Dead Island 2 – la recensione

dead island 2 header recensione

Dead Island 2, a lungo rimandato, è finalmente disponibile dal 21 Aprile su PlayStation 4, PlayStation 5, PC (Epic Games Store), Xbox One e Xbox Series X/S. Il titolo è una sorta di simulatore di crudeltà verso i diversamente vivi. E d’altronde, quali nemici migliori degli zombie per esercitare dosi gratuite di violenza insensata?

Per tutti gli affamati di carneficina non morta in prima persona, il sofferto Dead Island 2 di Dambuster Studios prende la strada della zombiecommedia, risultando più leggero e snello, sebbene magari meno vario rispetto ai cugini Dying Light e Dying Light 2. Ma questo non è necessariamente un male, specialmente se cercate un’esperienza fedele a Dead Island e vi interessa solo uccidere zombie nei modi più crudeli possibili e immaginabili. Vediamo un po’ come se la cava in questa lunghissima recensione per la quale ho usato il tono noioso e pedante della domenica.

Provato su PC

PS4
single playeronline play

Ti sbudellerei con gusto

Partiamo subito con Il gameplay: Dead Island 2 splende per la sua incredibile violenza. Il motore FLESH si potrebbe quasi considerare un passo avanti nell’evoluzione dell’ultraviolenza nei videogame. Ogni colpo assestato agli zombie con armi da taglio o contundenti provoca delle ferite atroci e fratture scomposte.

Le braccia spezzate penzolano dai corpi dei nemici, mentre quelli con le gambe rotte continuano a strisciare verso di noi, con tanto di osso che fuoriesce dalla ferita. Colpite uno zombie con una mazzata in testa e gli usciranno gli occhi dalle orbite, colpitelo in faccia e gli staccherete la mascella. Le armi da taglio fanno fuoriuscire budella, mentre l’acido scioglie la carne degli zombie lasciandone solo ossa e qualche muscolo.

Insomma, qui i Dambuster Studios si sono veramente superati, rendendo il classico massacro zombie una vera gioia per tutti gli amanti del genere. Uccidere orde di zombie in un videogame non è mai stato così soddisfacente, tra l’altro è possibile farlo anche attraverso trappole elementali e gadget.

Grazie a un sapiente uso della fisica di gioco, in Dead Island 2 si potrà dare fuoco all’olio, elettrificare pozzanghere, spargere materiale chimico sul terreno e far esplodere barili e cisterne in modo da sbarazzarsi velocemente delle orde di zombie più agguerriti.

Ovviamente, protagoniste assolute della devastazione sono le armi, catalogate con il classico sistema di rarità: Bianco, Verde, Blu e Viola. Sistema, lasciatemi dire, ormai abusato in qualsiasi action. Tralasciando il dettaglio, ogni arma si può potenziare, aggiungendo gli elementi fuoco, acido o elettricità, così come modifiche che permettono di far sanguinare gli zombie o stordirli. Niente di innovativo, ma comunque in grado di soddisfare chiunque voglia cercare di arrecare quanto più danno possibile ai malcapitati zombie di turno.

Oltre alle armi contundenti, avremo a disposizione anche quelle da fuoco. E sebbene il gunplay sia secondario, è stato comunque reso molto bene. Un peccato però che l’impatto dei proiettili non dia la stessa soddisfazione di una bella mazzata sul cranio di uno zombie. Diciamo quindi che le armi a distanza sono un’aggiunta gradita, ma avrebbero avuto più senso con tipologie di nemici capaci di attaccare dalla distanza.

I gadget, chiamati “Curveballs”, sono degli oggetti lanciabili come shuriken, granate o esche che una volta utilizzate vanno in tempo di ricarica invece di esaurirsi, cosa che lascia spazio a strategie e scelte a seconda della situazione.

(S)killing me softly

Gli ammazzazombie avranno a disposizione una serie di abilità come il dropkick, il calcio volante o il grido di guerra, tutte potenziabili attraverso il sistema di carte.

E a tal proposito, Dead Island 2 per la prima metà della storia principale presenta una buona sfida che costringe il giocatore a sfruttare la build del personaggio, avere sempre armi potenziate e usare un minimo di strategia. I colpi degli zombie fanno male, mentre i nemici “Alpha” come i grossi Crusher possono stenderci in due o tre colpi. L’uso dei Medikit è fondamentale, così come schivare o parare con il giusto tempismo per recuperare salute e contrattaccare. In generale comunque si parla di livelli di difficoltà abbordabilissimi, ma che almeno portano il giocatore a ragionare un minimo su cosa sta facendo e su come costruire il deck del personaggio.

