Un ottimo hack and slash… dal passato – Recensione di Ultra Age

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Ultra Age è un frenetico hack and slash character action game sviluppato dal piccolo studio coreano Next Stage e distribuito da DANGEN Enternainment, disponibile su PlayStation 4, Nintendo Switch e PC dal 9 settembre 2021.

Provato su Nintendo Switch

PS4

Ultra Age. Telefono. Casa.

In un futuro molto lontano, la terra è rimasta disabitata, lasciando solo rovine e cupe vestigia di una civiltà che non c’è più. Come spesso capita, gli umani sono divisi in due grandi fazioni: quelli trasferitisi nella colonia spaziale Orbital Arc, e quelli rimasti nello Shelter sulla Terra, ormai pullulante di bestie feroci e cyborg violenti.

Il giovane protagonista Age, accompagnato dal fido e decisamente irritante compagno cibernetico Helvis, si trova a dover portare a termini il difficile compito di recuperare un’antica reliquia sulla Terra, che, a quanto pare, ha il potere di conferire vita eterna al possessore. Sarebbe già una missione piuttosto seria e difficile, se non fosse per un dettaglio: ad Age non resta che una settimana da vivere.

Alla fine della prima sezione di gioco, che fa da tutorial e introduzione alla narrazione, Age riesce a trovare la reliquia ma viene improvvisamente aggredito da Medea, una sua ex-commilitona riscopertasi traditrice che spacca in due il povero Helvis e sconfigge il protagonista lanciandolo da un dirupo. Grazie al proprio rampino Age riesce a catturare in aria la reliquia prima dell’inevitabile caduta, e al suo risveglio scopre che Helvis ha trasferito la propria identità nella reliquia stessa, acquisendo fantastici poteri, che si riveleranno estremamente utili per portare a termine la missione e capire cosa si cela dietro a un conflitto sicuramente più complesso di quanto non potesse inizialmente sembrare.

La vera identità e le mire di Medea, la guerra civile tra gli umani sopravvissuti, la misteriosa energia dei cristalli di cui si nutrono le bestie, tutto viene lentamente mostrato al giocatore, in un modo semplice e riuscito, senza sconvolgere nessuno. Le animazioni durante le cutscene sono generalmente piuttosto basilari, e il doppiaggio, anche quello giapponese, fa il suo lavoro e davvero poco più.

Devil May Age

Secondo il classico detto quello che vedi è quello che hai, la narrazione in Ultra Age, sebbene anche interessante a modo suo, è un pretesto lineare e non troppo articolato per mettere su schermo il focus del titolo: l’ottimo, frenetico sistema di combattimento.

Age ha accesso mano mano a un vasto repertorio di armi di diverso tipo ed efficacia. I nemici sono principalmente divisi in due tipologie, organici e cibernetici, ognuno con una specifica debolezza. Ad esempio, una bestia di tipo organico subisce danni molto più ingenti dalla katana, che causa danni di tipo sanguinamento, e un bot volante ha bisogno della lama pesante di una claymore per essere buttato giù. Non solo, i nemici possono presentarsi con alcuni potenziamenti secondari, come degli scudi che hanno bisogno della lama folgorante per essere sbrecciati, e ancora alcuni che sgattaiolano e scattano via dagli attacchi potrebbero essere sconfitti più facilmente dai colpi diretti della lama pistola (una sorta di gunblade di Final Fantasy VIII memoria, sotto steroidi).

Tutte le armi si controllano virtualmente allo stesso modo, ma hanno funzioni sempre lievemente diverse, e il gioco promuove e spinge, un po’ con le meccaniche, un po’ con la difficoltà talvolta impietosa, un uso efficiente e veloce di diverse armi simultaneamente. È proprio qui che Ultra Age brilla, il frenetico sistema di combattimento che richiede attenzione con le sue numerose opzioni esplosive.

