Warhammer 40.000 Darktide – la Recensione

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A confronto con il mondo di Warhammer 40.000, il cyberpunk e l’apocalisse zombie sono delle allegre passeggiate a Fantasilandia. Gli umani vivono e muoiono in funzione di un culto che promuove fanatismo religioso, militarismo e xenofobia. Insomma, l’Impero è una sorta di ultrafascismo della peggior specie, la quale rappresentazione più scura e becera sono le Città Alveare. Verticali megalopoli cybergotiche visibili dallo spazio, dove la maggior parte degli abitanti dei settori sono costretti a lavorare in enormi fabbriche, producendo le armi che l’Impero usa per la guerra contro alieni e forze del Caos. Le condizioni sociali devastanti portano i cittadini dei settori più bassi ad abbracciare il richiamo degli Dei del Caos che non sono tanto meglio dell’Impero! Insomma, da una parte o dall’altra, sono fregati!

E quando il Caos infesta una Città Alveare, ecco che arriva l’Inquisizione, con i suoi fanatici e i suoi reietti, tra i quali ci saremo anche noi, con il nostro bruttissimo personaggio. In compagnia di altri tre brutti eroi, dovremmo farci strada attraverso i claustrofobici tunnel della Città Alveare di Tertium, massacrando infedeli, mutanti e corrotti dal Caos, usando armi di immensa crudeltà! Warhammer 40.000: Darktide degli svedesi Fatshark è disponibile dal 30 novembre su PC (Steam) e su Xbox Series X. Ed ecco che Chainsaw alla mano, mi appresto a recensirlo.

Provato su PC


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The Emperor Connects!

Warhammer 40.000: Darktide è il seguito spirituale dei due ottimi Vermintide. Se però in Vermintide potevamo impersonare uno dei cinque eroi di Ubersreik, in Warhammer: Darktide potremmo creare noi i nostri personaggi, scegliendo la loro origine e anche la loro voce\personalità. Se da una parte questo toglie un po’ di “gusto” alla lore e ai dialoghi tra i vari personaggi (si sente la mancanza di un Saltzpyre o di un Gruber), dall’altra offre una versatilità maggiore alle partite, in quanto si potranno affrontare le missioni con più combinazioni di classi.

E a proposito delle classi, in Warhammer Darktide troviamo 4 classi base che molto probabilmente vedranno successive specializzazioni. Completare le missioni permette di livellare il personaggio, dal livello 1 fino al 30, sbloccando nuovi Perk e armi per creare build sempre più cazzute. Allo stesso modo, si potranno portare a termine Challenge specifiche (chiamate Penitenze) per sbloccare Skin e altri cosmetici per il proprio personaggio, tranne quelli venduti nel negozio delle microtransazioni, del quale parleremo in seguito.

Concentrandoci sulle classi, in questa versione di lancio di Darktide ne troviamo quattro. Salutate gli Space Marine però, perché in Darktide potremmo scoprire altri personaggi interessanti del mondo di Warhammer, quelli zozzi che fanno il lavoro zozzo nei bassifondi delle città:

  • Ogryn – grosso, stupido e resistente, cosa volete di più? Ottima classe per cominciare a giocare e allo stesso modo fondamentale per la sopravvivenza ai livelli di difficoltà più alti.
  • Veterano – specializzato in armi a distanza, il Veterano è una buona classe per iniziare, specialmente per chi preferisce il lato “shooter” del titolo.
  • Zelota– il folle predicatore adora lanciarsi tra le fila dei nemici con la sua motosega. Classe orientata verso il melee, ottima sia per il crowd control, sia per stendere i nemici Elite. Contro i nemici a distanza però, soffre tantissimo.
  • Psyker – il mago di turno, resistente quanto una scamorza lasciata per ore nel microonde, ma capace di fare danni assurdi.

