Sembra esserci un ritorno, timido ma comunque presente, di produzioni che puntano su un action/adventure “leggero” (e lo virgoletto perché non vorrei mai apparisse come una critica negativa) e dal sapore retrò: The Gunk, Kena e anche Stray, sono alcuni degli esponenti di questo ritorno.
Non è semplicissimo valutare questi titoli, da un lato si ha spesso l’impressione che nel voler trasporre un tipo di esperienza “da sesta generazione” gli sviluppatori abbiano dimenticato di contestualizzare il tutto ai giorni nostri, capita sicuramente con The Gunk, che appare fin troppo arretrato per stare al passo con le produzioni odierne ma anche con Psychonauts 2 che al netto dell’estro creativo di Schafer e una scrittura brillante, fatica – a differenza del primo capitolo – a bucare lo schermo.
D’altro canto, i difetti principali di queste opere sono forse in larga parte intrinseci alla loro natura, di conseguenza la loro più grossa mancanza è semplicemente temporale, giochi usciti da una piccola capsula del tempo che possiamo riconoscere come odierni quasi esclusivamente per la loro veste grafica.
Kena: Bridge of Spirits non fa eccezione, si presenta come un titolo sufficientemente curato e abbastanza solido pad alla mano, ma senza il mordente necessario a essere più di un prodotto quasi “propedeutico”, e forse nemmeno vuole esserlo. Il titolo, per chi fosse interessato, è disponibile su PlayStation 4, PlayStation 5 e PC tramite Epic Games Store e ora anche su Steam.
Provato su PC
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Il Ponte degli Spiriti
Zompo allegramente il paragrafo sulla trama perché si tratta di una storia di “spettri” semplice e lineare, che è giusto un pretesto per farci muovere fra la mappa di gioco e farci conoscere il Rot, minuscole creature unite da una mente alveare che ci aiuteranno nella risoluzione degli enigmi ambientali, nell’esplorazione e nel combattimento. Che poi sono le tre declinazioni in cui Kena: Bridge of Spirits si muove, con una formula più che classica ma abbastanza funzionale.
Non c’è davvero nulla di nuovo in Kena, nessun guizzo ma al tempo stesso nessuna sbavatura così marcata da squalificare l’opera, tutto funziona relativamente bene, soprattutto una volta padroneggiato il set completo di abilità della protagonista. Il combat system è forse leggermente più preponderante ed è anche la parte più curata, la mappatura dei comandi si basa sulla stessa dei giochi From Software, perlomeno per quanto riguarda gli attacchi deboli e leggeri, che vengono associati a dorsale e grilletto. È una scelta abbastanza azzeccata perché rende il feeling degli scontri più intrigante e riesce a restituire una buona fisicità, anche grazie a un comparto di animazioni sufficientemente robusto.
Schivate, parry e la possibilità di bloccare i nemici spendendo l’apposita barra relativa al Rot, unita al fatto di avere un’arma corpo a corpo e una della distanza, riescono a costruire scontri non particolarmente impegnativi (al netto di una gestione della telecamera non sempre gradevole) ma sicuramente funzionali e in larga parte appaganti.
Esplorazione e enigmi scendono di almeno un gradino nella scala della difficoltà e risultano spesso un riempitivo di blando interesse, soprattutto considerato un forte riciclo di assets e una mappa poco variegata. A questo proposito, sarebbe stato sicuramente più interessante un’avventura ancor più su binari (forse perfino a livelli) per un prodotto che non ha il giusto magnetismo per tenere incollati più di una manciata di ore. Seppure sia difficile perdersi in Kena, la, seppur minima, ampiezza delle sue zone si rivela più un difetto che un pregio.
Disney Minus
Artisticamente, Kena risulta altalenante. Il fatto di volersi avvicinare così fortemente allo stile Disneyiano delle produzioni 3D degli ultimi anni è un’arma a doppio taglio. Da un lato si ha un ambientazione e alcuni tagli stilistici di costumi e personaggi vincenti, dall’altro non riesce a stare completamente al passo e si avverte a più riprese la sensazione che sia quasi una versione “economica” delle opere dei blasonati studi di animazione. Sul fronte tecnico ci si assesta, come avrete già letto in passato, su una buona produzione, considerata la natura non ad alto budget, che gioca bene le sue carte ma che non rapisce mai completamente.
La versione Steam che abbiamo provato arriva con l’atteso Anniversary Update, aggiornamento a distanza di un anno che include cosmetici, come nuovi cappelli, sfide nella forma di Spirit Guide Trials e il New Game+, motivo in più per rigiocare l’avventura con le proprie abilità preferite. Tra le aggiunte ci sono anche nuovi nemici a rendere il tutto più fresco. L’aggiornamento ricordiamo è gratuito e arriva in concomitanza con l’uscita anche sulle altre piattaforme.
A chi consigliamo Kena: Birdge of Spirits?
Kena è un titolo modesto e come tale va inteso. Spesso abbiamo paura della parola “mediocre”, o la intendiamo unicamente con accezione negativa. Kena è forse un pelo sopra la soglia di mediocrità che porterebbe il pubblico a discostarsi ma la verità è che nel complesso è un gioco assolutamente nella media. Un’avventura gradevole e disimpegnata, che non rimane ancorata al giocatore dopo il suo epilogo ma che non risulta in alcun modo una perdita di tempo. Kena: Bridge of Spirits sta perfettamente nel mezzo, come uno spettro bloccato fra due mondi.