Gotham Knights – La Recensione

gotham knights recensione copertina

Gotham Knights è il nuovo Action Open World di Warner Bros Games Montréal, in uscita per PC tramite la piattaforma Steam e console di nuova generazione, PlayStation 5 e Xbox Series. Se siete interessati alle performance PC, trovate il video sul nostro canale YouTube.

Provato su PC

PS4
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Una doverosa introduzione

Supereroi e gaming sono un matrimonio comandato, ma come molti matrimoni comandati, le cose spesso non funzionano. Batman ha avuto sempre delle buone trasposizioni, con l’ultima di trilogia di Arkham a cura di Rocksteady che ha praticamente piantato delle ottime basi su come realizzare un gioco d’azione supereroistico moderno. Lezione presa poi dall’ottimo Spiderman di Insomniac e poi subito abbandonata dal pessimo Avengers di Crystal Dynamic.

Quando fu annunciato Gotham Knights, i fan dei giochi Arkham cominciarono subito a sperare in un grande ritorno degli action ambientati nell’oscura città di Gotham. Le speranze però cominciarono a trasformarsi in paure quando Warner Bros Games Montréal annunciò che al posto del Cavaliere Oscuro, avremo preso il comando dei suoi quattro discepoli: Dick Grayson (Nighwing), Jason Todd (Red Hood), Tim Drake (Robin) e Barbara Gordon (Batgirl).

Inutile dire che nessuno dei quattro può aspirare al carisma del caro vecchio Batman. Diamo però a Cesare ciò che è di Cesare: rendere la Batman Family protagonista di un gioco tripla A è un’operazione coraggiosa, anche se allo stesso tempo rischiosa, poiché meno conosciuti rispetto al cavaliere oscuro.

Ad alimentare l’inquietudine inoltre, ci fu una sorta di voce di corridoio che voleva Gotham Knights presentarsi come un Game as a Service in stile Destiny, con tanto di gameplay che mostrava i nostri eroi menare le mani. Il sistema di combattimento del gameplay non solo sembrava una moviola di quanto fatto dai giochi della serie Arkham, ma presentava anche nemici con barra della vitalità, livello e numerini che spuntavano fuori dalla loro testolina a ogni colpo ricevuto.

Abbandonato in seconda battuta il progetto gaas e puntando a un single-player con coop, Gotham Knights, è riuscito a superare le aspettative librandosi tra i cieli di Gotham, oppure finisce nelle fogne a fare compagnia a Clayface e Killer Croc? Scopritelo in questa recensione che, vi avviso, sarà più lunga del lungo Halloween.

Teenage Ninja Bats

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Batman è morto. E non morto per finta… è proprio Bat-morto, messo in una Bat-bara con tanto di Bat-funerale. Il lungo filmato introduttivo di Gotham Knights ci mostra un tremendo scontro tra il vecchio uomo pipistrello e il mefitico Ra’s Al Ghul. Al termine di questo scontro mortale, un Bruce Wayne probabilmente ispirato da una recente visione del film Predator, decide di farsi saltare in aria con tutta Villa Wayne.

Ed è vero che Bruce ha più volte messo in scena la sua morte, ma a questo giro i suoi quattro discepoli, tre dei quali anche suoi figli adottivi (Dick, Jason e Tim), ne trovano il cadavere sotto le macerie. Per carità, nell’universo DC esistono terre alternative, viaggi nel tempo, pozzi dove si possono resuscitare i morti e pianeti alieni, quindi sì, la morte di un supereroe non è mai completamente credibile a meno che non esploda in mille pezzi. Però, insomma: Batman è morto.

Dopo questo lungo filmato introduttivo, si sceglie subito il proprio eroe preferito tra i quattro e si parte con la prima missione. Non sapete chi è Jason Todd e perché è diventato Red Hood? Pazienza. Non avete la minima idea che Tim Drake sia il terzo Robin? Fatti vostri. Saltata in aria Villa Wayne, i nostri quattro si ritrovano a doversi rifugiare in un campanile, più luminoso e decisamente meno intrigante della mitica Bat-Caverna. Ovviamente i quattro saranno accompagnati dall’immancabile Alfred, una presenza sempre piacevole e che non può mancare in ogni racconto dedicato all’uomo pipistrello e ai suoi pipistrellini.

