Mutandoni e bestemmie: la recensione di Ghosts ‘n Goblins Resurrection

ghosts n goblins resurrection copertina

Quanto in alto possono arrivare le bestemmie di un singolo individuo? Pensate che la risposta giaccia nell’endgame di Nioh 2 o nei vari boss di Sekiro, ma la verità si cela in qualcosa di molto più antico e arcaico. O forse dovrei dire… arcadico.

Fa figo dare dei boomer a noi poveri bastardi sulla soglia dei quaranta, e in un certo senso fate bene perché il futuro siete voi e noi ci avviciniamo sempre di più alla decomposizione… ma ragazzi miei, lasciate che ve lo dica: non sapete cos’è il vero dolore videoludico.
Non avete idea di cosa voglia dire mettere il gettone in un cabinato, per vedere apparire la scritta Game Over dopo neanche un minuto dall’inizio del primo livello. E poi un altro, e lo stage riprende dall’inizio. E poi un altro ancora, fino a che la paghetta settimanale finisce e vi siete segati in due le gambe, costretti a strisciare fino a casa dove vi attende un orrido Spectrum LSD o un Nintendo 8-Bit con i giochi che il buon James Rolfe ha già insultato per almeno dieci generazioni a venire.

Voi glabri giovini virgulti non vi siete mai trovati davanti ai terrificanti Ghosts ‘n Goblins o Ghosts ‘n Ghouls. Attratti dalla grafica oscura e in stile horror, inserivamo timidamente la monetina nella fessura e premevamo il pulsante del primo giocatore. E così, sulle note 8-bit che avrebbero fatto tremare le ginocchia di Musorgskij, ecco che ci trovavamo nei panni del prode cavaliere Arthur, il primo Arthur dei videogame, molto prima di un tale Morgan.

In un lugubre cimitero abbandonato, dopo aver lanciato un paio di giavellotti in faccia a uno zombie, ecco che il secondo ci prende alle spalle e ci fa finire in mutande… letteralmente. Il salto è impossibile da controllare e così, proviamo a zompare una bara, trovandoci davanti ad un nemico apparso improvvisamente dalla destra dello schermo che ci colpisce riducendoci in un mucchio d’ossa.

Una sofferenza senza fine, in pochi riuscivano anche solo a superare il primo livello di Ghosts ‘n Goblins, mentre i sommi signori del male alla sede della Capcom in Giappone, nuotavano nell’oro di milioni di cabinati sparsi per il mondo.

E così, giusto per ricordare ai giocatori chi comanda, ecco che la cara Capcom tira fuori Ghost ‘n Goblins Resurrection, mostrandosi definitivamente come l’unica software house capace di sopravvivere alla grande anche durante una merdosa pandemia. Dopo Monster Hunter Rise e Resident Evil 8, la casa di Osaka ha colpito ancora? Scopritelo nella nostra recensionazza!

Provato su PC

PS4

Lancia la lancia

Preparatevi a calare il capo e lasciare la presa sul joypad, perché questo titolo è di un tignoso al punto che vi sembrerà più facile ammettere di essere poveri e nullatenenti, piuttosto che portarlo a termine.

A differenza di altri action platformer, Ghosts ‘n Goblins Resurrection richiede un approccio più riflessivo, in quanto se andate a c***o dritto finirete solo per morire molto velocemente. A ogni hit, Arthur perderà un pezzo di armatura, fino a rimanere con le sue adorabili mutande e nessuna protezione. Il numero di colpi ricevuti cambia con il livello di difficoltà che potrete scegliere iniziando una nuova partita. Allo stesso modo, ogni difficoltà stabilirà anche la presenza di checkpoint nel livello, il numero di nemici presenti e la resistenza dei boss.

Potrete selezionare tra Page (facile), Squire (normale), Knight (difficile) e Legend (impossibile). Vi do un consiglio: cominciate almeno con Squire e non fatevi ingannare, il primo livello potrà anche sembrare semplice, ma già arrivati al secondo scenario inizierete a sudare le proverbiali sette armature.

