La “diablolica” recensione di Diablo IV

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Se pensiamo a tutti i guai passati da Blizzard negli ultimi anni, alle decisioni poco felici e alle porcate commesse ai danni dei dipendenti, allora Diablo IV è una sorta di mezzo miracolo. Intendiamoci, non è un capolavoro rivoluzionario per il genere, ma è un titolo completo con una storia avvincente, un ottimo gameplay, una presentazione grafica impeccabile e una rigiocabilità elevatissima. Tutti miglioramenti che ci aspettavamo e che desideravamo.

Chiaro che il genere ARPG è decisamente difficile da rivoluzionare o cambiare, perché il fulcro rimane sempre quello di creare build ultrapotenti per massacrare orde di nemici il più velocemente possibile, senza morire. Il primo Diablo ha praticamente creato non solo il genere ARPG, ma ha rivoluzionato il settore. Basta pensare a quanti giochi hanno adottato il sistema di loot del titolo Blizzard, sul quale sono stati creati addirittura GaaS come Destiny 2.

Ora, cosa potrebbe dire di Diablo IV un umile scribacchino come me che non sia già stato detto in altre sessantamila recensioni di professionisti del settore e pareri di altri utenti che hanno avuto la fortuna di partecipare alla Beta? Assolutamente niente di nuovo: Diablo IV è un bellissimo ARPG che tra la presentazione grafica e un gameplay esplosivo, trova una dimensione perfetta per tutti i giocatori. Chiaro che se non avete niente di meglio da fare e siete tra quei poveri pazzi a cui piace ancora leggere, allora prego, andate avanti! Diablo IV è disponibile su PC tramite il client Battle.net di Blizzard, su PlayStation 5 e Xbox Series.

Provato su PC

PS4
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Hello darkness my old friend

In Diablo IV si sceglie una delle 5 classi disponibili (Barbaro, Incantatore, Necromante, Tagliagole o Druido) e dopo uno snello editor del personaggio, si viene subito introdotti nel mondo oscuro di Diablo IV. Il titolo mette subito le cose in chiaro: Sanctuary è tornata a essere un posto di merda, dove gli umani si aggrappano a qualsiasi cosa pur di sopravvivere.

Gli sviluppatori devono aver esaurito la dose di zuccheri e orsetti gommosi, perché la presentazione allegrotta e cartoonesca di Diablo 3 è stata brutalmente defenestrata. Il tutto a favore di un design legato ai primi due Diablo e che recentemente è stato ripresentato nell’ottima remaster di Diablo 2. E quindi, addio sultani bambini, vecchietti bontemponi, maghi sghignazzanti e paffute gitane allegre! Benvenuti invece toni scuri, posti inospitali, personaggi disperati, demoni minacciosi e mostri raccapriccianti! I dungeon finalmente tornano ad essere luoghi bui e minacciosi, con alcune location che non sfigurerebbero come copertine di dischi Death Metal. In realtà, tutto il comparto grafico trasuda metal, al punto che mentre si massacrano mostri sulle notturne cime nevose verrebbe quasi voglia di mettere su un disco degli Immortal.

Ed effettivamente è proprio così che dovrebbe essere un titolo della serie. Dalla Sanctuary allegrotta del terzo capitolo, passiamo a una Sanctuary disperata dove gli umani vivono nel timore reverenziale di un Salvatore che può appartenere alla Luce, così come all’Oscurità. Gli stessi eroi e l’equipaggiamento si presentano in modo più rozzo e brutale, mentre mostri e boss tornano alle antiche vesti più horror, allontanandosi dai fasti disneyani del capitolo precedente. Insomma, Diablo 4 fa sembrare il design di Diablo 3 una piccola parentesi, tornando (si spera una volta per tutte) allo stile macabro dei primi due capitoli.

Le atmosfere oscure, lugubri e decadenti si uniscono a una storia che nonostante abbia qualche falla nella scrittura, risulta comunque molto interessante. Lo scopo del giocatore è sempre lo stesso: sconfiggere una divinità malevola che si abbatte su Sanctuary, in questo caso la nostra cara Lilith.

