Bloodstained: Curse of the Moon 2 – Recensione

Tra lo stupore generale, Inti Creates ha portato sul mercato il sequel di Bloodstained: Curse of the Moon, chiamato semplicemente Curse of the Moon 2, su Nintendo Switch, Playstation 4, Xbox One e PC. Colti da frenesia mistica ci siamo calati di nuovo nei panni di Zangetsu e della sua cricca per scoprire questo nuovo capitolo prequel di Ritual of the Night, bando alle ciance dunque e vediamolo in dettaglio!

Provato su Nintendo Switch

+ Sette personaggi giocabili– Sezioni platform che richiedono estrema precisione
+ Level design migliorato
+ Boss fight sempre più emozionanti
+ Modalità Co-op a due giocatori

L’operazione Curse of the Moon, per chi non lo sapesse, nasce in seguito al raggiungimento di uno stretch goal originario della campagna messa su da Koji Igarashi per Bloodstained: Ritual of the Night. Si trattava di un piccolo progetto per i die-hard fan che avrebbero potuto deliziarsi con un’avventura in pieno stile Castlevania III per NES in attesa del piatto forte. Tuttavia, questo piccolo progetto privo di qualsiasi ambizione è letteralmente esploso in faccia a Inti Creates, con entusiasmante approvazione da parte di critica e pubblico.

Potevano dunque lasciarsi sfuggire l’opportunità di creare una serie episodica? Certo che no! Ed ecco quindi che durante l’ultimo BitSummit tenutosi a Kyoto, qualche settimana fa, è stato annunciato in pompa magna il sequel, Curse of the Moon 2, che ci troviamo qui a recensire (con somma gioia, aggiungerei).

Cacciatori di professione

In questa seconda avventura vestiremo nuovamente i panni del cacciatore di demoni più stiloso degli ultimi anni (non me ne voglia Dante di Devil May Cry), Zangetsu, che con la sua katana è disposto a mettere fine alla blasfemia delle orde infernali che si riversano sulla terra dalla malefica torre demoniaca. Proprio come nel primo capitolo, però, non saremo soli in questa battaglia e procedendo nell’avventura incontreremo altri compagni che si uniranno alla causa, tutti con caratteristiche uniche sia per quanto riguarda il movimento sia il combattimento, offrendo prospettive strategiche differenti per affrontare i livelli.

Tra i cacciatori di demoni che potremo controllare, cambiando al volo dall’uno all’altro con la semplice pressione dei trigger R e L, abbiamo Dominique, una misteriosa esorcista affiliata con la chiesa, abile nell’usare la lancia per condurre attacchi verticali o rimbalzare sui nemici per raggiungere delle sezioni altrimenti preculse al resto della banda. Una delle caratteristiche più interessanti di Dominique è che tra le sub-weapon, costante nella serie Castlevania che è stata introdotta anche in Bloodstained, troviamo una pianta che restituisce energia, rendendola cruciale anche come supporto per gli altri personaggi.

Robert è un cecchino, perfetto combattente a distanza che preferisce dunque non immischiarsi nelle liti ravvicinate tra mostri marcescenti. Tra i nuovi personaggi è l’unico che può abbassarsi e strisciare tra le fessure, in modo da bypassare alcune porzioni di livello che potrebbero essere troppo ardue data la sua vitalità più bassa. L’aggiunta di questo personaggio fa sì che il titolo, pur rispettando i canoni dei “classicvania”, riesca a trovare una nuova dimensione, staccandosi dunque dal concetto di “omaggio a Castlevania III”, fattore che era chiaramente percepibile in tutta la prima avventura e che, nonostante la bontà della stessa, si faceva sentire dopo qualche gameplay, chiedendosi come mai Inti Creates non avesse osato di più.

Il quarto personaggio giocabile dovrebbe essere una sorpresa, ma è già presente nel trailer fin dall’annuncio pertanto lo introduciamo anche nella nostra recensione, si tratta di Hachi, un corgi (si, proprio un cane, un Welsh Corgi), che si trova al comando di un’armatura steampunk magica creata dagli alchimisti. L’uso di questo personaggio è ideale nelle sezioni che presentano minacce ambientali poiché l’armatura è in grado di assorbirle senza subire danni. Sembrerebbe, detta così, una forza della natura, tuttavia il meccanismo è correttamente bilanciato dalla mancanza di sub-weapon.

