The Legend of Tianding: l’urlo di Liao terrorizza i giapponesi

legend of tianding recensione copertina

Neon Doctrine, publisher di titoli indie di spessore come Vigil: The Longest Night, Lamentum e Yuppie Psycho, non tratta solo il genere da brividi ma si occupa anche della pubblicazione di prodotti come The Legend of Tianding, hack and slash 2D ambientato nella Taiwan dell’inizio del ventesimo secolo, la cui recensione vi apprestate a leggere. Il gioco verrà pubblicato il 2 novembre su Nintendo Switch e PC tramite Steam.

Provato su Nintendo Switch

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Formosa la bella

L’isola di Taiwan, situata a un tiro di schioppo dalla Cina continentale, chiamata in passato anche Formosa (la bella), è stata nella storia delle contese sino-giapponesi uno dei punti nevralgici, in grado di fungere non solo da scalo commerciale ma anche vera e propria base di operazioni illegali e luogo d’incontro tra pirati asiatici.

A essa è legato il mitico pirata Koxinga (Zheng Chenggong), lealista Ming (dinastia che regnò sull’Impero cinese dal 1368 al 1644) che pur di non cedere all’occupazione delle popolazioni mancesi, che fondarono in seguito la dinastia Qing in Cina, vi si insediò con una propria sacca di resistenza. Questo almeno fino al momento della sua morte nel 1662 all’età di soli 37 anni. Taiwan passò così sotto il controllo Qing, fino al 1895, anno in cui questi cedettero l’isola all’Impero giapponese che la occupò fino al 1945. In questo contesto storico multiculturale si inserisce il gioco della software house CGCG.

The Legend of Tianding è ambientato proprio nei primi anni del ventesimo secolo, quando l’isola era ancora sotto il controllo giapponese, con ufficiali provenienti dal Sol Levante che governavano la popolazione locale con il pugno di ferro. Ben nota e temuta è la figura di Liao Tianding, protagonista di questa avventura e personaggio realmente esistito, una sorta di Robin Hood taiwanese, che si oppose alle forze di occupazione giapponesi cercando di alleviare le sofferenze della popolazione.

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La speranza di Taipei

Liao Tianding, recatosi nel distretto di Dadaocheng di Taipei, si ritrova invischiato in una serie di disavventure e, sfruttando le sue abilità di ladro e maestro di arti marziali, deve affrontare i temibili funzionari giapponesi, svelando lentamente anche un mistero più profondo, con radici che risalgono alla fondazione stessa di Taiwan.

Il gioco è diviso in diversi capitoli, all’inizio dei quali il giocatore sarà chiamato a prendersi un po’ di tempo per familiarizzare con i personaggi della storia. Per essere un titolo hack and slash c’è una quantità di testo ed esposizione di trama davvero notevole, mai troppo pesante però, poiché raccontata tramite delle simpatiche vignette in stile manga anni ’60/’70.

Ogni capitolo vede Tianding introdursi in territorio nemico, passando magari tramite le fogne o un’armeria giapponese, al termine dei quali dovrà affrontare una boss fight. L’attraversamento di questi lunghi livelli molto lineari ha un leggero retrogusto di metroidvania. Pur non avendo a disposizione una mappa dei singoli livelli, infatti, ci sono sezioni nascoste che è possibile raggiungere aguzzando la vista ed effettuando manovre di movimento leggermente più complesse rispetto a quelle richieste dalla naturale progressione.

Alla fiera dell’est

Il prode Tianding, infatti, non è solo un ladro acrobata qualsiasi ma è anche un esperto di kung-fu e può eseguire, acquisendo le abilità man mano che si progredisce, doppi salti, calci volanti, wall jump e un comodissimo rampino. A che serve però addentrarsi in aree specifiche all’interno del “dungeon” se la progressione è comunque lineare e guidata? Bella domanda, perché mi permette di esplorare un altro punto particolarmente gradevole della produzione. Queste piccole, a volte brevissime deviazioni, vi porteranno ad acquisire dei tesori collezionabili (il gioco ne conta ben 145) visionabili successivamente all’interno del menù.

Ben lungi dall’essere i semplici artefatti che servono a farvi perdere tempo e allungare il brodo ma hanno una propria lore e garantiscono dei bonus passivi. Accedendo alla lista dei tesori potrete vedere delle riproduzioni 2D di oggetti dell’epoca, come per esempio birre giapponesi, bibite taiwanesi, dipinti realizzati da artisti dell’epoca, dizionari e chi più ne ha più ne metta, con una descrizione dettagliata per ognuno di essi.

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Per fare un esempio intrigante, è riportato anche un certificato di riconoscimento, una sorta di carta d’identità che all’epoca non presentava però fotografie ma solo una breve descrizione fisica dell’individuo che lo portava con sé. Bei tempi eh?

Combattimento brillante

Dove il gioco mostra però gli artigli è sicuramente il sistema di combattimento, che include diverse chicche che rendono ogni scontro sempre divertente e piacevole. Liao Tianding può usare di default un pugnale con una piccola stringa di combo, quando sul nemico appare un prompt, però, può lanciare la sua fusciacca rossa per agguantarlo in aria e rubargli l’arma. Pistole, bastoni, asce, fucili e persino bazooka, un arsenale niente male che non va a “rompere” il gioco poiché si tratta di armi a consumo, con uso limitato.

Attenzione, però! Poiché non termina qui, procedendo nel gioco incontrerete dei personaggi che vi aiuteranno a migliorare le vostre capacità di combattimento, fornendovi tecniche aggiuntive che potrete concatenare come il calcio verso l’alto e un cazzotto brutale a distanza ravvicinata, che lancerà il nemico contro le pareti come se fosse una bambola di pezza. Sì, daje all’invasore!

L’unica lamentela viene dalla probabile necessità di bilanciare un po’ le sessioni di gironzolamento per Taipei, che sono comunque piacevoli grazie allo stile artistico curato, ma che spesso spezzano il gioco in due momenti diversi: camminare a vuoto per la città con qualche piccola quest qui e lì, che vi inviterà a trovare dei tesori specifici, e il momento del dungeon vero e proprio.

A chi consigliamo The Legend of Tianding?

Tutti gli appassionati di hack and slash che cercano un combattimento profondo e intrigante, senza risultare però troppo complesso e ingestibile, allora apprezzeranno sicuramente The Legend of Tianding. Sottolineiamo però che se preferite avventure ignoranti prive di testo e sottotesto, allora potreste annoiarvi a morte durante le sezioni parlate, che invitano più e più volte a esplorare la città, anche solo per recuperare qualche oggetto all’altro capo del distretto.

The Legend of Tianding è una produzione più che pregevole, che cerca di narrare episodi storici, pur prendendosi svariate libertà, in modo piacevole e divertente, allontanandosi dalla solita narrativa che vede gli “eroi” del Sol Levante risolvere problemi mistici.

I combattimenti sono divertenti e sufficientemente tecniciGran quantità di trama ed esposizione che talvolta spezza il ritmo
Stile visivo curato fin nei minimi dettagli storiciPrestazioni Switch con qualche singhiozzo
Miti e leggende che meritano di essere raccontati a un pubblico internazionale

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