Mortal Kombat 11: Aftermath – Recensione

I NetherRealm Studios di Ed Boon (conosciuti dai canuti vegliardi come me col nome di Midway) sono riusciti a creare un vero e proprio universo di personaggi, tutti collegati tra di loro in qualche modo, dando un senso agli scontri tra demoni ninja e divinità zombie. Con Mortal Kombat X e Mortal Kombat 11 la modalità storia ormai presente in ogni picchiaduro è stata portata a livelli altissimi, con una cura maniacale per la regia e le coreografie delle varie cutscene.

Quella di Mortal Kombat 11 è una vera gioia per tutti gli amanti della serie, al punto che i combattimenti tra una scena e l’altra sono un mero pretesto per dare al giocatore un minimo di partecipazione in quello che potremmo definire il miglior film in assoluto basato su Mortal Kombat. Non a caso NetherRealm Studios ha creato un DLC della modalità storia, cosa che ci si potrebbe aspettare da un gioco di ruolo, ma non da un titolo di legnate. Vi avvisiamo che potrete trovare qualche piccolo spoiler sulla storia di Mortal Kombat 11, per quanto riguarda la nostra recensione del titolo, invece, potete trovarla qui.

Provato su PC

+ Cary Hiroyuki Tagawa– Prezzo alto per soli tre personaggi
+ Coreografie della storia spettacolari– Friendship abbozzate
+ Robocop, Sheeva e Fujin sono aggiunte gradite al roster 
 

Botte, sangue e omogeneizzati

In cosa consiste questo bel pacchetto di ultraviolenza? Oltre al proseguimento della storia di MK 11, troveremo tre nuovi personaggi: il Dio del vento Fujin, la cara vecchia Sheeva e Robocop. Si, avete capito bene… Robocop, l’amatissimo e letale poliziotto cibernetico del film di Paul Veroheven, doppiato tra l’altro dall’attore originale Peter Weller.
Il DLC include anche le Friendship per tutti i personaggi, Stage Fatalities per tre scenari diversi e una serie di skin nuove.

Fujin, il fratello più sobrio e decisamente meno incacchiato di Raiden ha ricevuto un bel lifting da Mortal Kombat 4, quando i giochi treddì erano un ammasso orrido di bloccazzi poligonali. Ora si presenta con una bella chioma bianca, spadino da spiedo, espressione sbarazzina e tanti, ma tanti schiaffoni da dare ai poveri malcapitati che gli si parano davanti.
Fujin è un personaggio molto divertente da utilizzare, in quanto dispone di una buona varietà di mosse che vanno dalla classica fireball (un dardo lanciato dalla sua balestra) all’anti-air, sebbene la mossa più spettacolare sia la fantastica camminata aerea dalla quale è possibile sferrare un colpo ottimo per il cross-up o per disorientare l’avversario.
Nelle giuste mani Fujin può diventare veramente una grossa spina nel fianco, sebbene per tirare fuori alcune combo in modo preciso bisogna allenarsi parecchio, in quanto le stringhe di comandi non sono proprio tra le più semplici.

Passiamo ora alla nostra nerboruta Sheeva che ai tempi di MK 3 tutti pensavano fosse la moglie o la sorella del compianto Goro. In questa versione ci viene presentata con un aspetto più da ‘Face’ che da ‘Heel’, sebbene avrei preferito la cattiveria del personaggio originale. Gusti a parte, il passaggio è riuscito abbastanza bene a parte quella cresta poco credibile da punk modaiola.
Il gameplay di Sheeva si basa fondamentalmente su attacchi ravvicinati e su prese devastanti, se vi prende con le sue quattro braccia sono veramente volatili per diabetici (cit.). Apprezzo la scelta di lasciarle la mossa caratteristica preferita dagli Shokan, ovvero il salto con conseguente doppio pestone sulla schiena dell’avversario. Una nota di merito va infine alle sue Fatalities, di una brutalità davvero eccellente, i miei complimenti all’ideatore che probabilmente ora sarà rinchiuso in qualche clinica psichiatrica.

E per finire passiamo al nostro pacioccoso Robocop, che bello rivederlo in un videogame dopo anni e anni di assenza! Dei tre personaggi del DLC, Robocop è quello più devastante, non a caso viene utilizzato ogni tanto da Sonicfox, una delle stelle indiscusse dei giochi di botte.
Combo abbastanza facili da tirar fuori si uniscono ad attacchi a distanza efficaci, uno su tutti quello eseguito con il fucilazzo da cecchino, veramente devastante.
Questo rende Robocop ottimo per chi ama fare zoning o pressione sull’avversario, inoltre anche gli attacchi ravvinicanti non sono affatto male, sebbene i frame di recupero siano un po’ troppi e vengano facilmente anticipati da personaggi più veloci. Fantastica la sua intro che si rifà allo storico poster del primo (e unico per quanto mi riguarda) film della saga… un po’ meno esaltanti però sono le Fatalities poco ispirate e sulle quali si poteva osare un minimo di più.