Una volta creato il proprio personaggio, si affronterà un breve livello introduttivo, prima di poter entrare nell’Hub di gioco, ambientato nella Mourningstar, la nave dell’inquisizione nell’orbita di Tertium. Potremo girovagare per l’hub con la visuale in terza persona, partire per le missioni, comprare nuove armi, potenziarle e ottenere contratti che, una volta completati, ci permetteranno di ottenere equipaggiamento ancora più potente.

Allo stesso modo, sulla Mourningstar si potrà affrontare un tutorial dedicato alle meccaniche di gioco e alla propria classe, così come cambiare l’aspetto del personaggio. Non manca il criticatissimo negozio dove è possibile comprare oggetti cosmetici, usando i soldi veri.

Le missioni di Darktide si dividono in diversi luoghi di Tertium, dai bassifondi più lerci fino ad arrivare ai quartieri alti, passando anche dall’esterno desertico della città. A differenza dei due Vermintide, le missioni non sono legate a uno scenario, infatti possono cambiare. Ad esempio, uno scenario potrebbe richiedere di assassinare un boss di fine livello, mentre in un’altra partita viene chiesto di “hackerare” dei terminali per scoprire informazioni sull’Eresia in corso. Trovare partite con altri giocatori è facilissimo, al momento non ho mai fatto una partita con i bot, in quanto nel giro di pochi secondi subito si uniscono altri giocatori pronti a massacrare mutanti come se non ci fosse un domani.

Purge the unclean!

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Ovviamente, le missioni sono un semplice pretesto per entrare in gioco e dare inizio al massacro. E qui arriviamo al gameplay del gioco, una vera bomba. Fatshark rifinisce ancora di più il combattimento ravvicinato, rendendolo ancora più viscerale e devastante, con le armi che impattano benissimo e con forza devastante, staccando arti e sbudellando nemici a destra e a sinistra. Insomma, direi che gli altri sviluppatori non dovrebbero vergonarsi di chiedere qualche dritta ai ragazzi di Fatshark su come realizzare il combattimento melee in prima persona. Warhammer: Darktide alza l’asticella del gameplay negli action cooperativi in prima o terza persona, diventando il punto di riferimento e anche innovando meccaniche, rendendo il tutto più snello, veloce ed entusiasmante sia per gli esperti, sia per i novizi.

Anche il gunplay funziona alla perfezione, ogni arma ha un feeling diverso e dà grandi soddisfazioni, dalla semplice pistola alla devastante Bolt Gun o al Rippergun dell’Ogryn. Ogni uccisione, anche quelle dei nemici base è in grado di dare enorme soddisfazione, grazie a un sistema di gore efficace e ad effetti sonori di altissimo livello. Sia le armi ravvicinate, sia quelle a distanza hanno un attacco secondario che può avere una grande importanza tattica e abbattere in pochi colpi anche i nemici più resilienti.

A tutto questo si aggiunge il movimento e la fisica del gioco, regolate in modo impeccabile. Gli attacchi dei nemici sono ben visibili, grazie ad animazioni meno caotiche, cosa che consente di gestire le parate, le spinte e le schivate in modo molto più preciso rispetto a Vermintide. Come gli altri titoli di Fatshark, Darktide nasconde dei tecnicismi sotto un sistema di combattimento all’apparenza semplice. Le schivate, i contrattacchi e le parate sono tecniche da padroneggiare per poter sopravvivere, così come servono un po’ di skill mouse\tastiera per mirare ai punti deboli dei nemici. A tutto questo si aggiunge la selezione giusta delle perk, delle armi e il lavoro di squadra.

Nel corso delle missioni, ci verranno scagliate addosso orde di nemici da affettare, ma che se ci accerchiano possono metterci KO in pochi secondi. A queste orde di nemici base, ovvero i cittadini di Tertium corrotti dal caos, si aggiungono anche quelli con le armi dalla distanza, capaci di dare enorme fastidio e di cambiare le carte in regola del gioco, costringendoci a cercare riparo. Per contrastare i fucilieri nemici, sarà possibile sfruttare varie tattiche, come il fuoco di soppressione, le granate, o semplicemente obbligarli al combattimento ravvicinato. L’aggiunta di nemici base capaci di attaccarci dalla distanza, dona a Darktide una parte strategica in più e aggiunge una novità molto gradita al genere.

