Rhapsody: Marl Kingdom Chronicles è l’ultimo bundle di NIS, legato ma al tempo stesso separato dall’ondata dei Prinny Classics degli ultimi anni. Si tratta della riedizione di due titoli totalmente inediti in occidente, traducendoli per la prima volta in inglese. Il pacchetto è ora disponibile su PlayStation 5, Nintendo Switch e PC tramite Steam.
Provato su PC e Steam Deck
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Dopo l’atteso approdo su piattaforme moderne dei bundle di NIS, con i Prinny Classics, primo, secondo e terzo volume, le cui recensioni trovate ai link precedenti, stavolta è il turno della principessa e delle sue bizzarre, comiche, strampalate e musicate avventure. Se da un lato, i precedenti bundle si concentravano sulle varie sperimentazioni del mondo JRPG di stampo tattico, stavolta ci si concentra su un gameplay un po’ più morbidamente JRPG, tradizionale ma con il classico twist che contraddistingue Nippon Ichi.
Chi ha già avuto modo di provare il terzo bundle di cui sopra, sarà a suo agio con il proseguo delle avventure di Rhapsody: A Musical Adventure, uno dei primi prodotti del loro catalogo, con i due sequel diretti, originariamente usciti su PlayStation e PlayStation 2 rispettivamente.
Oh, mio principe… 2!
Rhapsody II: Ballad of the Little Princess ruota attorno alla giovane Kururu, figlia di Cornet, la protagonista del titolo precedente. La ragazza è in cerca dell’amore di un vero principe, ma avrà bisogno di superare diverse peripezie per crescere, maturare, e finire parte di un conflitto un po’ più grande di quanto non immaginasse. Nei panni di Kururu, la migliore amica Crea e alcuni altri simpatici personaggi, si viaggia per il regno mentre intoppi e conflitti ci mettono i bastoni tra le ruote. I primi atti sono infatti incentrati sulla crescita personale, sul bisogno della protagonista di migliorarsi e affrontare le proprie insicurezze.
Il punto forte di questo titolo si trova principalmente nella leggerezza di fondo, la posto in gioco sempre piuttosto bassa, che lascia spazio a umorismo, allegria, e improvvisi numeri musicali, con sottotitoli e coreografia da seguire insieme. Nonostante alla fine appaia un conflitto con un antagonista finale, il tutto scorre tra musica, gag, battute e scene più e meno intrise di spensieratezza e allegria, come e forse più degli altri titoli NIS.
A livello di meccaniche è tutto piuttosto semplice, ma con diverse modifiche rispetto al primo capitolo. Il combattimento è segnato da incontri casuali a turni. Abbandonate dunque sono le mappe tattiche del primo gioco, che, in effetti, non apportavano poi molto, in termini di strategia. La differenza più grande è il sistema di pupazzi, l’elemento chiave che contraddistingue la saga. I pupazzi, infatti, si possono equipaggiare a ogni personaggio, conferendogli diverse abilità. In questo modo, ognuno di questi potrà accedere alle proprie abilità uniche, consumando HP, o quelle dei pupazzi equipaggiati, consumando invece moneta di gioco. Ovviamente, ogni pupazzo presenta un proprio livello e le proprie abilità, conferendo al combattimento un lieve margine di strategia.
In questo modo, il party resta pressoché invariato per il corso dell’avventura, essendo dettato da esigenze narrative, ma la grande quantità di extra, sotto forma di pupazzi anche opzionali, dà un lievissimo gusto gotta-catch-em-all che non fa mai male. Naturalmente tornano anche le supermosse che consumano spartiti per fare danni ingenti o cure speciali.
Questo remaster è piuttosto light, nel bene e nel male, nel senso che si tratta di un porting che ha implementato un numero abbastanza esiguo di migliorie. Ciò significa che mostra, più di altri, la propria età, al contempo però riportando un’esperienza di gioco decisamente autentica, con tanto di opzioni grafiche sotto forma di filtri, come quello CRT del vecchio tubo catodico, che consigliamo anche caldamente.
Vien da sé che, sebbene l’esperienza personale vari da utente a utente, questo titolo dell’originale PlayStation mosta il fascino di una direzione artistica semplice ma ben curata, attraverso scenari e personaggi in pixel-art disegnati a mano, che nonostante la sgranatura, mantengono il loro fascino originale. Lo stesso vale per la scelta di mantenere un font dell’epoca, cosa che altri, come Square, ancora oggi non riesce a fare.
Il regalo dell’angelo… l’ultima avventura di Cornet
Rhapsody III: Memories of Marl Kingdom è il terzo e ultimo della saga, l’episodio meno lineare tra tutti, con l’intento di approfondire alcuni elementi e chiudere dei nodi di trama che avvengono attraverso l’intero arco narrativo. I capitoli di gioco sono quindi un po’ dislocati nel tempo, e richiedono una conoscenza quanto meno marginale degli eventi degli altri titoli per essere goduta appieno.
A livello di meccaniche resta ancora tutto piuttosto semplice, con una sorta di mix and match delle meccaniche viste in passato. Anche stavolta le mappe tattiche non fanno la loro apparizione. La squadra è stavolta composta di un massimo di 12 personaggi, tra pupazzi e mostri catturati, per un’esperienza più elastica. Il bizzarro sistema di HP e monete è stato rimpiazzato da un più intuitivo sistema di SP per le abilità secondarie.

La sensazione, il feeling di gioco resta decisamente simile a quanto visto prima, con un umorismo sempre leggero e azzeccato e una simpaticissima componente musicale, sebbene da un lato ci sia anche la sensazione che si tratti di qualcosa di extra, che manchi un filone narrativo centrale a tenere in piedi la trama.
Questo remaster è, in un certo senso, quello più visibile, attraverso l’inserimento di illustrazioni ed elementi in alta qualità. Ma non solo, anche font moderni liscissimi mentre i personaggi appaiono su schermo sotto forma di sprite 2D e le aree di gioco sono, per la prima volta, in 3D. Questo, inevitabilmente, svecchia e invecchia l’esperienza, con quello strano gusto da remaster forse un po’ forzato che molti titoli dell’epoca talvolta hanno. Si tratta alla fine di preferenza personale, ma è innegabile che l’incontro così netto tra classico e moderno può essere eseguito con più morbidezza.
A chi consigliamo Rhapsody: Marl Kingdom Chronicles?
Rhapsody: Marl Kingdom Chronicles è un bundle davvero bellino, con due titoli simili e al contempo diversi, caratterizzata dalla voglia di intrattenere con simpatia, leggerezza, umorismo, e un filo di sfida. L’unico vero difetto, se di difetto si può parlare, è il grado di difficoltà base che è innegabilmente basso. Al di là di questo, NIS offre nuovamente due titoli divertenti e appassionanti senza troppe pretese, a un prezzo abbordabile. Titoli che sarebbero altrimenti finiti nel dimenticatoio. Ora non resta che portare l’ultimo spin-off della saga, le avventure della cantante di Antiphona.