Ganryu 2: il ritorno dalle nebbie del passato – la recensione

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Ganryu 2 è un’inaspettata produzione di Storybird Studio, software house francese già dietro Guns of Mercy, Aggelos e altri titoli in pixel grafica. Perché inaspettata? Beh, semplicemente perché ripesca un franchise defunto di epoca Neo Geo. Scoprite di più nella recensione. Ganryu 2 è attualmente disponibile su PC (tramite Steam), Nintendo Switch, PlayStation 4 e Xbox One.

Provato su PC

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single playereconomico budget

Ganryu 2: ma il primo dov’è?

Bella domanda, signori, perché Ganryu è un titolo originariamente uscito su Neo Geo MVS a opera della ormai defunta Visco Corporation. Non ha mai visto la luce su console casalinghe se non nel 2017 con una versione per SEGA Dreamcast, molto dopo il lancio avvenuto nel 1999. A oggi, dunque, è ancora impossibile giocare altrove Ganryu, se non con metodi decisamente poco leciti che non staremo qui a spiegare in dettaglio.

Singolare dunque il fatto che una software house francese abbia sentito l’esigenza di depredare il cadavere marcescente di Visco – cosa che tra l’altro molti stanno facendo in questo periodo, con risultati un po’ altalenanti (vedi Vasara dei brasiliani di QUbyte e il loro prossimo Breakers Collection) – ripescando un gioco già sconosciuto ai più in tempi non sospetti.

Un remaster del primo gioco avrebbe sicuramente giovato alla popolarità della serie, per poi, solo successivamente, sbracciarsi e portare anche un nuovo capitolo. Ma cosa volete che ne sappia uno sprovveduto recensore-retrogamer che nuota nel media da quasi 30 anni?

E quindi i risultati sono questi: nessuno sa dell’uscita di Ganryu 2 e, fondamentalmente, sembra non importare a nessuno se non a quella manica di pazzi appassionati di roba oscura e sconosciuta (tra cui mi inserisco naturalmente anche io). Ora, facciamo un po’ di luce su che diavolo di prodotto abbiamo tra le mani.

Ganryu 2 ripesca la stessa formula di Ganryu, ovvero un action pixelloso a scorrimento orizzontale, diviso in livelli da superare tutti d’un fiato: proprio come si faceva un tempo quando i souls non erano ancora il metro di difficoltà con cui paragonare il proprio c…gioco. Naturalmente non parliamo di un sequel propriamente uguale, ci sono infatti influenze provenienti da altri esponenti del genere come Strider, per citarne uno, tuttavia si tratta di tecnicalità di cui, sono certo, vi importa ben poco (e poi basta guardare il trailer in alto, un po’ di iniziativa, dai).

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Nei panni del mitico Musashi Miyamoto, spadaccino nipponico leggendario, bisognerà far fuori per la seconda volta l’avversario Sasaki Kojirō. I due, come vuole la leggenda (e così come è narrato nel primo gioco), duellarono sull’isola Ganryū. Ora Sasaki Kojirō è tornato grazie al potere demoniaco dell’aldilà e vuole la rivincita contro il maestro dello stile Ni-Ten Ichi Ryū.

Un grado di sfida a dir poco malvagio

Ganryu 2 è difficile, e non lo dico tanto per, ma nel tempo ho avuto modo di giocare e recensire svariati prodotti che facevano della difficoltà il punto cardine, tuttavia c’era sempre un fattore di accessibilità, magari una modalità Storia un po’ più permissiva, la possibilità di scegliere la difficoltà, i continue, la funzione Rewind o anche i Save State.

In questo caso i dev hanno invece alzato il dito medio digrignando i denti come scimmie inferocite: o impari a memoria il gioco, oppure molto semplicemente non lo finisci. Manca un tutorial, quindi i quadrupedi che hanno iniziato a giocare ieri potrebbero ritrovarsi spaesati, tuttavia basta poco per capire il flow del gioco: il difficile arriva quando devi imparare i pattern e i luoghi di apparizione dei nemici che possono spuntare dal nulla come veri e propri ninja, punendo i più smemorati.

Onestamente, il secondo livello potrebbe far infuriare anche chi è abituato a finire Ninja Gaiden a occhi chiusi, con carretti semoventi all’interno di miniere in puro stile Donkey Kong, con un pari grado di frustrazione.

La scelta di voler rendere il proprio gioco il più duro dei duri è rispettabilissima, non starò qui a piangere e lamentarmi delle crudeli decisioni dei dev, quindi non è un fattore che inficia sul giudizio, ma ciò che non va giù sono i dannati rallentamenti e frame drop quando c’è molta azione a schermo. Per Bacco e gli dei dell’Olimpo, stiamo parlando di un prodotto in pixel grafica, come si fa a non renderlo fluido con le risorse odierne? Speriamo che la cosa sia risolvibile tramite una patch.

A chi consigliamo Ganryu 2?

Praticamente, solo a chi ha giocato il primo Ganryu e non vedeva l’ora di tornare nei panni di Musashi Miyamoto per darle di santa ragione, ancora una volta, al povero Sasaki Kojirō. Se amate le sfide toste, ma davvero che più toste non si può, e la pixel grafica non vi disturba, potreste aver trovato un nuovo passatempo: il costo non è eccessivo e per finirlo potreste incazzarvi un bel po’, aumentando quindi la durata globale del prodotto. La rigiocabilità è non pervenuta: ci sono davvero poche ragioni per tornare sul prodotto a meno che non siate masochisti, speedrunner o amanti dei punteggi.

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