Front Mission 1st Remake – la recensione

front mission 1st remake copertina

Chi si ricorda di Front Mission? Ok, balle di fieno che rotolano a parte, qualcuno dovrà pur avere giocato almeno a un episodio della saga strategica di Squaresoft, con protagonisti giganti robottoni! Niente? Beh, effettivamente la saga non ha avuto proprio un gran successo in occidente, forse per la presenza del wargame Battletech o forse perché gli RPG strategici di stampo giapano, hanno cominciato ad attecchire qui da noi solo dopo il glorioso Final Fantasy Tactics.

Se siete stati tra le pochissime persone non-giapponesi a giocare (e magari apprezzare) i Front Mission, allora sarete felici di sapere che il primo capitolo della saga, uscito nell’ormai preistorico 1995 per Super Famicom (Super Nintendo per noi non-giapponesi) è stato ora riproposto su Nintendo Switch dalla software house Forever Entertainment, parliamo di Front Mission 1st Remake.

E forse sarete ancora più felici di leggere la recensione, o magari di leggere il voto alla fine… scherzone! Noi non diamo voti, perché siamo dei poveri pazzi che credono ancora nel potere della lettura!

Provato su Nintendo Switch

switch
single player

Wa”n”zer con Bashir

In tutta onestà, devo dire di aver provato timidamente il primo Front Mission nel lontanissimo 2001, grazie al glorioso emulatore ZSNES. Quindi, non posso certo dire di essere un fan sfegatato della serie, ma quando si parla di robottoni, mi esalto come ogni gonzo cresciuto negli anni ’80. Se vogliamo poi fare proprio i pignoli, questo non è il remake di Front Mission, bensì il remake del porting uscito nel 2003 per la PSX, chiamato appunto Front Mission 1st e che includeva una nuova campagna.

Però, chiariamo subito una cosa: in Front Mission i robot non sono semi-divinità biomeccaniche che combattono contro orrori cosmici e tizi con una faccia al posto dell’ombelico. Nel titolo di Squaresoft si segue la filosofia gundamiana, con i robot che non sono altro che macchine da guerra, usate in violenti scontri tra fazioni.

Questi robot chiamati Wanzer – perché troppo magri per esser dei Panzer -, si trovano al centro del conflitto tra l’OCU (Oceania Cooperative Union) e l’UCS (Unified Continental States), due superpotenze fittizie che nel 2090 decidono di farsi guerra. E la guerra è merda, non ci sono vincitori, ma solo vittime. Ecco riassunta la filosofia dietro alla trama di Front Mission, una trama che potremo vivere da entrambi i punti di vista, scegliendo tra due campagne.

La prima, quella per principianti, vede come protagonista il capitano Royd Clive. Il povero Royd, dopo aver visto la sua fidanzata trucidata da un Wanzer nero, si ritrova a combattere per pochi spicci in una fetida arena sull’isola di Huffman, teatro delle vicende guerresche del titolo.

Questo fin quando non viene ingaggiato da una squadra di mercenari, alla quale si unisce per ritrovare il maledettissimo figlio di puttana che ha fatto fuori la sua amata. La narrativa del titolo si delinea attraverso i dialoghi dei vari personaggi che incontreremo e che potremo anche reclutare nella nostra squadra.

Non vi faccio spoiler, ma nonostante il modo minimale in cui viene raccontata, la storia e l’ambientazione di Front Mission 1st riescono ancora a risultare affascinanti. Insomma, quello di Front Mission era il periodo in cui i giapponesi non si erano ancora rincoglioniti e sapevano scrivere storie senza ricorrere alle lolite con le orecchie da gatto e al potere dell’amicizia.

‘A Missione mia, sta in Fronte a te

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Ora, il gameplay di Front Mission 1st Remake è rimasto del tutto invariato rispetto alla versione originale, se non qualche scelta QOL per rendere il tutto un filo più fruibile. Fondamentalmente, prima di ogni battaglia potremmo visitare un Hub dove potenziare i mech acquistando nuove parti, partecipare a combattimenti nell’arena e parlare con vari loschi individui al bar. L’esplorazione degli hub avviene tramite schermate fisse e scelte testuali, quindi non aspettatevi di poter girare per le città nei panni di Royd.

Le cose sono rimaste invariate negli hub, così come quando si combatte. Alla Forever Entertainment avranno pensato di non alterare la formula originale, forse per non incorrere nelle ire dei vari nerd, il quale unico scopo nella vita è vivere male. Oppure non so, forse hanno pensato che un gameplay di uno strategico per console uscito nel 1995 potesse andare ancora bene nel 2022. Non ne ho idea, sparo cazzate a random così tanto per. Cosa vuol dire? Vuol dire che Front Mission 1st Remake è uno strategico giapponese vecchia scuola, dove la strategia in realtà è ridotta all’osso.

Com’era un tempo, così è oggi: i mech possono solo muoversi e attaccare, non ci sono strategie di copertura o altre tattiche per rendere il gameplay più avvincente. Tutto ciò che potete fare quindi è avvicinarvi ai Wanzer nemici, decidere con quale arma attaccare e sperare che il dio del RNG sia dalla vostra parte. A ogni attacco risponderà un contrattacco, tranne a quelli eseguiti dalla distanza con i missili. Nel caso siano i vostri Wanzer a subire un attacco, potrete decidere se difendervi o se contrattaccare, in modo da evitare danni, oppure decidere di sacrificarvi per provare ad arrecarne di aggiuntivi al Wanzer nemico.

