Recensione Indika: la suora con un amico speciale

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Sviluppato da Odd Meter e pubblicato da 11bit Studios, Indika è titolo story-driven disponibile su PC tramite Steam dal 2 Maggio e in arrivo successivamente anche su PS5 e Xbox Series X\S. Nel gioco, Indika, una suora capace di parlare con il Diavolo, incontrerà un criminale in contatto col Padreterno. Una storia bizzarra per un’avventura per certi versi sorprendente, ma che in altri avrebbe potuto dare molto di più.

Provato su PC

PS4
single player

La storia in sostanza è questa: Indika è una suora odiata da tutte le sue altre sorelle nel monastero, forse perché bella e intelligente, forse perché ascolta la melliflua voce del Signore delle Tenebre e ha delle visioni decisamente compromettenti. Fatto sta che la Madre Superiora decide di mandare Indika fuori dal convento per consegnare una lettera, in modo da liberarsene per un po’, o forse per sempre. Durante il suo viaggio, Indika incontrerà Ilya, un criminale che afferma di essere in contatto con Dio.

E da questo incontro si svilupperà una storia interessante, emotiva e coinvolgente. Non vi nego che dopo l’introduzione, avrei desiderato che Indika si trasformasse in una sorta di moderno Lucius (di cui abbiamo parlato approfonditamente nel nostro Denjin Picks dedicato), ma ovviamente sarebbe stata un’idea alquanto blasfema, nonché deliziosa.

Ma nel mondo del gaming sembra ci sia molta fame per delle belle storie e sicuramente quella di Indika vale proprio la pena raccontarla. Purtroppo, trattandosi di un gioco story driven, posso davvero fare pochi spoiler su come la storia si evolva dopo l’incontro di Indika con il criminale Ilya. I due intraprenderanno un viaggio verso la città di Spasov, per trovare il Kudets, una reliquia in grado di curare mali fisici e spirituali.

Indika fa un po’ riflettere sul potenziale sprecato dei suoi stessi personaggi: Indika, una donna dotata di un’intelligenza fine e una meccanica capace, costretta a passare la sua vita in un convento. Ilya, un uomo dal cuore buono e dall’animo artistico, costretto a una vita criminale. Entrambi prigionieri nel loro mondo e imprigionati dalla società, i due personaggi creano un dualismo interessante che nel gioco viene gestito molto bene.

Il gameplay di Indika si basa sulla soluzione di puzzle ambientali abbastanza semplici, in cui occorre spostare un determinato oggetto per potersi arrampicare su una piattaforma elevata, oppure trovare la chiave giusta per attivare un ascensore o aprire una porta. In alcuni casi, il Diavolo distorcerà la realtà cambiando parti dello scenario. Sfruttando il potere della preghiera di Indika, sarà possibile far tornare tutto alla normalità, in modo da poter superare ostacoli e proseguire.

Ogni tanto si dovrà pilotare un veicolo o utilizzare un determinato marchingegno, sfruttando le capacità tecniche di Indika. Un’altra parte del gameplay riguarda i flashback della vita della protagonista, presentati con una grafica in stile 8-bit dove si alterneranno diversi “mini-giochi”, tutti comunque legati alla narrazione.

Nel titolo sarà anche possibile raccogliere punti, ma come ammette il gioco stesso, non servirà assolutamente a niente. Non manca una serie di collezionabili tra reliquie e vite dei Santi. Insomma, il gameplay non è proprio la parte più entusiasmante del titolo, in quanto rientra nei canoni delle avventure 3D moderne, senza alcuna componente “action”, salvo un paio di occasioni dove però si potrà solo fuggire dai pericoli o evitare degli ostacoli utilizzando il basilare sistema di movimento di Indika.

Artisticamente, Indika ha un design davvero unico. Il titolo è ambientato in una Russia alternativa del diciannovesimo secolo, intrisa di tecnologie in stile steampunk perfettamente integrate nelle atmosfere austere di villaggi innevati e strutture brutaliste. Nella Russia di Indika, per qualche strana ragione, tutti gli animali sono giganteschi, cosa che sortisce un effetto straniante sul giocatore.

Le ambientazioni passano dal suggestivo al claustrofobico, dipingendo uno strano mondo all’interno del quale si muovono personaggi altrettanto strambi. Una sorta di unione tra una sorta di trattato filosofico sulla religione e un film di Terry Gilliam, nonostante il gameplay basilare, Indika riesce comunque a intrattenere il giocatore e portarlo fino alla fine dei titoli di coda.

Certo, a volte si cade un po’ nello spiegone pretenzioso e in una filosofia talvolta un po’ spicciola. Se vogliamo Indika affronta dei temi affascinanti, ma che nel nostro periodo storico attuale dove il concetto di divino è diventato più legato alla tecnologia che allo spirito, forse risultano un po’ “datati”.

Un plauso va anche alla regia delle cutscene e alla colonna sonora, un po’ meno al doppiaggio in inglese che sebbene sia stato ben curato, ogni tanto presenta qualche incongruenza nei toni utilizzati dagli attori.

A chi ama i giochi story driven: Indika è un gioco che saprà sorprendervi con una trama originale e un’ottima direzione artistica. Tuttavia, il gameplay scontato e poco incisivo potrebbe inficiare la vostra esperienza, specialmente se siete abituati a giochi dello stesso genere, dove però si mastica anche un po’ di azione. L'originalità della trama e della direzione artistica di Odd Meter va sicuramente premiata, ma trovo che il gioco in alcuni frangenti avrebbe potuto regalare qualcosa in più in termini di gameplay, invece di rifugiarsi nei soliti puzzle ambientali triti e ritriti. heavysam

7.5
von 10
2024-05-04T11:42:03+0200

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