UMURANGI GENERATION è un’avventura fotografica in prima persona, sviluppato da Napthali Veselekov Faulkner, Origame Digital e distribuito insieme a Playism, originariamente uscito su PC nel maggio del 2020 e in una nuova Special Edition il 5 giugno 2021, che include il corposo Macro DLC in esclusiva su Nintendo Switch.
Provato su Nintendo Switch
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Kia ora, gente.
UMURANGI GENERATION si presenta sotto tono, senza troppi dettagli, e si racconta senza dire esplicitamente molto. L’avventura ha luogo nella città di Tauranga (tra le più popolose città della Nuova Zelanda), dove il protagonista, un giovane ragazzo maori, viene incaricato di immortalare una varietà di situazioni in un futuro semi-distopico, durante una crisi politico-militare.
Questa Special Edition comprende i quattro livelli aggiuntivi che portano le ambientazioni a un totale di dodici, le nuove attrezzature fotografiche che omaggiano l’iconico Jet Set Radio e nuove funzionalità della fotocamera, come il tempo d’esposizione e il controllo dell’ISO, e addirittura dei pattini da parkour con bombolette spray con cui taggare liberamente. A livello di macrocategoria di genere, alcune somiglianze si possono tracciare col recente New Pokémon Snap, ma i punti in comune finiscono praticamente lì.
Le aree murate, città-fortezze occupate dalle forze armate dell’UE, rispondono come riescono a una non-meglio-identificata invasione e nel degrado urbano, i civili vivono come sospesi nel tempo, tra neon, droga e beat trip-hop. La narrazione è tutto fuorché lineare, e un occhio poco attento potrebbe non rendersi neanche conto del contesto più ampio in cui si inserisce l’avventura.
Ognuna delle aree presenta un set di obiettivi principali, tutti piuttosto semplici e liberi nella struttura, da completare per poter consegnare il pacco e finire il livello. Un set secondario di obiettivi invece spinge il giocatore a esplorare con maggiore minuzia e interesse ogni ambientazione. Non solo, spesso questi sono descritti in maniera lievemente criptica, e stimolano la creatività del singolo per arrivare alla soluzione.
In un senso più strettamente legato al gameplay, si ha una quantità limitata di pellicola, ricaricabile trovando uno dei vari rullini nascosti meticolosamente in ogni area, terminati i quali non è più possibile scattare altre fotografie. La libertà di espressione e la struttura intrinsecamente libera degli obiettivi rende virtualmente impossibile fallire. Proprio a questo scopo, il sistema di valutazione, espresso in soldi ricevuti per scatto, è piuttosto generoso, e misura in maniera elastica colore, contenuto e composizione.
Si inizia l’avventura con opzioni piuttosto limitate, che riguardano principalmente colore, tinta, esposizione e saturazione, e si va mano mano ottenendone di più specifiche e libere, per esprimere al meglio il proprio estro. Il ritmo ben pensato scandisce in maniera equilibrata il progresso di gioco.
Le ambientazioni sono ben diversificate tra loro e conferiscono al titolo un’aria particolarmente pregna e sinistra, dove i dettagli, le insegne, i poster, si incontrano in una specifica intersezione tra futuro distopico e caos politico. Il tutto è imbevuto di quell’estetica urban low-fi, dove Jet Set Radio incontra la frustrazione giovanile e il degrado sociale delle periferie, con un sapore che ricorda il delirante immobilismo dell’ansia sociale alle porte del nuovo millennio.
Si inizia con un tramonto su un tetto di un palazzo, e si continua tra arcade, periferie abbandonate, zone militari e caotici futuristici centri urbani. Parte del genio si ritrova nel modo in cui la narrazione viene mostrata al giocatore, attraverso la semplice presenza degli elementi chiave che mano mano vanno a comporre il disegno più grande.
