La legge dell’arpione: recensione di Olija

Le proposte Devolver Digital si rivelano sempre alquanto originali, specialmente negli indie dove il publisher riesce a portare sulle piattaforme perle eccellenti come Ruiner e The Messenger.

Sempre sul genere di quest’ultimo, Olija è la nuova proposta del publisher texano disponibile su PC, PS4, Xbox One e Nintendo Switch. Facciamo svolazzare i nostri capelli virtuali al vento di prua e vediamo come se la cava il titolo di Thomas Olsson e Skeleton Crew Studio nella nostra recensione!

Provato su PC

Oligia, Oliha, Olija!

Come si pronuncia? Ah! Lo scoprirete solo se ci giocherete, marrani!

Olija è un platform-adventure con grafica retro in stile Atari\Amiga che ricorda vagamente titoli come Another World, già ispirazione di Unto The End. La pixel art minimale viene usata con criterio per creare ambientazioni evocative e animazioni convincenti che vanno a fare da contorno ad un gameplay molto piacevole, caratterizzato da sezioni platform e combattimento.

In Olija vestiremo i panni intrisi di salsedine del nobile capitano Faraday che vista la pecunia di cibo nel suo villaggio, decide di salpare con un gruppo di intrepidi marinai verso terre sconosciute. Durante il viaggio una terribile tempesta colpisce la loro nave, facendoli naufragare in una landa sconosciuta chiamata Terraphage.
Qui Faraday e il suo equipaggio incontreranno una civiltà in stile orientale e la bellissima principessa Olija, inoltre se la dovranno vedere con il clan dei Rottenwood e una antica creatura a dir poco… no… non lo voglio scrivere… lovecratiana! Ecco, l’ho fatto.
Lo scopo del gioco sarà aprire la Porta dell’Ombra, una sorta di passaggio mistico che permetterà a Faraday e compagni di tornare a casa.

Per sbarazzarsi dei nemici e superare gli ostacoli il prode Faraday avrà a disposizione un arsenale di armi, tra le quali anche un leggendario arpione che gli permetterà di teletrasportarsi alla velocità della luce da un punto all’altro.

Intrigati da questa marinaresca avventura di cappa e spada? La storia di Olija si snocciola attraverso cutscene e avvenimenti in game, in modo molto dettagliato e curato. A tratti la narrazione cede alla tentazione di voler risultare criptica e di libera interpretazione, spesso in modo abbastanza confusionario e senza fornire troppi indizi al giocatore. A molti piace proprio così, ma visto che si tratta di un gioco molto breve, forse avere qualche dettaglio in più non sarebbe stato tanto male.

Vecchio arpione!


Per aprire la Porta dell’Ombra il nostro Faraday dovrà trovare le chiavi nelle varie isole che compongono l’arcipelago di Terraphage, una landa tutt’altro che ospitale. Vi troverete quindi ad affrontare diverse sezioni platform dalla difficoltà media che ogni tanto presentano dei puzzle facilmente risolvibili. Il fulcro del platforming di Olija è il magico arpione che permette di spostarsi da un punto all’altro, lanciandolo su degli organici appigli sparsi per ogni livello. I comandi responsivi e precisi sono da lodare, inoltre la difficoltà del platforming è tarata su livelli medi, non ci sono elementi complessi o sezioni da bestemmie urticanti tipiche di tanti altri platform moderni.

Allo stesso modo, i combattimenti non richiedono grandi riflessi o particolari tecniche, basterà colpire i nemici per far eseguire a Faraday dei colpi micidiali in grado di splattarli contro le pareti in un tripudio di pixellosi organi e rossi quadratini.

Nonostante la semplicità, gli scontri sono molto divertenti con i nemici che volano a destra e sinistra, esplosioni e quant’altro, impreziositi da effetti sonori di qualità che danno bene l’idea dell’impatto di ogni colpo. Durante l’avventura troverete anche armi a distanza, inoltre non mancano gli scontri con i boss, sebbene anche questi non offrano una sfida particolarmente alta e si possano completare senza troppi patemi d’animo.

In Olija si respira un’atmosfera quasi nintendiana, dove il gameplay efficace e divertente si mette a disposizione del giocatore, senza dover essere ostico a tutti i costi per accontentare le esigenze dei gamer più masochisti. Olija rema controcorrente e riesce nel suo intento di risultare piacevole senza frustrare. Ogni tanto ci vuole.

Corto Maltese

Olija non fa in tempo ad entrare nella stanza e presentarsi che subito deve andare via.
Il gioco è così breve che non permette di godere di alcuni interessanti elementi del gameplay in maniera approfondita.

Nell’accampamento dei Naufraghi e hub del gioco, potremmo fabbricare dei cappelli per Faraday che se indossati gli daranno particolari abilità di attacco e difesa. Il problema è che questi sono praticamente inutili ai fini del gameplay, in quanto non ci sono particolari puzzle che ne richiedono l’utilizzo. Sceglierne uno al posto di un altro può facilitare alcune situazioni, ma sarebbe stato bello vederne un utilizzo più approfondito.

Gli stessi puzzle iniziano a manifestarsi quando il gioco è già verso la parte conclusiva, cosa che spezza il crescendo e lascia con una sensazione di incompletezza. Un vero peccato perché il platforming fluido e i combattimenti esilaranti fanno davvero desiderare di più.

La brevità del gioco viene raddrizzata da una buona varietà di livelli e scenari, tutti diversi tra di loro e egregiamente collegati alla narrazione che seppur criptica, risulta comunque abbastanza coesa. Un plauso va fatto all’ambientazione del gioco che prova qualcosa di originale nel suo particolare miscuglio tra l’oriente mistico e le storie marinaresche. Terraphage è un luogo pieno di mistero che nonostante la grafica minimale riesce ad attirare e intrigare.

La storia naviga acque romantiche con un tocco di arti marziali che male non fa e alcune sezioni di stampo horror. Ottima anche la colonna sonora che si divide tra schitarrate in stile flamenco, musica ambient e anche qualche traccia vagamente jazz.

A chi consigliamo Olija?

Se siete affamati di platform in cerca di un titolo story-driven, allora Olija potrà saziare il vostro appetito, ma tenete conto che si tratta di un’esperienza molto breve che può andare bene come antipasto o dessert.
Se cercate un titolo con un quoziente di difficoltà alto, allora Olija non fa per voi, si tratta in fatti di un gioco decisamente facile anche nelle sezioni di platforming più ‘complesse’ e negli scontri con i boss. In ogni caso per apprezzarlo deve necessariamente piacervi la pixel grafica, altrimenti lasciate perdere, magari preferite prendervi lo scorbuto piuttosto che dover ammirare per ore i quadrettosi personaggetti che popolano l’arcipelago di Terraphage.

Platform fluidoDecisamente breve
Combattimenti divertentiStoria a tratti criptica
Pixel grafica curata
Atmosfera e colonna sonora ottime

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