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Diablo IV infatti è il primo della serie dove non si vede il caro Signore del Terrore, ma questo è probabilmente un bene, perché se devo essere sincero, Lilith è un cattivo molto più credibile e al quale ci si può anche affezionare. Alla fine Diablo non era altro che il boss finale (sebbene la storia del viandante di Diablo 2 ha sempre il suo fascino), mentre Lilith ha una parte più attiva nella storia e un ruolo fondamentale nello sviluppo degli eventi.

A contrastare la visita della “creatrice” si opporranno il protagonista e Lorath, Horadrim apparso nell’espansione Reaper of Souls, ormai però vecchio e disilluso. E se Deckard Cain di Diablo 3 era una sorta di unione tra John Hammond e Gandalf, Lorath è un personaggio quasi eastwoodiano, perfettamente in tema con il ritorno della serie a temi più oscuri.

Nella Sanctuary di Diablo 4, la linea tra il bene e il male non è più delineata. I protagonisti umani sono fallaci e spesso dovranno accettare imprevedibili alleanze. Il tema di Diablo IV però è la strumentalizzazione della religione, sia dalla parte della “luce”, sia dall’”oscurità”. Un po’ come in “The Witch” di Eggers (che condivide con Diablo IV anche l’ottimo Ralph Ineson), gli esseri umani si trovano in balia degli eventi, svendendosi a divinità egoiste e insondabili.

Ora, la storia in un ARPG è secondaria, ma fa comunque piacere vedere che alla Blizzard hanno saputo sfruttare il mondo di Sanctuary per creare una narrativa interessante, oscura e che può anche portare a qualche riflessione. Se invece di tutta la storia non ve ne frega una ceppa e state con la bava alla bocca perché volete arrivare al livello 100, bè sappiate che dovrete affrontarla solo una volta. Ebbene sì, una volta completata la campagna principale, sarà possibile saltarla a piè pari anche con una nuova classe, accedendo subito alla modalità endgame della quale parleremo dopo.

Il comparto sonoro è di buona fattura, sebbene ci sia un dislivello notevole nel doppiaggio, con alcuni personaggi interpretati benissimo (Lorath su tutti) e altri che risultano poco convincenti, specialmente i secondari. La colonna sonora invece merita un plauso, in quanto in grado di centrare l’atmosfera perfetta di ogni luogo e ogni battaglia.

Un mondo diablolico

Prima di parlare del gameplay, bisogna dire qualcosina sull’open world. Dopotutto, Diablo IV è il primo ARPG isometrico che presenta una mappa aperta, dove vengono uniti diversi luoghi di Sanctuary, alcuni familiari, altri mai esplorati nella saga. In generale, l’esperimento di creare un’unica mappa è riuscito molto bene, con i vari “biomi” (neve, palude, deserto etc.) ben collegati tra di loro e divisi in modo “logico” (le montagne al nord e il deserto a sud, per dirne una).

L’esplorazione porta alla scoperta di dungeon, eventi e missioni secondarie, attività che si possono affrontare liberamente e che portano sempre al massacro di mostri. Per facilitare la vita ai giocatori, il team di Diablo IV ha messo teletrasporti praticamente ovunque, rendendo l’open world snello e veloce, specialmente una volta acquisita la cavalcatura. Vi capiterà quindi di girare per la mappa, incontrare altri giocatori con i quali partecipare a eventi o affrontare i giganteschi World Boss, cosa che verrà accentuata ancora di più nella fase Endgame. Parlando delle side quest, ne troverete a bizzeffe. Davvero, Diablo 4 ha una quantità di side quest assurda, al punto che sarà difficile finirle tutte durante la Campagna principale.

Alcune di queste missioni secondarie sono unite da una storia, spesso legate alla regione dove si svolgono, altre invece sono un filo slegate e quindi meno interessanti. La scrittura delle prime è passabile, ma non arriva ai livelli della storia principale. Un vero peccato, forse sarebbe stato meglio inserirne di meno, ma in modo più oculato e curato. Ad ogni modo, dato che stiamo parlando di un ARPG, le side quest porteranno tutte alla distruzione incondizionata di mostri.

Un lavoro migliore è stato fatto con le Roccaforti, luoghi pieni di nemici conditi da una storia particolare e con un boss da sconfiggere. Nel mondo ce ne sono diverse e il loro completamento, sblocca altri teletrasporti per il fast travel e in alcuni casi, altre side quest!

