Il capitolo perduto: recensione The Legend of Heroes Trails from Zero

trails from zero recensione copertina

The Legend of Heroes: Trails from Zero, il primo episodio della dilogia che funge da collante tra Trails in the Sky e Trails of Cold Steel (i cui capitoli abbiamo recensito sul nostro portale), mai giunto in occidente se non con traduzioni fan-made, viene finalmente pubblicato da NISA al di fuori del Giappone. Il titolo arriverà su PlayStation 4, Nintendo Switch il prossimo 30 settembre e PC il 27 settembre.

Provato su PlayStation 5 e Nintendo Switch

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La serie The Legend of Heroes ha acquisito una notevole popolarità con i recenti quattro capitoli Trails of Cold Steel (primo, secondo e quarto recensiti e raggiungibili tramite i link di poc’anzi), tuttavia la storia dei “Trails” inizia molto prima, con Trails in the Sky che fece la sua comparsa nel 2006 su console PSP. La prima trilogia arrivò però solo molto tempo dopo in occidente, precisamente nel 2011 su PSP e nel 2014 su PC tramite Steam, quando Falcom era andata ormai molto avanti con la serie, pubblicando in territorio giapponese la dilogia successiva (Trails from Zero e Trails to Azure) e iniziando la pubblicazione della terza macro-storia, Trails of Cold Steel, che misteriosamente fu invece pubblicata in territorio occidentale già a partire dal 2015.

I giocatori si ritrovarono così catapultati in un mondo che aveva già delle solide fondamenta (ben 5 giochi prima di Cold Steel), senza però averne un’ampia conoscenza. Alla luce di questi dettagli è davvero incredibile che Cold Steel abbia comunque avuto un successo tale da giustificare l’arrivo dei capitoli successivi. In Falcom si è quindi presentata la necessità di fornire ai giocatori internazionali di recuperare i capitoli precedenti che, per quanto potessero essere autoconclusivi, introducevano comunque personaggi e concetti di fondamentale importanza.

A fare le spese di questa pubblicazione a singhiozzo fu proprio la dilogia conosciuta in Giappone come Ao no Kiseki, composta da Trails from Zero e Trails to Azure. Fan del franchise si organizzarono per realizzare delle traduzioni amatoriali, fino a poco tempo fa l’unico modo di esperire questi capitoli. Cogliendo la palla al balzo, Falcom e il publisher NISA hanno avuto modo di contattare proprio questo gruppo conosciuto come Geofront, per utilizzare la loro esperienza e la loro conoscenza del gioco per realizzare una traduzione adattata dei titoli (sottolineo che parliamo sempre di traduzioni in inglese), pubblicandola finalmente in modo lecito su console di nuova generazione.

Tutto è bene ciò che finisce bene? In questo caso, possiamo dire proprio di sì, soprattutto alla luce di una traduzione eccellente, realizzata con tanta passione e dedizione da membri della community che per anni hanno agito spinti solo ed esclusivamente dall’amore per il franchise.

Crossbell, un arco narrativo decisivo

La storia di Trails from Zero è perfettamente godibile pur non avendo giocato la trilogia Trails in the Sky ma, indubbiamente, si perdono molti riferimenti a eventi e personaggi cruciali per la serie. Il titolo inizia in medias res, presentando immediatamente il party alla sua ultima missione, per poi tornare bruscamente all’inizio degli eventi.

Il giovane Lloyd Bannings, dopo tre anni di addestramento passati lontano dalla città natale, ritorna a Crossbell per prendere servizio come membro del CPD, il Crossbell Police Department. Qui troverà ad attenderlo una divisione speciale istituita per far sì che i corpi di polizia acquisiscano nuovamente popolarità, oscurata dai ben più performanti e autonomi Bracers (una sorta di mercenari che risolvono problemi che affliggono la popolazione, protagonisti di Trails in the Sky). Viene introdotto quindi al team composto dalla giovane Tio Plato, l’aristocratica Elie MacDowell e il donnaiolo Randy Orlando: i quattro diventano così i primi membri del gruppo SSS, la Special Support Section.

Gli eventi di Crossbell sono un punto focale del franchise dal momento che questo piccolo stato cuscinetto, libero e indipendente, si piazza giusto tra Calvard ed Erebonia, due delle grandi potenze del mondo con mire espansionistiche e funge da trait d’union tra le due saghe principali (Sky e Cold Steel). Pur essendo libera, è ben lungi dall’essere una città perfetta. Crossbell è attraversata da profonde problematiche sociali, tra cui gruppi criminali e una diffusa corruzione. In questo ambiente si muovono dunque Lloyd e i suoi compari, affrontando le problematiche legate alla città prima, passando poi, come da tradizione della serie, a cospirazioni che si nascondono al di sotto della superficie.

Sebbene il titolo possa sembrare “costretto” per la presenza limitata di zone esterne da visitare, in realtà la costruzione di Crossbell è perfetta per narrare eventi in questo confine, con una vasta rete di tunnel che si dipana sotto la città stessa e che il giocatore sarà chiamato più volte a visitare. La dimensione intima di connessione con la città, dalla quale si parte all’esplorazione e verso la quale si torna, rispecchia perfettamente il sentire degli abitanti, profondamente legati al territorio e ciò che questa rappresenta.