Ovviamente, oltre ai nemici base, i giocatori dovranno vedersela con una serie di nemici “elite” capaci delle peggiori nefandezze. Fatshark ha in qualche modo cercato di evitare i soliti elite triti e ritriti, provando anche qualcosa di nuovo. Il granatiere ad esempio, incendia il suolo con le sue bombe e poi se ne scappa per lo scenario. Il Mutante prende i giocatori, li picchia e poi li lancia da una parte all’altra dello schermo. L’elite Trapper può avvolgere i giocatori in una rete e lasciarli alla mercé degli altri nemici, anziché trascinarseli per tutto lo scenario, come accadeva in Vermintide. Gli Ogryn in armatura, sono lenti, ma difficili da buttare giù. Troviamo anche un nemico elite che ricorda un po’ la Witch di Left 4 Dead, ovvero il Posseduto. Il Posseduto va lasciato indisturbato, perché se risvegliato, seccherà al 99% almeno due membri del party. Agli elite si aggiungono due tipologie di mini boss, con tanto di barra dell’energia, capaci ovviamente di arrecare danni ingenti al party.

My life for the Imperium!

A tal proposito, la vitalità del giocatore è gestita in maniera un filo diversa. La barra di colore celeste funge da scudo sia contro gli attacchi ravvicinati, sia contro quelli a distanza. Una volta esaurita questa, gli attacchi subiti consumeranno la nostra vitalità, rappresentata da diverse barre bianche a seconda della classe. Per ripristinare la vitalità è possibile usare dei Medikit che potranno curare tutti gli alleati nelle vicinanze. Attenzione però, perché quando una barra della vitalità si esaurisce, questa diventerà viola e si potrà ripristinare solo usando una delle Stazioni Mediche del livello. La Stazione Medica tra l’altro, sostituisce gli oggetti curativi personali, rendendo il gioco più veloce. Non dovremo più aspettare che un alleato si curi, quanto più stare attenti alle cariche delle Stazioni Mediche, in modo da permettere a compagni messi peggio di tornare in condizioni ottimali per il combattimento.

Finita la vitalità si andrà KO, la barra diventerà rossa e si potrà venire salvati solo da un alleato. Nel caso di morte, si verrà “catturati” dai nemici e gli altri giocatori potranno recuperarvi. Per questo lo scudo, ovvero la barra celeste è fondamentale, in quanto si potrà ricaricare stando vicino ai propri compagni di squadra, tramite particolari Reliquie o attraverso le diverse Perk dei personaggi. Ad esempio la classe Zelota, può ricaricare lo scudo quando è in mischia contro più nemici.

Questa meccanica obbliga i giocatori a stare vicini, o quantomeno a tornare dai propri compagni dopo aver provato un blitz tra le fila nemiche, così come decidere accuratamente le Perk e Reliquie da usare. Inutile dire che lo scudo può tenere in vita i giocatori anche quando la loro vitalità è ridotta al minimo.

Gli scenari di Darktide, sebbene meno ispirati di quelli di Vermintide, sono estremamente suggestivi ed il level design serve molto bene la tipologia di gioco, mostrandosi sempre a fuoco. L’ottimo uso delle luci e dell’oscurità rende ogni run entusiasmante, con orde di nemici che spuntano dal buio dei claustrofibici corridoi di Tertium. Allo stesso modo, combattere in solitaria contro un’orda e poi vedere i propri alleati sbucare dall’oscurità per aiutarci, non ha prezzo. Sono quelle situazioni non-scriptate che si possono trovare solo in giochi simili e Warhammer: Darktide lo fa alla grande. Fantastico anche il lavoro svolto sul AI Director, capace di rendere ogni run unica, con combinazioni di nemici elite e orde sempre varie e adatte alla situazione.