Un fermo immagine cyberpunk
Attraverso ogni singolo elemento, UMURANGI GENERATION dà cenni al corriere su cosa sta succedendo. Si trovano tracce di una resistenza politica alle forze militari dell’UE, disordini civili dovuti all’assenza del Primo Ministro, fuori in vacanza durante lo stato d’emergenza, e ancora il terrore per una pandemia causata da un pericoloso e contagiosissimo parassita. Umurangi poi, in te reo (lingua maori), significa cielo rosso, metafora dell’ultima generazione che deve assistere a un mondo che muore.
Una particolare attenzione è stata data alle musiche, che aiutano a dare al titolo quell’atmosfera caratteristica: composta da ThorHighHeels, si tratta di un mix di trip-hop, nu-jazz, elettronico sperimentale, e la si può trovare a un prezzo più che modico.
In un’intervista su GameIndustry, Faulkner stesso ha dichiarato che ha concepito UMURANGI GENERATION come critica al neoliberalismo, denunciando l’approccio morbido del governo che punta a minimizzare le ansie di fronte a reali problemi che possono uccidere i cittadini.
L’idea sembra esser nata da una forte frustrazione riguardo all’intero genere del cyberpunk, usato come estetica e non come tema. Secondo Faulkner, il cyberpunk è nato negli anni ’80 per riflettere le ansie, le paure, e i temi dell’epoca: violento machismo, megacorporazioni che distruggono il pianeta, realtà banalizzate in due opposti bianco e nero, e la droga, tutti problemi relativi ai tempi. Con Umurangi vuole creare un nuovo tipo di cyberpunk equivalente a quello degli anni ’80 ma calato nella realtà di oggi.
La fotografia stessa viene usata come veicolo espositivo principale: la libertà di esplorazione e i pochi, vaghi obiettivi, si sposano perfettamente nella struttura stratificata della narrazione. Soprattutto nella prima metà dell’avventura, i temi e i sotto testi possono passare anche completamente inosservati, ma inevitabilmente si fanno strada avvicinandosi con prepotenza agli occhi dell’utente nella seconda metà.
Il collante che tiene in piedi l’esperienza in mano al giocatore è la creatività, che viene lasciata a briglia sciolta: Faulkner ha deciso deliberatamente di non implementare un sistema di valutazione, un po’ come nella fotografia e nell’espressione artistica è difficile quando non sbagliato dare un voto. Gli strumenti in mano al singolo diventano mezzo di libera esplorazione creativa.
Alla base di questa scelta si trova la riflessione secondo la quale spesso ci si sente dire di non esser abbastanza bravi nelle nostre esperienze creative e veniamo spinti ad abbandonare completamente queste aree di noi. Un feedback negativo non aiuta il singolo e non promuove la crescita artistica o emotiva di nessuno, e lo sviluppatore voleva che il gioco rispecchiasse tale idea.
Un ultimo appunto è sull’implementazione del giroscopio come sistema di controllo libero: impugnando la Switch in modalità undocked, la console si trasforma nell’obiettivo della fotocamera, per dare al giocatore completo controllo, in maniera fino a ora inedita e fortemente immersiva.
Una volta completata l’avventura, si ha accesso a due nuove modalità: Creative Mode e Speedrun Mode. Creative Mode lascia libero controllo di personalizzazione di ogni dettaglio dell’ambiente, e rimuove il conteggio del tempo di gioco. Al contrario, Speedrun Mode è una versione molto semplificata dell’avventura generale, che premia la velocità di completamento.
A chi consigliamo UMURANGI GENERATION?
UMURANGI GENERATION è una gemma davvero speciale nell’attuale panorama videoludico. Che sia per la libertà espressiva, per la struttura dinamica, la narrazione originale o il messaggio politico, è un titolo che sotto alla superficie nasconde una grande ricchezza di contenuti. Questa nuova edizione lo espone a un nuovo pubblico, ancora più ricco di contenuti e ottimizzato nei controlli per un’esperienza più intima e creativa. Inoltre, il prezzo retail di €20.99 non dovrebbe scoraggiare di fronte a un’esperienza ricca e d’impatto come questa.
Un’esperienza di grande impatto | Controlli del personaggio un po’ rigidi |
Enorme libertà creativa | |
Direzione artistica fantastica | |