Parlando delle carte, fortunatamente Dambuster Studios non ha voluto esagerare con il sistema di skill che altrimenti avrebbe potuto rovinare l’immediatezza del gioco. Le carte-skill sono comprensibili e vanno ad alterare le abilità base dei personaggi. È possibile creare delle combo, ad esempio rendere il dropkick esplosivo oppure creare un’onda d’urto ogni volta che si para o si schiva un attacco. Ammetto che non mi sarebbe dispiaciuta qualche carta dedicata alle armi, magari per specializzare il personaggio in una determinata tipologia.

Le skill principali di ogni personaggio verranno sbloccate avanzando nella storia, mentre carte aggiuntive si potranno trovare uccidendo zombie di tipo Alpha o completando side quest.

Perché però ho parlato di un buon livello di sfida solo nella prima parte del gioco? Bè, perché arrivata la seconda metà si sbloccheranno skill, armi e un’abilità speciale che romperanno il gioco, facendo fuoriuscire l’evidente mancanza di profondità del sistema di carte del titolo di Dambuster.

Attenzione però perché il gameplay resta godibilissimo, anche se bisogna un po’ stare attenti al fattore “ripetitività” che purtroppo può colpirci in testa quando meno ce lo aspettiamo, come la Lucille di Negan. Più di una volta mi sono trovato a uccidere zombie senza pensare a ciò che stessi facendo e senza ricavarne alcuna soddisfazione, cosa che mi ha poi portato a uscire dal gioco perché effettivamente stava diventando stantìo.

Dead Island 2 ci lancia contro diverse tipologie di nemici, per sopperire alla mancanza di avversari umani che avrebbero potuto dare un minimo di varietà in più agli scontri e giustificare la presenza delle armi da fuoco che ovviamente vengono messe totalmente in ombra da quelle dedicate al melee.

E quando si parla di tipologie di nemici, si va incontro alla solita solfa che ormai da anni non trova soluzioni in qualsiasi gioco di zombie occidentale a partire da Left 4 Dead che ha dato inizio al tutto. E così, oltre ai normali zombie, ecco quelli più veloci, gli zombie giganti che usano il ground pound, gli zombie grassi che vomitano bile e le zombe urlatrici.

Insomma, ci sono veramente poche variazioni sul tema e quelle che ci sono non portano certo ventate di aria fresca al genere. Per cui, se siete appassionati come me dei giochi a tema zombie, probabilmente ve li farete andare giù, perché tanto ci sarete così tanto abituati da non farci caso. Se però vi aspettate qualcosa di diverso o innovativo in termini di design dei nemici, allora preparatevi a rimanere molto delusi.

Ammazzatori e ucciditori

E a proposito della storia, Dead Island 2 ha una buona scrittura generale, inoltre ogni quest principale sblocca qualcosa di nuovo per il proprio personaggio, ma in questo caso non posso e non voglio fare spoiler. Le main quest riescono a coinvolgere, in quanto portano il giocatore in luoghi nuovi con situazioni diverse. Al termine di ogni main quest si affronterà uno zombie Alpha come Boss-Fight. Una volta sconfitto, lo zombie alpha verrà “sbloccato” all’interno delle location del gioco, rendendo gli scontri con le orde più interessanti.

Il difetto della storia di Dead Island 2 è che la seconda parte viene gestita in modo molto affrettato, senza dare la possibilità al giocatore di sfruttare a pieno tutti i nuovi tool a sua disposizione. Proprio quando la storia inizia ad avere il suo crescendo, si interrompe bruscamente, cosa che sinceramente mi ha lasciato piuttosto stupito. Insomma, dopo quasi una decade di development hell, direi che almeno la storia la si poteva finire. Inutile poi presentare personaggi e situazioni senza svilupparli adeguatamente, una mossa molto ingenua che si poteva benissimo evitare.  

Ora, va puntualizzato il fatto che Dead Island 2 abbraccia la filosofia del comedy-horror, quindi per certi versi è più simile a pellicole come Shaun of the Dead o a Dead Snow, piuttosto che a The Walking Dead o alla più recente serie di The Last of Us. Non aspettatevi quindi grandi rappresentazioni dell’umana difficoltà di sopravvivere all’apocalisse, perché i personaggi di Dead Island 2 sono tutti sopra le righe, pur restando ben caratterizzati.

Da apprezzare il fatto che ognuno dei 6 personaggi selezionabili ha delle linee di dialogo per ogni situazione e una personalità. Ryan, granitico spogliarellista del cuore d’oro, ha una serie di battute divertenti da tipico eroe anni ’80, l’atleta paralimpica Amy mostra una personalità più concentrata, mentre il truffatore Bruno si rivela un calcolatore attento e preciso.