Per quanto riguarda la difficoltà delle missioni, diciamo che le cose iniziano a farsi serie con il livello di difficoltà 3 (Malice), mentre a livello 4 (Heresy) e ancor di più a livello 5 (Damnation) sarà veramente difficile spuntarla senza un minimo di coordinazione, o quantomeno senza avere almeno due o tre membri del party che sanno come giocare e cosa fare. Chiaro che per il livello 4 e 5 serve un party di personaggi di alto livello, con tutte le perk sbloccate, oggetti potenziati e Reliquie. Al momento, la maggior parte dei giocatori preferisce giocare a livello Malice, in quanto è il più bilanciato. Le ricompense in vil danaro e materiali per il potenziamento di armi e reliquie, saranno più alte a seconda del livello di difficoltà.

Immortal Imperium

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Il lato grafico del gioco è di ottima fattura, in grado di immergere i giocatori nell’angosciante mondo di Warhammer 40.000, con le sue strutture megalitiche e opprimenti, miste tra il gotico e l’industriale. I modelli dei nemici, dei personaggi e delle armi sono realizzati finemente, così come gli effetti grafici. Ho già menzionato gli effetti sonori di alto livello, al quale aggiungo anche il doppiaggio sempre sopra le righe in puro stile Warhammer e una colonna sonora eccezionale.

Jesper Kyd ha avuto la folle idea di creare una soundtrack in stile John Carpenter, piena synth anni ’70 che ricordano i Goblin e le colonne sonore dei film horror dell’epoca. Il tutto però viene contestualizzato all’ambientazione futuristica, militaresca e se vogliamo anche un po’ grottesca di Warhammer 40.000. Mi aspettavo la solita insipida colonna sonora orchestrale, o magari del metal dozzinale, invece sono rimasto incredibilmente sorpreso. Per quanto ogni gioco di Warhammer dovrebbe avere i Bolt Thrower come sottofondo, direi che a mani basse questa è una delle migliori soundtrack del gaming moderno: originale, calzante, epica e adrenalinica. Chapeu monsieur Kyd.

Quindi, dal lato tecnico e sul gameplay Warhammer: Darktide è una cazzo di bomba. Però il ragazzone qui ha anche dei difetti. Darktide purtroppo rientra tra i tantissimi giochi che hanno subito la mazzata del COVID, quindi ovviamente si porta dietro una serie di problematiche, fortunatamente però non legate alle meccaniche di gioco, quanto più alla fase “gestionale” delle armi e dell’equipaggiamento.

A touch of Nurgle

L’ottimizzazione per PC è un po’ traballante, ci sono cali di FPS improvvisi e un NVIDIA DLSS non proprio a fuoco, mentre il Ray Tracing è un disastro capace di far crashare il gioco il più delle volte, anche su PC di fascia alta. E per carità, la grafica del gioco è ben realizzata, il colpo d’occhio è notevole, ma non parliamo di niente di rivoluzionario.

Il gioco inciampa un po’ anche sulle featuring mancanti al lancio, come ad esempio il crafting che verrà aggiunto in seguito. Allo stesso modo, le stats delle armi e dei personaggi non sono spiegate proprio benissimo, cosa che obbliga a rivolgersi al Dio del Chaos (Reddit), o leggere la nostra breve guida per scoprire informazioni sulle statistiche. Direi che un glossario con spiegazioni approfondite è di dovere, giusto per capire cosa sono Finesse, Power e Shred, anche per poter creare delle build precise con armi e perk dei personaggi.

