Gunbrella, ultimo titolo della software house doinksoft, già autori di Gato Roboto, è un gioco action 2D a scorrimento laterale. Il titolo, pubblicato da Devolver Digital, è disponibile dal 13 settembre 2023 per PC tramite Steam e su Nintendo Switch.
Provato su PC
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Scava due fosse
Gunbrella si presenta con un approccio narrativo ormai classico e consolidato. Sicuramente usato e abusato, ma che onestamente non stanca mai: una bella revenge story. Il protagonista, un barbuto pseudo-boscaiolo, vive nella sua baita con la moglie e la figlia. Un quadro familiare molto tenero, che viene però brutalmente sconquassato da un incidente. Dopo una breve uscita per la raccolta della legna, al ritorno a casa l’uomo va incontro a una brutale rivelazione: la moglie è stata brutalmente uccisa e la figlia è sparita.
L’unico indizio rimasto sul luogo del delitto è una misteriosa arma, una Gunbrella. Che in realtà è proprio ciò che pensate sia: l’ombrello-fucile che Mary Poppins ha sempre desiderato. Con quest’arma l’uomo dovrà farsi strada in un mondo dalle fosche tinte steampunk, seguendo indizi rivelati da ambigui personaggi. Tra culti disumani e strani avvenimenti, l’uomo cercherà di far luce su quanto accaduto alla moglie e ottenere la sua meritata vendetta.

L’universo in cui Gunbrella è ambientato è ben caratterizzato e acquisisce spessore man mano che si procede nell’avventura. Visitando le città e gli ambienti in cui si snodano le vicende, si ha un quadro più chiaro del mondo di gioco, con rivelazioni intriganti che conferiscono alla trama un sapore ricercato e per nulla banale.
La pixel art in cui è realizzato il gioco può sembrare inizialmente poco dettagliata, quasi accennata addirittura in alcuni sfondi aperti. Questa sensazione però cambia quando si iniziano a notare i dettagli di animazione degli sprite, persino quelli del fogliame e dei fiori. Tutto, o quasi, è in movimento, eliminando quella staticità che solitamente si percepisce in produzioni che provano a stimolare l’effetto nostalgia.
Dove la produzione spicca di più è sicuramente nella caratterizzazione dei personaggi. Dagli avatar ai dialoghi, tutto trasuda cura e passione per questo tipo di espressione bidimensionale. Impossibile restare indifferenti alla pixel art ben fatta.
Un gameplay curioso
Il gioco punta tutto sull’arma trovata dall’uomo, questa fantomatica Gunbrella. Chi l’ha costruita? Chi l’ha usata? Quesiti a cui dovrete rispondere, naturalmente, giocando il titolo. Tuttavia in questa sede posso dirvi che le meccaniche a essa collegate sono senz’altro divertenti.
Oltre a usarla per sparare, ovviamente, la Gunbrella può essere utilizzata proprio come un ombrello, per parare i proiettili nemici, quindi, ma anche per planare e muoversi più agilmente tra le piattaforme dei livelli. Con il tasto di scatto, infatti, il protagonista schizza a razzo nella direzione scelta, aprendo la Gunbrella si può scendere più lentamente e navigare tra nemici e proiettili in maniera agevole.

L’arma vi offre proiettili di varie tipologie, ma solo quelli da fucile a pompa sono illimitati. Le altre munizioni, come per esempio quelle del fucile automatico o il lanciagranate, vanno acquisite dai nemici o acquistate, essendo a consumo.
Tenendo presente della possibilità di cambiare proiettili al volo durante la battaglia, sarebbe stato preferibile visualizzare quelli scelti in una zona dello schermo più facile da guardare. Trovandosi in alto a sinistra, si tende a spostare lo sguardo lontano dai nemici, finendo preda dei loro attacchi per cambiare tipologia di proiettili. Anche la selezione non è veloce, poiché necessita della pressione (multipla, quando si hanno più proiettili diversi) della freccia verso il basso, costringendo ad abbandonare la levetta analogica per il movimento. In linea di massima, si tratta di un problema di poco conto, ma che spesso in battaglia ha decretato la sconfitta. Sono una schiappa io o è poco funzionale il meccanismo? A voi l’ardua sentenza.
Proprio sul più bello
Gunbrella ha una curva di apprendimento molto ben bilanciata, non è mai ingiusto e nemmeno troppo complicato. Persino i boss possono essere facilmente sconfitti dopo un paio di tentativi, giusto il tempo di capire i loro pattern come nella maggior parte dei videogiochi dall’alba dei tempi. Peccato che proprio quando ci si prende la mano e si inizia a ingranare, il gioco finisce.

La durata media è di circa 4 ore, che può essere leggermente superiore se ci si impegna a portare a termine le missioni secondarie. Considerato che ha almeno un paio di finali e qualche dialogo alternativo, può aver senso rigiocare l’avventura. Magari a una difficoltà più alta per testare le proprie abilità. Tuttavia, non ci sono grosse deviazioni da quella che è la trama principale e difficilmente supererete le 10 ore totali di gioco. Fortunatamente, il prezzo è in linea con quello che il gioco offre. Se non avete timore di un prodotto ben costruito, ma dalla durata contenuta, allora potrebbe fare al caso vostro.
Ma passiamo alla fase finale della recensione e vediamo, infine, se consigliamo o meno l’ultima fatica di doinksoft.
A chi consigliamo Gunbrella?
Il gioco è piacevole, scorre senza intoppi e tra momenti di trama, dialoghi, azioni concitate e fasi platform ben congegnate, si rivela un’esperienza completa. Purtroppo, non ha mai momenti davvero memorabili e quando inizia a rivelarsi divertente, arriva alla conclusione.
Considerato comunque il costo contenuto, la direzione artistica peculiare ed encomiabile, nonché la voglia di presentare un gameplay leggermente diverso da quello di un classico action 2D (e grazie alle divinità senza inseguire il trend soulslike o roguelite, di cui ne abbiamo veramente piene le scatole), non possiamo far altro che premiare il prodotto. Lo consigliamo, pertanto, a chiunque voglia un prodotto originale nel panorama indipendente. E se ancora non siete convinti, ricordate che è possibile provare la demo su Steam prima dell’acquisto (con trasferimento salvataggi nella versione completa).