Evil Dead: The Game di Saber Interactive è un gioco multiplayer per console Microsoft, Sony e PC (disponibile su Epic Games Store). Ormai è fatta ragazzi: l’opportunità di fare un nuovo tie-in dell’amata serie di Sam Raimi è finita così. In un multiplayer.
Dal tono di queste mie parole potrete subito capire che l’occasione è stata sprecata. Hai un personaggio pazzesco come Ash Williams, inevitabilmente legato al mitico e unico Bruce Campbell. Hai una motosega montata al braccio, un fucile a canne mozze, demoni e humor nero a buttare. E cosa fai? Un multiplayer. Quando Saber Interactive lo ha annunciato, sono rimasto ovviamente perplesso, perché con il materiale della saga la prima cosa che viene in mente è un gioco action ignorante. E invece…
Provato su PC
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Klatu barada nnnn…
Sulla carta l’idea di Evil Dead: The Game poteva anche funzionare: quattro giocatori nei panni degli eroi tratti dai film della saga e dalla serie TV, dovranno collaborare per trovare le pagine del Necronomicon, prendere il pugnale Kandariano e respingere l’infestazione demoniaca. Il quinto giocatore invece, dovrà impedire tutto ciò nei panni del demone.
Le partite si dirameranno in delle mappe aperte, dove i giocatori umani potranno trovare armi di varia rarità per affettare e sparacchiare i vari Deadite. Il gunplay è ai minimi storici, con armi che hanno un impatto poco convincente sui nemici e spesso risultano decisamente inutili. Perché? Semplice, perché i deadite caricheranno a testa bassa e quindi sarà preferibile affrontarli con le armi contundenti.
Si avrà a disposizione un attacco forte e uno leggero, ma la sostanza non cambia perché alla fine i combattimenti melee sono la fiera del button mashing. Qui il gioco però si comporta decisamente meglio, specialmente nelle brutali finisher che strizzano l’occhio all’anima splatter della saga.
La differenza tra le varie armi inoltre non si percepisce, dato che la maggior parte dei combattimenti finirà nel caos più totale, tratto che in altri giochi cooperativi può risultare un plus, ma non in questo. Le meccaniche di Evil Dead: The Game sono troppo rozze e poco rifinite, per poter gestire combattimenti caotici al punto da farli risultare divertenti.
Per non parlare poi del no clipping selvaggio che avviene tra gli eroi e che contribuisce a dare ancora di più l’idea che questo titolo sia stato buttato lì così, come un salame in un corridoio.
E di caos ce ne sarà parecchio, perché Evil Dead: The Game incita il gruppo a stare unito, sfruttando la meccanica della Paura. Fondamentalmente, se rimanete troppo lontano dagli altri giocatori, oppure in una zona buia, la barra della paura salirà e il demone kandariano potrà possedervi più facilmente. Il problema è che spesso e volentieri, il demone kandariano controllato da un altro giocatore, non avrà la più pallida idea di cosa fare, ma di questo ne parleremo dopo.
Oltre a questo, la Paura non da altri malus, quando invece avrebbe dovuto intralciare molto di più le mosse dei personaggi umani che sono decisamente troppo potenti. Anche con le armi comuni è possibile squartare con facilità i Deadite, mentre per quelli speciali evocati dal demone basta un po’ di gioco di squadra. In sostanza, una volta viste tutte le finisher per le varie armi melee, non ci sarà molto altro di cui gioire. Il mix tra sonoro, doppiaggio e colonna sonora non aiuta, con tutte le frequenze mischiate un po’ alla buona e le voci dei personaggi che sembrano provenire da punti indefiniti.
No friends, no party
Nelle partite con sconosciuti, non farete altro che girare “ad cazzum” per la mappa, cercando le pagine del Necronomicon mentre ammazzate pedantemente i vari Deadite. Per muoversi più velocemente è possibile usare le automobili, realizzate con una fisica improbabile ma che tornano utili per muovere l’intero gruppo. Perché non usare dei livelli più chiusi al posto delle mappe? Probabilmente una formula come Vermintide, con una giusta combinazione tra combattimenti ravvicinati e a distanza, avrebbe reso il tutto molto più scorrevole.
Il tutto scorre nella totale apatia e non bastano tutti i riferimenti ai vari film della serie, per tenere alta l’attenzione. Una volta raccolte le pagine del Necronomicon e il pugnale Kandariano, si dovrà usare quest’ultimo per respingere gli Oscuri. Come? Tenendo premuto un tasto, fino all’esaurimento della loro barra di energia. I giocatori a questo punto, si alterneranno a tenere premuto il tasto, mentre gli altri li difenderanno dai Deadites. Un’operazione tediosa, alla quale sarebbe stato preferibile lo scontro con un boss.
Aiuta il fatto che ci sono classi diverse per ogni personaggio? No, perché è tutto così facile per gli eroi che è praticamente inutile capire quale classe fa cosa. Anche il sistema di level up temporaneo durante la partita (stile l’orda di Gears of War) è un po’ lasciato al caso e comunque si rivela un tantino superfluo, sempre per il fatto che il demone kandariano è decisamente depotenziato.
I’ll swallow your soul!