Dal punto di vista narrativo Trails from Zero scende naturalmente in profondità con trame e sotto-trame di natura geopolitica, senza però disdegnare l’aspetto slice of life, soprattutto all’inizio, cosa che caratterizzava gran parte del primo capitolo di Trails in the Sky. Il vantaggio, in questo caso, è che Zero è un capitolo autoconclusivo e non termina con un cliffhanger, rivelandosi un entry point eccellente prima di passare eventualmente ad Azure (che ricordiamo arriverà nel 2023) e la già completa quadrilogia di Trails of Cold Steel.

Turni alla velocità della luce

Bisogna ricordare che parliamo pur sempre di un gioco risalente ormai al 2010, per di più per PlayStation Portable, con tutto ciò che ne consegue. Oggigiorno è forse impensabile proporre un sistema lento e prolisso, per questo motivo, per adattare al meglio le produzioni dell’epoca anche in questo caso (come per la trilogia Trails in the Sky) è stata aggiunta una modalità Turbo: con la pressione di un tasto si velocizzano automaticamente battaglie e cutscene, tagliando i tempi biblici originali per l’esecuzione dei turni e delle abilità.

Tenendo conto di questa miglioria, il gioco è estremamente godibile in ogni suo frangente e i turni non rappresentano più un problema. Sottolineo inoltre che la serie ha sempre goduto di un gameplay curato ed entusiasmante, costruito attorno alla personalizzazione tramite Quartz, gemme di vari elementi che vengono incastonate nell’equipaggiamento e che, con combinazioni specifiche, danno accesso alle abilità chiamate Arts: magie curative, di attacco, di supporto e difesa.

Il flow è a turni, ben visibili sul lato sinistro dello schermo, che permettono di organizzare al meglio movimento e attacco sul campo di battaglia. Tra Arts, attacci speciali, attacchi unici per ogni personaggio, gli approcci sono davvero tantissimi e le battaglie contro i boss si rivelano davvero al cardiopalma anche se talvolta un po’ troppo dipendenti dal livello del party.

Non mancano anche qui tutte le caratteristiche apprezzate dai fan, come le sidequest, la possibilità di pescare, libri e ricette da collezionare, nonché DP, i detective points assegnati ogni qual volta si danno risposte esatte alle domande poste da personaggi e comprimari. La presenza di questi contenuti extra e l’indulgere in essi è in grado di raddoppiare il tempo di gioco necessario al completamento del titolo. Potremmo davvero chiamarlo JRPG senza una tale mole di contenuti?

È importante inoltre notare le origini del titolo, nato da una politica di Falcom di sviluppare prodotti esclusivamente per PC. Nell’ultima decade però la software house si è spostata su alcune tra le maggiori piattaforme. Non ne è quindi eccezione neanche Trails from Zero, che nella sua edizione Nintendo Switch, risulta più acceso e vivo, dando un’esperienza portatile ineccepibile.

Tralasciando per il momento i dettagli sulle motivazioni, la versione breve della storia è che PH3 Games, incaricati del porting originale del titolo, si sono occupati anche dell’edizione per la console Nintendo, apportandole quindi una serie di grandi e piccole migliorie di ogni tipo e forma, che la rendono l’edizione nettamente superiore quanto a personalizzazione e quality of life. Dall’accessibilità a specifiche impostazioni per la modalità high speed, un log dei dialoghi che permettono il playback delle relative battute audio, il display delle informazioni per le musiche di sottofondo o ancora le impostazioni per l’FXAA anti-aliasing, non c’è dubbio che, nella sua esperienza per console, The Legend of Heroes: Trails from Zero si trova più a casa.

Alcune di queste migliorie, infatti, sono così bizzarre che lasciano qualche grattacapo di fondo: ad esempio, l’edizione PC e quella Switch presentano delle opzioni per delle ombre dinamiche, che conferiscono ad alcune specifiche aree una rifinitura degna di chiamarsi tale. Se da un lato questi elementi fossero già presenti nell’edizione per PSVita, ciò non toglie che l’edizione PlayStation abbia, almeno a confronto, una presentazione che assomiglia a tratti a un upscaling aggressivo che manca di alcune rifiniture.

A chi consigliamo The Legend of Heroes: Trails from Zero?

La serie The Legend of Heroes chiede davvero tanto al giocatore, un impegno che si estende per quasi una decina di giochi, ognuno da svariate decine di ore per essere completato (secondo i calcoli dei fan si parla di oltre 500 ore globali, se unissimo tutti i titoli usciti fin’ora). Questo non vuol dire però che Trails from Zero non possa essere apprezzato nella sua bolla, come episodio one-shot.

Come ho già sottolineato si perdono riferimenti e strizzate d’occhio, ma la bontà del prodotto è tale da giustificare l’acquisto a qualsiasi amante di JRPG che voglia una storia complessa e ben narrata, vero valore aggiunto di questa serie e difficilmente riscontrabile in tante altre produzioni. Avere la possibilità di continuare, recuperando gli altri capitoli, è un bonus da non sottovalutare, tuttavia, se non gradite lunghi preamboli e decine di migliaia di linee di testo da leggere e ascoltare, allora potrebbe non essere il titolo adatto a voi.

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