Breakers Collection è l’ultimo titolo pubblicato dai brasiliani di QUByte Interactive (gli stessi dell’ottimo Vasara Collection), un picchiaduro dell’epoca d’oro del genere che, opportunamente rivisto, è stato lanciato su PC e console (PlayStation, Xbox e Nintendo Switch).
Provato su PC
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Due giochi in uno?
Come sempre, facciamo un passo indietro di circa 30 anni (anno più anno meno), quando negli anni ‘90 imperversava la fighting mania nelle sale giochi di tutto il mondo. La gente se le dava di santa ragione sia dentro lo schermo con grandi classici come Street Fighter, sia fuori lo schermo quando poi il disgraziato di turno vinceva un round e veniva pestato dalla cricca di gangster che aveva eletto il luogo a rifugio criminoso.
Dunque, in un’epoca così conturbante e ricca di risvolti, ogni compagnia giapponese tentava di conquistare una fetta di mercato dominata dai grandi del settore come Capcom e SNK. Tra questi c’era anche Visco Corporation (che per inciso, nel 2008 ha deciso di darsi alle slot machine e ha venduto i diritti dei propri franchise ai nostri fidi dev/publisher di QUByte Interactive). Nel 1996, forse un po’ fuori tempo massimo, lanciò sul mercato il picchiaduro Breakers, che ricalcava la formula (e non solo) di Street Fighter II, con personaggi provenienti da tutto il mondo che, per qualche misteriosa ragione sovrannaturale, si ritrovano a Hong Kong per prendersi a schiaffi e vincere un torneo e un premio in denaro. Un grande classico sempre apprezzato.


Nel 1998 il titolo fu seguito da una sorta di “revamp”, con Breakers Revenge, una versione migliorata con l’aggiunta di due personaggi giocabili. Come era di moda al tempo, in assenza di connessioni Internet e chincaglierie globalizzanti, bisognava rilanciare sul mercato il titolo con bilanciamenti che ne migliorassero la giocabilità e Breakers Revange è proprio questo: un Breakers 2.0. Alla luce di ciò, nella collection troviamo sì Breakers e Breakers Revenge ma definirli due giochi sarebbe un tantino azzardato, diciamo piuttosto un gioco e mezzo, tagliando così la testa al toro.
LIDL Fighter
Citando il nostro HeavySam, il caro vecchio Breakers è proprio un vero LIDL Fighter, una copia carbone che mescola qualche meccanica proveniente dai titoli SNK al design da paura dei personaggi Capcom, è davvero difficile non vedere il vecchio Blanka nella grappler Rila (tra l’altro, anche lei brasiliana), l’elastico Dhalsim in Alsion III o Chun-Li in Tia Langray, questi i nomi di alcuni dei 10 personaggi che compongono il roster definitivo.
Naturalmente, non v’è nulla di male in questo e non andremo a criticare delle scelte prese negli anni ‘90 quando il mercato del gaming era una giungla a metà tra l’immorale e il malevolo. Resta comunque il fatto che, Breakers Collection, potrebbe giusto risuonare con persone che, all’epoca, piuttosto che giocare Street Fighter, decidevano di giocare Breakers (e se voi che state leggendo siete tra questi, vi prego, vi imploro di scrivere un commento al fine di instaurare una splendida conversazione).
Dunque, immergendoci direttamente in questa operazione recupero di QUByte Interactive (che si è dimostrata più che capace di portare nel mercato odierno delle chicche perdute tra le pieghe del tempo come Vasara): cosa c’è di nuovo e perché vale la pena acquistare il titolo? A seguire, la mia personalissima analisi.
Il multiplayer
Oltre alle classiche e difficilissime modalità arcade, con i nemici della CPU che leggono gli input come degli schifosi cheater, abbiamo una delle migliori modalità online recentemente viste. Non solo Breakers Revenge, nello specifico, è giocabile in multiplayer, ma presenta delle comodissime impostazioni per selezionare attentamente il proprio avversario. Si può scegliere la tipologia di connessione, se attivare il cross-play, se filtrare gli utenti in base al loro comportamento online (evitando i rage quitter) e molto altro.
Ogni utente, poi, presenta una scheda completa con tutte le caratteristiche che lo contraddistinguono, pertanto è possibile vedere prima del match se ha una connessione Wi-Fi (vade retro!) o cablata, se viene da PC o da console, quanti rollback frame sono applicati, la qualità della connessione e persino il ping: insomma, non è mai stato così piacevole mandare al diavolo i Wi-Fi warriors e tutti i giocatori della domenica che laggano come delle bestie immonde.
Se da un lato tutto ciò è splendido e magistrale, e facciamo tanto di cappello ai ragazzi di QUByte Interactive, purtroppo è anche vero che, data la (bassa) popolarità di Breakers, non potrete aspettarvi match a catena per divertirvi alla grande. Qualora abbiate qualche amico che condivide la vostra innata passione per i picchiaduro e per il franchise in questione, potrebbe essere un acquisto interessante e sicuramente più indicato, anche quando in futuro la già non altissima user base, fisiologicamente, scenderà sotto le due cifre.
Un pacchetto al passo coi tempi
Non si può certo dire che i dev non abbiano lavorato alacremente al titolo, inserendo modalità come Versus, Team Battle (una vera e propria novità) e Training, tutte molto utili per dare un senso di varietà che, in assenza di combattimenti online e dopo aver completato per la trentesima volta l’arcade, potrebbe scendere drasticamente.
Il training in particolare è sempre ben accetto, poiché consente di provare combo e situazioni specifiche per migliorare le proprie prestazioni, almeno in multiplayer dove gli avversari umani NON hanno la facoltà di leggere gli input. Le impostazioni sono in linea con quanto ci si aspetterebbe, anche con la presenza di input per pulire le performance, manca giusto qualche dettaglio tecnico di cui, onestamente, facciamo anche a meno considerata la bassa complessità del prodotto.
In aggiunta è disponibile anche una deliziosa sezione Gallery con bozzetti, immagini, fanart, materiale promozionale e tanto altro proveniente dal mondo di Breakers, il tutto sbloccabile in-game effettuando azioni specifiche (vincendo match, completando la modalità arcade e così via).
Pur nella sua semplicità, Breakers, che all’epoca dell’uscita appariva già vecchio (ricordate che parliamo del 1996, anno in cui uscivano sul mercato pezzi da novanta come Street Fighter Alpha 2, Dead or Alive, Tekken 3, KOF ‘96 e Mortal Kombat Trilogy), oggi riesce a dare un senso di nostalgia per quell’epoca fatta di pixel, button mashing e rabbia incontrollata, permettendo anche a chi lo ha snobbato all’epoca di dargli una seconda chance.
A chi consigliamo Breakers Collection?
La release è pensata principalmente per gli amanti dei picchiaduro (e nello specifico gli amanti di Breakers), propone tutti i sistemi di allenamento e di gestione dei match online che i fanatici del genere richiedono dalle grandi compagnie. Per questo motivo, consigliarla a un pubblico generalista è difficile e utopico. Tuttavia, alla luce del prezzo budget, qualche retrogamer non particolarmente esperto o membro accanito della fighting game community può comunque accapparrarsi un pezzo di storia del genere e passare qualche frustrante ma spensierata ora in compagnia della modalità arcade.