Gotham Knights fa un lavoro molto pigro nel presentare i nuovi eroi ai giocatori che non conoscono la lore della Batman Family. Personalmente, ho una buona infarinatura delle storie dei quattro rispettivi fanciulli e non ho avuto grossi problemi a entrare nel vivo della questione, ma come può un neofita affezionarsi a questi tizi, senza neanche un minimo di introduzione su chi sono, cosa fanno e qual è il loro collegamento con Batman?

Ad esempio si dà per scontato che si sappia che Jason Todd (Red Hood) è il secondo Robin, ucciso da Joker e poi fatto risorgere da Ra’s Al Ghul nel Pozzo di Lazzaro, cosa che tra l’altro lo ha fatto uscire un po’ di testa. Le storie personali dei personaggi vengono più o meno illustrate attraverso delle cutscene opzionali, diverse per ogni personaggio e che dovrebbero spiegare decisamente di più per dare un senso generale della lore.

Queste sono rappresentate dall’icona di un libro (del colore relativo al personaggio) che troveremo sulla mappa o all’interno del Campanile. Quindi in poche parole, alla Warner Bros Monteral hanno deciso di rendere opzionale la storia dei protagonisti, una cosa davvero insolita per usare un eufemismo. Ancora più grave il fatto che alcune di queste cutscene sembrino completamente staccate dal contesto o dalla storia.

Nel gioco inoltre, si respira quest’atmosfera teen fatta di gran sorrisi, scherzetti e simpatia che in alcune occasioni raggiunge i toni di una puntata di Scooby Doo, con una sorta di feeling leggero e da matricola universitaria che dovrebbe rendere accattivanti e fresche le interazioni tra i quattro protagonisti. E non avrei niente da dire su questo, mi sta anche bene un gioco nell’universo di Batman con un tono più tranquillo e scanzonato… se non fosse per la premessa: la morte di Batman.

Un’indagine misteriosa

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I quip dei personaggi e le loro reazioni in alcuni dialoghi sono completamente fuori posto, anzi fanno trasparire un certo menefreghismo nei confronti degli avvenimenti. Il tutto scorre come se i quattro Cavalieri di Gotham stiano facendo un’indagine di routine, tra scherzi, lazzi e frizzi e mazzi.

Dick Grayson se la sorride in ogni cutscene, probabilmente contento di aver ereditato la fortuna delle Wayne Enterprise. Barbara Gordon, personaggio dal potenziale enorme, sembra una sorta di automa sia nei comportamenti, sia nel doppiaggio davvero poco riuscito. Tim Drake forse è il personaggio scritto meglio, nonché anche uno dei più divertenti da usare.

E in cosa consiste la suddetta indagine, eredità del loro mentore? Fondamentalmente a indagare sulla leggendaria Corte dei Gufi, una sorta di gruppo massonico segreto composto dalla Gotham bene che tira i fili della città dalla sua fondazione. Ed ecco che almeno la storia principale del gioco si rivela un minimo interessante, perché la Corte dei Gufi resta sempre un avversario temibile. Un peccato però che i momenti di tensione e pathos siano praticamente inesistenti, anche i colpi di scena vengono presentati velocemente e non sembrano avere grande impatto sull’umore dei protagonisti.

E degli altri cattivoni di Gotham? A tre di loro sono state dedicate delle missioni secondarie che ci porteranno a picchiare gente, per poi condurci a un eventuale Boss Fight. Dato che queste missioni sono completamente staccate da quella principale, ho come il sospetto che usciranno DLC con missioni aggiuntive dedicate ad altri cattivi (anche se, naturalmente, non possiamo mettere la mano sul fuoco).

Ora, il design delle missioni è un po’ bizzarro: alcune delle principali, così come le secondarie richiedono solo di incontrare un determinato personaggio e vedere una cutscene o un dialogo. Fine della missione. A volte bisogna attraversare l’intera mappa, solo per fare due chiacchiere. E dico io, ma con tutta la bat-tecnologia, un colpo di telefono o una mail no?