A livello grafico, l’open world di Diablo IV presenta qualche sorpresa, come villaggi sepolti dalla neve o scheletri di creature titaniche che si ergono nel deserto. L’unico neo di questa operazione sta nella varietà dei nemici. I mostri di Diablo IV sono divisi in “famiglie”, quindi troverete i non morti, i Khazra (gli uomini capra), i fantasmi, i briganti, i demoni e così via.

Il problema in realtà non è nella varietà dei mostri, ma nel fatto che a volte le famiglie tendono a ripetersi. Vi capiterà di incontrare più uomini capra e fantasmi del solito, oppure di venire attaccati da un gruppo di briganti e da Caduti contemporaneamente, cosa che spesso spezza un po’ l’immersione. Il lato positivo però è che le famiglie dei mostri avranno diversi comportamenti. Ad esempio, gli scheletri costruiranno barricate e vi attaccheranno dalla distanza, mentre i Khazra utilizzeranno tattiche miste tra corpo a corpo, attacchi a distanza e magia nera. Il tutto rende i combattimenti più dinamici, inoltre porta il giocatore ad avere un minimo di conoscenza delle famiglie per poter avere la meglio e scegliere la strategia migliore per affrontarli. Personalmente, mi sarei aspettato più creature da incubo e demoni orrendi che invece sono centellinati, per dare spesso troppo spazio a nemici dal design meno interessante come i Vampiri.

Nella mappa di Sanctuary di Diablo 4, saranno presenti anche aree dedicate al PVP, dove i giocatori dovranno uccidere mostri per raccogliere risorse da depositare in degli altari. Quando inizia il deposito, si viene marchiati e si possono subire attacchi dagli altri giocatori che potranno rubare le preziose risorse. A cosa servono le risorse? A comprare cosmetici per il proprio personaggio e per il proprio cavallo, oltre a oggetti bonus. Si tratta di una buona aggiunta, sebbene personalmente non ho mai apprezzato il PVP negli ARPG e quindi non ci ho perso troppo tempo.

Chi prefersice il PVE, si troverà a casa propria, in quanto l’open world di Diablo IV, unito al discusso always online permette di incontrare tantissimi altri giocatori in giro per Sanctuary, formare party e partecipare agli eventi del mondo insieme. Al momento mancano alcune funzioni utili, come la possibilità di trovare un gruppo di giocatori da una lobby, oppure di potersi teletrasportare direttamente alla posizione degli alleati, cose che immagino verranno aggiunte con una patch.

Cliccare equivale a massacrare

E cosa dire del gameplay di Diablo IV? Bè, funziona benissimo, elevando la parte action del genere ARPG a livelli davvero molto alti. Il massacro incondizionato dei mostri è stato reso ancora più dinamico, grazie all’aggiunta della schivata, una skill disponibile per tutte le classi che ha un cooldown e quindi costringe il giocatore a usarla con una certa intelligenza. Per le pozioni è stato optato per un sistema ibrido tra la vecchia e la nuova scuola. Non avrete più l’ingombro nell’inventario come in Diablo 3, ma a differenza del capitolo precedente avrete un numero limitato di pozioni curative che si potrà ripristinare quando queste vengono droppate dai nemici.

Questo comporta una maggiore strategia, specialmente contro i boss. La loro barra della vitalità infatti, presenterà delle tacche che una volta superata, gli farà droppare delle pozioni. In questo modo, Diablo IV obbliga il giocatore a gestire bene le abilità, il movimento e le pozioni per avere la meglio. Ovviamente, il numero di pozioni e la loro efficacia si può aumentare, salendo di livello con il personaggio e recandosi da un vendor specifico.

Inoltre, i combattimenti contro i Boss sono arricchiti dalla possibilità di stordirli, usando attacchi particolari (come il Ground Stomp del Barbaro) si riempirà la barra dello “Stun”. Una volta storditi, i boss subiranno danni maggiori, cosa che porta a tenere traccia del cooldown delle abilità più potenti che avete e di combinarle in modo da fare quanti più danni possibili.

