara Clan. Il vostro ruolo, in quanto istruttore (o istruttrice) di una delle quattro prescelte, è quello di allenarla e guidarla al meglio per far sì che possa compiere il proprio destino (spesso un destino ridicolo, pur sempre di destino parliamo…)

La vostra scelta potrà ricadere su Liliartie, principessa del regno di Alixon, votata al combattimento e particolarmente ghiotta di carne; Veronica, enfant prodige della più potente gilda del continente, arrogante e dal carisma ineguagliabile ha come obiettivo la conquista del mondo intero; Monomaria, duchessa della famiglia Yudaira della coalizione mercantile, il suo scopo è quello di ricostituire il buon nome del suo casato caduto in disgrazia; infine Alpana, 64esima discendente di sacerdoti drago che professano il verbo del culto di Nord Kamara, il suo scopo è l’armonia tra tutte le razze e unificare spiritualmente il continente. Una volta sceltane una, però, il gioco non vi precluderà le altre principesse, infatti, avanzando con la trama avrete accesso anche alle restanti tre, scegliete quindi senza preoccuparvi eccessivamente e godetevi le storyline di ognuna di esse.

Il vostro scopo è quello di sviluppare il potenziale nascosto delle principesse.

Molto interessante la fase iniziale di personalizzazione dell’istruttore, che, oltre a permettere la scelta del sesso offre anche alcuni elementi aggiuntivi come l’aspetto fisico, la voce e la personalità (tra cui spicca anche quella di pervertito, casualità? Non credo), un tocco in più in grado di offrire un minimo di customizzazione che non guasta mai.

The Princess Guide colpisce subito per la cura dei modelli dei personaggi durante i dialoghi, con un’interfaccia studiata e che non risulta mai noiosa, avvicinandosi quindi a dei canoni estetici che molti sviluppatori giapponesi stanno adottando negli ultimi tempi con chatbox e menu asimmetrici.

Lo stile però cambia notevolmente in combattimento dove i dungeon sembrano un po’ tutti simili e non riescono a trasmettere la stessa sensazione di cura dell’aspetto puramente narrativo. Abituato alla pixel art, gli sprite eccessivamente puliti dei personaggi a schermo mi hanno spiazzato, dandomi l’impressione di trovarmi di fronte a un gioco mobile realizzato in fretta e furia. Dal mio punto di vista si poteva fare qualcosa di più sotto questo aspetto, soprattutto se li paragoniamo a quelli di un altro titolo NIS, Disgaea, dove, sebbene abbiano una pulizia simile, sono leggermente più proporzionati e belli da vedere in movimento (il super deformed dovrebbe essere abolito per legge).


GAMEPLAY

The Princess Guide è un action RPG, pertanto la meccanica principale del gioco è quella di combattere mostri in tempo reale all’interno di dungeon, anche se questi ultimi sono di dimensioni contenute, ma ci arriveremo. Per farlo avrete a disposizione uno o più personaggi che svolgono il ruolo di comandanti, ognuno con tre unità di supporto che lo seguiranno negli spostamenti. Questi cosiddetti personaggi “comandante” sono principalmente il vostro istruttore e le principesse, anche se potrete reclutare dei mercenari per aiutarvi a gestire le missioni e i nemici sulla mappa.

Comandanti mercenari reclutabili, appartenenti a quattro classi differenti.

Prima di parlare del combattimento, però, è necessario fare un passo indietro e analizzare gli spostamenti sulla mappa. Il gioco, dopo il tutorial, vi lancerà infatti su di essa, dove sarà visibile la vostra base, una specie di castello da dove gestirete tutti gli aspetti principali e da dove partiranno i comandanti. Gli altri luoghi indicati sulla mappa, a dispetto di quello che potreste pensare, non sono visitabili ma dovrete semplicemente recarvi su quelli indicati dalle diciture “Mission”, “Sidemission”, “Battle” e “Training” per avviare missioni principali, di allenamento o secondarie. Queste si riconoscono facilmente poiché alla loro apparizione verrete avvertiti e, ogni luogo importante, avrà un bel cerchio giallo con scritto chiaramente di cosa si tratta, a prova di deficiente proprio.

Scegliendo il comando “Dispatch” dalla vostra base potrete selezionare il comandante da inviare in missione (potrete averne un massimo di cinque in giro sulla mappa insieme). Mentre questi si muoverà tutto allegro sulla mappa (consumando un valore chiamato AP, ovvero action points, al termine del quale il comandante tornerà automaticamente alla base e dovrete attendere un intervallo di tempo prima di poterlo riutilizzare), cercando di raggiungere il luogo in cui si svolgerà la missione, potrebbe incappare nei mostri che si aggirano sul territorio, indicati dalle pedine rosse.

