Raging Loop – Recensione

Raging Loop, sviluppata dalla software house Kemco, è l’ultima visual novel pubblicata da Pqube per Playstation 4 e Nintendo Switch (disponibile dal 5 dicembre anche su PC/Steam) ma che ha visto la luce in Giappone nel 2015 per dispositivi mobilie e che all’uscita riscosse un notevole successo di critica. Vediamo dunque se la fama che precede il titolo ha davvero ragione d’esistere.

Provato su Nintendo Switch

ProContro
+ Storia interessante e ben scritta– Gli artwork sono davvero pochi
+ Flowchart per accedere facilmente ai nodi cruciali– Completamente in inglese

Recensire una visual novel è sempre un’esperienza complessa poiché nella maggior parte dei casi si tratta di giochi molto semplici, con un gameplay estremamente basilare e che può essere facilmente compreso nel giro di qualche minuto. Resta dunque da esporre la storia senza però cadere nello spoiler, sinceramente più facile a dirsi che a farsi.

Raging Loop è un titolo con una forte componente misteriosa/horror, per sua natura in grado di attrarre una fetta di pubblico più ampia rispetto a una classica storia romantica o agli ancor più classici e deprimenti harem giapponesi, ma è proprio per questo che il rispetto per i giocatori deve essere sempre al primo posto, evitando di rivelare più del dovuto e dando la possibilità a tutti di godere della storia come fosse un buon libro interattivo.

Ookami-sama

La storia inizia con il personaggio principale, Haruaki Fusaishi, uno studente in sella alla sua moto diretto verso l’orizzonte, senza una meta precisa ma con l’intento di schiarirsi le idee dopo una cocente delusione amorosa. Imboccando un passo montano il ragazzo si ritrova, a notte fonda, immerso in una zona poco familiare, ricca di vegetazione e di difficile navigazione. In seguito a una svolta poco fortunata cade in una depressione con la propria moto, ritrovandosi impossibilitato a proseguire a bordo del veicolo. Solo, spossato e disperso, si ritrova a vagabondare a piedi in una zona spettrale finché non verrà fortuitamente soccorso da una giovane, Chiemi, che lo inviterà a passare la notte nel suo dormitorio facente parte del piccolo villaggio di Yasumizu, un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato e dove la civiltà, con il moderno stile di vita, non ha avuto modo di attecchire.

Yasumizu, però, non è il classicco villaggio giapponese sperduto tra le montagne e gli abitanti ci tengono a sottolineare che i forestieri non sono i benvenuti. Al giovane Haruaki Fusaishi non resterà dunque che provare a riparare la sua moto e lasciarsi alle spalle quel luogo inquietante il più alla svelta possibile. Guess what? Non riuscirete nel vostro intento e quando le nebbie avvolgeranno il villaggio sarete costretti ad assistere a eventi terrificanti che affondano le proprie radici nel folclore giapponese, cercando di uscire vittoriosi da un gioco in cui gestire oculatamente la comunicazione tra i partecipanti è l’unico modo per non lasciarci la pelle.

Ogni giorno parteciperete al “banchetto”, un rituale durante il quale gli esseri umani dovranno scoprire chi tra di loro è l'”Ookami-sama“, il lupo mandato a ucciderli, e impiccarlo. Come distinguere però gli amici dai nemici? Le macabre regole imposte dalla divinità che veglia sul villaggio sono precise e deviare dal percorso segnato significa essere puniti con una furia cieca e bestiale: uccidere o essere uccisi, un morto di giorno e uno di notte, uno a opera del lupo, l’altro impiccato dagli esseri umani.

Let it flow

Come in ogni visual novel, anche in Raging Loop avrete la possibilità di effettuare delle scelte, c’è però da aggiungere che inizialmente queste non sono presenti in gran quantità e potrete quindi sì influenzare la storia ma in modo marginale. Le scelte effettuate potranno condurvi più in là con la storia o portarvi a una schermata di Game Over. Il sistema a “flowchart”, fortunatamente, consente di tornare immediatamente, qualora la scelta non vi soddisfi, al momento esatto in cui avete effettuato la decisione, permettendovi quindi di cambiare l’esito senza perdere i progressi fatti nell’altro percorso, un elemento ormai comune alla maggior parte delle visual novel ma comunque sempre apprezzato poiché consente di navigare meglio il titolo senza dover necessariamente sorbirsi l’intera storia da capo. Considerando che il gioco offre in totale almeno 40 ore di gioco, è facile comprendere come la trama si dipani poi in modi sempre nuovi, sovvertendo spesso le conclusioni del giocatore ma mai in modo eccessivamente distorto, mostrando sempre una certa logica di trama dietro l’evoluzione degli eventi.