Se il gameplay dei personaggi umani è troppo elementare, quello del demone Kandariano è inutilmente noioso. Potrete scegliere se vestire i demoniaci panni di tre diversi “cattivoni” della saga, sebbene le abilità siano più o meno le stesse. All’inizio della partita, perderete almeno cinque minuti buoni a vagare per la mappa come idioti, nella speranza di vedere qualche umano. Non farete altro che girare a raccogliere risorse, che però serviranno a ben poco, perché anche l’abilità più stupida ne consuma almeno la metà.
Le abilità inoltre hanno un cooldown esagerato, quindi dopo averle usate ci vorrà tempo prima che si ricarichino. Tempo durante il quale, gli umani collezioneranno i pezzi di mappa, si cureranno, troveranno il Necronomicon, armi più potenti, il pugnale Kandariano e… per citare il compianto Bill Paxton: Game Over man! Game over! La partita finirà senza che voi, demoni kandariani, abbiate potuto fare nulla di concreto per fermare i quattro eroi.
A tutto questo si aggiunge la telecamera in prima persona (che riprende proprio quella “inventata” da Sam Raimi) che non aiuta a orientarsi, né tantomeno a mirare con precisione per poter eseguire alcune abilità, come ad esempio la possessione.
Certo, piazzare trappole e fare qualche scherzetto (ad esempio possedere alberi o automobili) risulta spassoso, così come possedere uno dei personaggi e cercare di ammazzare gli altri. Peccato davvero che, come ho detto in precedenza, gli eroi siano troppo potenti rispetto al demone kandariano. Se decidete di vestire i marcescenti e diabolici panni del cattivo, preparatevi al tedio totale e a vedere i vostri deadite massacrati. Anche le invocazioni più potenti, verranno fatte a salsiccia nel giro di pochi secondi da un gruppo di umani compatto.
La possibilità di selezionare tra tre diverse armate di demoni è interessante, ma per quanto detto sopra risulta decisamente superflua e poco sfruttata. Al pari degli eroi, anche il demone può potenziarsi, ma se già bisogna perdere tempo a cercare gli eroi per la mappa, raccogliere risorse e cercare di stendere uno, dico almeno uno degli eroi allora il tempo di potenziare le caratteristiche proprio non c’è… e quindi si finisce ad alzare skill senza sapere cosa sta succedendo. E poi, pure se riuscite a stendere un eroe sapete cosa succede? Che gli altri potranno rimetterli in piedi, come in tutti i giochi co-op. Ecco, questa la potevano evitare, almeno per dare al giocatore-demone un po’ di potere in più e mettere il pepe sul sedere dei giocatori-eroi.
Come avrete capito, Evil Dead: The Game non è un gioco divertente, potrebbe dare qualche spunto interessante se provato con un gruppo di amici, ma non per più di qualche partita. Il problema di fondo sta proprio nel gameplay troppo generico e sbilanciato che non riesce a celare l’essenza di questo titolo, ovvero una mera operazione commerciale.
Se gli dedichi un titolo multiplayer realizzato in modo approssimativo, comunque sai che qualcuno lo comprerà, perché porca miseria, tutti i fessi come me cresciuti e pasciuti negli anni 80′ vorrebbero vestire i panni di Ash. E a tal proposito, selezionando Ash come personaggio nella sua versione Evil Dead 3 (Armata delle Tenebre), dove diavolo è il boomstick? Dov’è la motosega? Ah sì, bisogna trovarli nella mappa. Bah.
Per accontentare i lagnosi bastardi come me, Saber Interactive ha aggiunto anche una modalità single player. Fermatevi prima di gioire, perché non si tratta di una campagna, quanto più di missioni aggiuntive da svolgere in singolo che vi permetteranno di sbloccare nuovi personaggi. Alcune di queste sono decisamente toste, perché il gameplay è stato ovviamente pensato per il multiplayer e gli sviluppatori non si sono sforzati molto per rendere il single player bilanciato. E poi, pure se fosse bilanciato, vi assicuro che queste missioni sono ancora più noiose del gioco in multiplayer.
Su una cosa il gioco però funziona: la direzione artistica. Le ambientazioni e i personaggi sono realizzati in modo fedele, cosa che personalmente mi fa ancora più imbestialire a pensare che sia stato tutto fatto per un titolo multiplayer, che con molta probabilità svanirà nel nulla nel giro di qualche mese, a meno che non verrà usato come collettore di skin.
A chi consigliamo Evil Dead: The Game?
Che dire… dovete davvero amare la serie per acquistare questo titolo. Il rischio di annoiarvi dopo tre o quattro partite è altissimo, sia per il gameplay assolutamente poco ispirato, sia perché il divario tra personaggi umani e demone kandariano è troppo ampio.
Con qualche patch correttiva, il titolo potrebbe dare una sfida un po’ più elevata, ma servono anche nuove modalità, quella del trova Necronomicon\distruggi Oscuri non basta a tenere vivo l’interesse. Certo, mettersi nei panni di Ash Williams è sempre una notevole attrattiva, ma in questo contesto sembra veramente uno specchietto per le allodole.
Un vero peccato, perché Evil Dead e Ash Williams sono stati fonte di ispirazione per film, videogiochi, musica e fumetti, quindi sarebbe il caso di dare il giusto tributo a questa saga e al suo eroe. Not groovy. Not groovy at all.