Robottoni, cari vecchi amici d’infanzia di noi bastardi vecchi che denigriamo qualsiasi nuova proposta giovanile. Sì, i robottoni! Passati di moda ormai perché sferraglianti e quadrettati ammassi di metallo inquinante, pilotati da maschi alpha ribelli, avvenenti donnine o da studentelli disagiati.
In Giappone i robot si battono per la giustizia e la pace contro qualche mefitica civiltà aliena, imperi intergalattici o magari delle misteriose divinità. Per l’occidente capitalista invece, i robottoni o ‘mech’ sono delle semplici macchine da guerra, ineleganti quanto devastanti.
Due scuole di pensiero diverse che nel gaming sono state spesso rappresentate, sebbene i videogiochi con i robottoni non siano mai riusciti ad avere un grande successo, restando in fin dei conti sempre dei prodotti di nicchia. Per questo fa sempre piacere trovare giochi dove i robottazzi sono assoluti protagonisti come Armed to The Gears di Rafael Solon.
Provato su Nintendo Switch
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Domo arigato mr. Robotto
Terra, futuro distopico, una mega-corporazione si è impadronita di una risorsa trovata al centro della terra e l’ha usata indovinate per cosa? Ma per costruire armi e dominare il mondo ovviamente! Uno sparuto gruppo di ribelli è riuscito a costruire un proprio mech per combattere la dittatura. Fight the power, Bulls on Parade e Killing in the Name of, trama scontata che fa da sfondo a un gioco decisamente imperfetto.
Sulla carta, Armed to the Gears ha del potenziale. Si tratta di una sorta di twin stick shooter con meccaniche tower defense e conquista dei punti di controllo. Ai comandi del nostro mech, dovremo girare per la mappa conquistando le basi nemiche devastando qualsiasi cosa si muova. Una volta catturato un punto di controllo potremo costruire dei generatori (o potenziare quelli già esistenti) e guadagnare energia, spendibile per costruire torrette difensive, barricate, droni d’attacco e richiedere bombardamenti dall’alto.
Ora, in termini di meccaniche il gioco è abbastanza elementare. Nelle 8 mappe della campagna dovrete semplicemente conquistare tutti i punti di controllo e difenderli dai nemici costruendo le difesa. Non ci sono missioni con spunti diversi o una costruzione della storia che renda il tutto un minimo interessante, tutti gli scenari di gioco sono un copia\incolla spietato. Questo andrebbe anche bene se i combattimenti fossero un minimo interessanti, invece vi troverete a tenere premuto il tasto dell’arma primaria, attendendo apaticamente che l’energia dei nemici arrivi a zero, per poi vederli esplodere in modo poco soddisfacente.
Metal Gear Boring
Tutto ciò che il gioco offre quindi è la possibilità di costruire una montagna di torrette difensive e barricate nei punti controllati e di muovervi da un lato all’altro della mappa con il robottone. Capisco che il gioco è stato programmato da una sola persona, però un minimo di inventiva in più non sarebbe guastata. Alla base sarà possibile parlare con gli altri punkettoni ribelli, ma a che pro? L’unica cosa che fanno è darci vaghe informazioni sulla trama delle quali se ne può fare volentieri a meno.
Il titolo dà sicuramente più soddisfazione nelle mappe extra, incentrate sul Tower Defense a ondate, cosa che gli amanti del genere potranno apprezzare.
Tra una missione e l’altra potrete configurare il vostro mech, ma le opzioni a disposizione sono estremamente limitate e inoltre non sembrano avere un grande impatto sulle missioni.
Insomma caro Armed to the Gears, non ci siamo proprio. Cosa offri di particolare ai giocatori a parte il tema robotico? Anche sul lato grafico, se su PC si poteva difendere un minimo, su Switch se la cava veramente male. Texture sgranate, risoluzione che rasenta il tubo catodico e ovviamente i magici 30 fps. La modalità portable è probabilmente l’unico vero vantaggio, se volete giusto fare una partita veloce in una delle mappe Tower Defense mentre viaggiate o state con le chiappe stampate sul copriwater.
A chi consigliamo Armed to the Gears?
Difficile consigliare un gioco che offre così poco, specialmente se consideriamo la miriade di titoli dello stesso genere decisamente migliori sotto ogni aspetti. Diamine, persino il vecchio Zed della Bitmap Brothers (ve lo ricordate vecchiardi?) era meno legnoso! Dovrei essere clemente perché si tratta di un gioco fatto da una sola persona, ma poi penso a Bright Memory Infinite e la mia clemenza si prende a schiaffi da sola.
Mi dispiace, potrei dirvi di comprare Armed to the Gears solo se siete davvero dei patiti assurdi di Tower Defense e vi divorate qualsiasi cosa. Non vi biasimerei mai, io amo gli FPS e ho recentemente finito quella incredibile cagata di Far Cry 6. A ognuno i suoi ‘’guilty pleasures’’ come dicono i giovini d’oggi.
Missioni tower defense divertenti | Performance su Switch poco entusiasmanti |
Prezzo budget | Ripetitivo e a tratti noioso |