The Silver Case 2425 è una ripubblicazione dei due titoli cult classic di Suda Goichi, The Silver Case, e il sequel The 25th Ward, in un unico pacchetto modernizzato, sviluppato da GRASSHOPPER MANUFACTURE, disponibile dal 9 luglio 2021 su Nintendo Switch.
Provato su Nintendo Switch
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Pulp. Hard Boiled. Noir. The Silver Case 2425.
The Silver Case, uscito originariamente su Playstation nel 1999 in esclusiva per il mercato giapponese, è il primo di una mini-saga che si inserisce nel più ampio universo narrativo da lui intitolato Kill The Past. Diviso in due macro sezioni, la prima, Transmitter, è quella scritta da Suda51, e mette il giocatore nei panni di un protagonista muto che insieme alla Heinous Crimes Unit indaga alcuni casi particolarmente bizzarri e violenti. Nello specifico, l’intreccio narrativo ruota attorno alla figura di Kamui Uehara, un folle assassino che si era macchiato negli anni ’70 di numerosi efferati omicidi. È il 1999, Kamui è riuscito a evadere, e nella sua violenta follia, ha ripreso a uccidere.
La seconda parte, Placebo, dalla penna di Masahi Ooka e Sako Kato, è una investigazione parallela da parte di Tokio Morishima, che dopo esser stato salvato dal protagonista durante il normale corso degli eventi, decide di mobilitarsi in maniera autonoma per indagare su Kamui e le persone coinvolte nei suoi crimini.
Il sequel invece, The 25th Ward, è ambientato circa 5 anni dopo la conclusione del primo, venne pubblicato a episodi su flip phone giapponesi nel 2005, e successivamente risviluppato per console moderne imitando la struttura del titolo originale. Stavolta la narrazione si snoda secondo tre punti di vista e mette in scena il caos e gli intrighi che coinvolgono anche il nuovo venticinquesimo distretto. Stavolta il gameplay è più interattivo e libero, e prende alcuni prestiti da opere più recenti di Suda51, soprattutto nell’esplorazione degli ambienti.
Nonostante la veneranda età che il titolo ha e da cui non fugge, questa dilogia risulta estremamente fruibile grazie allo specifico modo in cui l’intreccio viene presentato al giocatore. La struttura non lineare conferita dai capitoli speculari, viene mostrata con un taglio fortemente cinematografico. Gli elementi visivi, mutevoli nella forma, nella direzione, nella staticità o mobilità in cui si presentano, conferiscono una forte dinamicità al testo su schermo.
Le transizioni tra aree sono spesso caratterizzate da rudimentali animazioni 3D, talvolta teatrino incidentale di riflessioni dei personaggi che spezzano la tensione delle indagini. Le musiche, di Masafumi Takada, sono state arricchite da remix di Akira Yamaoka (proprio lui, il compositore noto ai più per il suo contributo in Silent Hill) per l’edizione HD.
Unica reale pecca è il modo in cui viene chiesto al giocatore di esplorare e interagire con l’ambiente in alcune sezioni di gioco: questo avviene in maniera visibilmente goffa e poco intuitiva, e diventa senza dubbio causa di frustrazioni che spezzano l’immersione, altrimenti eccellente.
Il genio di questa produzione si cela nelle mani dell’autore stesso. Il titolo è figlio di un’eredità cinematografica di cui non nasconde le influenze, dove scorci di una Tokyo ucronica vengono mescolati a elementi pulp e hard boiled di origine americana. Non solo, si tratta di un tipo di visual novel sperimentale che si fece spazio nel ricco panorama delle sound novel degli anni ’90.
Suda51 si fa spazio con prepotenza in un genere che ai tempi, e in buona parte anche oggi, non osa mai molto nella formula che sceglie per interagire col giocatore. La specifica commistione di generi, mista al forte spirito di sperimentazione per cui l’autore è ben noto, inseriscono The Silver Case 2425 in una nicchia piuttosto ricercata. La sceneggiatura è evidenziata da una scrittura eccellente, che cattura grazie a caratterizzazioni forti, e un ritmo fortemente cinematografico.
A chi consigliamo The Silver Case 2425?
Al netto di quanto detto, The Silver Case 2425 è un titolo geniale e di ottima qualità, il cui prezzo di ingresso, reale e metaforico, risulta lievemente elevato. Richiede al giocatore, e senza fare complimenti, un alto livello di dedizione e attenzione, per poter goderne appieno. Questo lo rende non necessariamente accessibile ai più, ma premia tutti coloro che decidono di mettere piede nei 24 distretti della mente di Suda51.
Un’esperienza narrativa come poche nel genere, anche dopo tanti anni | Talvolta mostra l’età con elementi obsoleti e poco intuitivi |
Direzione artistica, musicale, visuale e sceneggiatura eccellenti |