Con tutti i livelli tranne Legend avrete a disposizione dei checkpoint molto più frequenti, mentre con Legend ci saranno solo quelli che dividono lo stage, quindi è chiaro che si tratta di una difficoltà da affrontare solo dopo svariati playthrough con quelle più basse. Poi se volete cominciare subito con Legend fate pure, ma sappiate che avrete solo due hit a disposizione prima di morire. Le vostre bestemmie romperanno il velo cosmico che tiene unita la realtà, risvegliando le schiere deformi e menomate di Azathoth, facendo arrivare il suono inorganico dei flauti e delle trombe dementi fino alle nostre cervella.

Per piacere, quindi, con dello zucchero sopra… cominciate con Squire.

Resu-erection


Ghost ‘n Goblins Resurrection si basa sul gameplay di Ghosts ‘n Goblins, quindi il prode Arthur avrà a disposizione movimenti limitatissimi, un attacco base, le magie e un loffissimo salto per poter superare le avversità. Scordatevi il double jump di Super Ghost ‘n Ghouls per Super Nintendo, qui se zompate una volta e non avete calcolato bene la distanza, siete fregati. Lo schema di gioco è molto semplice, come ogni run ‘n gun dovrete farvi strada attraverso livelli di difficoltà crescente, con sezioni platform sempre più intricate, trappole e nemici che spuntano da ogni dove, per poi arrivare ad un tostissimo Boss Fight.

A dare una mano ci pensano delle piccole variazioni sul tema, come la possibilità di lanciare le armi verso il basso mentre si salta, oppure verso l’alto. Come vuole la tradizione, le armi si troveranno nello scenario, oppure nei forzieri che potrete far apparire colpendo determinati ostacoli. Tra queste troverete il mitico pugnale, un martellone, una balestra, l’acqua sacra e delle sfere blu.

Sta a voi capire quale si può adattare di più alle diverse situazioni e se vi converrà raccoglierla. L’arma base, il giavellotto, potrebbe risultare migliore rispetto ad altre, ma questo lo potrete scoprire solo dopo aver provato una sezione di uno scenario ed essere morti malamente. Nei forzieri inoltre potrete trovare anche la preziosissima armatura d’oro che oltre a darvi una hit in più, potenzia le vostre armi. Chiaro che il gioco essendo un figlio di un cane rognoso, farà di tutto per strapparvela di dosso!

Ad aiutare ulteriormente il giocatore e il povero Arthur, ci sono le magie. Queste si possono sbloccare attraverso un particolare skill tree, accessibile nel menu di selezione del livello e sbloccabili grazie a delle Umbral Bee che potrete raccogliere nei vari scenari.

Le magie sono abbastanza utili per superare alcuni punti dei livelli letteralmente infestati dai nemici e potrete portarne con voi fino a quattro. Per usarle non dovrete fare altro che tenere premuto il tasto di attacco, caricarle e poi rilasciare. Una volta usata una magia, si dovrà aspettare qualche secondo per poterne lanciare una nuova. Si passa da due fiamme che vi seguono, alla trasformazione in una macigno rotolante, passando per la possibilità di tramutare i nemici in rane o in pietra.

Tra quelle più potenti (e costose in termini di Umbral Bee) troviamo anche la rigenerazione dell’armatura, ma per poterla ottenere dovrete veramente faticare parecchio. Gli incantesimi non funzionano con i boss, quindi sono solo un buon espediente per potersi destreggiare in alcune situazioni particolarmente spinose. Questa meccanica equilibra notevolmente gli scontri con le moltitudini di nemici, rendendo ovviamente più affrontabili alcune tremende sezioni platform che in alcuni casi possono indurre al cannibalismo.

Parlando dei boss, i combattimenti contro questi mostri giganteschi sono molto equilibrati e come in puro stile Capcom, vi chiederanno di imparare i vari schemi e i movimenti per poter avere la meglio. Ad essere sincero, ho trovato molto più difficile superare un livello piuttosto che uno dei tanti (e ottimamente disegnati) mostroidi finali. Alcuni scenari sono devastanti, con precipizi che causano la morte istantanea, sezioni al buio e altre dove i nemici continuano a uscire senza sosta, attaccandovi da ogni lato… altri dove tutte queste cose si combinano in un maelstrom di morte e odio. Ci sono certe situazioni dove il gioco diventa veramente bastardo, ma comunque mai sleale al punto da farvi mollare (non con la difficoltà Legend ovviamente).

