Immaginate di fare un bel viaggio in Cambogia, chessò, per vedere Angkor Wat e fare tante foto pensando alla Perduta Izalith, mentre le scimmie vi fregano il portafoglio. Ecco, siete lì in Cambogia e da buoni italiani medi incapaci di tollerare il cibo straniero per più di un pranzo, cominciate a sentire la mancanza di carboidrati, quelli seri che solo una buona pizza vi può offrire. Finalmente, dopo giorni di ricerca, trovate una pizzeria con più di tre stelle su Tripadvisor e decidete di provarla. Bè, la pizza non è il top, ma è l’unica stramaledetta pizza commestibile in tutta la Cambogia.
Cosa c’entra tutto questo con Hellboy Web of Wyrd? Che è l’unico gioco di Hellboy decente, quindi se siete dei fan vi dovete un po’ accontentare. E con decente non sto dicendo che è un bel gioco, solo che poteva andare molto peggio. Quindi, se non siete fan di Hellboy bè… bad news for you!
Prima di lanciarci nella recensione, sappiate che Hellboy: Web of Wyrd è opera di Upstream Arcade, autori del discreto roguelike West of Dead. Il titolo è disponibile dal 18 ottobre su PC tramite Steam , PS5, PS4, Xbox Series X/S e Nintendo Switch.
Provato su PC
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Wyrd is the word
Hellboy, il capolavoro di Mike Mignola. Ricordo ancora l’ipnosi delle sue tavole che sembravano vetrate di una chiesa, con quello stile pop e quei colori scuri. Le sue storie tra il folklore popolare, il fantasy e le divinità Lovecraftiane. Ricordo Abe e Hellboy, grande coppia portata sul grande schermo dall’ancor più grande Guillermo del Toro, con un Ron Perlman in forma smagliante. Eh sì, sono un vecchio babbione fan di Hellboy, per questo recensisco con piacere il nuovo titolo a lui dedicato.
Il titolo è un roguelike, o forse dovrei dire “roguelite” con visuale in terza persona, basato su combattimenti contro mob di vario livello. Scrivo roguelite perché quando si muore almeno si può scegliere di ricominciare da uno dei livelli sbloccati tramite l’hub, ovvero la Casa delle Farfalle. Man mano che il gioco va avanti e la storia progredisce, i livelli diventeranno sempre più lunghi e difficili, con nuovi mostri da affrontare. Tuttavia, vi anticipo subito che nella seconda parte, ovvero il terzo capitolo del gioco, le meccaniche iniziano a diventare molto ripetitive, così come i potenziamenti. Questo inficia notevolmente sulla longevità e sulla godibilità generale del titolo.

Ma torniamo alla Casa delle Farfalle. Questa misteriosa magione presidiata dal BPRD (Bureau of Paranormale Research and Defense) è collegata al Wyrd, un universo parallelo pieno di mostri e creature fantastiche. Creature che il nostro Hellboy dovrà prendere a cazzotti fino a disintegrarle, per scoprire il mistero che si cela dietro la stessa Casa delle Farfalle e il suo sinistro ex-proprietario.
Nei panni di Hellboy ci si muove per cinque diversi biomi purtroppo molto simili tra loro tra di loro tranne che per lo sfondo e le skin dei nemici. Lo scopo è andare di stanza in stanza per dare pugni, pugni e ancora pugni, con qualche occasionale schivata e colpo di shotgun in faccia ai cattivoni.
Seguendo la tradizione roguelike, in ogni scenario ci saranno dei potenziamenti, oggetti curativi e risorse, queste ultime da spendere nell’hub per sbloccare nuove armi, talismani e skill del nostro caro vecchio Red, doppiato questa volta non da Ron Perlman (nei panni del protagonista di West of Dead), ma dal compianto e sempre fantastico Lance Reddick.
Se c’è una cosa che Hellboy: Web of Wyrd fa bene è quella di riprodurre le atmosfere dell’opera originale, tramite la grafica in cel shading e un’avventura tutto sommato in linea con i fumetti di Mignola. Anche la colonna sonora si adatta bene, con un misto tra una sorta di noir-jazz sinistro e un po’ di sano groove metalloso.
That’s all for you!
Il gameplay è molto semplice: con un tasto si schiva e con l’altro si mena. Tenendo premuto il tasto delle mazzate, si daranno mazzate più potenti usando la Mano Destra del Destino tanto ambita dal malefico quanto tragico Rasputin, assente in questo titolo come tanti altri amati personaggi della serie.
I nemici si dividono in mob da annientare con un solo colpo e avversari più grossi, con tanto di barra di energia e della parata. Questi potranno usare diversi attacchi, da schivare o parare, per poi contrattaccare. Colpendo a sufficienza un mostro, questo andrà in Stun e sarà aperto per il classico “gran cazzottone” che potrà farlo volare indietro contro gli altri mostri, fino a colpire un pilastro che gli crollerà addosso, eliminandolo.