Quando li intercetterete inizierà un combattimento: se si tratta di incontri casuali dovrete affrontarli in aree generalmente ridotte, mentre invece, quando si tratta di nemici relativi a una missione, dovrete affrontare un piccolo dungeon. Durante queste sessioni controllerete movimento e attacchi del vostro comandante in tempo reale, mentre per quanto riguarda le tre unità di supporto (selezionabili e modificabili man mano che proseguite nella storia), vi seguiranno automaticamente e potranno attaccare i nemici qualora premiate l’apposito pulsante. Si tratta comunque di una risorsa limitata e da usare strategicamente poiché ognuna delle unità ha solitamente da 2 a 4 attacchi disponibili, dopodiché dovrete attendere di finire la battaglia o il dungeon prima che vengano ricaricati. Un elemento strategico che nella mente degli sviluppatori dovrebbe introdurre profondità ma in realtà non fa altro che generare una confusione terrificante a schermo, soprattutto nelle sezioni avanzate di gioco.

Abilità delle unità ausiliarie in azione.

Dungeon e battaglie si svolgono molto velocemente (d’altronde avete anche un timer che potete vedere in alto al centro dello schermo che vi ricorda di muovere il culo), un fattore positivo per tutti quelli che hanno poco tempo per giocare e vogliono un’esperienza mordi e fuggi, tuttavia, il sistema sembra non solo inutilmente caotico, con attacchi superflui che difficilmente userete o vi ricorderete persino di avere, ma può venire facilmente a noia data la ripetitività degli sprite dei nemici, che iniziano a differenziarsi solo dopo almeno 8 ore di gioco. La varietà, d’altronde, non sembra essere il punto forte del titolo e persino le mappe dei dungeon sembrano tutte uguali.

Forse gli sviluppatori, ben consci di ciò, hanno aggiunto un’altra meccanica che potrebbe dare un pizzico di brio: le Relics.
In ogni dungeon troverete infatti queste Relics, delle trappole che faranno di tutto per ferirvi, bloccarvi e danneggiarvi, da statue giganti la cui scure si abbatterà improvvisamente su di voi a pavimenti con punte perforanti fino a testi di magia che vi lanceranno addosso incantesimi distruttivi. Questi oggetti sono chiaramente visibili a schermo (e indicati anche sulla minimappa), potrete quindi semplicemente avvicinarvi, premere il tasto A, e disinnescare queste trappole, acquisendo il privilegio di poterle usare voi contro i nemici.
Se pensate che il gioco possa essere più interessante così, non avete tutti i torti. Alla trentesima missione, invece di attaccare nel vecchio e vituperato stile del “button mashing”, potreste optare per attirare i nemici verso una trappola sputafuoco e deprivarli della maggior parte dei loro punti vita. Quando raggiungerete l’ultimo arco narrativo le trappole saranno preziose per abbattere i numerosi nemici a schermo e utilizzarle diventa davvero molto divertente.

Tutto in The Princess Guide sembra però realizzato a metà, anche il Guidance System, che dovrebbe essere in realtà il punto forte del gioco. Sia in battaglia, sia durante le storie, avrete la possibilità di scegliere tra “Praise” e “Scold“, loda e sgrida per chi avesse ancora problemi con l’inglese e non ne vuole sapere proprio niente di imparare la lingua di Albione (avete tutto il mio disprezzo!).

Lodare o sgridare? Questo è il dilemma!

In battaglia, lodare la principessa le permetterà di guarire o aumentare la sua velocità di movimento mentre sgridarla ha vari effetti tra cui l’aumento per un breve periodo dei suoi valori di attacco . Molto più interessante è invece il funzionamento della meccanica al di fuori del combattimento. Durante il naturale svolgimento della storia, le principesse si comporteranno in accordo alla loro personalità (per esempio divorando carne di drago senza alcun ritegno, cercando di convertire con la forza le truppe nemiche o anche tramutare tutti i propri sottoposti in rane) e di tanto in tanto avrete la possibilità di lodarle o sgridarle, in questi momenti la vostra scelta influenzerà l’evolversi della storia modificando anche il carattere delle principesse. Anche in questo caso, però, non è sempre ben chiaro cosa stiate lodando o sgridando, rendendo la scelta un po’ enigmatica.

