Per chi suona la fanfara
Provato su Nintendo Switch
Pro e contro del gioco
+ Battle system a turni semplicemente perfetto
+ Sprite a 16-bit creati con cura magistrale
+ Sistema di classi intuitivo
+ True Boss che rappresenta una VERA sfida
– Narrazione altalenante
– Soundtrack poco incisiva

Octopath Traveler, JRPG sviluppato da Square Enix e Acquire, ha visto la luce su Nintendo Switch il 13 luglio 2018, un periodo in cui la console Nintendo ha sofferto di una certa mancanza di giochi di ruolo. Dire però che sia stato questo il motivo che ne ha decretato il successo sarebbe ingiusto, non solo nei confronti del titolo stesso ma anche di tutti quei videogiocatori che hanno investito sul gioco per provare un JRPG diverso, che riuscisse a mescolare sapientemente formule vecchie con un gameplay più profondo e che non si limitasse all’acquisizione della magia più potente da spammare continuamente.
La decisione di recensire questo titolo nasce dal bisogno di dire la mia su un prodotto che molti hanno liquidato troppo frettolosamente come “poco interessante” o “eccessivamente datato dal punto di vista stilistico” (chi ancora oggi afferma una cosa del genere dovrebbe solo essere crocifisso). Penalizzato, inoltre, anche dalla scarsa diffusione di Nintendo Switch (almeno al momento del lancio) a differenza di colossi come Playstation 4 o la piattaforma Steam.
Capiamoci però, la critica ha decisamente premiato il titolo, sono i giocatori che, non avendo un minimo di cultura videoludica, ne hanno detto peste e corna. Io sono qui per educare proprio questi soggetti.
Se l’ispirazione da un lato è chiara (Final Fantasy V/VI), dall’altra è un gioco che cammina con le sue gambe, offrendo qualcosa di nuovo e ugualmente degno di essere giocato. Per quanto FF VI sia un capolavoro indiscusso e andrebbe preso a esempio più spesso, c’è anche da dire che se proprio volete QUELLE emozioni lì basta che giochiate a quello (disponibile praticamente anche sulle lavatrici) e la smettiate di scocciare cercando di infilarlo a forza come elemento di paragone in qualsiasi nuova produzione solo perché è l’unico gioco a 16-bit che conoscete.

