Goodbye Volcano High è un titolo narrativo a tema musicale, sviluppato dalle mani e dalle menti dello studio canadese KO_OP. Il gioco è disponibile su PC tramite Steam e piattaforme PlayStation dallo scorso 29 agosto 2023.
Provato su PC e Steam Deck
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Quando un’era glaciale non basta
Goodbye Volcano High è un teen drama, un’avventura narrativa di stampo cinematografico, dal gusto tutto contemporaneo. Qualcosa che, nei tempi come nelle scelte espositive, non si distanzia poi troppo da una produzione che potremmo trovare su Netflix. L’avventura, della durata di circa 6-7 ore, ruota attorno all’ultimo anno del liceo di Fang, una persona non-binaria che durante le superiori cerca di capire chi è e cosa vuole fare della sua vita, qual è la sua identità e cos’è che davvero desidera, per il proprio futuro.
Nelle prime battute di gioco, oltre ad avere uno scorcio sulla situazione famigliare di Fang e suo fratello Naser. I genitori dei due, presumibilmente immigrati, creano un ambiente familiare molto teso, nonché un carico di aspettative nei confronti dei figli che cercano soltanto di trovare la propria strada. In un attimo, però, le cose cambiano. Compare la minaccia di un asteroide che potrebbe collidere col pianeta, causandone la fine. Questo espediente, banale quanto improvviso, è il catalizzatore di una serie di eventi che sono al centro della narrazione.
Grazie ad alcuni espedienti di trama, il focus resta incentrato sulle vicende dei ragazzi, tenendo la presenza degli adulti relegata a ombre nello sfondo, conferendo al titolo un’aria specificatamente adolescenziale. Questa sorta di fine imminente che aleggia da lontano, mette in discussione da un lato e in moto dall’altro i diversi eventi e le vicissitudini dei vari ragazzi. Tra Fang, Trish, Naomi, Reed, Sage e compagnia letteralmente cantante. La ricerca del successo della band Worm Drama, il college, il rapporto con i genitori, con le proprie passioni e molto altro ancora, davanti al pericolo imminente della fine del mondo.
Un facile giro di Do
Il gameplay è, in un certo senso, ridotto all’osso, come ovvio che sia, dato il genere narrativo di stampo cinematografico. Il giocatore assiste agli eventi, partecipando attraverso la selezione di scelte multiple nei dialoghi che talvolta cambiano, altre no, le interazioni future. A dare un po’ di pepe alla questione, ci sono alcune trovate interessanti, ma non sempre riuscitissime.
Capiterà spesso che le opzioni siano graficamente espresse con colori o box diversi, a volte rotti, altre volte brillanti, a volte specchiati, per conferire visivamente lo stato emotivo di Fang. Altre volte, le opzioni verranno cancellate, come a dire che pur desiderandolo, Fang non riesce ad esprimere a voce quel pensiero. Altre ancora, la selezione si farà difficile, magari richiedendo una più forte pressione dei tasti, magari premendone altri per farsi forza. A conti fatti è poco più di un gimmick, ma riesce in alcuni momenti a potenziare l’impatto emotivo e magari l’immersione nei dialoghi.

La seconda parte, chiaramente ridotta, è quella del mini-gioco musicale. Il tutto è piuttosto basilare, è composto principalmente dalla levetta analogica tenuta nella direzione delle note che si muovono verso il centro, e la pressione di un tasto che appare su schermo. Ora, non solo la difficoltà è piuttosto ridotta, ma non è implementato nessun reale sistema di premiazione o punizione per un fallimento, anzi, è più un pretesto per godersi le scene e i video che appaiono su schermo mentre scorre la musica. Chiaramente le sessioni musicali permettono un momento di stacco e di scioglimento delle tensioni, ma sembra mirare a un pubblico di completi novizi, non tanto del genere quanto al mondo dei videogiochi tout-court.
A proposito quindi del target ancora giovane e fresco, sembra evidente che il pubblico ricercato sia piuttosto giovane, proprio in virtù dei personaggi, dei temi, ma soprattutto dei mezzi scelti per sviluppare la narrazione. Il mondo di Goodbye Volcano High è ironico, distaccato, non in linea con le proprie emozioni, molto attento all’immagine di sé, dei propri social, e dei diversi rapporti nella scuola. Riesce, a suo merito, a catturare la particolare essenza di essere adolescenti, con una lente contemporanea, pur non sempre con successo.
Vediamo le spine
Come alcuni sapranno, il titolo è stato al centro di alcune polemiche, fortunatamente per la quasi interezza sterili. Le storie del cast sono espresse attraverso un mondo in chiave fantastica, sotto forma di dinosauri. Questo permette quel particolare taglio di sospensione del giudizio che permette al giocatore di avvicinarsi ai personaggi anche laddove gli eventi possono essere pesanti, difficili, o imbarazzanti. Il cast è infatti un mix di diverse identità, tra cui alcune lettere della bandiera LGBT+, compreso il personaggio che fa da protagonista, Fang. Inoltre, non è molto difficile intuire quali possano essere i riferimenti reali di alcuni personaggi, eventi, le culture o ancora le situazioni famigliari dei personaggi.

In questo senso, KO_OP ha optato per un taglio realistico attraverso un filtro fantasy, che sfuma completamente i confini del reale, creando in questo senso un’esperienza un po’ più totale, per tutti. La pecca qui, se di pecca si può parlare, è forse che il target è più dichiaratamente di minorenni, con un gusto emotivo e drammatico non sempre appetibile a chi di noi è più avanti nelle tappe della vita.
Abbiamo avuto modo di provarlo interamente su Steam Deck, con alcuni singhiozzi tecnici che abbiamo riscontrato anche su desktop. Parliamo di crash, input non presi, problemi di risoluzione, audio che si taglia, animazioni rigide o bloccate o che scattano. Sembra che, nonostante la direzione artistica molto curata, graficamente come anche musicalmente, il lato tecnico non abbia ricevuto lo stesso livello di attenzione. Certo, si tratta di un lavoro di taglio indie e di prezzo relativamente ridotto, quindi forse possiamo chiudere un occhio, in attesa di patch.
A chi consigliamo Goodbye Volcano High?
Goodbye Volcano High è un titolo un po’ bizzarro, in questo specifico momento storico, del mondo dei videogiochi. Laddove il mercato presenta altri titoli, con temi o messaggi o eventi simili, sembra faticare a ritagliarsi una nicchia per sé. Lo stampo è più dichiaratamente gen z, nel bene e nel male, ma anche a costo di sembrare poco realistico e poco umano. La storia ha i suoi picchi, e i personaggi, quando non impegnati a sembrare iper-ironici e distaccati senza motivo apparente, sanno essere affascinanti. Il risultato è un mix, di alti e bassi, con una buona premessa e un’esecuzione un po’ incerta. Senza dubbio riesce a fotografare un’esperienza, un periodo, dei sentimenti di anni complessi e complicati di ognuno di noi, l’adolescenza, e lo fa con un certo cuore.