Ogni arma presenta in basso un numero che mostra quante di quelle armi abbiamo al momento… seguitemi: ogni arma ha una data durabilità, alla fine della quale, laconicamente, si spezza e si passa alla prossima. Tuttavia, quando una lama è ormai agli sgoccioli, la si può sacrificare anticipatamente per lanciare uno speciale attacco AoE ultra potente.

Abbiamo nominato prima il rampino, che viene usato in minima parte nell’esplorazione e con più applicazioni in combattimento: un po’ DmC, un po’ Scorpion (GET OVER HERE!), lo si può lanciare per portare a sé un nemico in un istante, altrimenti lo si può lanciare per teletrasportarsi addosso a un nemico, un po’ come fa Noctis in Final Fantasy XV.

Inoltre, la versione new and improved dell’amico virtuale Helvis può assistere in battaglia attraverso quattro funzioni principali: il raccoglimento di oggetti a terra, l’attivazione della modalità Furia Critica, un’abilità curativa e infine ruotare il ciclo giorno-notte di 12 ore. Ora, il ciclo giorno-notte serve principalmente per ricaricare i cristalli che disseminano le aree di gioco, in modo da poter collezionare nuovamente le risorse, ma l’applicazione, di fatti piuttosto limitata, non sembra essere stata implementata in maniera particolarmente convincente.

Una Settimana da (Ultra) Age

Durante la campagna principale, che dura circa una decina di ore, il giocatore potrà potenziale il protagonista in numerosi modi. Le quattro abilità di Helvis e le armi usano la stessa risorsa, i cristalli, che si ottengono sconfiggendo qualsiasi nemico. La cosa interessante qui è che ogni singola arma ha la propria mappa evolutiva, una sorta di skill tree tutto suo, e c’è bisogno di un po’ di grinding se si vuole completare tutto.

È piuttosto soddisfacente come il sistema, di base già frenetico ma inizialmente un po’ scarno, diventi piano piano più esplosivo e scenico. Un attento uso del rampino luminoso e della meccanica di evasione alla Witch Time, e la continua concatenazione di armi diverse in base al nemico di turno sono gli elementi chiave di un ottimo sistema di combattimento.

Ora, non proprio tutto è così roseo, e nello specifico, se da un lato il combattimento è di ottima fattura e promette ore di sano divertimento, la direzione artistica e la rifinizione tecnica sono visibilmente meno convincenti. Non solo ci sono asset e zone ripetute, ma gli ambienti sono spesso decorati al minimo, così come le animazioni fuori dai combattimenti.

La sensazione che si ha è dunque di un character action game che affonda le proprie radici nel design dell’era d’oro di circa 2-3 generazioni fa, con un sistema di combattimento più ricercato. Intendiamoci però, questo non è proprio un difetto, perché quello che fa, lo fa bene. La filosofia dell’esplorazione degli ambienti sembra strappata dai grandi dell’era Ps2, giocabilissimi anche oggi.

Breve parentesi sulla performance su Switch: il titolo risulta particolarmente appetibile proprio sulla console Nintendo, dove il genere è forse meno preminente. La qualità è ottima, e sebbene in modalità portatile un filtro ammorbidisce l’intero schermo, questo permette performance senza particolari singhiozzi anche lontani dal televisore. In modalità docked, come ci si può aspettare, la resa è ottima e non mostra nessun particolare difetto o calo tecnico.

A chi consigliamo Ultra Age?

Ultra Age è un titolo che al netto di quanto si propone di fare, sorprende. Un titolo budget con una durata e una campagna che occupano il giusto tempo e richiedono la giusta attenzione del giocatore, con una narrazione semplice da seguire e, sebbene lineare, con una chiara conclusione. Il combattimento poi, fiore all’occhiello del gioco, promette ore di onesto divertimento. Purtroppo rientra in un genere occupato principalmente da giganti, ma considerando anche che non si tratta di un titolo AAA, la qualità è chiaramente notevole.

Combattimento frenetico ed esplosivoDirezione artistica un po’ scarna
Ben riuscito, con un gusto un po’ nostalgico…che per alcuni potrebbe sembrare arretrato

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