Opinione rapida per lettori pigri
Octopath Traveler è un JRPG (per chi non sapesse il significato della sigla perché magari nato l’altro ieri, Japanese Role Playing Game), e, pertanto, segue il concetto di “level up/gear up” per permettervi di procedere. Sono richieste sessioni di grinding (minime, se invece di fuggire come dei polli combattete contro tutti i nemici che compaiono sul vostro cammino) ma nulla di insormontabile.
Nelle prime 5/6 ore di gioco avrete accesso a tutti gli otto personaggi diversi (mago, ladro, guerriero e così via), ognuno con una propria storia, una propria vendetta o ricerca personale che si snoda in quattro capitoli (dunque 32 capitoli in totale).
Potrete iniziare con uno qualsiasi dei personaggi proposti, non sarete dunque vincolati a un tipo di narrazione imposta dall’alto ma potrete decidere autonomamente il vostro MC (main character). L’unica limitazione è che, una volta scelto, dovrete averlo sempre nel party finché non completerete la sua storyline.
Il combattimento è semplicemente superbo e spiegarvelo in due righe sarebbe impossibile quindi vi invito caldamente a leggere almeno la sezione “gameplay” che trovate più in basso.
Vi basti sapere in questa sede che il gioco si rifà sì ai vecchi JRPG a turni ma implementando un sistema di debolezze e resistenze che, se sfruttati a dovere, possono bloccare il nemico, permettendovi di infliggere danni doppi per un turno senza che questi abbia la possibilità di rispondere.
Uno dei punti in cui il gioco ha qualche piccola carenza è nella narrazione, non tutte le storie dei personaggi sono parimenti interessanti e alcune potrebbero lasciarvi un po’ indifferenti. Se siete amanti delle sidequest nel gioco ne troverete 101 e, anche se la maggior parte sono fetch quest, vi daranno retroscena importanti su Orsterra (il mondo di gioco) e approfondiranno anche i legami tra i personaggi giocanti. Dal mio punto di vista, non avete scuse valide per snobbare il titolo se possedete Nintendo Switch, riesce infatti a divertire facendovi usare il cervello. Se state cercando un JRPG semplice e poco impegnativo, però, potrebbe non fare al caso vostro. Buona fortuna comunque a trovarne uno.
GAMEPLAY
Il gameplay è indubbiamente il fiore all’occhiello di Octopath Traveler. Come tutti i vecchi JRPG a cui si ispira vi offre un party di quattro personaggi selezionabili tra gli otto disponibili. Ognuno di questi ha, almeno inizialmente, un job o una classe, che dir si voglia. Troverete il ladro, il mago, il chierico, lo spadaccino, il mercante, la cacciatrice, lo speziale e la danzatrice, ognuno con il proprio set di abilità che può risultare offensivo, difensivo o di supporto. E fin qui, direi che ci siamo, niente di nuovo sotto il sole.
Procedendo nella storia, però, e accedendo a determinati santuari, avrete modo di assegnare una seconda classe ai vostri personaggi, potendo per esempio creare un mago/chierico o uno spadaccino/mercante e così via, ampliando il set di abilità e permettendovi così una maggiore efficienza in battaglia senza dover rinunciare alle skill di un personaggio che avete deciso di escludere perché da emeriti idioti pensavate fosse inutile.
Chi ha giocato altri JRPG saprà sicuramente che non si tratta di un’innovazione dal momento che il sistema di classi esiste dall’alba dei tempi, tuttavia, Octopath Traveler è reso un po’ più accessibile dal numero limitato di classi, evitando così situazioni di analysis paralysis quando si cerca di stabilire una strategia vincente da usare contro gli avversari. C’è chi potrebbe vederlo come un difetto, poiché avrebbe preferito una maggiore profondità, ma da appassionato di questo genere non mi sono mai posto il problema nemmeno per un istante (anche perché oltre alle 8 classi principali ce ne sono 4 aggiuntive da scoprire), quindi non vedo perché dobbiate farlo voi.

Passiamo dunque alle fasi di combattimento. Mentre girate per le mappe (a eccezione delle città), verrete catapultati in battaglia dagli incontri casuali, croce e delizia di tutti i giocatori, e vi troverete a fronteggiare mostri e umanoidi. Analizzando la schermata di combattimento, troverete in alto i turni e l’ordine d’azione da sinistra verso destra.
Al centro dello schermo, invece, saranno presenti gli sprite dei nemici e sotto di essi avranno dei piccoli quadrati (di numero variabile) con dei punti interrogativi all’interno. Queste sono le debolezze dei nemici e potrete scoprirle in due modi: usando la skill di analisi del mago o attaccando il mostro con varie armi e magie fino a imbroccarla.

Ogni volta che il nemico verrà colpito da un attacco a cui è debole, il numero sullo scudo alla sinistra scenderà di uno, e, quando raggiungerà lo zero, il mostro andrà in “Break”, restando paralizzato per un turno. Durante questo stato infliggerete danni doppi bypassando resistenze e debolezze. Se il tutto si fermasse qui sarebbe anche abbastanza semplice, tuttavia, c’è ancora una meccanica fondamentale da spiegare, ovvero il “Boost System”.

WTF is Boost System?!
Guardando la parte destra dello schermo noterete la scheda dei vostri personaggi giocanti, con nome, HP ed SP. Sotto il nome, però, troverete cinque piccole sfere grigie. Queste vengono chiamate Boost Points e diverranno gialle, illuminandosi una per volta a ogni turno.