La disposizione dei checkpoint fino alla difficoltà Knight è ben strutturata, solitamente li troverete sempre prima di una sezione molto difficile o di un boss, quindi potrete riprovare a piacimento. Se poi trovate qualche amico temerario, potete sempre affrontare insieme il gioco, grazie alla modalità co-op dove il secondo giocatore prenderà il comando di un canuto fantasma capace di attaccare i nemici, trasportare Arthur e creare delle piattaforme.

The princess is in another fucking castle


La direzione artistica di Ghost ‘n Goblins Resurrection ha optato per un design di gusto, simile a quello di un libro delle fiabe, rendendo il tutto davvero molto bello da vedere.

Alcuni livelli sono più ispirati di altri e si ha la sensazione che probabilmente si poteva sfruttare di più questo particolare stile grafico per creare scenari particolari, con qualche soluzione innovativa. In termini di level design infatti, non troviamo particolari sorprese, se avete una buona esperienza nei platform non troverete nulla di nuovo o di particolarmente originale.

L’obiettivo di Capcom però è restituire il feeling autentico della serie e su questo ci sono riusciti pienamente. Certo, a tratti il gioco risulta sfiancante nel suo continuo fustigare senza sosta ogni singola mossa sbagliata o salto mal calibrato, facendo talvolta desiderare una sorta di restyling anche del gameplay. Anche le musiche rimangono una vera e propria chicca, tutte che rimangono bene impiantate in testa.

Ghosts ‘n Goblins Resurrection, sebbene sia un gioco molto piacevole e sicuramente avvincente per gli amanti delle sfide, sembra per certi versi un’occasione sprecata da parte di Capcom che probabilmente avrebbe potuto sfruttare questo reboot per renderlo più appetibile al pubblico di gamer moderni. Ok, a noi vegliardi sicuramente farà scendere la lacrimuccia, ma effettivamente quanti di noi adesso, tra lavoro e impegni familiari, potranno davvero dedicarsi a questo titolo per completarlo al massimo della difficoltà?

L’intenzione di Capcom non è quella di presentare la serie a un nuovo pubblico, sebbene probabilmente i giovani gamer più folli e amanti delle sfide troveranno molto, ma molto pane per i loro denti. Del pane duro, come quello venduto a Bologna che dopo un giorno lo puoi usare come arma contundente.

A chi consigliamo Ghosts ‘n Goblins Resurrection?

A tutti i vecchi ragazzi, che come noi, giocavano a Contra e a Street Fighter II, proprio quelli che magari si portano ancora addosso la puzza di fumo e i neon luccicanti delle sale giochi.
Ghost ‘n Goblins Resurrection è un tributo a quei maledetti cabinati mangiasoldi, con tutta la loro arcigna difficoltà. Solo che questa volta ad essere mangiato sarà solo il vostro fegato. Quindi il guanto di sfida è lì a terra, dovete solo raccoglierlo, asciugarvi la lacrimuccia causata dal colpo, raccogliere i vostri testicoli e affrontare il tremendo Ghosts ‘n Goblins Resurrection.

Giovani temerari che andate in giro con la camicia sbottonata a far vedere i primi peli sul petto e vantarvi di aver finito Sekiro in una sola run senza mai morire? Fatevi avanti preparatevi a digrignare i denti fino a piegare il metallo del vostro apparecchio dentale e sentire il sapore del sangue.
E se amate i platform, ma preferite esperienze meno traumatiche o quantomeno più moderne?
Lasciate perdere Ghost ‘n Goblins perché anche alla difficoltà Page vi prenderà a calci di punta nelle palle come un combattente di Savate inferocito.

La grafica è un vero gioiellinoDifficoltà Legend eccessivamente frustrante
Gameplay vecchia scuola
Livello di sfida sempre alto
Colonna sonora intramontabile

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