Raising Loop

Veniamo dunque al titolo del gioco, che comprende la parola “Loop”, e che quindi denota immediatamente un ciclo in cui Haruaki si troverà, suo malgrado, coinvolto. La schermata di Game Over è rappresentata sempre dalla sua morte, tuttavia morire non rappresenta davvero la fine del gioco e in alcuni casi è indispensabile per ottenere una conoscenza “post-mortem” rappresentata dalle “chiavi“. Una volta ottenute queste ultime potrete tornare indietro e compiere delle scelte -precedentemente bloccate- in punti cardine del gioco, intraprendendo così un nuovo percorso che vi eviterà di ritrovarvi in una pozza di sangue, almeno fino alla prossima decisione cruciale.

A quanto pare abbiamo intrapreso una strada senza uscita…

La narrazione ha alti e bassi, non è sempre eccellente e a volte si perde eccessivamente in dettagli davvero tediosi o irrilevanti, tuttavia, quando la storia ingrana il ritmo è incalzante e avrete difficoltà a staccarvi dallo schermo poiché vorrete sapere come le disavventure di Haruaki andranno a finire, segno di una trama di fondo interessante e che farà lavorare il vostro cervello per scoprire l’identità del lupo che vuole vedere morti tutti gli abitanti del villaggio. C’è anche da aggiungere che chi ha un minimo di esperienza in giochi da tavolo avrà immediatamente riconosciuto il sistema di classici come Mafia e Lupus in tabula, l’idea di Raging Loop nasce proprio da questi ultimi e potrebbe quindi far sorridere chi ha avuto modo di giocarci.

Niente male come riferimento!

Non si tratta assolutamente di un demerito, anche perché la storia ha vari livelli di profondità e non si ferma dunque alla semplice “cattura” dei lupi, momento in cui i giochi da tavolo precedentemente citati terminano, ma permette di analizzare meglio i personaggi in gioco, capire le loro motivazioni e farsi un’idea della maledizione che aleggia su Yasumizu.

Ciò che invece ha effettivamente un impatto sull’esperienza del videogiocatore è l’assenza di una gran quantità di artwork che non accompagnano le descrizioni fedeli riportate nel testo. Spesso vi ritroverete a guardare sempre gli stessi disegni con poche varianti o addirittura lo schermo nero quando vengono descritti piatti succulenti. Avrebbe aiutato molto più l’immersione la presenza di qualche disegno aggiuntivo che permettesse al giocatore di farsi un’idea chiara anche attraverso lo stimolo visivo. Chiamatela pigrizia ma se avessi voluto leggere semplicemente una storia avrei preso un libro immaginando il resto da me. Poche anche le tracce audio che si ripetono continuamente e tra cui, nel momento in cui sto scrivendo, riesco a ricordarne al massimo due o tre. Fanno indubbiamente atmosfera e talvolta riescono a convogliare un senso di urgenza e pericolo, ma anche in questo caso, per accompagnare i sensi del giocatore, sarebbe stato necessario aggiungerne almeno qualcun’altra.

A chi consigliamo Raging Loop?

Se non avete mai giocato una visual novel e volete cimentarvi nel genere con un prodotto interessante, dalla storia ben costruita e con risvolti complessi, allora Raging Loop potrebbe fare esattamente al caso vostro. Si tratta di un buon punto di partenza anche per chi apprezza le storie horror o con un tocco di mistero da dipanare indizio dopo indizio. Se invece siete già esperti di visual novel e siete alla ricerca di qualcosa di mai visto o con un gran dettaglio grafico/audio, allora Raging Loop potrebbe rivelarsi carente e non all’altezza delle vostre aspettative. Piccola nota a margine: l’assenza della lingua italiana, se non spiccicate una sola parola di inglese siete avvertiti.

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