Devo dire che nella sua ignoranza e semplicità, le scazzottate di Hellboy contro i mostri mi hanno soddisfatto. Certo, sono ripetitive e offrono pochi spunti tattici, ma in qualche modo funzionano. Dare il megacazzotto finale a un nemico in Stun è alquanto liberatorio. Ah dimenticavo: quando Hellboy prende troppi schiaffoni, si attiverà un attacco speciale che potrà trasformarsi in una devastante Finisher se il nemico in questione ha poca energia.
Per la difesa, avremo a disposizione le schivate e la parata, due tecniche che nell’economia del gioco si rivelano spesso superflue. Con una schivata perfetta si avrà diritto a un controattacco, mentre con la parata perfetta si farà aumentare la barra del Finisher. La cosa importante è cercare di mantenere le barre dello Stun di Hellboy sempre integre, in modo da mantenere quanta più vitalità possibile. Però, in Web of Wyrd la miglior difesa è l’attacco, infatti pagherà molto di più menare le mani, sparare e usare gli charm offensivi più che puntare sulla difesa e sul contrattacco. Va anche detto che i pattern di attacco dei nemici sono quasi sempre gli stessi, quindi durante le run non ci saranno particolari sorprese che richiederanno strategie diverse dalla scazzottata di potenza.
Ripetitivo e laggante
Ora, per quanto possa risultare simpatico, il combat system di Hellboy Web of Wyrd è afflitto da un input lag di un certo livello che rendono il controllo di Red decisamente legnoso. Un problema che si può sicuramente risolvere con qualche patch, ma che per il momento influisce sulla fluidità del gameplay.
La parte roguelike del gioco è molto limitata, i potenziamenti nei dungeon non si rivelano particolarmente utili, inoltre l’esplorazione è limitata al girovagare per stanze tutte uguali e devastare i nemici, fino a raggiungere il boss, solitamente collocato nel secondo di livello di ogni bioma.

A tal proposito, non aspettatevi nessuna sorpresa neanche dai boss, perché useranno più o meno gli stessi attacchi dei nemici normali, con qualche colpo imparabile che andrà schivato o assorbito. Anche i boss vanno stesi con la solita tattica e non si rivelano particolarmente difficili, almeno per la prima parte del gioco. Una volta sconfitti i cinque boss principali, si sbloccheranno altri livelli di profondità per ogni bioma. Come detto nell’introduzione, arrivati a questo punto del gioco le motivazioni per andare avanti e vedere i titoli di coda si inizieranno a ridurre.
La parola chiave è ripetitività. Per quanto il gameplay non sia malvagissimo, il gioco non lancia alcuna sfida particolare, inoltre i pochi potenziamenti durante le run, non permettono di creare build particolarmente soddisfacenti. L’impressione è che Hellboy: Web of Wyrd sarebbe potuto essere molto più divertente con una struttura lineare, perché effettivamente non propone un gameplay così esplosivo dal giustificare più e più run.
A chi consigliamo Hellboy: Web of Wyrd
Hellboy: Web of Wyrd è un titolo che solo i fan di Hellboy possono digerire, perché effettivamente non ha delle grandi carte da giocare. Al momento è l’unico gioco moderno basato su Red, un personaggio forse già troppo vecchio per avere un buon appeal sulle nuove generazioni.
Il combat system può dare qualche soddisfazione, ma allo stesso tempo si rivela ripetitivo e legnoso, specialmente superati i primi 5 boss iniziali. L’atmosfera e la storia tipiche dei fumetti di Mignola non bastano a sostenere il gioco fino ai titoli di coda e il rischio è che la noia sopraggiunga molto presto. A questo si aggiunge un sistema di progressione nella media che difficilmente attrarrà gli appassionati del genere roguelike.
Come fatto con West of Dead, Upstream Arcade può mettere diverse pezze al gameplay che al momento si rivela un po’ legato. Vanno sistemate la fluidità e la responsività dei comandi e pulendo un po’ il gioco dagli occasionali bug e crash, per rendere l’esperienza più godibile.