Come se non bastasse, arrivati a un certo punto dell’avventura, sbloccherete anche i personaggi classici visti nel primo Curse of the Moon: Miriam, Alfred e Gebel, portando il numero di opzioni a 7.

La necessità di offrire un così vasto numero di combattenti è data dall’introduzione della modalità a due giocatori, sarà dunque possibile affrontare il titolo proprio come se fosse un cooperativo, migliorando ancora una volta la formula in modi inaspettati e dandoci ragione di credere che Bloodstained sia forse uno dei migliori classicvania mai prodotti nell’epoca moderna, con una propria lore, boss-fight epiche e uno stile visivo che richiama prepotentemente l’epoca del NES.

Il futuro del genere

Il classicvania è stato bistrattato, preferendogli il ben più popolare metroidvania, tuttavia da grande appassionato dei primi voglio gridare al mondo intero “era ora!“. Era ora che fosse prodotto un titolo rispettoso del genere ma in grado di osare e portare nuovi elementi nel mix. Qualche passo in avanti era stato compiuto con Curse of the Moon, che restava però ancora saldamente ancorato alla classica formula vista in Castlevania III, tuttavia con Curse of the Moon 2 ci troviamo davanti al prossimo passo, quello in cui il gioco diventa più difficile, più complesso, più lungo e più soddisfacente da giocare.

La prima avventura non mi ha dato il minimo problema alla difficoltà “Veterano”, tuttavia nel sequel noterete subito l’innalzamento della difficoltà, con pattern meno prevedibili e schemi di livello che vi daranno più di qualche grattacapo, costringendovi a scegliere saggiamente i personaggi da utilizzare per affrontare le diverse situazioni.

Per i meno esperti, è comunque possibile optare per una modalità “Casual”, dove non avrete un pool limitato di vite e non sarete vittima di “knockback” a ogni colpo, potrete quindi affrontare il gioco senza lo stress di trovarvi di fronte a una scherma di Game Over. Per tutte e due le difficoltà, però, alla morte verrete riportati al checkpoint precedente, chiaramente indicato da candele che non posso essere distrutte e che si illuminano non appena vi avvicinate a esse.

Deliziose, tra l’altro, le scenette che è possibile vedere tra il caricamento di un livello e l’altro, se un tempo si poteva vedere semplicemente il Belmont di turno camminare verso la sua prossima destinazione, in Curse of the Moon 2 abbiamo l’intero cast impegnato in attività differenti, che sia il coccolare il piccolo Welsh Corgi Hachi o riposare prima di continuare il viaggio. Dettagli che non cambiano il sistema di gioco, né aggiungono varietà allo stesso, tuttavia ci parlano di una creazione certosina e attenzione ai dettagli.

A chi consigliamo Bloodstained: Curse of the Moon 2?

Chi è già saltato sul carro dei vincitori con il primo capitolo e Bloodstained: Ritual of the Night, Curse of the Moon 2 è praticamente un acquisto obbligato poiché migliora la formula e presenta un titolo molto più curato e completo sotto tutti i punti di vista. Gli appassionati della serie Castlevania che hanno cercato a lungo un gioco che potesse rivelarsi simile ai primi capitoli del franchise, restando però delusi dalle produzioni indie odierne, dovrebbero essere più che emozionati dall’opportunità rappresentata da Curse of the Moon 2, anche se non impersonerete un Belmont vi assicuriamo che il caro Zangetsu e la sua cricca saranno dei degni sostituti.

Se infine non avete mai provato un Castlevania, gli indie non fanno per voi e non sapete come siete finiti su questa recensione, ma ciononostante sentite comunque il bisogno di avvicinarvi a questo mondo, sottolineiamo che è possibile farlo senza spendere cifre abominevoli. Il prezzo da pagare per Curse of the Moon 2 è estremamente basso e vale ognuno dei vostri sudati centesimi.

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