Con un apposito tasto potrete decidere di “usare” uno o più Boost Points per eseguire la stessa azione più volte o potenziare abilità e magie. Come si applica questa meccanica al combattimento?
Vediamolo insieme con un esempio di uso intelligente:
avete di fronte un nemico debole alle spade con 2 punti scudo. Il vostro spadaccino ha un Boost Point e il vostro mago ne ha due. La prima cosa da fare è mandare il mostro in Break, quindi, usando il Boost Point dello spadaccino attaccate il nemico che verrà colpito due volte dalla spada (una volta per l’attacco normale e una volta perché avete usato il Boost Point). Adesso il mostro è in Break, è il momento di attaccare con il mago, spendete i due Boost Point e selezionate una magia per colpirlo. In questo modo avrete danni potenziati dal Boost System e, in più, l’attacco infliggerà danni doppi senza tener conto di debolezze e resistenze poiché vi siete presi la briga di mandare in Break il mostro. Troppo complicato? Tornate a giocare con i soldatini.
Missioni secondarie
Il gioco vi offrirà la possibilità di approfondire il mondo di Orsterra, parlando con gli abitanti delle città potrete interagire con loro in diversi modi, accettando sidequest, sfidandoli a duello, derubandoli, investigando sulla loro vita senza il loro permesso e così via. Colgo l’occasione per spiegare una meccanica legata ai personaggi e non trasferibile nel momento in cui cambierete classe. Ognuno dei vostri “traveler” potrà interagire in modo diverso con i NPC che troverete in giro, il ladro, per esempio, potrà derubarli, il mago e lo speziale potranno analizzarli per scoprire di più sul loro background, la cacciatrice e lo spadaccino potranno sfidarli a duello 1 vs 1, il chierico e la danzatrice potranno farsi seguire mentre il mercante potrà acquistare alcuni oggetti che potrebbero avere in vendita.


Non sottovalutate queste interazioni perché vi permettono di acquisire equipaggiamenti (rubandoli o acquistandoli, a voi la scelta), risolvere missioni secondarie e persino ottenere alleati da utilizzare in battaglia.
Esempio: Analizzando un villico che trasporta letame dalla mattina alla sera potrete scoprire che in realtà era un valoroso guerriero in grado di usare l’ascia che ha deciso di cambiare vita. Reclutandolo con il chierico o la danzatrice potrete usufruire della sua forza in battaglia per un determinato numero di volte, magari sfruttando un tipo di arma a cui i membri del vostro party non hanno accesso.
Il gioco è costellato di piccoli personaggi del genere e fermarsi a ficcanasare nella vita degli abitanti delle ridenti cittadine offre un modo simpatico e opzionale di scoprire il folklore del mondo senza inserire necessariamente centinaia di migliaia di righe di testo che la maggior parte dei giocatori analfabeti funzionali comunque non capirebbe.
P.S. Se nelle vostre investigazioni o furti fallirete troppe volte, diverrete “ricercati” in quella città e non potrete più interagire con i NPC a meno che non vi rechiate alla locanda per smacchiare la vostra fedina penale passando una bella tangente all’oste, proprio come funziona nella vita reale insomma.

Il titolo può durare circa 65 ore se avete intenzione di completare tutto il possibile, la rigiocabilità quindi è decisamente limitata, soprattutto per chi ha una vita e ha passato da un pezzo la spensierata età dell’adolescenza. Vi invitiamo però a completare tutte le sidequest per poter accedere all’ultima, che concluderà la storia del mondo di Orsterra in modo decisamente più soddisfacente. Occhio però, perché il True Boss che affronterete nell’ultima quest vi farà piangere dalla disperazione da tutti gli sfinteri e, se avete intenzione di provare l’impresa, fareste meglio a prepararvi psicologicamente, livellando TUTTI i personaggi almeno al livello 70 dopo aver sbloccato tutte le classi.
GRAFICA E COMPARTO AUDIO
La grafica utilizzata in Octopath Traveler rientra in una categoria a sé, indicata degli sviluppatori con il nome HD-2D, che detto così può oggettivamente non significare un caz** di niente. Si tratta di uno stile che si rifà all’era 16-bit del Super Nintendo per quanto riguarda sprite e texture, inseriti però in un ambiente tridimensionale dalla risoluzione elevata. Il contrasto è dannatamente piacevole e offre un sapore rétro senza strafare, garantendo quindi effetti di luce moderni su sfondi puliti e tridimensionali dove si muovono i personaggi pixellosi.
Vorrei spendere due parole per esaltare la bellezza degli sprite dei boss in particolare, tutti più grandi, minacciosi e dettagliati del vostro party, proprio come nei vecchi Final Fantasy. Stavola però con animazioni precise e fluide che, gli psicopatici come me, amanti della pixel art, si incanteranno a guardare.

