Assault Suits Valken Declassified: metallo e proiettili – la recensione

assault suits valken declassified recensione copertina

Assault Suits Valken: Declassified è il port del titolo action a scorrimento laterale uscito nel 1992 su Super Famicom, disponibile ora su Switch dal 30 marzo 2023 in una versione rivista e corretta per la console Nintendo. Il gioco è acquistabile tramite eShop.

Provato su Nintendo Switch

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Cyber-che?

Assault Suits Valken approdò in Giappone su console Super Famicom nel 1992, sviluppato da Masaya in qualità di secondo titolo della serie (il primo conosciuto come Assault Suits Leynos fu sviluppato per Sega Mega Drive qualche anno prima). In Europa, come spesso accadeva nei primi anni ‘90, arrivò con un titolo diverso e alcuni forse lo ricorderanno come Cybernator, tuttavia quella non fu l’unica modifica e, rispetto alla controparte nipponica, il gioco presentava anche una pesante censura e rimozione della lore dal libretto delle istruzioni, quasi un peccato capitale se consideriamo che il titolo non forniva grandi spiegazioni sul perché degli eventi.

La storia vi vedrà impegnati in qualità di pilota dei Marine dei Pacific States, di stanza presso la corazzata Versis. Lo scopo principale è quello di opporsi alle forze avversarie Axis, con le quali la Federazione si contende le risorse del pianeta.

Assault Suits Valken: Declassified si pone non come un pigro port, ma come un progetto pensato per ridare lustro a questo titolo bistrattato in occidente. Come lo fa di preciso? Innanzitutto reintroducendo le scene censurate (tra cui il famoso suicidio del presidente della fazione sconfitta dai protagonisti, momento topico della trama), ma anche localizzando i testi con una nuova traduzione e inserendone una ex-novo e ufficiale del libretto giapponese di ben 80 pagine (digitalizzato e disponibile per la consultazione all’avvio del gioco), nonché nuovi artwork realizzati da Satoshi Urushihara.

Datemi. Più. Mech!

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Non possiamo che essere particolarmente felici del ritorno in grande stile dei mech nell’ambito videoludico, non solo grandi serie come Armored Core (che FromSoftware ha deciso di rinvigorire con il sesto capitolo previsto per il 2023), ma anche piccole perle del passato come Assault Suits Valken trovano spazio nel mercato odierno. Il gioco, che si dirama attraverso sette livelli, non è però per i deboli di cuore dal momento che lascia intatta la notevole difficoltà che lo caratterizzava già all’epoca.

A bordo del proprio mech bisognerà farsi strada tra numerosi nemici, sfruttando le diverse abilità dell’esoscheletro -come per esempio la mitraglietta Vulcan, il laser o i missili – e gestendo ogni situazione con metodica precisione. Lo sparo del mech è direzionabile a piacimento e il movimento lento e metodico del bipede corazzato, alternato sovente dallo sprint, restituiscono una certa gravità e pesantezza particolarmente realistici.

Ben lontani quindi dalle acrobazie dei mech visti in giochi come Zone of the Enders (uno dei migliori giochi del caro Kojima) o Daemon X Machina, si è qui costretti a un approccio ragionato per evitare di vedere la propria energia consumarsi velocemente e ritrovarsi a un game over repentino. Non aiuta la presenza di soli 3 “continue” per affrontare tutta l’avventura: sebbene questi possano sembrare più che sufficienti per far fuori 7 livelli, è molto facile esaurirli velocemente se non si memorizzano i percorsi e il posizionamento dei nemici.

Rispetto ad altri port realizzati da M2, Assault Suits Valken Declassified manca di opzioni di accessibilità come la selezione del livello di difficoltà o il rewind, pertanto l’unica àncora di salvezza è rappresentata dalla presenza di Save e Load State, aggiunta sicuramente gradita.

Sarebbe sicuramente facile derubricare il gioco a semplice run ‘n gun, tuttavia a rendere diverso il prodotto è la presenza di diverse sezioni all’interno dei livelli: in alcuni casi il gioco si trasforma in uno shoot em up a scorrimento orizzontale, aumentando notevolmente la tensione con missioni a tempo. La mescola funziona particolarmente bene e tiene incollati allo schermo nonostante la difficoltà elevata.

Metallo e proiettili

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Per quanto Assault Suits Valken Declassified sia un buon titolo, non è esente da alcuni elementi negativi che non gli permettono di splendere, gran parte di questi potrebbero essere definiti “nativi” e quindi imputabili all’epoca in cui il prodotto fu originariamente pubblicato. Spesso non c’è una buona risposta agli input, le battaglie possono sembrare caotiche e persino troppo punitive mentre in alcuni casi gli obiettivi delle missioni non appaiono chiari finché non è troppo tardi (per esempio nelle missioni a tempo non c’è alcun timer a schermo e il passare del tempo viene comunicato al giocatore semplicemente con delle linee di testo comunicate dagli alleati).

Tocca sottolineare ancora una volta, però, che ciò non è assolutamente colpa del team M2 che ha svolto un egregio lavoro nell’operazione di porting, ma si tratta di arcaismi del titolo originale e che, pertanto, si amano o si odiano: a voi la scelta.

A chi consigliamo Assault Suits Valken Declassified?

Non si tratta chiaramente di un gioco per tutti: se vi aspettate l’ennesimo remaster da finire in un’oretta circa resterete spiazzati dalla difficoltà del prodotto che vi si parerà davanti. Persino la presenza di Save e Load State non garantiscono la capacità di completare il gioco al primo tentativo e la curva di apprendimento è sicuramente ripida e tutta in salita. Detto ciò, ci sentiamo di consigliare il prodotto, pur non avendo un prezzo non propriamente basso, a tutti gli amanti del genere mech. A questi ultimi garantiamo che Assault Suits Valken Declassified è una piccola gemma, quasi sconosciuta, proveniente da un’epoca d’oro del gaming e merita di essere vissuta (o ri-vissuta) nella sua forma migliore su Nintendo Switch.

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