Root Letter Last Answer – Recensione

Root Letter Last Answer

Pubblicato da noi da PQube e sviluppato da Kadokawa Games, Root Letter Last Answer (stilizzato in √Letter) è la rivisitazione di una nota visual novel del 2016, riportata su più console con numerosi aggiornamenti.

Provato su PS4

ProContro
+ Presentazione e direzione artistica di qualità– Musiche a volte ripetitive
+ Trama appassionante ben scritta
Trailer di cos’è Root Letter Last Answer

Root Letter vi mette nei panni di del 32enne tokyota Takayuki, chiamato Max, che dopo circa 15 anni trova una decina di lettere di una vecchia penpal della prefettura di Shimane, a ovest del Paese.

Rileggendole, trova un’ultima lettera senza francobollo dal testo inquietante:

“Ho ucciso qualcuno.
Devo pagare per i miei peccati.
Non ci parleremo più.
Addio.”

Nelle sue lettere, la giovanissima Aya Fumino parla dei suoi amici chiamati Monkey, Fatty, Bitch, Snappy, Shorty e Bestie. Con solo queste informazioni in mano, Takayuki decide di andare di persona a Matsue, capologuo della regione, a indagare su cosa sia successo a quella Aya di cui non ebbe più notizie e scoprire, magari grazie all’aiuto di quei vecchi compagni di scuola, cosa intendesse con quelle ultime, misteriose parole.

Root Letter Last Answer Key Art Artwork
Key Art per Root Letter

Caro amico ti scrivo

Root Letter Last Answer è una visual novel mystery, un giallo da sbrigliare per arrivare alla verità. Dieci capitoli scandiscono la trama, ognuno con un tema portante e una lettera da leggere e a cui rispondere: otto sono fisse, le ultime due sono invece legate a come rispondiamo e cambiano drasticamente l’epilogo.

Il gameplay è al passo col tempo: una visual novel dove il grosso del gioco si trova nei dialoghi, mai lunghi e mai perditempo, nell’analisi degli ambienti alla ricerca di indizi, nella rudimentale gestione di qualche oggetto chiave da tirare fuori dall’inventario durante alcune conversazioni. Il giocatore ha sempre la possibilità di scegliere dove andare, e sebbene guidato dagli eventi del gioco e dal comando “Think” – che più o meno dice cosa bisogna fare per proseguire – si ha sempre la sensazione di essere partecipi dell’azione.

I capitoli terminano poi con una sezione speciale detta Investigation, uno scontro che ricorda da non troppo lontano una versione semplificata dei tribunali di Ace Attorney, dove si cerca di trovare le contraddizioni e farsi spazio tra le menzogne degli amici di Aya che cercano in ogni modo di tenere Takayuki lontano dalla verità.

Talvolta ci verrà chiesto di rispondere attraverso un elemento poco riuscito, la Max mode: un cerchio separato in quattro sezioni si riempie velocemente, e a ogni tacca corrisponde una risposta data con enfasi crescente. Il problema è che non si può sbagliare. Se sbagliamo, il gioco ci fa riprovare, senza problemi o penitenze. Spesso bisogna solo rispondere all’ultima, al massimo, e spesso non è chiaro perché. Questa meccanica, che ricorda da lontano il LIPS system dei vari Sakura Taisen, non apporta davvero nulla di buono al gameplay, e si sente davvero la mancanza di una migliore implementazione.

Root Letter Last Answer Max Mode
La Max Mode per dire le cose con particolare enfasi

Intrattenimento e cultura

È doveroso fare un piccolo excursus: il gioco è stato creato col sussidio della regione di Shimane. A ovest della regione centrale del Giappone, Shimane è considerata un po’ come il Molise da noi, e lo sanno. Una delle mascotte ufficiali di Matsue, Yoshida-san, è spesso reso con lo sguardo accigliato a dire cose come “siamo la 47esima regione più famosa del Giappone!” o “quando dico che qui ci sono dei siti dell’UNESCO non mi crede nessuno!” o ancora “Shimane è questa (e indica sulla cartina), quella è Tottori!“, rimarcando una atavica rivalità con la grande regione di Tottori con cui confina a est, famosa per lo splendido deserto dove l’inverno nevica sulle dune.

Root Letter quindi mette al centro della sua narrazione anche la piccola e a suo modo splendida regione di Shimane, portando i giocatori in luoghi veri, a conoscere piazze, bar, negozi, stazioni, castelli e altro ancora che esistono realmente e sono visitabili. La cosa, a nostro avviso, dà un valore un po’ speciale al titolo, che va apprezzato anche per questo.

Le novità

Purtroppo non si può parlare molto dell’intreccio senza entrare in continui spoiler, quindi passeremo direttamente alle novità di questa edizione.
Last Answer vanta all’avvio una versione Drama: un’enorme quantità di attori veri e foto dal vivo rimpiazzano la presentazione originale, con risultati più e meno riusciti, ma con un impatto piuttosto adulto e serio. L’interfaccia originale con le bellissime illustrazioni di Minoboshi Tarou (Mino Taro), famoso per Tokimeki, LoveR, Exist Archive tra i tanti, è comunque selezionabile all’avvio dalle opzioni.

Per chi avesse già giocato l’originale poi c’è dell’altro, ma sarebbe discutibile quanto questo possa giustificarne un nuovo acquisto. I quattro finali principali dell’originale hanno una nuova seconda parte che spiega meglio cosa sarebbe successo, e il finale “migliore” ha un piccolo arco narrativo che ne completa la storia. Il tutto è molto interessante e viene sbloccato una volta che il giocatore ha già ottenuto tutte le possibili route.

Una cosa da dire sui finali (senza entrare realmente in territorio spoiler) è che sono diverse interpretazioni dei fatti che prendono spunto da cose tipiche della prefettura di Shimane, dal folclore, al paranormale, a un più razionale risvolto thriller. In sostanza gli eventi chiave rimangono gli stessi, ma le cause, gli effetti e le persone coinvolte vengono inserite e tolte dando ogni volta un sapore diverso alla conclusione. L’ultimo finale con l’ultimo arco sequel danno finalmente una conclusione totale alla storia.

A chi consigliamo Root Letter Last Answer?

Root Letter Last Answer è senza dubbio tra le migliori visual novel degli ultimi anni. Una trama interessante, un ritmo di gioco ben misurato, onesti colpi di scena a volte intuibili altri davvero sorprendenti. La direzione artistica e la nuova veste grafica live-action sono ottimi, e la narrazione non si perde mai in chiacchiere. Un gioco che si conclude in una decina di ore, e dall’ottima agevolata rigiocabilità (chapter skip dopo le scelte importanti) per vedere in tempi brevissimi i risvolti che ci siamo persi nella run precedente. Chi ha già giocato l’originale non ha molto per rivisitare Matsue, ma chi se l’è lasciato scappare non ha scuse stavolta. Il prezzo pieno budget è di soli 29,90.

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