Altre hanno un design un po’ barbino, come quando ci viene richiesto di disinnescare degli ordigni con un timer di appena 20 secondi e che si attivano ogni 10, mentre dobbiamo anche picchiare i nemici. Altre ancora, ci mettono in mezzo a delle situazioni dove si muore con un colpo… insomma è la fiera dell’inconsistenza e delle idee realizzate un po’ a metà. Non mancano alcune sezioni investigative, dove sarà necessario trovare ed esaminare gli oggetti con la Bat-Realtà Aumentata e trovare una soluzione ad alcuni semplici enigmi. Queste piccole sezioni spezzano un po’ il ritmo di gioco, ma sono così banali da risultare superflue, non a caso gli sviluppatori hanno messo l’opzione di skipparle completamente.

Gotham City Lights

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Ora, sia le quest prinicpali, sia quelle secondarie non hanno proprio un design memorabile, ma almeno ci portano in dei luoghi visivamente spettacolari come ad esempio le caverne sotto Gotham, o basi sotterranee. La presentazione audiovisiva del gioco, salvo alcuni asset abusati e doppiaggio non sempre all’altezza, si fa comunque valere.

L’illuminazione degli ambienti è di ottimo livello, potenziata anche dal Ray Tracing, ma ciò che colpisce di più è il design dei personaggi e le animazioni, molto variegate e che danno un senso di alternanza intrigante in combattimento. Spettacolari anche gli effetti visivi degli attacchi elementali e delle esplosioni, così come quelli delle skill.

Le skin delle armature craftabili dei quattro eroi sono veramente una gioia per gli occhi, tratte tra l’altro da serie di fumetti e film animati di spicco, compresa la serie Metal di Scott Snyder e l’anime Batman: Ronin. Anche la realizzazione dei boss è stata ben curata, così come quella delle varie gang che popolano la città.

E a proposito di città, come si comporta la cara vecchia Gotham? All’inizio è un bel colpo d’occhio, ma basta arrampicarsi su un paio di grattacieli con il Bat-rampino per rendersi conto che è decisamente piatta. Non bastano i colori dei neon a rendere il posto interessante: manca quel tocco tra il gotico, il brutalismo e l’industriale visto nei titoli Arkham. Un tentativo di dare una nuova direzione alla città iconica del pipistrello? Sicuramente, ma quanto questo sia effettivamente riuscito è un punto interrogativo non da poco.

Non c’è niente di particolarmente spettacolare o interessante nell’intera mappa, costellata ovviamente da icone di crimini casuali, casse segrete, avamposti dei nemici e altre attività secondarie da svolgere a piacimento. Potremo girare la città tra i tetti e i grattacieli, sia a piedi, sia in motocicletta. Si tratta tra l’altro di una Gotham popolata, con mezzi di trasporto e NPC, una scelta che colpisce il gioco in piena faccia come un boomerang.

Perché? Beh perché la fisica del gioco è un disastro. La bat-motocicletta a disposizione di ognuno dei quattro eroi vince il premio come peggior veicolo nel gaming di sempre. Va a una lentezza disarmante, nonostante il suono del motore e la colonna sonora vogliano dare una sensazione di velocità estrema. Eppure, spesso sembra che vada più lenta degli altri veicoli, cosa che genera una sorta di ilarità demenziale, dato che dovrebbe trattarsi di una supermoto progettata dalle Wayne Enterprise. Una trollata del caro vecchio Lucius Fox e Alfred ai danni dei Bat-bambocci?

Chi lo sa… L’impatto con veicoli e ostacoli trasforma i viaggi in motocicletta in una sorta di flipper, rendendone l’uso poco piacevole e francamente del tutto inutile. All’inizio la prenderete solo per spostarvi da un quartiere all’altro della città, poi sbloccato il fast travel l’abbandonerete, per riprenderla solo in alcune missioni dove il suo utilizzo è obbligatorio.

E aspettate, non finisce qui, perché con la motocicletta potremo anche investire i passanti e mentre siamo a piedi sarà anche possibile picchiarli o colpirli con un bel Batarang in mezzo agli occhi. Ci rendiamo conto? I discepoli di Batman che investono e picchiano la gente comune. Ma non è un problema per loro, visto che in questo gioco è possibile scaraventare i malcapitati nemici giù dai grattacieli o dargli fuoco con attacchi elementali. Non so come dirlo in altre parole, quindi lo ripeterò: fuori contesto. E non vi dico cosa bisogna fare per sbloccare il fast travel in ogni zona, perché sento già di aver messo troppi chiodi sulla bara di questo titolo e rimane ancora da analizzare il combattimento.

Bat-attacco elementale!