Oltre alle linee di dialogo, i personaggi si differenziano per velocità, resistenza e forza, oltre che per alcune carte e abilità. Per fare un esempio, Amy e Bruno sono i due personaggi adatti a chi adora schivare e colpire veloce, mentre Ryan e Carla sono i due tank. Dani e Jacob sono la coppia incentrata sul danno.

Fondamentalmente, una volta scelto il vostro personaggio, vi troverete tra i pochi sopravvissuti di un disastro aereo e venir invitati dall’egocentrica stella del cinema Emma Jaunt nella sua villa a Bel-Air, al fine di poter trovare il modo di fuggire da Los Angeles.

Il problema è che il team si è sforzato davvero poco per dare un minimo di profondità al titolo. Una differenziazione maggiore tra i personaggi ad esempio a livello di gameplay o un qualche tipo di endgame potevano dare a Dead Island 2 quel tocco in più. L’esperienza si consuma in fretta e come detto in precedenza, purtroppo finisce in maniera brusca, lasciando il giocatore appeso, come l’intestino appena squarciato di uno zombie.

C’è la possibilità di giocare con altre 3 persone in co-op, ma ho avuto modo di provarlo solo con degli sconosciuti e devo dire che alla fine ho preferito affrontare il gioco in single player.

To live and undie in L.A.

Dambuster Studios ha fatto una mossa molto intelligente: puntare su delle aree esplorabili invece che sull’open world. Ricreare Los Angeles sarebbe stata una fatica immane, inoltre sarebbe risultata estremamente dispersiva. Per questo, potremo esplorare diverse aree importanti della città, come Bel-Air, Venice Beach e Beverly Hills, tutte con i loro segreti da scoprire, personaggi da incontrare e zombie da massacrare.

Allontanandosi dall’open world ha anche permesso al team di creare ambientazioni più dettagliate, sia negli interni, sia negli esterni, e riutilizzare gli asset nel modo giusto. Di conseguenza, il gioco risulta più compatto e godibile per chi vuole portare a termine tutte le side quest, senza affogare in una mappa open world piena di icone.  Si dovrà restare in attesa di aggiornamenti e DLC, per godere di un’esperienza un filo più corposa. 

Dal lato tecnico, Dead Island 2 è realizzato davvero molto bene. Il design delle varie location è abbastanza dettagliato da risultare credibile, con un riutilizzo sapiente degli asset. La fisica del gioco e la fluidità del motore grafico si uniscono ai migliori zombie mai confezionati in un videogioco tripla A. Il dettaglio dei non morti è davvero spettacolare, inoltre se ne incontreranno di tutti i tipi a seconda della location. A Venice Beach ci saranno zombie in costume, mentre all’Halperin Hotel ci imbatteremo in persone vestite in modo elegante e damigelle di nozze. Ottimo anche il design degli NPC umani, specialmente per quanto riguarda le espressioni facciali durante le cutscene.

A chi consigliamo Dead Island 2

Dead Island 2 fa esattamente ciò che deve fare: elevare la carneficina zombesca a livelli mai visti in un videogame. Il gamplay di ottimo livello, caratterizzato da un sistema di violenza assurdo e imperdibile, viene potenziato da una grande quantità di armi, una buona interattività ambientale e la possibilità di personalizzare le skill dei personaggi tramite le carte.

Gli effetti grafici del motore FLESH e la fisica di gioco, uniti ad un comparto tecnico ben realizzato, rendono il titolo una vera chicca per chi cerca esperienze di gioco per spegnere un po’ il cervello e divertirsi.  Si, perché nonostante ci siano le carte, il gioco comunque verte sempre verso l’agitare un’arma contundente verso gli zombie per sbudellarli.

Il pacchetto di Dambuster Studios resta divertente, inoltre riesce ad elevare quanto fatto da Dead Island e Dead Island: Riptide a nuove vette di crudeltà nei confronti dei poveri zombie. Il sequel quindi, per certi versi è riuscito, ma i problemi del development hell, sebbene ben nascosti sotto il tappeto, vengono fuori con la storia spezzata metà, side quest poco interessanti e la totale mancanza di profondità che purtroppo porta a disinstallare il titolo una volta completato.

Per il momento, posso dire che Dead Island 2 mi ha divertito e che probabilmente lo rigiocherò volentieri quando verranno fatte delle aggiunte stimolanti. Posso consigliarlo a tutti gli amanti degli action e del genere horror zombie che hanno apprezzato i titoli originali della serie. Il prezzo del biglietto è comunque abbastanza alto, quindi misurate il vostro amore per gli zombie prima di caricare la prepagata. Se preferite Dying Light, probabilmente Dead Island 2 non vi darà la stesse soddisfazioni della serie Techland, sia a livello di storia, sia per quanto riguarda il gameplay, molto più statico in quanto il parkour è ovviamente assente.

Commenta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.