Buona la terza: la recensione di Blaster Master Zero 3

blaster master zero 3 switch copertina

Blaster Master Zero 3 è l’avventura finale della trilogia di Jason Frudnick, il titolo Inti Creates disponibile dal 29 luglio per Playstation 4, PC (Steam ed Epic Games Store), Nintendo Switch e Xbox Series è la degna conclusione del reboot del franchise che all’inizio della decade scorsa sembrava ormai morto e sepolto. La recensione per vecchi bacucchi come me e giovani virgulti è servita, buona scorpacciata.

Provato su Nintendo Switch

PS4

Blaster Master: a blast from the past

Il nome Blaster Master, per i giocatori di vecchia data, porta subito alla memoria l’infanzia con il NES, quando nel 1988 (1991 per noi sfigati europei) venne pubblicato questo platform adventure 2D che mescolava sapientemente due tipologie di gameplay differenti: scorrimento laterale con un agile carro armato futuristico e sezioni a piedi con visuale dall’alto alla The Legend of Zelda.

Nonostante una buona ricezione iniziale, il sequel, Blaster Master 2, arrivò solo su console rivali della grande N, ovvero sul Mega Drive nel 1993, decretando quindi la fine della saga per un lungo periodo. All’inizio della scorsa decade Sunsoft ci riprovò, con un reboot dal titolo Blaster Master Overdrive che non ebbe però il successo sperato, mandando il franchise in ibernazione per oltre 15 anni.

Solo con l’interesse mostrato da Inti Creates, Sunsoft si è decisa a lavorare in collaborazione con la software house giapponese, lasciandole campo libero e mantenendo semplicemente i diritti del franchise, nasce così Blaster Master Zero, un reboot/remake che mantiene il fascino della grafica 8-bit ma con un gameplay adattato per il pubblico moderno.

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Il successo è stato tale da portare la software house a produrre, dal 2017 a oggi, ben tre titoli, di cui l’ultimo è proprio il qui recensito Blaster Master Zero 3. Tenendo conto della lore e della storia, è possibile saltare immediatamente nel terzo capitolo tralasciando gli altri due? Come spesso accade, la risposta è sì e no. Sì perché il gioco comunque vi fornisce una lunga spiegazione degli eventi precedenti in apertura, dandovi modo di comprendere le vicende di Jason Frudnick, lo scienziato protagonista nonché pilota del tank SOPHIA III, tuttavia perdersi i primi due capitoli che risultano comunque ottimi e solidi è un vero e proprio peccato. Prima di investire nel nuovo Blaster Master Zero 3, se siete incuriositi, potrebbe essere un’idea migliore recuperare i due capitoli precedenti a un prezzo che negli anni è divenuto sicuramente più accessibile.

!!!Qui in basso, quindi, potreste trovare degli spoiler sulla trama, che vi invitiamo a saltare qualora vogliate giocare i capitoli precedenti.!!!

Jason è finalmente arrivato sul pianeta Sophia per salvare il ginoide Eve, tuttavia i problemi non sono risolti poiché le armate di Sophia lo imprigionano, sottraendogli il tank. Sarà solo grazie a un twist di eventi che l’eroe riuscirà a fuggire, per iniziare la ricerca di Eve in un luogo del tutto ostile, viaggiando tra dimensioni con il sistema VIV.

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Zero 3

Il gioco non si limita a copiare il gameplay dei precedenti giochi ma introduce alcune piccole novità che rendono l’esperienza sempre fresca, prima tra tutte è l’introduzione di due barre SP per il nuovo tank G-SOPHIA SV: in alto a sinistra troverete sia la barra della salute, nel classico verde, sia le due barre nuove, ovvero quella arancione e blu. La barra arancione viene consumata utilizzando uno degli attacchi primari del tank, mentre quella blu quando si usano le subweapon (i classici Homing Missiles, per esempio) o quando si compiono azioni specifiche con gli upgrade che troverete in seguito all’eliminazione di boss chiave, come la modalità Hover, che fa fluttuare il tank per raggiungere zone elevate.