NetherRealm e Warner Games ci hanno abituati ormai all’inclusione di personaggi presi da altri franchise nei loro picchiaduro, con risultati più o meno riusciti. Personalmente avrei preferito rivedere qualche altro amato personaggio della serie Mortal Kombat come Sector o Cyrax. E poi… dov’è Bo’rai Cho? Ridatemi il vecchio scorreggione!
Ad ogni modo se Joker e Terminator non mi hanno troppo convinto (il primo soprattutto è fuori luogo come una scoreggia in una bombola del gas), Spawn e Robocop in qualche modo si amalgamano bene con il resto del bizzarro cast del gioco.
D’altronde di Cyborg e di demoni è fatto sto mondo no?

Il giapponese più cattivo del mondo

I giovini virgulti probabilmente non si ricorderanno del mitico attore giappamericano Cary-Hiroyuki Tagawa che negli anni ’80 e ’90 veniva ripetutamente reclutato nei film d’azione di Hollywood per interpretare il perfido Yakuza, così che gli americani xenofobi potessero spaventarsi alla vista di qualche altro straniero in alternativa al classico russo cattivo. Il ruolo gli riesce benissimo grazie al suo volto a dir poco minaccioso, al punto da portarlo a vestire i panni dello stregone Shang Tsung nel primo film di Mortal Kombat.
Il film non è certo un capolavoro (per usare un eufemismo), ma rispetto a quello di Street Fighter può essere considerato quasi come Quarto Potere di Orson Welles.
Il vecchio Cary-Hiroyuki ha ripreso volentieri il ruolo di Shang Tsung in Mortal Kombat 11 (personaggio scaricabile e incluso nel Kombat Pack), diventando addirittura il protagonista di Aftermath.

Al termine della storia principale di Mortal Kombat 11, abbiamo visto un Raiden passare i suoi poteri divini a quel pollazzo di Liu Kang che dopo aver devastato Kronika diventa il custode del tempo.
C’è però un piccolo dettaglio sfuggito ai nostri eroi: la sfera del tempo non può funzionare senza la corona di Kronika, ormai andata distrutta. Ora, mentre Raiden (ormai diventato umano, ma non Christopher Lambert) e Dio Liu Kang si sentono dei poveri fessi, ecco arrivare da un portale dimensionale il nostro eroe Shang Tsung, accompagnato da Fujin e da Nightwolf con un piano infallibile per poter riottenere la corona.

Senza fare ulteriori spoiler, posso solo dirvi che questa storia vale la pena solo per la performance spaziale di Tagawa. Insomma è una di quelle situazioni dove sapete che farà qualcosa di losco, ma non sapete quando e come. Lo capite dalle sue espressioni beffarde e da tutti i suoi mefitici sotterfugi che fanno sembrare tutti gli altri personaggi degli autentici sfigati. La storia si sviluppa in modo abbastanza convincente, con qualche falla qui e lì tutto sommato perdonabile se si considera che stiamo comunque parlando di un prodotto dall’animo volutamente pulp. Sono rimasto davvero colpito dalle coreografie dei combattimenti, spettacolari e che mi hanno fatto rimpiangere di dover prendere in mano il joypad per affrontare gli scontri necessari per il proseguimento della storia.

Per quanto riguarda le Friendship, onestamente le ritengo inutili dai tempi di Mortal Kombat 2 e per questo DLC avrei apprezzato più l’aggiunta di un’altra Fatality per personaggio o magari delle Animality che avrebbero dato qualche spunto di ultraviolenza in più.
Certo qualche Friendship divertente c’è, mentre le altre rasentano il demenziale che può strappare una risatina, ma nulla di più. Insomma, chiaramente non sono state curate come le assurde Fatalities, dubito infatti che qualcuno le userà per finire un incontro più di una volta.
Le Stage Fatality sono abbastanza efficaci, specialmente quella del pozzo d’acido, sempre una garanzia. Spero che ne aggiungano qualcuna in più, perché tutti gli scenari di MK 11 sono spettacolari e offrono uno spunto per finire il proprio avversario in maniera raccapricciante.

A chi consigliamo Mortal Kombat 11: Aftermath?

Se amate la saga di Mortal Kombat non potete proprio farvi scappare questo DLC , anche se per apprezzare a pieno il pacchetto sarebbe meglio possedere anche i personaggi DLC del Kombat Pack, altrimenti il grande Shang Tsung ve lo godete solo a metà!
Tre personaggi sono un po’ pochi però, se paragonati al prezzo un po’ altino di Aftermath. Per questo potrebbe non convincervi se avete trovato poco interessante la storia di Mortal Kombat 11, ma del titolo avete comunque apprezzato la componente del gameplay e le Torri. La moda dei DLC è ormai divenuta di casa anche nei picchiaduro, ma se venissero proposti sempre pacchetti del genere con una storia aggiuntiva e altri add-on oltre ai personaggi, uno li spenderebbe più volentieri i suoi sudati risparmi. E in realtà sarebbe ancora meglio se si tornasse all’epoca dove per sbloccare i nuovi personaggi bastava finire il gioco!
Va bé, scusate, lo dico sempre, ma con l’età si diventa ripetitivi!

Commenta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.