Daemon X Machina è il nuovo titolo della SH giapponese Marvelous, studio legato a serie come Senran Kagura e il più recente Travis Strikes Again per Switch.
Il gioco in questione è un action shooter in terza persona in cui si utilizzano mech, una premessa decisamente galvanizzante se siete appassionati di robottoni come me. L’uscita è prevista durante l’estate 2019.

Nel Nintendo Direct del 13 Febbraio è stata annunciata la possibilità di scaricare una demo chiamata “Daemon X Machina: Missioni prototipo” dal Nintendo eShop, abbiamo dunque immediatamente acceso la console, scaricato il gioco e provato la demo per darvi le nostre impressioni a caldo.

Il gioco inizia con una sessione di customizzazione del proprio personaggio, quindi classica scelta di genere, volto, taglio di capelli, barba (questa decisamente male integrata col modello poligonale direi) e colori vari (per chi se lo stesse chiedendo, si, potete scegliere da una vasta palette il colore della pelle per trasformarvi in un merdoso puffo). Una volta risolto questo dettaglio, che richiederà ore per i giocatori affetti da indecisione cronica, vi ritroverete in un hangar con un mech pronto al lancio e una console luminosa.
Inizialmente riceverete istruzioni da “Four“, un operatore che fungerà da tramite tra l’Orbital (?) e gli Outer (personaggi come voi). Vi informerà inoltre di come abbiate subito un trapianto per installare in voi un link neurale che registrerà tutti i vostri dati biometrici e che verranno visualizzati a schermo durante le missioni.
Sebbene vengano presentate diverse nomenclature, il simpatico operatore non vi dirà più nulla a riguardo ma vi introdurrà il vostro “Arsenal“, un cazzuto mech che utilizzerete per combattere. In realtà non è proprio “vostro vostro” ma è piuttosto un prestito da parte dell’Orbital che si aspetta lavoriate come mercenari. Si passa tutta la vita a sfuggire ai debiti e poi…

Senza troppe cerimonie Four vi inviterà a iniziare la prima missione che è un vero e proprio tutorial a rischio zero (o quasi).
Selezionando la prima missione (di grado E), chiamata “Test attitudinale mercenario” vi ritroverete in un’area dai colori talmente accesi che penserete i vostri occhi abbiano qualche serio problema. In realtà sembra essere una scelta stilistica degli sviluppatori volta ad accecarvi permanentemente, non fateci caso e seguite il tutorial. I comandi principali vengono subito spiegati: premendo B si salta e si vola, premendo Y si sfreccia col mech (consumando la barra della Stamina, visibile sotto quella della vita) mentre i dorsali ZR e ZL servono a gestire rispettivamente il braccio destro (e la relativa arma) e il braccio sinistro (idem con patate). Le armi sembra siano numerose (anche se la demo dà accesso solo a normali fucili, scudi e un modulo per lanciare missili con il dorsale L) e in grado di offrire la possibilità di scegliere quelle più congeniali al proprio stile di combattimento, purtroppo, non abbiamo potuto vederle tutte in azione a causa della brevità delle “Missioni prototipo”.

La mini mappa inizialmente vi sembrerà un caos totale perché vi verrà segnato di TUTTO, anche gli item droppati dai nemici (solitamente munizioni) ma dopo un paio di missioni riuscirete a capire a cosa corrispondono i vari segnalini colorati senza subire una crisi esistenziale ogni volta che siete alla ricerca del nemico da abbattere.
Per terminare la missione dovrete accoppare i vostri avversari (di cui parleremo a breve), un classico. Il mech, che da ora chiameremo col nome corretto, ovvero Arsenal, è abbastanza agile ma sinceramente avrei preferito una reattività molto più simile a titoli come Zone of the Enders, in grado di restituire un’esperienza frenetica e divertente fin dalle prime battute. Qui invece vi ritroverete spesso ad avanzare come delle lumache finché non avrete accesso a componenti dell’Arsenal più avanzati che miglioreranno statistiche come la velocità e la resistenza. Non si tratta di un dramma ma quattro missioni sono davvero troppo poche per riuscire a capire fin dove sarà migliorabile la mobilità dell’Arsenal. Per chi ha giocato titoli come quelli della serie Armored Core sarà sicuramente un’esperienza familiare.
Superata la missione tutorial avrete altre 3 missioni da affrontare, leggermente più variegate, dalla difesa di un obiettivo all’abbattimento di un Boss, dove compariranno anche altri mercenari che tenteranno di ostacolarvi, rivelandosi molto più coriacei e letali dei normali avversari. Questi combattimenti sono decisamente più interessanti rispetto alla distruzione di noiosi carri armati e sonde volanti che popolano le missioni, aumentando esponenzialmente il rischio che veniate abbattuti.
Qualora dovesse verificarsi tale evenienza, verrete espulsi dall’abitacolo premendo il pulsante “X” e vi ritroverete a girare per la mappa con il vostro Outer che possiede alcune armi basilari per far fronte ai nemici che ancora popolano la mappa, tuttavia, le possibilità di sopravvivenza, da ciò che ho potuto vedere, sono pressoché nulle.

Tornati nell’hangar dopo la prima missione avrete accesso al laboratorio, dove potrete modificare l’aspetto del vostro Outer (il personaggio giocante) e persino installare impianti cibernetici (pagando una certa somma di denaro che si può guadagnare completando le missioni) che andranno a migliorare il personaggio stesso o l’Arsenal.
Parliamo delle mappe. Sono veramente piccole. Ma davvero, davvero, piccole. Non sappiamo se anche altre missioni si svolgeranno in territori ristretti ma per ora la demo non fa ben sperare a riguardo. Come grandezza si potrebbe paragonarle a quanto visto nelle missioni del primo Zone of the Enders.

La prima impressione avuta, al termine della demo che dura circa un’oretta, è che si tratta di un gioco acerbo come si può evincere da alcuni dettagli. Per esempio, durante il combattimento, oltre a dei numeri che appaiono in lontananza non avrete alcun feedback sull’effettiva efficacia dei vostri colpi sui nemici, per quanto riguarda il frame rate, invece, si può dire senza ombra di dubbio che sia troppo ballerino e addirittura cala vertiginosamente durante scene concitate (per esempio nello scontro con il boss della quarta missione).
Sulla storia non possiamo esprimerci poiché ancora avvolta nel mistero. Le uniche informazioni che ci vengono fornite nella demo sono relative ai nemici, gli Immortal, una nuova forma di vita che in seguito alla caduta della luna (wha..??!) si è infiltrata nelle intelligenze artificiali che hanno iniziato a guardare agli esseri umani come una minaccia da eliminare.
Gli utenti che scaricheranno la demo avranno la possibilità di ricevere un questionario da parte di Marvelous che chiederà il parere dei giocatori per migliorare il gioco durante i pochi mesi che lo separano dall’uscita (circa 6), assicuratevi dunque di provare queste Missioni prototipo se siete interessati ad acquistare il gioco, avrete così la possibilità di comunicare i vostri dubbi al team di sviluppo.