L’unione tra la già ottima fisica di Diablo 3 e la rinnovata veste grafica crea effetti esilaranti. Spezzate un nemico in due e vedrete le budella fuoriuscire dal torso mozzato. Colpite un mostro con un attacco gelante e lo trasformerete in una statua di ghiaccio, pronta ad essere distrutta in puro stile Sub Zero. Anche le animazioni delle classi e dei nemici sono state rinnovate, rendendo tutto molto più dinamico e bello da vedere. Le ragdoll volano da una parte e dall’altra, persino le budella degli avversari sono gestite dalla fisica. Prendete la classe dell’Incantatrice e scatenate un inferno di fuoco sui nemici, oppure seminate distruzione con le abilità mutaforma del Druido. Su PC è possibile passare dai controlli mouse + tastiera al pad a piacimento. Devo dire che con entrambi il gioco funziona benissimo, sebbene ovviamente con mouse + tastiera avrete una maggiore precisione nella gestione delle skill, specialmente nei momenti più concitati.

Andando nel tecnico Diablo IV presenta una meccanica di debuff interessante, ovvero la Vulnerabilità. Alcune abilità delle varie classi possono rendere i nemici Vulnerabili, uno status rappresentato da una cornice viola sulla loro barra della vitalità. In nemici Vulnerabili ricevono più danni per un breve periodo, cosa che permette di massacrare decine di mob in pochi secondi, nonché di azzerare la barra della vitalità dei boss più velocemente. Anche il giocatore può soffrire di questo status, quindi è bene curare anche le stats difensive della propria classe.

Oltre alla Vulnerabilità, troviamo un modificatore presente nelle skill passive\attive delle varie classi e negli oggetti che ci permette di arrecare più danno ai nemici Crowd Controlled, ovvero quelli afflitti da status come stordimento, atterramento e così via. Ovviamente, combinando questa statistica allo status Vulnerabile sarà possibile aumentare il proprio potere di attacco a dismisura.

Prendendo una pagina dal libro di Path of Exile, Diablo IV presenta la possibilità di generare una Barriera o di Fortificare la propria vitalità, in modo da poter ricevere più danni. Inoltre, le classi che puntano sulla Fortificazione, possono anche sfruttare il modificatore di attacco Overpower, rappresentato da numeri celesti e che si può anche combinare al danno critico.

Tutte queste novità (e altre)permettono di creare delle build eccellenti sia in difesa, sia in attacco. Il problema però è che Diablo IV non spiega assolutamente nulla di tutto ciò, quando invece un piccolo tutorial non avrebbe guastato per niente.

Al gameplay puro del gioco, come in ogni ARPG, si contrappongono le skill e le varie build dei personaggi, da costruire tramite lo skill tree base, gli oggetti leggendari e unici, e le skill Paragon, sbloccate dopo il livello 50. Ora, dimenticatevi la libertà di un Path of Exile o la possibilità di creare multiclasse come in Titan’s Quest o nel più nuovo Grim Dawn. Diablo IV, come il suo predecessore, rende il tutto molto più accessibile anche ai neofiti del genere. I veterani però, potranno trovare comunque buoni spunti, in quanto ogni classe presenta soluzioni diverse.

Ad esempio, con il barbaro si può optare per una build basata sul Berserking, sul Sanguinamento oppure sull’utilizzo di tutto il suo arsenale. Nulla vieta di concentrarsi su una singola arma, oppure di creare una build mista, sfruttando le varie perk passive legate al cambio delle armi. In generale, ho trovato molta libertà e mi sono sbizzarrito nel creare build divertenti per trovare sempre nuovi modi di massacrare malamente i nemici.

Parlando delle classi, sono tutte molto divertenti da usare, sebbene ci siano quelle più indicate per i principianti e quelle che invece richiedono un filo più di esperienza con gli ARPG. Creare una build si rivela piuttosto intuitivo, merito anche di uno skill tree semplificato, dove tra l’altro è anche possibile fare una ricerca delle abilità interessate tramite delle parole chiave.

Potete riazzerare le skill a piacimento in qualsiasi momento, pagando in denaro il reset delle singole o di tutto lo skill tree. Questo consente di sperimentare il più possibile e provare tutte le abilità di un personaggio, oppure di cambiare build al volo nel caso si trovino oggetti Leggendari con caratteristiche particolari.

