I lettori più vegliardi, con la panza e parzialmente calvi, custodiscono nel cuore il caldo ricordo delle sale gioco impestate di fumo e puzza di ascella adolescenziale. In queste sale giochi, tra i vari gettonatissimi cabinati dei capolavori che hanno in seguito posto le fondamenta per il gaming moderno, c’erano anche quelli più ‘nascosti’, solitamente abbandonati che si ‘provavano’ con i gettoni iniziali. Un modo per mostrare il proprio potere economico (o quello di mamma e papà) andando a mettere qualche monetina extra nel cabinato sfigato, giusto per provare la novità. Ecco, Battle Axe è uno di quei cabinati: in un angolino della sala giochi, oscurato dai giganti e poco frequentato, ma ricordato ogni tanto da qualche canuto giocatore che lo va a cercare poi su Youtube per fare un bel giro sulla strada della memoria (memory lane, quant’ sò ammerigheno!)
Rimembrando i tempi perduti durante i quali si poteva fumare nei locali, ecco la nostra fumosa recensione di Battle Axe.
Provato su Nintendo Switch
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Lascia l’ascia e prendi il cannone
Parto subito con una premessa: nessuno dei tre personaggiotti di Battle Axe ha una stupida ascia e inoltre sono veramente poco ispirati, diamine sembrano usciti dall’ovetto Kinder! Potremo scegliere tra un nerboruto nano armato di cannone (non ‘quel’ cannone, fattoni che non siete altro!), un piccolo druido barbuto e un’elfa oscura parzialmente svestita che ovviamente usa dei pugnali del cavolo.
Una volta scelto il nostro poco ispirato eroe, ci troviamo subito catapultati nel primo schema che ci vede alle prese con una visuale dall’alto in stile Chaos Engine dei Bitmap Brothers e un’ambientazione High Fantasy che ricorda un po’ i vecchi cartoni psichedelici degli anni ’70. Fin qui tutto bene, la pixel art è molto piacevole da vedere e le musiche sono sufficientemente piene di bit per soddisfare le esigenze dei boomer nostalgici come me.
Potrete muovervi in otto direzioni per lo scenario e avrete a disposizione un attacco a distanza, uno ravvicinato e un attacco speciale che variano in base al personaggio. Ovviamente verrete attaccati da orridi nemici da qualsiasi lato, quindi dovrete sfruttare queste tre abilità per cercare di non farvi azzerare la vitalità, cosa che porterà all’inevitabile game over. Come ogni shooter old school che si rispetti, Battle Axe si snoda in scenari lineari abbastanza semplici dove oltre a distruggere qualsiasi cosa si muova, potrete decidere di salvare dei villici caduti prigionieri delle forze del male, cosa che ricorda Zombie Ate My Neighbors, giusto per citare un altro titolo impolverato da vecchi bastardi.
Niente “Axe” in questa “Battle”
L’azione frenetica del gioco all’inizio cattura grazie alle animazioni minimali, ma adornate da effetti grafici abbastanza piacevoli. I nemici esploderanno in un tripudio di pezzi quando uccisi, mentre gli scontri con i boss metteranno a dura prova i vostri riflessi e la vostra pazienza. Dopo qualche minuto di gioco, passata l’adrenalina iniziale, ecco che ci si inizia a rendere conto dei primi evidenti problemi di design.
La telecamera ravvicinata rende praticamente inutile la visuale dall’alto che in teoria è una scelta fatta per dare al giocatore la possibilità di avere più controllo sull’azione. E invece in Battle Axe ve la beccate dritta sul cranio del vostro personaggio, così i nemici e i proiettili li vedrete arrivare all’ultimo secondo. Una scelta abbastanza discutibile: il titolo sarebbe stato molto più godibile e comunque frenetico con uno zoom ridotto, anzi lo avrebbe anche reso più fruibile per le partite a due giocatori.
Veniamo ora all’altro problema: l’elfa. O cara mia elfa che mostri le tue grazie ai mostri lascivi, perché il tuo attacco a distanza è completamente inutile? Il nano può sparare palle di cannone muovendosi in qualsiasi direzione, usare un attacco a carica devastante e menare le mani. Il druido (il personaggio migliore del gioco) ha un attacco a distanza statico, ma con un rateo di fuoco altissimo, un attacco ravvicinato con un buon range e il teletrasporto che tra l’altro può ‘telefraggare’ i nemici, in puro stile Unreal Tournament (oggi sono in vena di citazioni muffose).
L’elfa invece ha un attacco ravvicinato cortissimo, una specie di piroetta fighetta e come attacco a distanza il lancio di un singolo pugnale, con un rateo di fuoco imbarazzante. Ora, visto che i boss del gioco fanno un male pazzesco e vanno affrontati dalla distanza, perché inserire un personaggio così scarso? Insomma perché gli altri se la sono portata dietro nel party? Sa fare bene il caffè? E’ l’unica con la patente di guida valida? Usa il deodorante nel bagno dopo aver fatto la cacca? Non si sa.
Continues are for losers!
Non trovate che la monda di rendere questi giochi indie per nostalgici estremamente difficili stia cominciando a rompere un po’ le scatole? Io sì, ma evidentemente i ragazzi di Bitmap Bureau non la pensano così: finite le vite arriverà la schermata Game Over senza alcuna possibilità di continuare. Niente password, niente salvataggi, niente. Niente di niente. Volete finire Battle Axe? Dovrete sudare come un nano in miniera per poter vedere i titoli di coda, anche perché i boss e gli scenari sono di una difficoltà sempre crescente.
Certo, nello scenario potrete trovare bonus come potenti incantesimi, inoltre tra un livello e l’altro verrete avvicinati da un commerciante dal quale potrete spendere le monete estratte dalle budella dei mostri per comprare potenziamenti e oggetti… ma non continue! E poi, si tratta forse di un rogue-like? No. Quindi perché? Non si capisce, a volte noi gamer possiamo solo farci uscire i puntini interrogativi sulla testa come i soldati di Metal Gear Solid prima di essere strangolati da Snake.
A chi consigliamo Battle Axe?
Se proprio non riuscite a resistere alla pixel art e alle musiche da cabinato arcade, allora Battle Axe potrà saziare la vostra sete di bit grazie al suo concentrato old school tra titoli Bitmap Brothers e la sala giochi. Non aspettatevi niente di sorprendente a livello di giocabilità e preparatevi ad affrontare qualche problemino di design che potrebbe farvi desistere. Su Switch il titolo si comporta bene anche in modalità portable, quindi una partitina mentre viaggiate o siete seduti sul trono può sicuramente scappare senza troppi problemi.
Se invece gradite la pixel art, ma preferite sia applicata a concetti di gameplay più moderni, allora lasciate pure perdere Battle Axe perché potrebbe solo farvi venire l’orticaria. Stessa cosa se la vostra razza preferita, per qualche oscura e strana ragione freudiana, sono gli Elfi. Anche se vi piacciono le asce… qua non sembrano essercene seppur il titolo dica il contrario!
Pixel art piacevolissima | Alcune scelte di design discutibili |
Sonoro pieno e ben realizzato | Niente “continue” |
Gameplay frenetico | Personaggi non proprio accattivanti |