Recensione di The Good Life – la vita segreta di una giornalista americana

the good life recensione copertina

The Good Life è l’ultimo titolo di White Owls Inc., compagnia fondata da Hidetaka Suehiro, in arte Swery65, già autore di titoli divenuti cult come Deadly Premonition e D4: Dark Dreams don’t Die. Il gioco pubblicato da Playism è disponibile dallo scorso ottobre su PC e Nintendo Switch.

Provato su PC

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Il debito che incatena

Avere debiti non è una bella cosa, lo sanno bene i giocatori di Animal Crossing che sfruttati dal tanuki Tom Nook devono ripagarlo del prestito che viene fatto loro per iniziare l’avventura in gioco. Della stessa pasta è The Good Life che si presenta come un “debt repayment RPG“, ovvero un gioco di ruolo dove lo scopo principale è quello di ripagare un debito, in questo caso contratto dalla protagonista Naomi Hayward, giornalista statunitense su cui pende come una spada di Damocle la necessità di restituire 30 milioni di sterline.

Accettando un lavoro da parte del giornale The Morning Bell, si reca in una piccola cittadina inglese, Rainy Woods, per indagare e scoprire i misteri di quella che viene definita la “città più felice del mondo“. Un epiteto niente male ma che verrà subito messo in discussione a partire dalla prima notte trascorsa in città, quando Naomi scopre che strani eventi hanno luogo al calar del sole: gli abitanti si trasformano in gatti e cani per motivi reconditi. La giornalista dovrà quindi scavare a fondo per portare alla luce la verità e scrivere il pezzo più interessante di tutta la sua carriera.

L’incipit è gustoso e tradisce subito la naturale propensione di Swery al mistero, una caratteristica che attrae un piccolo seguito devoto verso i suoi titoli, tuttavia non è tutt’oro quel che luccica e il prodotto manifesta dalle prime battute una certa scissione tra scrittura e gameplay, tutt’altro che promettente.

Simulatore di fotografie

Un giornalista non deve essere solo in grado di scrivere pezzi, ma anche scattare fotografie entusiasmanti, il gioco presenta una varietà di sistemi di gameplay che si intersecano e la simulazione fotografica è proprio uno di questi tasselli. Naomi ha a disposizione macchine fotografiche e lenti diverse per effettuare scatti di ciò che la circonda, piante, animali, individui ed edifici, per poi caricarle tramite un vetusto PC sull’applicazione che fa il verso al popolare Instagram, chiamata “Flamingo”.

Queste riceveranno attenzione in base ai “trending topic” della settimana, stabiliti in-game casualmente dal sistema, generando profitti che andranno direttamente nel conto in banca di Naomi. La fonte di reddito è cruciale poiché nel gioco tutto ha un costo e guadagnare più soldi possibili mentre proseguite nell’avventura sarà di vitale importanza per poter mangiare, acquistare equipaggiamento che potenzia la fotocamera, cambiare abito e anche per spostarsi velocemente sull’ampia mappa di gioco.

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Interagire con gli abitanti della cittadina vi consente di approfondire le loro storie, magari eseguendo sidequest che vi garantiscono qualche spicciolo in più, tuttavia la maggior parte di queste, così come le missioni principali, si riducono a delle semplici e talvolta noiosissime fetch quest. Quando vi chiederanno per l’ennesima volta di andare nel punto A per recuperare un oggetto B e riportarlo all’interessato non potrete far altro che roteare gli occhi verso l’alto, ingoiando il boccone amaro per far proseguire un po’ la storia e arrivare al succo del gioco che, per inciso, è dannatamente interessante e sofisticato, con rimandi al ciclo di leggende arturiano.

A dirla tutta, è come se attorno al cuore del gioco, studiato a puntino, sia stata aggiunta una sovrastruttura che ne dilatasse i tempi all’inverosimile, cercando di proporre al giocatore attività secondarie vagamente interessanti che alla fine risultano più d’intralcio che altro.

Un mondo ampio e desolante

Nel media oggigiorno si preferisce sempre più la grandezza alla sostanza, con ampie mappe di gioco dove bisogna scarpinare a destra e a manca per trovare attività da svolgere. The Good Life non fa eccezione e pur essendo poco più che un indie finanziato su Kickstarter, propone una mappa di notevoli dimensioni. Peccato però che questa sia desolatamente vuota, con pochi punti di interesse sparsi qui e lì. Per quanto possa essere divertente cavalcare una pecora in un paesaggio squisitamente british, anche questo viene velocemente a noia, lasciando una sensazione di vuoto incolmabile.

L’aspetto sim di The Good Life è punitivo e non si guadagna abbastanza per stare al passo con tutte le necessità della protagonista che può buscarsi un raffreddore o un sonoro mal di pancia, richiedendo cure mediche dai prezzi astronomici. Allo stesso modo però sembra che dormire non sia importante tanto quanto mangiare, rendendo complicata la gestione di una giornata che non potrà essere scandita da attività a cui abituarsi.

Riesce a farsi perdonare qualcosa, in fondo, con una soundtrack rilassante ed enfatica, un doppiaggio inglese che è un piacere ascoltare e twists and turns sparsi qui e lì. La possibilità di Naomi di tramutarsi in un gatto o in un cane per coprire distanze maggiori, scalare tetti e rovistare nell’immondizia è un tocco di stile, non è una battuta, che ci si può aspettare da Swery. Al netto di qualsiasi critica un game designer che ancora ci prova a fare qualcosa di diverso in un panorama saturo dei soliti generi.

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A chi consigliamo The Good Life?

Come avrete potuto già intuire dalla recensione, non è assolutamente un prodotto per tutti e chi non ama le avventure lente, un po’ “clunky” e con una moltitudine di stili di gioco che si intersecano, potrebbe annoiarsi facilmente. Diamine, persino io che ho avuto modo di apprezzarne alcune scelte narrative ho rischiato di addormentarmi qui e lì.

Se siete già fan di Swery e dei suoi lavori passati, non resterete delusi dal titolo e potrete dargli una chance piuttosto serenamente ma il punto è proprio questo, si tratta di un gioco per una ristrettissima nicchia di appassionati, che difficilmente registrerà grossi volumi di vendita.

La storia, per quanto nascosta, è intriganteMappa enorme e troppo vuota
Tramutarsi in cane e gatto è divertenteVari tipi di gameplay, non sempre indovinati
Comparto audio pregevoleEccessivamente lento e a tratti soporifero
Meccaniche sim da rivedere

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