Se pensate che possa essere uno stile fruibile con soddisfazione solo da chi ha vissuto l’era a 16-bit vi sbagliate di grosso, Square Enix e Acquire sono riusciti a coniugare vecchio e nuovo creando un piccolo gioiellino che tutti, a prescindere dall’età, possono gustarsi al meglio. Se poi siete delle capre lobotomizzate la colpa non è mia ma di alcune SH che, invece di cercare di portare una ventata d’aria fresca, o quantomeno alternativa, continuano a investire a senso unico, per qualche misterioso motivo, solo sul fotorealismo.
E il sonoro? Nessuno pensa al sonoro?!
Dopo l’immancabile graphic rant, possiamo prendere in esame la colonna sonora del gioco, composta da Yasunori Nishiki (tra i suoi lavori figura anche la soundtrack dell’RPG mobile Granblue Fantasy, uscito unicamente in territorio giapponese). Da questo punto di vista, mi dispiace dirlo, si poteva fare di più. Non è malaccio eh, e la varietà di strumenti musicali, che ben si adattano ai diversi personaggi principali, restituiscono delle sonorità appropriate alle situazioni che sarete chiamati ad affrontare. Tuttavia, si percepisce anche la mancanza di tracce indimenticabili. Il tutto si riduce a musica d’accompagnamento d’indubbia qualità, ma che potrebbe essere simile ad altro già ascoltato in passato.
STORIA
Il gioco si svolge nel continente di Orsterra, in cui tutti gli abitanti, chi più chi meno, sono legati alla religione locale, l’Ordine della Sacra Fiamma. Le città sopravvivono grazie alla protezione che la Sacra Fiamma dona loro, rinnovata ciclicamente da un ecclesiasta in pellegrinaggio. In questo mondo si muovono gli otto personaggi principali, Cyrus l’erudito, Ophilia l’ecclesiasta, Therion il furfante, Olberic il milite, Tressa la mercante, H’aanit la cacciatrice, Primrose l’artista e Alfyn lo speziale. Ognuno di essi si troverà a dover fare i conti con il proprio passato, presente e futuro, combattendo per la sete di vendetta, per la salvaguardia delle città, per un amico o, semplicemente, per trovare il proprio posto nel mondo.
Fanno da sfondo al loro viaggio le vicende di Orsterra: strani culti che si muovono nell’ombra, furfanti e pirati che depredano città e divinità oscure che aspettano di essere risvegliate. Sta a voi decidere se indagare più a fondo o limitarvi ad affrontare i problemi personali dei singoli protagonisti.
Se da un lato la narrazione è atipica per un JRPG, ho personalmente apprezzato molto la decisione di evitare una trama “corale” che mettesse tutti sul carrozzone dell’”andiamo a sconfiggere il mega-cattivo di turno uniti dal potere dell’amicizia”, tema che per quanto carino quando si hanno 12 anni, inizia a far venire i conati quando l’età si raddoppia o triplica.
I personaggi, quando affrontano le loro battaglie personali, non chiacchierano con gli alleati più del dovuto ma potrete comunque sapere cosa pensano l’uno dell’altro, attivando delle scene che approfondiscono le loro interazioni ogni volta che vi recate in una locanda all’interno delle città. Queste scenette (che potrete anche decidere di skippare volendo), ricordano un po’ quelle che appaiono nei titoli della serie “Tales of” ma sono in numero minore e limitate all’area della locanda, rivelandosi una piacevole aggiunta per tutti quei giocatori rompicogl**** che piagnucolano per la “poca interazione che hanno tra di loro”. Non esiste scusa più pietosa per ignorare il titolo.
Detto ciò, è vero che non tutte le storie sono egualmente interessanti e qualcuna ha sicuramente meno mordente, ma d’altronde quale aspettativa di gesta eroiche vi aspettate da un ca*** di mercante?!

Octopath Traveler è un titolo solido, con un gameplay che vi intratterrà in ogni singolo scontro senza farvi mai roteare gli occhi al cielo per l’ennesimo incontro casuale, offrendo allo stesso tempo un buon grado di sfida per quelli che volessero affrontare il True Boss. Non fa invece per i giocatori eccessivamente superficiali che non amano approfondire meccaniche complesse e quelli che vogliono giochi di ruolo dove la trama abbia un crescendo epico manco fosse l’epopea di Gilgamesh. Se amate i giochi di ruolo e possedete una console Nintendo Switch, date una chance al titolo, riuscirà a stupirvi.