Il gioco concede la possibilità di attaccare le parti del corpo dei Wanzer, ovvero torso, braccia e gambe. Distruggendo le gambe di un nemico, si limiterà la sua mobilità, mentre privandolo delle braccia lo si renderà praticamente innocuo, perché non potrà più attaccare. Ovviamente questo può succedere anche ai vostri Wanzer, ma basterà usare oggetti “curativi” sulla parte danneggiata per farla tornare come nuova, prima però che venga distrutta del tutto.

Il problema è che spesso molti colpi andranno a vuoto, nonostante la percentuale di successo sia alta. Questo porta a combattimenti un filo estenuanti e ripetitivi. Non posso quindi dire che il titolo sia invecchiato bene in termini di gameplay e dare almeno la possibilità di vedere la gittata degli attacchi con i lanciamissili, o magari velocizzare un tantino gli scontri, almeno quelli iniziali, sarebbero state modifiche ben accette.

Detto questo, devo dire che la casualità a volte può dare quel giusto filo di tensione ai combattimenti. Dà soddisfazione vedere uno dei nostri Wanzer (magari pilotato da un personaggio al quale teniamo), ormai gambizzato e con un solo braccio, resistere ai colpi nemici, per poi devastarli con dei cazzottoni o manganellate. E poi, anche se perdete una missione, potrete riprovarla tranquillamente. E se vi muore un pilota? Nessun problema, tornerà bello, sorridente e pronto all’azione in quella successiva!

Did you Miss-ion me?

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La progressione delle missioni è rimasta invariata, con situazioni sempre più difficili man mano che prosegue la storia. Ci troveremo a dover scortare un convoglio, distruggere un particolare mech o sopravvivere ad attacchi da parte di svariati nemici.

La parte strategica “vecchia scuola” porta quindi a giocare d’anticipo, ovvero comprando parti e armi nuove per i vostri Wanzer. Le configurazioni ottenibili sono davvero tantissime, sebbene ai fini del gioco è sempre meglio avere Wanzer bilanciati tra resistenza e movimento, con armi devastanti montate in ogni pertugio!

Nonostante tutto, Front Mission 1st Remake trova comunque il suo spazio nella dimensione portable di Nintendo Switch, dove questo tipo di strategici giappi vecchia scuola possono risultare comunque piacevoli.  

Passando alla parte grafica, Front Mission 1st Remake si trasforma dall’affascinante 2D del 1995 in un 3D un po’ generico. Non dico che sia stato fatto un brutto lavoro, solo un po’… pigro! Gli scenari delle missioni sono stati ricostruiti in 3D, così come i Wanzer, sebbene ci siano ancora dei dettagli persi nel tempo.

Ad esempio, non è possibile vedere le armi dei Wanzer sulla mappa tattica, queste infatti saranno visibili solo durante le animazioni dei combattimenti, animazioni che personalmente non definirei esaltanti. La cosa più strana sono i disegni dei personaggi, creati da Yoshitaka Amano, ai quali è stato applicato un filtro grafico plasticoso, decisamente strambo da vedere.  

Ovviamente, capisco che Front Mission è una serie di nicchia e quindi i fondi per questo remake sono stati probabilmente limitati, ma forse era meglio rivisitare il vecchio 2D, piuttosto che trasformare il tutto in questo 3D poco ispirato. Proprio per gli amanti della pixel grafica, Forever Entertainment dà almeno la possibilità di giocare il titolo nella versione originale.

A chi consigliamo Front Mission 1st Remake?

Che dire? Ci troviamo di fronte ad un remake un filo pigro. Una svecchiata al gameplay non avrebbe guastato (magari come avvenuto con Tactics Ogre: Reborn), perché diciamoci la verità: potranno pure piacere, ma gli strategici a turni giapponesi di vecchio stampo erano già superati all’epoca da molti titoli su PC, figuriamoci adesso che le cose si sono evolute ulteriormente!

A parere di chi scrive, un remake non deve solo compiacere i superfan sfegatati, ma anche cercare di avvicinare nuovo pubblico, specialmente quando si parla di una serie non proprio famosissima come Front Mission. Così sembra quasi un compitino, senza arte ne parte che va solo a dare qualche ritocco alla grafica, rendendola tra l’altro meno affascinante. Il tutto poi viene venduto al prezzo di 34,99, giustificato forse solo dalle due campagne che rendono il titolo abbastanza longevo.

Se avete giocato e amato i Front Mission, allora questo remake su Nintendo Switch vi rispedirà indietro nel tempo e vi metterà al comando dei vostri amati Wanzer. Ve lo posso consigliare, ma attenti all’effetto nostalgia perché il gameplay del titolo, lasciato invariato, non è invecchiato proprio benissimo. E se amate gli strategici e soprattutto i robottazzi, ma non avete mai provato l’originale? Bè, rischiate di trovarvi davanti a un gioco non proprio al passo con i tempi, nonostante il lifting effettuato sulla grafica che comunque per certi versi risulta piuttosto deludente.

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