Clockwork Aquario – Recensione dell’arcade “riemerso”

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Clockwork Aquario, pubblicato da Inin Games per Playstation 4 e Nintendo Switch, è un titolo molto particolare, trattandosi di un arcade originariamente previsto per il lancio nella prima metà degli anni ’90. Dopo quasi 20 anni è stato riportato alla luce, grazie anche al lavoro della software house originale Westone Bit Entertainment.

Provato su Nintendo Switch

PS4switch
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Lost in Japan

Siamo negli anni ’90, le sale arcade in Giappone e nel mondo intero pullulano di ragazzini pronti a spendere i due spicci di paghetta in macchine mangiasoldi in grado di restituire fantastiche emozioni. Ci si avvicina a questi cabinati con un po’ di rispetto misto a curiosità, si dà un’occhiata al video demo o la partita di un amico per farsi un’idea e capire se i gettoni dureranno a sufficienza e alla fine si decide: il gettone scende nel meccanismo e si impugnano i comandi, pronti a partire per un’avventura unica.

In un periodo del genere, sembrava quasi che ogni tipo di gioco potesse trovar fortuna e far soldi, ma ben presto gli sviluppatori scoprirono a proprie spese che non sempre le cose andavano come sperato. Il boom dei picchiaduro portò a un lento declino degli altri generi, con esperienze action arcade sempre meno popolari. Clockwork Aquario di Westone, sviluppatori della serie Wonder Boy, Mega Bomberman e qualche strambo progetto legato al franchise Neon Genesis Evangelion, doveva essere un titolo in grado di spingere l’hardware delle board Sega System 18 al massimo delle loro potenzialità, tuttavia il destino fu beffardo e durante i test sul campo del 1993, lo scarso interesse del pubblico per il gioco portò alla sua cancellazione.

Spariva così dai radar un platform colorato, sulla falsariga di Wonder Boy, che avrebbe potuto dire la sua in un mercato ancora tutto sommato florido, soprattutto se paragonato alla scena attuale dove sempre più sale arcade stanno chiudendo anche nella terra dei cabinati, il Giappone stesso.

Back to the future

Fast forward al 2020, Inin Games acquista i diritti da Sega e contatta alcuni ex membri chiave di Westone, per far sì che questo titolo non venga dimenticato. Ben entusiasti di riprendere in mano Clockwork Aquario, tornano sul codice originale e lo aggiornano per console di nuova generazione, lanciando il prodotto nel 2021 per Playstation 4 e Nintendo Switch.

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Clockwork Aquario, disponibile in formato digitale in Europa e in Giappone al momento della nostra recensione, è un tripudio di colori, gioioso e spensierato, proprio come i primi anni ’90 visti tramite il filtro degli occhi di un ragazzino.

Il giocatore può scegliere tra tre personaggi diversi: Hack Londo, Elle Moon o il robot Gash per avventurarsi nei cinque livelli del titolo e fermare i malvagi piani di conquista mondiale del Dr. Hangyo, un simpatico pesce antropomorfo che, al pari del Dr. Robotnik di Sonic, utilizza macchine micidiali per fermare i nostri eroi.

Il gameplay è molto intuitivo e presenta solo due tasti principali: salto e attacco. Per eliminare i nemici è possibile dunque saltargli sopra, proprio come in Super Mario, o prenderli a cazzotti, facendoli così diventare di colore blu e confusi, momento in cui possono essere letteralmente presi in mano dal giocatore e lanciati contro altri avversari per ottenere un punteggio più alto (non avete mica dimenticato che si tratta di un titolo arcade, vero?).

Steampunk caramelloso nel segno dell'”Aquario”

Che il prodotto abbia elementi steampunk è chiaro fin dal titolo, quel Clockwork che campeggia sulla cover e il robot un po’ retrò che sembra strappato con forza dagli albori dell’animazione giapponese, non fanno molto per nasconderlo, tuttavia il genere è piegato alle regole del gaming arcade, ovvero tanti colori brillanti sparati in faccia.

Accedendo al menù avrete accesso a una modalità d’allenamento, con crediti illimitati ma che si conclude dopo il secondo stage, seguita da tre modalità: facile, che vi assegna 9 crediti per completare il titolo, normale dove ne avrete 5 e difficile con soli 3 crediti a disposizione. In aggiunta è presente anche la modalità Arcade classica, sbloccabile dopo aver completato una volta il titolo e che permette di controllare direttamente le impostazioni della board originale.

Non mancano i filtri CRT a cui il publisher ci ha ormai abituati (vedasi Cotton 100%, Panorama Cotton), per modificare l’esperienza di gioco in base ai propri arcaici canoni estetici. Per chi non lo sapesse, parliamo di maschere applicabili alla schermata per far sì che sembri un vecchio, amabile catorcio a tubo catodico.

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A chi consigliamo Clockwork Aquario?

Il prezzo, a onor del vero, poteva essere un po’ più basso, tuttavia gli appassionati dei titoli Westone non batteranno ciglio e apriranno ben volentieri il portafoglio. Gli altri potrebbero attendere un eventuale calo di prezzo, soprattutto se consideriamo che è un titolo non eccessivamente longevo. A dare un po’ di brio c’è la possibilità di giocare Clockwork Aquario in co-op locale, caratteristica BASILARE di ogni arcade che si rispetti. In una serata tra amici ci stanno più che bene un paio di partite al volo, ricordando insieme i bei tempi andati delle sale giochi (sempre che li abbiate vissuti, quei tempi).

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