L’ottenimento di nuove armi è un po’ confusionario: completando nuove missioni e salendo di livello col proprio personaggio, si sbloccheranno nuove armi da comprare al negozio con la valuta del gioco (ricordo che i soldi veri servono solo per alcuni oggetti cosmetici). Il problema è che spesso le armi nuove non sono subito disponibili al negozio, quindi tocca a volte tocca aspettare per poterne comprare una nuova e provarla. Il sistema di loot è praticamente inesistente, infatti l’unico modo per ottenere armi gratis è ricevendo una ricompensa ogni tanto a fine missione. Lo stesso vale per le Reliquie capaci di potenziare alcune statistiche del personaggio fondamentali come la vitalità, la stamina e altro.

Ora, i soldi per comprare armi non mancheranno, specialmente dopo che si cominciano a completare le missioni di livello 3 o 4, però sarebbe da aggiungere qualche ricompensa in più a fine partita. Anche il sistema di potenziamento delle armi, oltre ai soldi, richiede dei materiali diversi che guadagneremo a fine missione. Questo vuol dire che per poter potenziare un’arma o una reliquia al massimo, si dovrà fare un po’ di grinding. Non che questo sia spiacevole, visto che il gameplay è di livello altissimo, però anche qui c’è da fare qualche sconto in più ai giocatori, per rendere il tutto più scorrevole.

Passiamo al tanto criticato negozio delle microtransazioni. Allora, per il sottoscritto, come penso per un buon 99% dei giocatori, le microtransazioni nei giochi a pagamento andrebbero eliminate. Warhammer: Darktide costa 39,99 €, un prezzo abbordabile e anche ottimo, vista la sua indubbia qualità, superiore a moltissimi titoli mediocri a 59,99 €. Le microtransazioni del gioco non sono legate al gameplay, sono legate solo ad una minima parte visiva: ovvero quella dei personaggi.

Tra l’altro, potrete vedere il vostro personaggio con la sua skin nuova, solo nell’hub e nelle schermate di caricamento, infatti durante il gioco vero e proprio non ve ne fregherà un cazzo se è vestito con dei cenciosi stracci, o con un’armatura piena di teschi, ali e sigilli imperiali. In sostanza, il negozio in-game è una porcata come lo è in qualsiasi gioco e sicuramente le skin speciali sarebbero state una ricompensa gradita, però non intacca minimamente il gameplay, quindi lo si può facilmente ignorare.

A chi consigliamo Warhammer 40.000: Darktide?

Quando un gioco d’azione in prima o terza persona raggiunge l’equilibrio perfetto tra presentazione grafica, sonoro, atmosfera e gameplay, allora vuol dire che ha fatto centro. A mio modestissimo parere, Warhammer: Darktide è uno dei giochi più divertenti ed avvincenti usciti negli ultimi anni, non solo nel campo degli action cooperativi. Certo, ci sono una serie di problematiche da risolvere e funzioni da aggiungere, in modo da poter accontentare anche i veterani che potrebbero essere un tantino più esigenti dei vecchi casualoni come me che magari vivono il gaming un po’ come si viveva nell’era pre-internet.

Nonostante questo, mi sento di consigliare caldamente Warhammer: Darktide non solo agli amanti di questo particolare genere, ma anche a tutte le persone che masticano quotidianamente FPS e titoli action. Non preoccupatevi se non avete amici interessati a formare una squadra per affrontare insieme le missioni, perché ci si diverte anche con perfetti sconosciuti.

Posso però non consigliarlo, o magari di attendere future patch se avete un PC poco potente, perché rimarreste molto delusi dall’ottimizzazione. Allo stesso modo, attendete un pochino se giustamente non volete spendere soldi per un titolo che ha ancora delle funzioni bloccate e sapete già che questa cosa vi farà imbestialire come un Ogryn che non trova ossa da spaccare.

Ricordo che dello stesso genere, abbiamo recensito anche Back 4 Blood, un gioco con un gameplay di ottimo calibro che purtroppo fa a pugni con un sistema di deck building completamente fuori contesto. In alternativa, sempre tra gli action cooperativi, vi consigliamo l’ottimo Deep Rock Galactic, titolo un filo più impegnativo e dalla grafica minimale, ma incredibilmente divertente.

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