Street Fighter 6, l’ultima iterazione del popolarissimo franchise Capcom, è ora disponibile su PC tramite Steam, PlayStation 5 e Xbox Series. L’abbiamo provato per voi e tutto ciò che possiamo dire in questa sede è: il re dei picchiaduro è tornato. E non ce n’è per nessuno. Bando alle ciance, nella nostra recensione di Street Fighter 6 esploriamo tutto ciò che il gioco ha da offrire.
Provato su PC e PS5
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Fight to the beat
Street Fighter è una serie talmente iconica e popolare da aver rotto qualsiasi diga. Anche chi non ha mai seguito il gaming in tutte le sue minuzie conosce i due volti del franchise, Ryu e Ken. Se Street Fighter II è stato a lungo una pietra miliare, però, le successive iterazioni come Street Fighter III, 4 e il quinto capitolo (che abbiamo recensito nella sua versione Champion Edition) hanno parlato sempre più alla propria nicchia.
Quella cerchia di appassionati che non hanno mai smesso di giocare picchiaduro e hanno sempre tenuto in gran conto Street Fighter. Il sesto capitolo ha capovolto questa mentalità, cercando di parlare a un pubblico quanto più ampio possibile, intraprendendo in un certo senso la strada di Mortal Kombat. L’innegabile successo di Street Fighter 6 a poco più di una settimana dalla data di lancio ufficiale, con oltre 1 milione di copie vendute, parla chiaro. Il re dei picchiaduro è tornato e ha tutta l’intenzione di restare in vetta.
Per fare un paragone, è praticamente quanto l’ottimo ed eccellente Guilty Gear Strive ha venduto in circa tre mesi sul mercato. Tali numeri, quindi, sono destinati a salire ulteriormente, cementificando ancora una volta la posizione di Capcom nell’Olimpo degli sviluppatori.
È miracoloso quanto un po’ di marketing mirato e degli elementi di gameplay ben studiati possano spingere un titolo nel “mainstream”. Chi ricorderà il lancio di Street Fighter V riuscirà immediatamente a vedere la differenza. In quel caso, infatti, il gioco arrivò in esclusiva su PlayStation con modalità ridotte all’osso, soprattutto per quanto concerne il single play. Dopo anni SFV è riuscito, in parte, a redimersi, ma è innegabile quanto fosse acerbo e parlasse esclusivamente al mondo della FGC, fatto di tornei e match online.
Tour mondiale
Capcom, memore degli errori, ha insistito fin da subito sulla modalità World Tour. I giocatori possono creare un avatar virtuale (con una vasta gamma di strumenti per la personalizzazione) e lanciarsi tra le strade di Metro City per incontrare mentori, apprendere tecniche, salire di livello, completare quest principali e side-quest proprio come si trattasse di un RPG a tema. Una caratteristica, questa, che è riuscita ad attirare gli amanti delle modalità single player.
Da appassionato di picchiaduro e nello specifico delle modalità di scontro online, il World Tour non mi aveva particolarmente intrigato. Tuttavia, dopo aver provato a fondo la modalità non posso far altro che congratularmi con gli sviluppatori. Questo perché riesce ad attirare un pubblico generalista che snobberebbe altrimenti il titolo. Il proprio personaggio avrà modo di incontrare tutti i protagonisti di Street Figther e Final Fight, muovendosi nella finalmente esplorabile Metro City (e anche qualche location extra).
L’avanzamento di livello e l’uso di equipaggiamento per rendere il proprio avatar più forte è confinato, naturalmente, a questa modalità. Tutti coloro che vogliono menar cazzotti online possono farlo con i personaggi classici e new entry del roster davvero apprezzate. Ciò che è trasversale, però, è il nuovo sistema di comandi, definito Moderno, che affianca quello Classico.
Modernità e classicismo
Pensato precisamente per i neofiti, Capcom ha introdotto il sistema di comandi “Moderno”. Sebbene i purisiti possano trovarli “osceni” nella loro semplicità, rendono più semplice l’approccio per chi si avvicina ai picchiaduro per la prima volta. Abbassando così un po’ la barriera che fungeva da ostacolo quasi insormontabile e permettendo a tutti di divertirsi. Chiaramente, per chi fosse abituato al sistema di controlli Classico può impostarlo in qualsiasi momento.
È senz’altro strana la decisione di impostare i controlli Moderni come default fin dall’inizio, ma probabilmente è un approccio voluto per evitare troppi grattacapi ai novizi. In sostanza è comunque encomiabile che la possibilità di scegliere esista e che possa essere esercitata in qualsiasi momento.