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  • gotham knights costume batgirl

Il combattimento in Gotham Knights si basa su una sorta di free flow modificato, skill attive e potenza dell’equipaggiamento. Avremo a disposizione attacchi leggeri e pesanti ravvicinati e dalla distanza, con i quali dovremo stendere i nemici. La nostra unica fonte di difesa sono le schivate, perché per qualche strano motivo è stato deciso di eliminare il parry con conseguente contrattacco, così come gli attacchi a terra e altre meccaniche che funzionavano benissimo nei vecchi Arkham.

Al loro posto, ecco un sistema di skill attive, diverse per ogni personaggio. Queste si possono attivare riempiendo la barra del Momentum che si carica colpendo i nemici. Una volta piena, potremo spenderla per usare una skill. Ad esempio, Nightwing può usare un attacco volante su più nemici, rimbalzando da uno all’altro, mentre Batgirl è in grado di sferrare una raffica di colpi (il beatdown di Batman, sempre preso dagli Arkham) e stendere anche i nemici più grossi.

Ora, le skill sono passabili, anche se alcune sono piuttosto inutili e non proprio bellissime da vedere, altre sono fuori contesto tipo Nightwing capace di eseguire una sorta di Power Wave alla Terry Bogart. Il punto è che i combattimenti si basano solo su questo: picchia, schiva, picchia, attiva skill, picchia, schiva, picchia. Si sente una grande mancanza di varietà e soprattutto di ritmo.

C’è anche da dire che alcuni personaggi non sono proprio esaltanti da usare, ad esempio Red Hood con la sua lentezza e la preferenza per gli attacchi a distanza, non si sposa proprio bene con il tipo di gameplay scelto. Robin e Batgirl sono i personaggi che ho trovato più dinamici e divertenti, sebbene dopo un po’ stanchino anche loro.

La mancanza del contrattacco, oltre a rendere i combattimenti meno dinamici, non è minimamente giustificata. Insomma, dovrei davvero credere che i quattro discepoli di Batman, quattro supereroi addestrati in tutte le arti marziali, dal Q.I. superiore alla media e dai riflessi di un pilota di Formula 1, non siano in grado di parare e contrattaccare un pugno telefonatissimo di uno scagnozzo della periferia di Gotham?

A salvare un minimo questo sistema di combattimento assolutamente fuori luogo per un titolo del genere, ci pensano i Timed Attacks, ovvero le combo da eseguire premendo il tasto di attacco con il giusto tempismo tra un colpo e l’altro. Questo consente di arrecare più danno ai nemici, con colpi critici rappresentati dai classici numeretti gialli.

Concatenare i Timed Attack alle skill per devastare gruppi di nemici dà un po’ più di controllo al giocatore nelle fasi offensive. A questo si aggiunge la possibilità di far salire di livello i personaggi e sbloccare nuove skill passive, così come craftare nuovo equipaggiamento sempre più potente. Il semplice sistema di crafting consente infatti di creare equipaggiamento (tuta, arma ravvicinanata e arma a distanza) sempre più potente.

Ogni oggetto si potrà ulteriormente potenziare con delle MOD che andranno ad aumentare la salute, il danno o il danno elementare. Quindi, il titolo, piuttosto che presentare ai giocatori nuove sfide e introdurre meccaniche col progredire della storia, si limita a riempire tutto con materiale per il crafting e mod, generosamente droppati dai nemici.

E così, ci si trova a dover tornare al Campanile per craftare ed equipaggiare nuova roba che ovviamente non migliora il combat system paludoso, ma almeno permette di potenziare i personaggi in modo da stendere i nemici in poco tempo, diminuendo almeno il tedio del button mashing e delle schivate randomiche.

Da qualsiasi punto di vista lo si veda, questo sistema di combattimento è un netto passo indietro rispetto ai titoli della serie Arkham. E va bene, gli sviluppatori ci hanno tenuto più volte a precisare che questo gioco è ambientato in un altro universo, ma il paragone è quello, non c’è niente da fare. Gotham Knights è l’ennesima dimostrazione di come un sistema simil-ARPG con retrogusto di GaaS non funziona con i titoli supereroistici.