La personalizzazione ovviamente si estende anche agli oggetti. Oltre alle gemme incastonabili nell’equipaggiamento e nelle armi, Diablo IV permette di creare oggetti leggendari, attraverso l’uso degli Aspect. Questi si possono sbloccare completando i dungeoun opzionali sparsi per la mappa, oppure si possono estrarre dagli oggetti Leggendari, per poi metterli in oggetti rari (quelli gialli) per trasformarli a loro volta in Leggendari.

Insomma, potrete creare le vostre build a piacimento, cercando sempre la soluzione migliore per devastare nemici e boss. Inoltre, già a World Tier II è possibile trovare facilmente oggetti leggendari. Solitamente i boss ne droppano sempre uno, ricompensando il giocatore per il suo sforzo.

Ma quale sforzo? La difficoltà del titolo è tarata su livelli medi ed è scalabile a piacimento attraverso i World Tier. Un qualsiasi appassionato di ARPG, devasterà tranquillamente i primi due World Tier. Il terzo Tier, sbloccabile una volta raggiunto il livello 50 e completata la Campagna, mette in campo i “Campioni” ovvero delle versioni potenziate dei mostri Elite. Inoltre, il World Tier 3 permette di attivare e affrontare i Nightmare Dungeoun, ovvero una versione dei sotterranei nella mappa con diversi modificatori e nemici sempre più potenti. Al World Tier 3, potrete trovare anche oggetti Unici, con proprietà ancora più devastanti dei Leggendari.

L’endgame, senza fare spoiler, prevede il livellamento del personaggio fino allo sbloccare il World Tier 4 e ovviamente il dover affrontare Nightmare Dungeoun sempre più difficili. Allo stesso modo, potrete completare delle “missioni” sparse per il mondo di gioco, per ottenere ricompense. Il gameplay loop dell’Endgame funziona, ma con qualche riserva: vi troverete ad esplorare il mondo di Sanctuary solo per il puro gusto di livellare e massacrare. Come detto in precedenza, a livello 50 sbloccherete lo skill tree Paragon, tramite il quale potrete aumentare parametri del personaggio come Forza, Destrezza e Intelligenza. I punti Paragon permettono anche di sbloccare i sigilli e le specializzazioni che andranno ulteriormente a potenziare il vostro personaggio, fino ad arrivare al livello 100.

Ora, l’inclusione di un endgame lungo è assolutamente gradita, ma devo dire che una volta arrivati al livello 70 e raggiunto il World Tier 4, il gioco perde un po’ di mordente. I leggendari droppati cominceranno a ripetersi già al World Tier 3, con un personaggio intorno al livello 60. Inoltre, sebbene i Nightmare Dungeoun propongano sfide interessanti, dopo un po’ tendono a ripetersi. Chiaramente, più che un problema, la ripetitività è una caratteristica madre della maggior parte degli ARPG che poi viene migliorata progressivamente con gli aggiornamenti. Sta a voi decidere se portare una singola classe a livello 100 (giocando due orette al giorno vi ci vorrà un mesetto e forse di più), oppure magari variare il gameplay provandole tutte.

A chi consigliamo Diablo IV?

La mia esperienza con Diablo IV, da grande fan della serie e degli ARPG, si è rivelata davvero piacevole, al punto che ho un barbaro a lvl 60 e altre due classi a lvl 50. Si perché il gameplay del gioco è fatto così bene che invoglia a provare tutte le classi. Tutto in Diablo IV funziona, dalla storia, al gameplay all’endgame coinvolgente. Certo, come Diablo 3, resta comunque uno degli ARPG più accessibili sul mercato, specialmente se confrontato con la concorrenza. I veterani del genere potranno comunque divertirsi un mondo, merito specialmente di una giocabilità irresistibile e di una sensazione di progressione del personaggio davvero ben realizzata e coinvolgente.

In conclusione, posso dire che Blizzard ha fatto un ottimo lavoro. Chiaro che il gioco si può espandere in tantissime direzioni, sia per quanto riguarda l’endgame, sia per eventuali DLC con nuove Campagne legate alla storia e al mondo di gioco. Insomma, Diablo IV già così è un titolo completo e godibilissimo, con un grande replay value, quindi se siete dei patiti degli ARPG non dovete fare altro che mettere mani al portafoglio.

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