Collisione di tre universi
Potremmo definire il gioco come suddiviso in tre macro-categorie. La prima è il già citato World Tour, una perfetta modalità single player dalla durata di oltre 20 ore, ricca di eventi da completare e sfide da portare a termine.
La seconda è il Battle Hub, luogo d’incontro per tutti i giocatori. A questo vi si accede con il proprio avatar, creado nel World Tour. Nel Battle Hub sono presenti i classici cabinati attraverso i quali sfidare tutti gli altri giocatori all’interno del server. Una modalità dove si trovano anche altre attività extra, come per esempio il retrogaming (è possibile giocare al primissimo Street Fighter, Final Fight e molti altri), ma anche le divertenti Battaglie Estreme insieme ad altri giocatori o semplicemente conoscere nuovi combattenti comunicando con la chat integrata.
La terza e ultima categoria è il Fighting Ground. Qui è possibile trovare tutte le modalità classiche di Street Fighter, dall’Arcade con le storie dei personaggi, le modalità versus e l’immancabile e inossidabile Allenamento. Quest’ultimo consente di affinare le tecniche e apprendere tutto ciò che il gameplay ha da offrire.
Ho trovato molto utile la nuova presentazione dei frame data, con una barra che mostra chiaramente i frame di attivazione di ogni pulsante, l’eventuale vantaggio o svantaggio di ognuno di essi e così via. Anche chi vuole apprendere a giocare meglio potrà finalmente farlo usando tutti gli strumenti offerti senza dover contare su risorse esterne. Inoltre, parliamoci chiaro, la visione dei frame data in Street Fighter V non era altrettanto chiara, pertanto si tratta di un innegabile passo in avanti.
Drive System
Street Fighter ha sempre tentato di innovarsi, tenendo alto il grado di freschezza senza stranire i giocatori abituati a determinate meccaniche. Se Street Fighter V prevedeva il V-Trigger, poi modificato a più riprese e ampliato in modo da garantire una profondità di gioco che al lancio non aveva, Street Fighter 6 introduce il Drive System. Questo va a sostituire in toto quella modalità, con funzioni già ben differenziate in questa fase iniziale del prodotto.
Il sistema si struttura in diverse opzioni, difensive e offensive, messe a disposizione del giocatore tramite la barra Drive, situata proprio al di sotto di quella dell’energia. Usando parte di questa barra si possono attivare il Drive Impact, Drive Parry, Drive Rush, Drive Reversal e mosse Overdrive, versioni potenziate di quelle speciali.
Non basta la recensione di Street Fighter 6 per parlare nello specifico di ognuna di queste funzioni che meriterebbero un saggio a parte, data la loro estrema profondità e le loro numerose applicazioni. Se il Drive Impact è una tecnica statica che permette di uscire da situazioni spinose e al tempo stesso ottenere un vantaggio tattico, quella più interessante resta il Drive Rush. Questa prevede uno scatto in avanti che può potenzialmente allungare le stringhe di combo, dando una vastità di opzioni e di approcci tale da stimolare la creatività di tutti i giocatori.
Cosa non convince?
Alla luce di una presentazione davvero inattaccabile, ha comunque qualche piccolo elemento potenzialmente migliorabile. Per esempio, in fase di recensione di Street Fighter 6 ho notato che la gestione dei menu è estremamente confusionaria. Presenta tre diversi sotto-menu che rendono la ricerca di impostazioni specifiche un piccolo inferno digitale. Si tratta di uno dei pochi punti a sfavore che ho avuto modo di percepire nelle mie oltre 25 ore di gioco. Sotto tutti gli altri punti di vista, Street Fighter 6 ha superato ampiamente ogni mia più rosea aspettativa.
Ecco, avrei evitato di utilizzare Luke come frontman del gioco, ma questo, in fin dei conti, è solo un rant personale sul personaggio che trovo poco entusiasmante.
A chi consigliamo Street Fighter 6?
In sostanza, lo consiglio praticamente a tutti. Fan e non fan. Addetti ai lavori e non. Novizi alle prime armi ed esperti. Street Fighter 6 è un’esperienza videoludica eccellente, con tantissime modalità adatte a ogni tipologia di giocatore.
Se avete anche un solo barlume di interesse per i picchiaduro, è un acquisto davvero imprescindibile. Per concludere, il comparto online si è rivelato sempre eccellente, persino quando connessi a server asiatici. L’esperienza di gioco con persone all’altro capo del pianeta è stata sufficientemente fluida grazie al, finalmente, ottimo netcode implementato.