Modalità silenziosa

E lo stealth? Si, c’è l’opzione di stendere i criminali in silenzio, oppure eseguire degli atterramenti più aggressivi per coglierli di sorpresa. Il fatto è che lo stealth è praticamente inutile, oltre che decisamente basilare. Nella serie Arkham le sezioni stealth erano disegnate finemente ed erano anche giustificate dal fatto che ci fossero nemici armati di fucili automatici, capaci di ucciderci in pochi colpi.

Qui invece questi arrecano pochi danni e quindi si possono accoppare anche in modo chiassoso. L’unico personaggio dei quattro incentrato di più sullo stealth è Tim Drake (Robin), ma dato che non ci sono sezioni stealth particolari nelle varie missioni, si finisce sempre col lanciarsi nella mischia e spaccare tutti di mazzate.

La varietà dei nemici è buona: si passa dagli sgherri incapaci, a energumeni tecnologici capaci di usare droni e attacchi elementali. Gli sgherri dotati di armi da fuoco ci costringono a schivare per toglierci dalla nostra linea di tiro, magari facendoci finire qualche loro amichetto. Cosparsi negli scenari troveremo anche barili e trappole da far esplodere con gli attacchi a distanza, o lanciandoci addosso un nemico.

Il tutto ha un risultato bizzarro che si tiene in equilibrio tra il divertimento minimo e la noia totale. Nelle prime fasi di gioco, vi sembrerà che i quattro cavalieri di Gotham siano delle totali schiappe, perché anche per stendere un singolo scagnozzo ci vorranno almeno una dozzina di cazzotti, nulla di eclatante se non fosse che il tutto si sbilancia notevolmente a nostro favore una volta craftato equipaggiamento elementale che trasforma i nostri eroi in delle furie implacabili.

Concludo informandovi che la redazione avrebbe voluto provare la modalità cooperativa a 2 giocatori, ma non è stato possibile a causa di continui crash ogni qual volta si provava ad affrontare una missione insieme. Detto ciò, non so quanto la coop possa giovare al gioco, dato che il combat system è un tripudio di capriole ed effetti di attacchi elementali, ma chissà, forse giocare in quattro usando tutti gli eroi protagonisti potrebbe rilevarsi un minimo soddisfacente.

A chi consigliamo Gotham Knights?

In Gotham Knights tutto è un mischione di cose che si accavallano, si azzuffano e vogliono cercare di creare qualcosa di concreto. Il fantasma di quello che doveva forse nascere come un Game as a Service si respira in ogni angolo, così come l’odore del dopobarba dei vitelloni in giacca e cravatta con Rolex al polso che probabilmente hanno ordinato lo sviluppo di questo titolo.

E in realtà dispiace, perché scavando si può sentire il cuore del gioco pulsare di amore per Batman e la Bat-family, peccato che tutto sia soffocato dall’inappropriato sistema di livellamento dei personaggi, dal crafting, dai combattimenti troppo basati sullo spawn delle skill, da missioni e cutscene frammentate, così come da un’atmosfera eccessivamente leggera e scanzonata che fa a cazzotti con la premessa della trama.

Il titolo, a mio modestissimo parere, arriva almeno alla sufficienza e ci si aggrappa con tutte le sue forze per non cadere nel baratro. Cosa posso salvare alla fine in tutto questo delirio? Sicuramente l’aspetto audiovisivo di ottimo livello, così come la presenza della Corte dei Gufi, un villain che seppur in Gotham Knights viene un filo abbozzato, suscita comunque interesse. I combattimenti stanno invece nel mezzo, oggettivamente leghe sotto altri titoli action tripla A.

In sostanza, non bastano un ottimo comparto audiovisivo e una mole di contenuti per giustificare l’acquisto di questo titolo a prezzo pieno. Aggiungo anche il fatto che l’ottimizzazione su PC non è proprio il massimo, con stuttering notevoli e framerate ballerini che speriamo verranno risolti con la patch del Day One.

A chi posso consigliarlo quindi? Al suo prezzo di vendita attuale, solo ai fan sfegatati dell’universo DC e pochi altri, in grado di chiudere più di un occhio sulla struttura delirante del progetto. Non di certo a chi ha amato principalmente la serie di Arkham, perché gli verrebbe solo voglia di piangere per questa occasione sprecata. E visto che Rocksteady si sta concentrando sulla creazione del titolo dedicato alla Suicide Squad, viene da chiedersi quando rivedremo un Batman in grande spolvero nei videogiochi della nuova generazione.

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