Una quantità immensa di menu
L’amore viscerale per l’organizzazione certosina, tipica dei giapponesi, trascende l’umana comprensione. In The Princess Guide i menù sono tutto e prima imparerete a navigarli e meglio riuscirete a giocare. Non si rivelano sempre intelleggibili e il gioco non fa del suo meglio per insegnarvi tutto ciò che c’è da sapere ma per vostra fortuna ci siamo qui noi.

Come potete vedere dallo screen in alto, il menu che vi troverete davanti quando accedete alla base vi offre varie opzioni tra cui: lasciare la base (non bastava un pulsante, no eh? Bisognava proprio metterci una voce apposita), allenare la principessa, gestione della squadra, workshop, campi di allenamento e l’immancabile system, per caricare, salvare e cancellare i dati.

Tra tutti questi il più interessante è sicuramente il Princess Training, selezionandolo si aprirà un altro menu con altrettante voci inizialmente incomprensibili dove dovrete farvi faticosamente strada in una ulteriore meccanica (pensavate fosse finita? Ahahah) legata alle “materia” (no, non quelle di Final Fantasy 7).

Le “materia” si ottengono in vari modi: interagendo con le Relics, sconfiggendo nemici o anche recandosi su determinati luoghi sulla mappa. Possono essere assegnate alla principessa nel menu Materia List, dove potrete assegnarne due contemporaneamente. Ogni materia ha un effetto diverso, possono incrementare una statistica, insegnare nuove skill o anche dare accesso a nuove missioni ma prima di poterle apprendere (esclusivamente mentre siete alla base) dovrete eseguire abbastanza azioni in gioco come combattere o lodare e sgridare le principesse. Un sistema che definire complicato sarebbe senz’altro riduttivo e che avrebbe sicuramente beneficiato di qualche semplificazione, anche perché si tratta di un gioco che in combattimento si muove abbastanza veloce, perdersi dunque nei menu dopo le missioni smorza l’entusiasmo.

Oltre all’allenamento della principessa non dovrete trascurare quello del vostro istruttore, non saprete mai quando potrete avere bisogno del suo prezioso aiuto. In Training Grounds, potrete potenziare le sue statistiche in base a quante materia avete insegnato alle principesse.

Scegliere attentamente è inutile in questo caso, potrete resettare i punti assegnati mentre siete alla base.

Come se non fosse abbastanza, potrete anche equipaggiare armi che troverete nei dungeon e, per la gioia di chi non può fare al meno del crafting, potenziarle nell’apposito menu! (se odiate il crafting non vi suicidate e continuate a leggere)
Grazie a qualche esotica divinità, che ha deciso di illuminare la mente degli sviluppatori, questo sistema è decisamente semplice e non dovrete andarvene in giro per il mondo a farmare chissà quali ingredienti per il potenziamento, basteranno i soldi, l’arma e le materia che acquisirete giocando normalmente.

Aaaah, come catalogare dunque The Princess Guide alla luce di un sistema di gestione intricato, combattimenti divertenti ma che potrebbero ben presto venire a noia per la ripetitività oltre che una soundtrack con qualche accenno interessante, un paio di brani divertenti, ma piagata anche qui da una mancanza di coesione e varietà?

Beh, al netto dei difetti, bisogna comunque considerare che la disponibilità economica di una software house come Nippon Ichi non è delle più elevate, aspettarsi quindi un titolo perfetto sotto tutti i punti di vista è chiaramente utopico. Sicuramente si tratta di un prodotto che ha osato, cercare di andare oltre i canoni videoludici non è semplice, tuttavia, se c’è una compagnia che cerca di sperimentare e proporre nuovi sistemi di gioco in ogni suo titolo, quella è proprio Nippon Ichi Software.
Se da un lato, quindi, non è possibile promuovere The Princess Guide a pieni voti, abbiamo apprezzato la voglia di innovare di NIS.

Il gioco ha comunque una direzione artistica notevole, con interfacce curate e intriganti (si, persino i menu sono almeno belli da vedere), i modelli dei personaggi durante i dialoghi sono deliziosi e, sebbene ci sia qualche ballonzolamento di troppo fine a sé stesso, le principesse sono ben caratterizzate e riescono a convincere. Ne risulta quindi divertente seguire le vicende che non hanno una presunzione di epicità ma sono costellate da momenti di ilarità che vi strapperanno qualche sorriso. Chi sta cercando un titolo con un forte impianto narrativo potrebbe restare deluso ma, se non vi dispiace di tanto in tanto una produzione dichiaratamente ironica, potreste optare senza troppi rimpianti per The Princess Guide.

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