Nella modalità che definiremo “dungeon”, ovvero quella da affrontare a piedi con Jason, troviamo ulteriori aggiunte. Relativamente al sistema di upgrade delle armi, ora l’eroe avrà a disposizione fin dall’inizio ben cinque armi differenti, ognuna con range ed effetti diversi, che dovranno essere sfruttate per abbattere nemici specifici o sparare a interruttori del colore corrispettivo. Per esempio un pulsante verde dovrà essere premuto con l’arma frusta che ne condivide il colore, mentre per il colore arancione sarà necessario utilizzare il laser a spirale. Data la mole di armi, a cui si aggiungono poi naturalmente anche le subweapon, è divenuto necessario poter passare dall’una all’altra velocemente, per questo si possono impostare due pulsanti rapidi per accedere immediatamente alle proprie armi preferite (per esempio su Switch sono impostati su ZR e ZL).

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L’esplorazione classica, in stile metroidvania, è anche qui mantenuta intatta, con savepoint che fungono anche da teletrasporto per raggiungere immediatamente zone già visitate in passato, magari per accedere a nuove aree grazie ad abilità recentemente acquisite. Parte del divertimento è proprio nell’individuare potenziamenti e bonus, nonché boss segreti, attività che prolungheranno la permanenza in gioco.

La gloriosa epoca NES

Il recupero di classici del passato è sempre ben accetto, soprattutto quando il risultato è piacevole e coinvolgente come la serie Blaster Master Zero, inoltre l’attenzione posta nel migliorare ogni episodio è un approccio che non possiamo far altro che lodare. Non ci troviamo dunque di fronte a un semplice “more of the same” volto a continuare la storia, che avrebbe dato una sensazione episodica per massimizzare i profitti, ma un upgrade sotto tutti i punti di vista, persino quello grafico. Gli sprite sono stati ritoccati tanto da dare una sensazione di esperienza nuova e più pulita, Jason e i nemici all’interno dei dungeon sono stati ridisegnati per apparire maggiormente fluidi mentre gli ambienti sono più dettagliati pur nella loro intrinseca semplicità 8/16-bit.

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La soundtrack è uno dei fiori all’occhiello della produzione, con vibe da primi anni ’90, epoca che ha fatto la storia della tradizione videoludica giapponese. Per i più vecchi è impossibile non tornare indietro con la mente ai pomeriggi spensierati in compagnia di NES e SNES sentendo le tracce che scorrono in sottofondo mentre si procede nell’avventura. Emozione di cui sono sicuro molti di voi non vorranno privarsi, anche per scongiurare l’idea della caducità della propria esistenza e l’avvicinarsi inesorabile della propria morte (un twist dark inaspettato nella gioiosa review, nevvero? ndr.)

A proposito di morte, o meglio “morti”, proprio come un vecchio titolo, Blaster Master Zero 3 mantiene quell’impostazione “tosto ma giusto”, dove ogni vita persa non sarà imputabile a un posizionamento malvagio dei nemici (come magari accadeva in Ninja Gaiden) ma a un vostro errore di valutazione. I comandi sono estremamente precisi e difficilmente andrete incontro a una morte prematura perché il pad non ha risposto bene al vostro input. Suck it up and git gud, in sostanza.

A chi consigliamo Blaster Master Zero 3?

Se avete giocato i due titoli precedenti e volete scoprire come va a finire la storia, che state aspettando? Il prodotto è estremamente divertente e introduce abbastanza novità da renderlo comunque difficile al punto giusto anche per i veterani della saga. Chi non ha mai provato nessun gioco della serie, può comunque giocare Blaster Master Zero 3 senza troppi problemi grazie al riassunto iniziale, ma consigliamo un approccio più cauto dal punto di vista finanziario (sebbene il gioco abbia un costo davvero irrisorio), prediligendo magari i primi due capitoli, che potrebbero essere ancor più economici, per capire se il sistema di gioco rientri o meno nelle vostre corde.

Un franchise in continua evoluzione grazie alle competenze di Inti Creates La storia potrebbe risultare, come i titoli precedenti, un po’ adolescenziale
Soundtrack da lacrimoni per i nostalgici
Gameplay sempre fresco e coinvolgente
Difficile al punto giusto

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